Coppia Inattesa cap1
di
Leop88
genere
etero
Salve a tutti!
Questo che state per leggere è il primo racconto interamente erotico che ho scritto e nella sua semplicità spero che possa piacervi.
Ci tengo a specificare che pur prendendo spunto da un fatto realmente accaduto, nomi e personaggi qui riportati sono tutti frutto della mia fantasia.
Detto questo buona lettura a tutti!
Davide stava dormendo in quel momento, non si stupì troppo in realtà. Era talmente ebbro che stava dormendo sul divano. Del resto era la festa di Capodanno: la seconda che celebrava coi suoi amichetti nella casa di Aderlini, l'unico ad avere il soggiorno abbastanza grande da farci stare ben quindici ragazzi, lui compreso. Dopo essersi mangiati di tutto, e bevuto il mondo, come di consueto, tutti i maschi erano scesi fuori a fare i consueti botti. Mentre le ragazze urlavano tutte contente. Finita la mezzanotte, e dopo le varie le varie pomiciate tra fidanzati, tra i quali anche lui e Sabrina (la sua ragazza), assieme a Simone e Claudia, che erano praticamnete i suoi migliori amici (maschile e femminile): lui e Claudia in particolare si conoscevano da quando andavano alle Elementari, vivevano nello stesso pianerottolo, alla porta di fronte la sua. Stavano facendo il quinto superiore, l'anno del Diploma finalmente. Simone l'aveva conosciuto alle medie, e ogni volta che veniva a casa, vedeva anche Claudia. Crescendo i due si piacquero sempre di più. Al terzo superiore si misero ufficialmente insieme.
Davide e Sabrina invece era stato più un colpo di fulmine, non la più carina della scuola, ma una delle più mature sessualmente. Al quarto avevano già fatto sesso in più di un occasione. Sabrina era una persona poco studiosa in realtà, inoltre aveva la malattia della Discoteca, secondo lei senza ballo non ci si divertiva davvero. Davide invece non era affatto un amante della discoteca, quella roba tecnno che lo rintronava ogni volta.
In ogni caso, lui e Sabrina erano felici. Anche quella nottata era andata bene. Dopo la mezzanotte avevano cominciato a giocare a giochi di carte vari, e poi verso le 3.00 stavano tutti dormendo come ghiri. Tutti tranne Davide che in realtà voleva solo mettersi più comodo, per quanto possibile. L'avrebbe fatto se non avesse sentito degli sussulti.
Qualcosa che veniva da dietro di lui: per alcuni che non volevano stare sui divani, avevano messo dei materassini da mare con relative coperte. I rumori arrivavano da dietro di lui, sul materassino.
Qualcuno che parlava bisbigliando, naturalmente.
“Continua perché ti sei fermata…”
“Smettila di fare il porco. Vuoi svegliare tutti?”
“Non voglio fare il porco, voglio scoparti per bene.”
Sentiva ridacchiare la ragazza. Una risatina che gli sembrava di conoscere. Tendendo bene l'orecchio Davide riuscì a sentire un continuo armeggiare, poi una serie di movimenti, che nel silenzio assoluto, sembravano quelli di due persone che scopavano. Due suoi amici che trombavano alle sue spalle, non che fosse un problema ma… Non era quello il momento più adatto.
Anche per via della sua stanchezza, preferì non farci caso e riprendere sonno.
Poi li sentì parlare di nuovo.
“Oddio…” Fece la ragazza. “Che bel cazzone che hai. Davide non c'è l'ha come te.”
Aveva detto… Davide… Quasi sentì un martellamento nella testa. Non poteva crederci. Forse si era sbagliato.
Doveva essersi sbagliato.
“Lo so.” Disse l'altro che aumentava il ritmo. “Dillo a Claudia, così forse capirà cosa si è persa in questi anni.”
Non poteva crederci… Quei due erano Simone e Sabrina. E stavano chiavando a pochi metri da lui e Claudia, nella notte di Capodanno.
“Wow. Non pensavo esistessero ancora le suore. Comunque diamoci dacci dentro che se mi piaci passeremo il prossimo anno a dare fondamento a certi 'detti'.”
Di nuovo quella risata. Poi vennero entrambi.
Non riuscì più a sentire le loro parole. Era troppo sconvolto. Non poteva essere vero. Sabrina e lui si amavano, e Simone era il suo migliore amico: sembrava la peggiore delle barzellette, roba davvero da Cinepanettone.
