Milano, il viaggio dei sensi

di
genere
prime esperienze

Era un’idea che avevo in mente da tempo, ma convincere Anna non era stato facile. Lei, sempre così riservata, così attenta a non oltrepassare certi confini. Ma negli ultimi anni, qualcosa era cambiato. Le nostre notti si erano fatte più audaci, complici anche le chat su Telegram in cui coinvolgevamo altri singoli, condividendo foto e fantasie. Era iniziato tutto come un gioco, ma lentamente ci aveva portati a esplorare lati di noi stessi che non avremmo mai immaginato.

Questa volta, però, non si trattava solo di parole. L’idea di un massaggio erotico, di lasciare che un estraneo toccasse il suo corpo, le sembrava troppo audace. “E se fosse imbarazzante? E se non mi sentissi a mio agio?”, continuava a ripetere. Ma io ero determinato. “Non devi fare nulla che non vuoi,” le dicevo. “Sarà un’esperienza per te, per noi. E sarò lì con te, a guardarti.” Dopo giorni di insistenze, aveva accettato, ma sapevo che dentro di lei l’ansia e la curiosità si mescolavano in un vortice.

Arrivammo a Milano in una mattina di fine inverno. L’aria era pungente, il cielo limpido e il sole basso illuminava le strade affollate della città. La stagione fredda stava per volgere al termine. Sistemati in hotel, Anna iniziò a prepararsi. Non indossò nulla di particolarmente elegante, consapevole che il massaggio l’avrebbe fatta spogliare completamente, ma ogni suo gesto tradiva un misto di nervosismo e attesa. “Non riesco a credere che stia per farlo,” disse mentre si sistemava davanti allo specchio. Mi limitai a osservarla. La sua pelle era liscia, perfettamente depilata, e la consapevolezza di ciò che sarebbe accaduto mi riempiva di desiderio.

Quando arrivammo davanti allo studio, il mio cuore batteva forte quasi quanto il suo. Il massaggiatore ci accolse con un sorriso discreto. Era un uomo sulla quarantina, di corporatura media, più basso di me e decisamente più esile, ma il suo portamento trasmetteva professionalità e sicurezza. “Benvenuti,” disse con una voce calma. “Prendetevi qualche minuto per rilassarvi, poi iniziamo.”

Ci fece accomodare in una saletta calda e profumata, dove spiegò i vari tipi di massaggi disponibili. Con estrema gentilezza e senza mai risultare invadente, descrisse le possibilità: dal tantra tradizionale, che prevedeva un contatto più intimo, al massaggio sensoriale, che si concentrava sul risveglio delle terminazioni nervose. Ogni opzione era pensata per rilassare e stimolare il corpo in modo diverso.

Anna ascoltava in silenzio, visibilmente tesa, ma curiosa. Quando lui accennò alla possibilità di integrare tecniche più profonde o l’uso di oggetti per amplificare il piacere, lei scosse leggermente la testa. “Vorrei che fosse tutto semplice, niente oggetti e nessuna penetrazione,” disse con un filo di voce. “Solo il tocco delle mani.”

Il massaggiatore annuì con un sorriso rassicurante. “Come desidera. Sarà tutto fatto nel rispetto dei suoi limiti. L’importante è che si senta a suo agio.”

La sala principale era calda, illuminata da luci soffuse, con una musica di sottofondo che riempiva l’aria. L’odore degli oli essenziali era avvolgente. Il massaggiatore ci lasciò soli, e Anna si spogliò lentamente. Era la prima volta che la vedevo farlo per qualcun altro, e la scena era ipnotica. Lei mi guardò, cercando approvazione, e io le sorrisi. “Sei bellissima,” le dissi, e lei si distese sul lettino, coprendosi appena con un asciugamano.

Quando il massaggiatore tornò, ci scambiammo uno sguardo di intesa. “Tu rimani lì,” mi disse, indicandomi una poltrona poco distante. “Non toccarti e non muoverti.” Annuii, mentre il mio sguardo restava fisso su Anna. Lui iniziò il massaggio con movimenti lenti e precisi, cospargendola di olio caldo. Le sue mani scivolavano come le corde di un violino, trovando ogni punto di tensione e trasformandolo in puro piacere.

Anna chiuse gli occhi, il suo corpo si rilassava sotto quel tocco sapiente. Lui lavorava con maestria, passando dalle spalle alle braccia, poi lungo la schiena. Ogni gesto era studiato, ogni movimento sembrava risvegliare qualcosa dentro di lei. Quando la fece girare, il suo sguardo si posò per un attimo su di me, quasi cercando la mia approvazione. Io non riuscivo a staccare gli occhi da lei.

Le mani del massaggiatore scesero lungo il suo ventre, sfiorando appena la sua intimità. Anna ebbe un primo sussulto, un respiro più profondo, e poi il suo corpo si abbandonò completamente. Io osservavo, ipnotizzato, mentre lui continuava a toccarla con delicatezza e precisione. Ogni sfioramento era calcolato, ogni pressione dosata. Quando raggiunse il primo orgasmo, fu rapido e intenso, un tremito che percorse tutto il suo corpo. Il mio desiderio cresceva a livelli insostenibili, ma rimasi immobile, come mi era stato chiesto.

Il massaggio continuò, e quando le mani del massaggiatore tornarono a sfiorare la sua intimità, Anna ebbe un secondo orgasmo, ancora più intenso del primo. Il suo corpo tremava, la sua pelle era lucida per l’olio, e io non riuscivo a trattenere l’emozione di vederla così, completamente libera.

Quando il massaggio terminò, Anna si rivestì lentamente. I suoi occhi brillavano di una luce diversa, come se qualcosa dentro di lei fosse cambiato. Tornammo in hotel in silenzio, ma appena chiusa la porta della stanza, mi si avvicinò con uno sguardo che non aveva bisogno di spiegazioni.

“Adesso tocca a te,” mi sussurrò, e fu l’inizio di una notte indimenticabile. Ogni suo gesto, ogni suo tocco, era un modo per restituirmi il piacere che aveva provato, per condividere con me l’intensità di quell’esperienza.

A fine gennaio torneremo a Milano. Questa volta, non abbiamo ancora deciso cosa fare.
scritto il
2024-12-13
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