Body Count #2
di
Lorenza Dono
genere
incesti
La verità mi inseguì fino nel luogo che finora avevo sempre interpretato come sicuro: casa mia. Aveva il volto dei miei due fratelli che frequentavano entrambi la mia stessa scuola e ora si presentavano al mio cospetto violando il divieto d’ingresso nella mia stanza.
Mi sembravano due iene mentre agitavano i loro cellulari, e tra le risatine mi mostrarono un video che ritraeva me che facevo un pompino a Samuele. Me che mi facevo scopare da dietro da Samuele.
Mi sentii morire in quell’istante. Tutta la favola che mi ero costruita nella mia testa crollò sotto i colpi di machete di quelle immagini così volgari che stentavo a riconoscermi.
Mi venne un conato di vomito e stavo per correre in bagno ma uno dei miei fratelli mi blocco.
«Toglimi quelle manacce d’addosso» urlai con tutto il fiato che avevo in corpo.
«Adesso tu fai quello che vogliamo noi, altrimenti facciamo vedere il video a papà che ti uccide di sicuro» disse uno di loro.
«Cosa?»
Era sconvolta nel sentirgli dire quella cosa. Tutto mi sarei aspetta dai miei fratelli che i miei avevano voluto fare per dare una compagnia a me.
È vero che non li considero affatto ma il destino aveva voluto che essendo due gemelli si erano fatti compagnia tra loro e così eravamo cresciuti come due rette parallele, che non s’incontrano neanche all’infinito.
Loro erano così identici che non a volte non li riconoscevo, stavolta non li riconobbi proprio. Anche se avevano quasi due anni meno di me, dovevano difendermi dalle incursioni esterne invece vollero approfittarsene come due cani randagi. Si spogliarono completamente nudi e lasciarono i loro pantaloncini, le magliette e le scarpe da ginnastica puzzolenti sul pavimento della mia camera. Se la ridevano guardandosi complici mentre mi mostravano i loro cazzi identici, grossi e ben scappettati, masturbandosi con gli occhi maniacali, mentre mi si avvicinavano minacciosi.
«Devi farci quello che hai fatto a Samuele, subito!» disse uno dei due, incurante che fossi la sorella maggiore.
Cercai di prendergli il telefono per cancellare quel video.
«Idiota, il video è in rete, sai quanto ci mettiamo a ottenerlo di nuovo!» disse l’altro. Mi tuffai sul letto disperata. Ero arrabbiata e delusa che mi sarei messa a piangere ma non volevo dargliela vinta neanche questa volta. Dovevo essere più forte di quello che mi stava succedendo per non precipitare nell’abisso.
«Andatevene subito…» gli intimai.
Loro non se ne andarono anzi mi raggiunsero sul letto non per consolarmi ma per toccarmi. Rabbiosa li respinsi ma loro tornarono come belve sulla preda ferita. Continuavano a ridere e a masturbarsi mentre mi toccavano da tutte le parti. Esausta li guardai con disprezzo.
«Volete questo?» gli dissi mentre mi strappavo la maglietta e gli mostravo il mio seno.
«Sìììììì!!!» risposero sbavanti all’unisono con le teste ammiccanti.
Mi tolsi il reggiseno. «Ok, vi darò quello che volete!»
Tolsi anche gli slip e fui nuda davanti ai miei fratelli come lo erano loro. Era il mio modo di reagire alla devastazione che avevo dentro. L’unico che seppi scegliere in quel momento così angoscioso.
Scesi dal letto e mi chinai sulle loro erezioni. Presi in bocca quello di sinistra e iniziai a masturbare quello di destra. Godevano come dei matti e sentii che si diedero il batticinque, concordi nell’avermi assoggettato.
Così volli fargli credere.
Devo ammettere che anch’io provai piacere e nutrire la vendetta mi faceva sentire anche più audace tanto da estraniarmi da quella scena che stavo dirigendo, era come se mi vedessi dall’esterno.
Invitai uno di due a prendermi da dietro allargandomi come la sera prima avevo fatto con Samuele. Nel mentre continuavo a succhiarlo all’altro, tenevo in mano il suo cazzo e aspiravo come per svuotarlo. Lui era delirante mentre l’altro dietro di me era impacciato e non sapeva dove metterlo tanto da richiedere il mio aiuto. Quando trovò la strada iniziò a far quello che la natura insegna, come quando un bambino trova il seno della propria madre. Era una sensazione così alienante fare sesso con i miei due fratelli che ero tanto eccitata e provare piacere nella disperazione.