Davide non riuscì a fare nulla in quel momento. La sua mente lo portò a riaddormentarsi e pensare che fosse solo un maledetto sogno dovuto all'alcol. Sì. Era sicuramente così.
Il giorno successivo non vide il benchè minimo cambiamento in Simone e Sabrina. Continuavano comportarsi come avevano sempre fatto.
Questa cosa convinse Davide che si trattava davvero di un maledetto incubo. Desiderava talmente tanto essersi sbagliato che cancellò quel pensiero dalla sua testa. Sperava per lui e anche la povera Claudia che sapeva essere davvero innamorata di Simone.
Per il bene di tutti si convinse che non esisteva nessun tradimento.
Tanto la verità sarebbe venuta fuori lo stesso.
Sei mesi dopo. Alla fine degli esami orali. Erano rimasti d'accordo che loro quattro sarebbero andati tutti in vacanza in Grecia.
Quel giorno Davide era a casa e trovò una lettera sotto il suo cuscino.
Scritta a mano:
La calligrafia era quella di Sabrina.
''Ciao Davide. Ti ho scritto queste poche righe per dirti che mi vedo con Simone. Mi ci vedo da tanto tempo. Almeno sei mesi. E devo dire che con lui sto molto bene. Non solo a letto è migliore di te. Ma è molto più attivo di te come persona, a lui piace fare le cose, andare in giro, ha molta più voglia di te di divertirsi.
Quindi ho deciso di troncare con te. Per favore non la prendere sul personale. Il mondo va così.
Sei un bravissimo ragazzo, anche abbastanza carino.
Vedrai che troverai qualcuna più adatta.
Senza rimpianti.
Sabrina.''
Quella lettera fu come una dannata martellata sulle palle. Una fottuta coltellata alle spalle. Un montante sullo stomaco.
Davide sentiva il respiro mancargli, il cuore battergli all'impazzata. La testa gli bruciava neanche gli ci avessero conficcato dei dardi ardenti.
Come aveva potuto fargli una cosa del genere. Come? E sembrava non fregargliene nulla dal tono della lettera. Gli venne da piangere all'idea di come quei due ipocriti abbiano finto per tutto il tempo con lui e Claudia.
A proposito…
Lei come avrà reagito?
Davide decise di andare a suonarle.
“Chi è?…”
La sua voce era piuttosto impastata…
“Sono io.”
Mostrò la lettera che gli avevano scritto. Dopo aver osservato qualche secondo dallo spioncino aprì.
La ragazza era vestita, come di consueto, con pantaloni neri acetati e una maglietta nera a maniche corte. I capelli castani scuri, pettinati a caschetto, con una riga da una parte, anche se erano piuttosto smossi. Gli occhietti da cerbiatta neri, erano diventati rossastri, il suo bel visino dai lineamenti delicati erano rigati dalle lacrime. Espressione tremendamente drammatica.
“Quei due stronzi.” Riuscì a dire lei tra un singhiozzo e l'altro.
I due si abbracciarono tentando di consolarsi. Entrambi erano emotivamente sconvolti a causa del tradimento di quei due bastardi. Davide evitò di dire che sapeva quello che stavano facendo, anche perché non voleva che Claudia lo odiasse. Lei era l'unica persona della quale poteva fidarsi. Non aveva molti amici maschi. E dopo quanto accaduto con Simone di sicuro non ne avrebbe più voluti.
Passarono i giorni in un stato di perenne depressione.
Nel mese di luglio arrivarono pure i risultati dell'Esame di Stato; erano passati entrambi. Sia Davide che Claudia reagirono con noncuranza. Quello era uno dei momenti migliori della loro vita, rovinata dal tradimento di persone che erano convinti li amassero, e fossero loro amici. Una delle cose peggiori che potevano subire due ragazzi.
Passarono l'intera Estate così. In uno stato di pura depressione. I genitori di entrambi non potevano fare tanto purtroppo.
Davide sapeva che dovevano uscirne da soli. Ma come fare?
Non sapeva davvero come fare.
In una giornata d'Agosto. Fu allora che accadde. Il caldo era torrido quel giorno, le maledette cicale non facevano che cantare. Per Davide era solo un fastidioso rumore che si ripeteva in continuazione. Indossava pantoni corti e maglietta rossa a maniche corte della Carrera. Stava sudando davvero parecchio. Abiti appiccicaticci. Arrivò un sms sul cellulare, era Claudia che gli chiedeva se voleva venire a trovarla.
Tempo un paio di minuti e Davide era già alla porta. La madre dell'amica gli aprì dicendogli che doveva andare in camera sua.
