L'incontro con Ademola un nigeriano invidiabile.

di
genere
prime esperienze

Ricordo che era una domenica mattina, era giugno inoltrato,
Stefania mia moglie ha preferito stare ancora a letto, ho preso la bici per fare un giro. Non che avessi voglia di pedalare, erano circa le otto, mi sono fermato sulla spiaggia. La spiaggia vicino casa è libera, non abitiamo proprio in centro, pensavo di osare, infatti ho tolto pantaloncini e maglietta restando nudo, mi sono disteso al sole. Non c’era nessuno potevo permettermelo comunque ero sempre con l’occhio vigile caso mai fosse arrivata gente. Per mezz’ora non è successo niente, poi sento parlare vedo due sagome, col sole negli occhi non distinguevo bene, ho rimesso i pantaloncini ripiegandoli come fosse uno slip ed ho atteso. Era una coppia non giovanissima, erano più vicino ai cinquanta che ai quarant’anni, lui aveva la barba incolta quasi interamente bianca, aspetto insignificante, lei normale con qualche chilo in più. Mi hanno salutato, si sono accampati a tre metri da me sotto una pianta di tamerici. Il rito della spogliazione è stato laborioso, li guardavo con la coda dell’occhio, lui spesso mi guardava tra le gambe. Lei si è distesa su un grosso telo verde divaricando appena le gambe in modo che potessi guardarle la figa, che comunque era protetta da uno slip, aveva anche il reggiseno per contenere il seno cadente. Lui continuava a guardarmi tra le gambe ed ogni tanto si passava la mano sul cazzo. In pratica senza volerlo abbiamo iniziato un gioco per stimolare i nostri sessi, eravamo soli. Quella coppia se li incontravi per strada non la guardavi neanche, in quelle condizioni il mio cazzo cominciava a muoversi, lui si è accorto, si è sistemato vicino a lei, ha spostato lo slip mettendole due dita nella figa, In risposta il mio cazzo ha messo la testa fuori dai pantaloncini suscitando un leggero sorriso di lui che ha messo tutte le dita nella figa con lei che si era messa a gambe larghe. Mi sono alzato, ho tolto i pantaloncini restando nudo col cazzo duro. Lui mi ha pregato di stare calmo, voleva solo giocare. Una mano l’aveva nella figa, con l’altra giocava col suo cazzo. Siamo stati circa una decina di minuti, quando ho visto arrivare qualcuno, ho rimesso pantaloncini e maglietta, li ho salutati forse deludendoli, ho ripreso la bici dirigendomi verso casa. Stefania era ancora immersa nel sonno profondo, era nuda mi sono immersa con la lingua nella sua figa, aveva il sapore di urina, sono andato sulla bocca, lei ha farfugliato che voleva dormire. Aveva il culo in bella vista, volevo sodomizzarla, me ne sono astenuto. Si è svegliata alle undici, è vero che avevamo scopato la sera, comunque mi sembrava esagerato che dormisse fino alle undici. Non ha
voluto la colazione, ha voluto pranzare direttamente. Il pomeriggio siamo andati dai suoi genitori per fare una visita, siamo tornati a casa una cena leggera ed ancora a letto. Non so se l’ho fatto per eccitarla, le ho raccontato in grandi linee quello che mi era capitato la mattina. Ha ascoltato svogliatamente fino a quando le ho detto che
avremmo potuto farlo anche noi quel gioco coinvolgendo un ragazzo qualsiasi. Ha cambiato letteralmente espressione, ha mostrato interesse al punto di provocarmi una dura erezione, ha capito che mi sarebbe piaciuto, ha allargato le gambe, segno che voleva il cazzo ed una volta dentro mi ha incatenato con le sue gambe incrociate sulla mia schiena. Una scopata violenta, eccitata e veloce, un orgasmo stratosferico. Con l’eccitazione non si va troppo per il sottile, in quei momenti si potrebbe scopare anche la propria sorella, quando finisce poi si fanno le riflessioni. L’interrogativo principale era per me, potevo godere vedere mia moglie impegnata in un gioco sessuale con me alla presenza di altri, oppure era lei che voleva un altro cazzo? Un bel dilemma, in ogni caso il cazzo è ripartito pronto per la seconda scopata, questa volta più lenta e più gustosa, la sua figa era una fontana, i suoi umori uniti alla mia sborrata hanno bagnato il letto. Senza dircelo apertamente nella nostra mente si era intrufolato il tarlo della perversione, è cambiata anche lei truccandosi, indossando abiti che nulla lasciavano all’immaginazione. Questo a me eccitava tantissimo solo che mi ponevo il problema di non trascendere, insomma non volevo che mia moglie facesse la puttana. Siamo andati al mare diverse volte, non è successo nulla, non c’erano persone adatte allo scopo. Lei che in certi momenti sembrava spigliata ed autorevole, in altri sembrava chiudersi, questo influiva anche sul nostro rapporto di coppia. Poi un giorno abbiamo conosciuto Ademola, un nigeriano nero da abbagliare, un fisico possente, dei pettorali favolosi, un viso autoritario, insomma dava nell’occhio ed ancora non avevamo visto tutto perché indossava larghi pantaloncini. Vendeva la solita chincaglieria fasulla, si è fermato, lo abbiamo rifocillato, ci ha detto che dormiva con altri tre ragazzi e che non si trovava bene perché facevano casino mentre lui era pacifico e tranquillo. Ho esagerato l’ho invitato a cena per una sera a sua scelta, non ci ha fatto attendere molto, la sera successiva lo abbiamo eletto a nostro protettore, dormiva nel nostro letto, lo mettevamo al centro perché c’era da giocare col suo corpo, il cazzo era sublime, duro, enorme, con una cappella favolosa, prenderlo in bocca, bagnarlo e metterlo nella figa di Stefania era quanto di meglio mi potesse capitare, lei entusiasta riusciva a digerire quel palo con espressioni di godimento. A volte quel palo ce lo litigavamo, io mordevo Ademola dappertutto, lui godeva emetteva delle sborrate da far paura, il sapore era delicato.
Il massimo quando quel cazzo era nella figa di Stefania ed io li leccavo. Dedicavamo tutto il tempo libero al sesso. Ademola si è stabilito a casa nostra, ha lasciato il suo lavoro itinerante ed è stato assunta nell’azienda dove lavoro io. Ci è grato, non la smette mai di ringraziarci anche se siamo noi a dover ringraziare lui, abbiamo scoperto l’aldilà del sesso. Gli abbiamo arredato la camera per gli occhi dei nostri parenti, ma dorme nel nostro letto, sarebbe un peccato non farlo.
scritto il
2024-12-27
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