Lo zio - 1 Sorpresa
di
Segreto Massimo
genere
gay
Tutto era andato come al solito.
Il tizio l'avevo già incontrato una paio di mesi prima. Me lo aveva ricordato lui scrivendomi direttamente al mio indirizzo segreto e quindi non mi ero fatto troppi scrupoli. Era un mio conterraneo e veniva a Milano per trovare la figlia sposata.
Un sessantenne basso e scuro di carnagione, pelosetto, sempre in calore e con un grosso uccello che sborrava tantissimo.
Dopo esserci scambiati qualche email di richieste e promesse di porcate varie, l'avevo raggiunto nello stesso appartamento della volta precedente.
Tutto era iniziato nel migliore dei modi. Già durante il caffé che mi aveva offerto in cucina ero finito in ginocchio a succhiarlo. Dopo una prima scopata piegato sul tavolo ci siamo spostati in camera dove mi ero fatto fottere la gola sdraiato sul letto per un po' prima di farmi montare di nuovo a pecora sul pavimento.
Mentre mugolavo sotto le sferzate di quel randello l'avevo visto comparire.
Con il telefonino in mano.
Mio zio.
Acquisito, certo. Ma comunque sempre mio zio.
Con un urlo mi divincolai dalla monta e cercai di nascondermi la faccia con la mano. Ma era evidentemente troppo tardi.
Prima ancora che mio zio iniziasse a parlare capii benissimo che ero fottuto.
Aveva ripreso più scene. In cucina e in camera da letto.
Disse che non voleva credere a quello che gli aveva raccontato il suo amico che conosceva dai tempi del servizio militare e che mi aveva riconosciuto da una foto esposta nel salotto di casa sua.
Provai a scongiurarlo in tutti i modi di non dire niente a casa ma sembrava irremovibile. Un nipote depravato era una cosa inaudita.
Mi diede un paio di sberle che mi fecero finire sul pavimento sputandomi in faccia disgustato
Con gli occhi chiusi, pieni di lacrime, non mi resi conto subito che si era tolto le scarpe. Né che si era slacciato parecchi bottoni della camicia azzurra.
Ma quando lo vidi venire verso di me con la camicia aperta sulla canottiera bianca mentre si allentava la cinta dei pantaloni, non riuscivo a crederci.
Anche mentre gli succhiavo l'uccello tozzo e scuro non mi sembrava possibile.
Eppure era tutto vero.
Fu una sessione punitiva alla quale si unì subito il suo amico.
E per la prima volta mi ritrova allo spiedo tra due maiali in calore che si alternavano davanti e dietro come in un video porno.
E come in un video porno mi vennero in bocca e faccia l'uno dopo l'altro.
Me la fecero mangiare tutta e poi si svaccarono sul divano mentre io dovevo continuare a succhiarli.
Me ne andai solo dopo aver concordato l'orario in cui sarei ritornato il giorno dopo. E così per i quattro giorni a seguire.
(segue...se volete)
Il tizio l'avevo già incontrato una paio di mesi prima. Me lo aveva ricordato lui scrivendomi direttamente al mio indirizzo segreto e quindi non mi ero fatto troppi scrupoli. Era un mio conterraneo e veniva a Milano per trovare la figlia sposata.
Un sessantenne basso e scuro di carnagione, pelosetto, sempre in calore e con un grosso uccello che sborrava tantissimo.
Dopo esserci scambiati qualche email di richieste e promesse di porcate varie, l'avevo raggiunto nello stesso appartamento della volta precedente.
Tutto era iniziato nel migliore dei modi. Già durante il caffé che mi aveva offerto in cucina ero finito in ginocchio a succhiarlo. Dopo una prima scopata piegato sul tavolo ci siamo spostati in camera dove mi ero fatto fottere la gola sdraiato sul letto per un po' prima di farmi montare di nuovo a pecora sul pavimento.
Mentre mugolavo sotto le sferzate di quel randello l'avevo visto comparire.
Con il telefonino in mano.
Mio zio.
Acquisito, certo. Ma comunque sempre mio zio.
Con un urlo mi divincolai dalla monta e cercai di nascondermi la faccia con la mano. Ma era evidentemente troppo tardi.
Prima ancora che mio zio iniziasse a parlare capii benissimo che ero fottuto.
Aveva ripreso più scene. In cucina e in camera da letto.
Disse che non voleva credere a quello che gli aveva raccontato il suo amico che conosceva dai tempi del servizio militare e che mi aveva riconosciuto da una foto esposta nel salotto di casa sua.
Provai a scongiurarlo in tutti i modi di non dire niente a casa ma sembrava irremovibile. Un nipote depravato era una cosa inaudita.
Mi diede un paio di sberle che mi fecero finire sul pavimento sputandomi in faccia disgustato
Con gli occhi chiusi, pieni di lacrime, non mi resi conto subito che si era tolto le scarpe. Né che si era slacciato parecchi bottoni della camicia azzurra.
Ma quando lo vidi venire verso di me con la camicia aperta sulla canottiera bianca mentre si allentava la cinta dei pantaloni, non riuscivo a crederci.
Anche mentre gli succhiavo l'uccello tozzo e scuro non mi sembrava possibile.
Eppure era tutto vero.
Fu una sessione punitiva alla quale si unì subito il suo amico.
E per la prima volta mi ritrova allo spiedo tra due maiali in calore che si alternavano davanti e dietro come in un video porno.
E come in un video porno mi vennero in bocca e faccia l'uno dopo l'altro.
Me la fecero mangiare tutta e poi si svaccarono sul divano mentre io dovevo continuare a succhiarli.
Me ne andai solo dopo aver concordato l'orario in cui sarei ritornato il giorno dopo. E così per i quattro giorni a seguire.
(segue...se volete)
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Commenti dei lettori al racconto erotico