Appena arrivato. La raggiunse in camera sua.
La trovò, mentre regolava il ventilatore. Indossava una canottiera bianca e un paio di pantaloncini cortissimi che lasciavano scoperte le gambe tornite.
“Ciao.” Fece lei sorridendo. Poi si scambiarono un piccolo bacio sulla guancia. Doveva essersi appena fatta una doccia i capelli castani odoravano di shampoo e balsamo.
“Come stai?”
“Mi sto sciogliendo, ma a parte quello sto bene.”
Lei ridacchiò.
“Non me lo dire. Sto andando a fuoco negli ultimi giorni.”
Poi si stiracchiò davanti a Davide.
Il ragazzo in quel momento notò una serie di cose. Primo: non aveva il reggiseno, i capezzoli della sua terza piena, quasi bucavano la maglietta. I suoi occhietti da cerbiatta lo fissavano, con espressione del suo viso abbastanza imbarazzata.
-C'è qualche problema?-
Lei scosse la testa.
Fin da piccolo, Davide, non aveva mai guardato Claudia come una donna fatta e finita. Anche perché per lui era un'amica, non gli sembrava rispettoso…
Eppure quella mattina cominciò ad osservarla con altri occhi. Del resto era sempre stata una gran bella ragazza. Abbastanza magra, la sua testa gli arrivava sul petto, lui la superava di almeno 15 cm. Belle gambe allenate e lisce, anche un bel culetto armonioso.
“Sai.” Disse lei. “Stavo pensando che Simone e Sabrina ci hanno davvero un bel danno.”
Davide annuì senza interromperla.
“Però io sono dell'opinione che… Non è giusto dargliela vinta. Capisci quello che intendo?” ”
“Nessuno dovrebbe subire quello che abbiamo subito noi.” Disse Davide con convinzione.
Lei lo fissò con quegli occhietti da cerbiatta. Sorridendo con dolcezza. Il primo sorriso che le vedeva fare da mesi.
Quella visione fece scattare qualcosa in Davide. Un desiderio che da mesi non sentiva più. I due si guardarono negli occhi per diversi secondi.
Poi le labbra di lui cercarono quelle di lei, prima le candide labbra si sfiorarono poi si scambiarono baci, sempre più lunghi. Sentiva il fiato di lei caldo entrargli in gola. Poi con la lingua violò la boccuccia di Claudia.
Il contatto tra le lingue bagnate non fece che accrescere il rumore delle loro effusioni.
Davide si sentì irrigidire. Lui la toccò sui fianchi, un po' sudati, ma così morbidi, era un piacere accarezzarli.
“Non cercare di essere gentile.” Disse mentre con le sue manine strinse entrambi i polsi. Portandogli le mani sui glutei. Quasi non gli sembrava vero. Davide strinse per bene quelle chiappe belle morbide e tonde. Lei per tutta risposta ansimò sempre più forte. Muovendo il bacino e strusciando tra le gambe di Davide.
Non aveva neanche le mutandine. Sentiva il calore del suo fiorellino, tramite i pantaloncini quasi aderenti e piuttosto bagnati.
Il che testimoniava una certa eccitazione.
-Wow! Sei così…-
-Fregna?- Replicò Claudia tra un ansimo e l'altro sorrideva in maniera più ammiccante.
Davide sentiva una forte scossa che dal cervello partiva e si estendeva fino al cazzo ancora chiuso nei pantaloni, lo faceva strusciare sullo strumento d'amore di Claudia. Era così eccitato che aveva voglia di penetrarla più a fondo possibile.
Sentiva il respiro ansimante di lei arrivargli all'orecchio, l'idea che fosse tanto eccitata stava per fargli superare la linea.
Avevano parlato in quei mesi e sapeva che lei era vergine ancora.
“Tu lo vuoi? Davvero?” Chiese dopo l'ennesima strusciata del suo pacco tra le sue gambe.
“Perché no? Tu mi vuoi bene giusto?”
Poi lo baciò con la massima serenità.
Ci furono dei rumori improvvisi, qualcuno che bussava alla porta.
“Tesoro sono mamma. Ce la meranda se la volete.”
“Sì mamma grazie.” Rispose lei, tutt'altro che contenta.
Cavolo quell'interruzione non ci voleva. Davide la fissò negli occhi. I due decisero di staccarsi. Anche perché ormai l'incantesimo era rotto.
Entrambi si ricomposero come potevano.
“Comunque ne riparleremo” Disse Claudia tutta contenta.