Anche loro durarono molto poco: sia l’uno che l’altro vennero subito quasi in contemporanea, uno in bocca e l’altro dentro. I loro cazzi si smosciarono e come due ubriachi si rivestirono per sparire dalla mia camera così velocemente che mi parve che non fosse successo nulla se non fossi inondata dal loro seme acerbo.
Andai in bagno a lavarmi. E tornata in camera per rivestirmi. Presi il mio smartphone e mi accertai che il video fosse venuto bene. Provai un certo macabro piacere nel rivedermi tra quei due cazzoni dei miei fratelli. Tanto da portarmi la mano alla vulva e accarezzarla.
Con passo deciso percorsi il corridoio e li raggiunsi nella loro camera dove il disordine regnava sovrano.
Li trovai con i joystick in mano intenti a fare una partita ai videogames mentre sostavano per terra ai piedi del loro letto a castello.
«Cos’è non ti è bastato» disse uno di loro. L’altro si mise a ridere come uno scemo.
«No, adesso voi farete quello che voglio io!» risposi con un sorriso malizioso stampato in faccia.
«Subito…» fece l’altro che rideva. Con un colpo di reni riuscì ad abbassarsi all’istante i pantaloncini e le mutande mostrandomi la stessa erezione di prima.
«Wow» esclamò l’altro eccitato nel vedere l’erezione del fratello. Lo imitò.
«No, non ci siamo capiti…voi adesso fate quello che voglio io» ripetei con più veemenza.
«Fate quello che voglio io…» mi fece il verso uno dei due scuotendo la bacchetta che aveva tra le gambe.
«Vuoi che ti scopiamo come una troia un’altra volta?»
«No, voglio che voi andiate a distruggere la moto di Samuele altrimenti io mostro il video a nostro padre e vi uccide di sicuro.»
Gli mostrai il video che avevo fatto mettendo il mio cellulare sul comodino e azionando il tasto play un attimo prima che loro salissero sul mio lettone. Non si erano accorti di nulla.
Con mio grande divertimento vidi i loro cazzi ammosciarsi all’istante e le loro facce raccolte in un’espressione di terrore.
Risi come una strega. «Siete alle mie dipendenze, mocciosi del cazzo!» gli ribadii trionfante. «Chi di video ferisce di video perisce» aggiunsi ma non fui certa che avessero capito la battuta. Poco importava erano solo delle bestie inclini ai loro istinti non alla ragione.
Mi sembravano due iene mentre agitavano i loro cellulari, e tra le risatine mi mostrarono un video che ritraeva me che facevo un pompino a Samuele. Me che mi facevo scopare da dietro da Samuele.
Mi sentii morire in quell’istante. Tutta la favola che mi ero costruita nella mia testa crollò sotto i colpi di machete di quelle immagini così volgari che stentavo a riconoscermi.
Mi venne un conato di vomito e stavo per correre in bagno ma uno dei miei fratelli mi blocco.
«Toglimi quelle manacce d’addosso» urlai con tutto il fiato che avevo in corpo.
«Adesso tu fai quello che vogliamo noi, altrimenti facciamo vedere il video a papà che ti uccide di sicuro» disse uno di loro.
«Cosa?»
Era sconvolta nel sentirgli dire quella cosa. Tutto mi sarei aspetta dai miei fratelli che i miei avevano voluto fare per dare una compagnia a me.
È vero che non li considero affatto ma il destino aveva voluto che essendo due gemelli si erano fatti compagnia tra loro e così eravamo cresciuti come due rette parallele, che non s’incontrano neanche all’infinito.
Loro erano così identici che non a volte non li riconoscevo, stavolta non li riconobbi proprio. Anche se avevano quasi due anni meno di me, dovevano difendermi dalle incursioni esterne invece vollero approfittarsene come due cani randagi. Si spogliarono completamente nudi e lasciarono i loro pantaloncini, le magliette e le scarpe da ginnastica puzzolenti sul pavimento della mia camera. Se la ridevano guardandosi complici mentre mi mostravano i loro cazzi identici, grossi e ben scappettati, masturbandosi con gli occhi maniacali, mentre mi si avvicinavano minacciosi.
«Devi farci quello che hai fatto a Samuele, subito!» disse uno dei due, incurante che fossi la sorella maggiore.
Cercai di prendergli il telefono per cancellare quel video.