“Non vedo l'ora.”
Continua.
Questo che state per leggere è il primo racconto interamente erotico che ho scritto e nella sua semplicità spero che possa piacervi.
Ci tengo a specificare che pur prendendo spunto da un fatto realmente accaduto, nomi e personaggi qui riportati sono tutti frutto della mia fantasia.
Detto questo buona lettura a tutti!
Davide stava dormendo in quel momento, non si stupì troppo in realtà. Era talmente ebbro che stava dormendo sul divano. Del resto era la festa di Capodanno: la seconda che celebrava coi suoi amichetti nella casa di Aderlini, l'unico ad avere il soggiorno abbastanza grande da farci stare ben quindici ragazzi, lui compreso. Dopo essersi mangiati di tutto, e bevuto il mondo, come di consueto, tutti i maschi erano scesi fuori a fare i consueti botti. Mentre le ragazze urlavano tutte contente. Finita la mezzanotte, e dopo le varie le varie pomiciate tra fidanzati, tra i quali anche lui e Sabrina (la sua ragazza), assieme a Simone e Claudia, che erano praticamnete i suoi migliori amici (maschile e femminile): lui e Claudia in particolare si conoscevano da quando andavano alle Elementari, vivevano nello stesso pianerottolo, alla porta di fronte la sua. Stavano facendo il quinto superiore, l'anno del Diploma finalmente. Simone l'aveva conosciuto alle medie, e ogni volta che veniva a casa, vedeva anche Claudia. Crescendo i due si piacquero sempre di più. Al terzo superiore si misero ufficialmente insieme.
Davide e Sabrina invece era stato più un colpo di fulmine, non la più carina della scuola, ma una delle più mature sessualmente. Al quarto avevano già fatto sesso in più di un occasione. Sabrina era una persona poco studiosa in realtà, inoltre aveva la malattia della Discoteca, secondo lei senza ballo non ci si divertiva davvero. Davide invece non era affatto un amante della discoteca, quella roba tecnno che lo rintronava ogni volta.
In ogni caso, lui e Sabrina erano felici. Anche quella nottata era andata bene. Dopo la mezzanotte avevano cominciato a giocare a giochi di carte vari, e poi verso le 3.00 stavano tutti dormendo come ghiri. Tutti tranne Davide che in realtà voleva solo mettersi più comodo, per quanto possibile. L'avrebbe fatto se non avesse sentito degli sussulti.
Qualcosa che veniva da dietro di lui: per alcuni che non volevano stare sui divani, avevano messo dei materassini da mare con relative coperte. I rumori arrivavano da dietro di lui, sul materassino.
Qualcuno che parlava bisbigliando, naturalmente.
“Continua perché ti sei fermata…”
“Smettila di fare il porco. Vuoi svegliare tutti?”
“Non voglio fare il porco, voglio scoparti per bene.”
Sentiva ridacchiare la ragazza. Una risatina che gli sembrava di conoscere. Tendendo bene l'orecchio Davide riuscì a sentire un continuo armeggiare, poi una serie di movimenti, che nel silenzio assoluto, sembravano quelli di due persone che scopavano. Due suoi amici che trombavano alle sue spalle, non che fosse un problema ma… Non era quello il momento più adatto.
Anche per via della sua stanchezza, preferì non farci caso e riprendere sonno.
Poi li sentì parlare di nuovo.
“Oddio…” Fece la ragazza. “Che bel cazzone che hai. Davide non c'è l'ha come te.”
Aveva detto… Davide… Quasi sentì un martellamento nella testa. Non poteva crederci. Forse si era sbagliato.
Doveva essersi sbagliato.
“Lo so.” Disse l'altro che aumentava il ritmo. “Dillo a Claudia, così forse capirà cosa si è persa in questi anni.”
Non poteva crederci… Quei due erano Simone e Sabrina. E stavano chiavando a pochi metri da lui e Claudia, nella notte di Capodanno.
“Wow. Non pensavo esistessero ancora le suore. Comunque diamoci dacci dentro che se mi piaci passeremo il prossimo anno a dare fondamento a certi 'detti'.”
Di nuovo quella risata. Poi vennero entrambi.
Non riuscì più a sentire le loro parole. Era troppo sconvolto. Non poteva essere vero. Sabrina e lui si amavano, e Simone era il suo migliore amico: sembrava la peggiore delle barzellette, roba davvero da Cinepanettone.
Davide non riuscì a fare nulla in quel momento. La sua mente lo portò a riaddormentarsi e pensare che fosse solo un maledetto sogno dovuto all'alcol. Sì. Era sicuramente così.
Il giorno successivo non vide il benchè minimo cambiamento in Simone e Sabrina. Continuavano comportarsi come avevano sempre fatto.
Questa cosa convinse Davide che si trattava davvero di un maledetto incubo. Desiderava talmente tanto essersi sbagliato che cancellò quel pensiero dalla sua testa. Sperava per lui e anche la povera Claudia che sapeva essere davvero innamorata di Simone.
Per il bene di tutti si convinse che non esisteva nessun tradimento.
Tanto la verità sarebbe venuta fuori lo stesso.
Sei mesi dopo. Alla fine degli esami orali. Erano rimasti d'accordo che loro quattro sarebbero andati tutti in vacanza in Grecia.
Quel giorno Davide era a casa e trovò una lettera sotto il suo cuscino.
Scritta a mano:
La calligrafia era quella di Sabrina.
''Ciao Davide. Ti ho scritto queste poche righe per dirti che mi vedo con Simone. Mi ci vedo da tanto tempo. Almeno sei mesi. E devo dire che con lui sto molto bene. Non solo a letto è migliore di te. Ma è molto più attivo di te come persona, a lui piace fare le cose, andare in giro, ha molta più voglia di te di divertirsi.
Quindi ho deciso di troncare con te. Per favore non la prendere sul personale. Il mondo va così.
Sei un bravissimo ragazzo, anche abbastanza carino.
Vedrai che troverai qualcuna più adatta.
Senza rimpianti.
Sabrina.''
Quella lettera fu come una dannata martellata sulle palle. Una fottuta coltellata alle spalle. Un montante sullo stomaco.
Davide sentiva il respiro mancargli, il cuore battergli all'impazzata. La testa gli bruciava neanche gli ci avessero conficcato dei dardi ardenti.
Come aveva potuto fargli una cosa del genere. Come? E sembrava non fregargliene nulla dal tono della lettera. Gli venne da piangere all'idea di come quei due ipocriti abbiano finto per tutto il tempo con lui e Claudia.
A proposito…
Lei come avrà reagito?
Davide decise di andare a suonarle.
“Chi è?…”
La sua voce era piuttosto impastata…
“Sono io.”
Mostrò la lettera che gli avevano scritto. Dopo aver osservato qualche secondo dallo spioncino aprì.
La ragazza era vestita, come di consueto, con pantaloni neri acetati e una maglietta nera a maniche corte. I capelli castani scuri, pettinati a caschetto, con una riga da una parte, anche se erano piuttosto smossi. Gli occhietti da cerbiatta neri, erano diventati rossastri, il suo bel visino dai lineamenti delicati erano rigati dalle lacrime. Espressione tremendamente drammatica.
“Quei due stronzi.” Riuscì a dire lei tra un singhiozzo e l'altro.
I due si abbracciarono tentando di consolarsi. Entrambi erano emotivamente sconvolti a causa del tradimento di quei due bastardi. Davide evitò di dire che sapeva quello che stavano facendo, anche perché non voleva che Claudia lo odiasse. Lei era l'unica persona della quale poteva fidarsi. Non aveva molti amici maschi. E dopo quanto accaduto con Simone di sicuro non ne avrebbe più voluti.
Passarono i giorni in un stato di perenne depressione.
Nel mese di luglio arrivarono pure i risultati dell'Esame di Stato; erano passati entrambi. Sia Davide che Claudia reagirono con noncuranza. Quello era uno dei momenti migliori della loro vita, rovinata dal tradimento di persone che erano convinti li amassero, e fossero loro amici. Una delle cose peggiori che potevano subire due ragazzi.
Passarono l'intera Estate così. In uno stato di pura depressione. I genitori di entrambi non potevano fare tanto purtroppo.
Davide sapeva che dovevano uscirne da soli. Ma come fare?
Non sapeva davvero come fare.
In una giornata d'Agosto. Fu allora che accadde. Il caldo era torrido quel giorno, le maledette cicale non facevano che cantare. Per Davide era solo un fastidioso rumore che si ripeteva in continuazione. Indossava pantoni corti e maglietta rossa a maniche corte della Carrera. Stava sudando davvero parecchio. Abiti appiccicaticci. Arrivò un sms sul cellulare, era Claudia che gli chiedeva se voleva venire a trovarla.
Tempo un paio di minuti e Davide era già alla porta. La madre dell'amica gli aprì dicendogli che doveva andare in camera sua.