«Idiota, il video è in rete, sai quanto ci mettiamo a ottenerlo di nuovo!» disse l’altro. Mi tuffai sul letto disperata. Ero arrabbiata e delusa che mi sarei messa a piangere ma non volevo dargliela vinta neanche questa volta. Dovevo essere più forte di quello che mi stava succedendo per non precipitare nell’abisso.
«Andatevene subito…» gli intimai.
Loro non se ne andarono anzi mi raggiunsero sul letto non per consolarmi ma per toccarmi. Rabbiosa li respinsi ma loro tornarono come belve sulla preda ferita. Continuavano a ridere e a masturbarsi mentre mi toccavano da tutte le parti. Esausta li guardai con disprezzo.
«Volete questo?» gli dissi mentre mi strappavo la maglietta e gli mostravo il mio seno.
«Sìììììì!!!» risposero sbavanti all’unisono con le teste ammiccanti.
Mi tolsi il reggiseno. «Ok, vi darò quello che volete!»
Tolsi anche gli slip e fui nuda davanti ai miei fratelli come lo erano loro. Era il mio modo di reagire alla devastazione che avevo dentro. L’unico che seppi scegliere in quel momento così angoscioso.
Scesi dal letto e mi chinai sulle loro erezioni. Presi in bocca quello di sinistra e iniziai a masturbare quello di destra. Godevano come dei matti e sentii che si diedero il batticinque, concordi nell’avermi assoggettato.
Così volli fargli credere.
Devo ammettere che anch’io provai piacere e nutrire la vendetta mi faceva sentire anche più audace tanto da estraniarmi da quella scena che stavo dirigendo, era come se mi vedessi dall’esterno.
Invitai uno di due a prendermi da dietro allargandomi come la sera prima avevo fatto con Samuele. Nel mentre continuavo a succhiarlo all’altro, tenevo in mano il suo cazzo e aspiravo come per svuotarlo. Lui era delirante mentre l’altro dietro di me era impacciato e non sapeva dove metterlo tanto da richiedere il mio aiuto. Quando trovò la strada iniziò a far quello che la natura insegna, come quando un bambino trova il seno della propria madre. Era una sensazione così alienante fare sesso con i miei due fratelli che ero tanto eccitata e provare piacere nella disperazione.
Anche loro durarono molto poco: sia l’uno che l’altro vennero subito quasi in contemporanea, uno in bocca e l’altro dentro. I loro cazzi si smosciarono e come due ubriachi si rivestirono per sparire dalla mia camera così velocemente che mi parve che non fosse successo nulla se non fossi inondata dal loro seme acerbo.
Andai in bagno a lavarmi. E tornata in camera per rivestirmi. Presi il mio smartphone e mi accertai che il video fosse venuto bene. Provai un certo macabro piacere nel rivedermi tra quei due cazzoni dei miei fratelli. Tanto da portarmi la mano alla vulva e accarezzarla.
Con passo deciso percorsi il corridoio e li raggiunsi nella loro camera dove il disordine regnava sovrano.
Li trovai con i joystick in mano intenti a fare una partita ai videogames mentre sostavano per terra ai piedi del loro letto a castello.
«Cos’è non ti è bastato» disse uno di loro. L’altro si mise a ridere come uno scemo.
«No, adesso voi farete quello che voglio io!» risposi con un sorriso malizioso stampato in faccia.
«Subito…» fece l’altro che rideva. Con un colpo di reni riuscì ad abbassarsi all’istante i pantaloncini e le mutande mostrandomi la stessa erezione di prima.
«Wow» esclamò l’altro eccitato nel vedere l’erezione del fratello. Lo imitò.
«No, non ci siamo capiti…voi adesso fate quello che voglio io» ripetei con più veemenza.
«Fate quello che voglio io…» mi fece il verso uno dei due scuotendo la bacchetta che aveva tra le gambe.
«Vuoi che ti scopiamo come una troia un’altra volta?»
«No, voglio che voi andiate a distruggere la moto di Samuele altrimenti io mostro il video a nostro padre e vi uccide di sicuro.»
Gli mostrai il video che avevo fatto mettendo il mio cellulare sul comodino e azionando il tasto play un attimo prima che loro salissero sul mio lettone. Non si erano accorti di nulla.
Con mio grande divertimento vidi i loro cazzi ammosciarsi all’istante e le loro facce raccolte in un’espressione di terrore.
Risi come una strega. «Siete alle mie dipendenze, mocciosi del cazzo!» gli ribadii trionfante. «Chi di video ferisce di video perisce» aggiunsi ma non fui certa che avessero capito la battuta. Poco importava erano solo delle bestie inclini ai loro istinti non alla ragione.
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