Appena arrivato. La raggiunse in camera sua.
La trovò, mentre regolava il ventilatore. Indossava una canottiera bianca e un paio di pantaloncini cortissimi che lasciavano scoperte le gambe tornite.
“Ciao.” Fece lei sorridendo. Poi si scambiarono un piccolo bacio sulla guancia. Doveva essersi appena fatta una doccia i capelli castani odoravano di shampoo e balsamo.
“Come stai?”
“Mi sto sciogliendo, ma a parte quello sto bene.”
Lei ridacchiò.
“Non me lo dire. Sto andando a fuoco negli ultimi giorni.”
Poi si stiracchiò davanti a Davide.
Il ragazzo in quel momento notò una serie di cose. Primo: non aveva il reggiseno, i capezzoli della sua terza piena, quasi bucavano la maglietta. I suoi occhietti da cerbiatta lo fissavano, con espressione del suo viso abbastanza imbarazzata.
-C'è qualche problema?-
Lei scosse la testa.
Fin da piccolo, Davide, non aveva mai guardato Claudia come una donna fatta e finita. Anche perché per lui era un'amica, non gli sembrava rispettoso…
Eppure quella mattina cominciò ad osservarla con altri occhi. Del resto era sempre stata una gran bella ragazza. Abbastanza magra, la sua testa gli arrivava sul petto, lui la superava di almeno 15 cm. Belle gambe allenate e lisce, anche un bel culetto armonioso.
“Sai.” Disse lei. “Stavo pensando che Simone e Sabrina ci hanno davvero un bel danno.”
Davide annuì senza interromperla.
“Però io sono dell'opinione che… Non è giusto dargliela vinta. Capisci quello che intendo?” ”
“Nessuno dovrebbe subire quello che abbiamo subito noi.” Disse Davide con convinzione.
Lei lo fissò con quegli occhietti da cerbiatta. Sorridendo con dolcezza. Il primo sorriso che le vedeva fare da mesi.
Quella visione fece scattare qualcosa in Davide. Un desiderio che da mesi non sentiva più. I due si guardarono negli occhi per diversi secondi.
Poi le labbra di lui cercarono quelle di lei, prima le candide labbra si sfiorarono poi si scambiarono baci, sempre più lunghi. Sentiva il fiato di lei caldo entrargli in gola. Poi con la lingua violò la boccuccia di Claudia.
Il contatto tra le lingue bagnate non fece che accrescere il rumore delle loro effusioni.
Davide si sentì irrigidire. Lui la toccò sui fianchi, un po' sudati, ma così morbidi, era un piacere accarezzarli.
“Non cercare di essere gentile.” Disse mentre con le sue manine strinse entrambi i polsi. Portandogli le mani sui glutei. Quasi non gli sembrava vero. Davide strinse per bene quelle chiappe belle morbide e tonde. Lei per tutta risposta ansimò sempre più forte. Muovendo il bacino e strusciando tra le gambe di Davide.
Non aveva neanche le mutandine. Sentiva il calore del suo fiorellino, tramite i pantaloncini quasi aderenti e piuttosto bagnati.
Il che testimoniava una certa eccitazione.
-Wow! Sei così…-
-Fregna?- Replicò Claudia tra un ansimo e l'altro sorrideva in maniera più ammiccante.
Davide sentiva una forte scossa che dal cervello partiva e si estendeva fino al cazzo ancora chiuso nei pantaloni, lo faceva strusciare sullo strumento d'amore di Claudia. Era così eccitato che aveva voglia di penetrarla più a fondo possibile.
Sentiva il respiro ansimante di lei arrivargli all'orecchio, l'idea che fosse tanto eccitata stava per fargli superare la linea.
Avevano parlato in quei mesi e sapeva che lei era vergine ancora.
“Tu lo vuoi? Davvero?” Chiese dopo l'ennesima strusciata del suo pacco tra le sue gambe.
“Perché no? Tu mi vuoi bene giusto?”
Poi lo baciò con la massima serenità.
Ci furono dei rumori improvvisi, qualcuno che bussava alla porta.
“Tesoro sono mamma. Ce la meranda se la volete.”
“Sì mamma grazie.” Rispose lei, tutt'altro che contenta.
Cavolo quell'interruzione non ci voleva. Davide la fissò negli occhi. I due decisero di staccarsi. Anche perché ormai l'incantesimo era rotto.
Entrambi si ricomposero come potevano.
“Comunque ne riparleremo” Disse Claudia tutta contenta.
“Non vedo l'ora.”
Continua.
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