L'avvocata
di
Rik
genere
dominazione
Ti vedo ogni giorno.
Sempre così altera, piena di te, della tua spocchia.
Il tacco a spillo solitamente nero, l’abito sempre preciso con i pantaloni e la giacca che ti segnano il profilo perfettamente, in maniera sobria e mai volgare. Gli occhiali neri, il trucco accennato intorno agli occhi e sulle labbra. I capelli sempre perfetti.
Così da anni.
La perfetta Avvocata Balsanti.
Silvia Balsanti, avvocata e mia vicina di casa.
Quarant’anni? Ah no, scusa, trentanove. Sia mai!!
Sposata.
Un figlio.
Hai una vita perfetta, cara Silvia.
Ogni mattina il buongiorno formale e senza sorriso quando ci incrociamo sul pianerottolo oppure ogni pomeriggio quando rientri in casa dallo studio o dal tribunale oppure ogni sera dopo aver preso quello stronzo di tuo figlio dal circolo di tennis, con le tracce di terra rossa per tutte le scale e la sua perenne maleducazione: ci fosse una volta che salutasse, probabilmente teme sia contagioso!
Senza contare quell’altro stupido di tuo marito.
Almeno lui, con la scusa della Roma, qualche parola in più riesce a dirla.
O forse, almeno lui si accorge di quello che succede la sera quando “vi lasciate andare”, quando scopate.
Eh già, cara la mia avvocata.
Perchè mi guardi così ora? Stupita? Stupita del fatto che il tuo gemere e godere mi tenga sveglio? Stupita del fatto che io sappia quanto sia tutta apparenza quella che vendi in giro?
Come dici? Che a casa tua fai quello che vuoi?
È vero. Hai ragione. Ma devi anche capire che quello che fai, ogni cosa che fai, ha delle conseguenze.
Una di queste è quello che sta accadendo ora.
Pensavi davvero che io stessi entrando qui nel tuo studio solo per aiutarti a sistemare quel termosifone?
Certo. Il lavoro te l’ho fatto. Ma il lavoro va pagato e il prezzo lo decido io. E già vederti così nuda ed esposta per me, nel tuo regno perfetto, in questo studio asettico, è un primo risarcimento.
Fermati!
Non ti ho detto di chiudere quelle gambe.
Belle aperte a mostrarmi la fonte del piacere.
Fai tanto la preziosa e la sofisticata, ma alla fine sei solo una delle tante.
Quindi…dicevamo…cosa dicevamo? Ah già…le conseguenze!
Una è questa.
La tua nudità per me.
Il tuo seno morbido.
La tua figa perfettamente rasata.
Le gambe muscolose aperte.
La pelle bianca con solo qualche neo ad impreziosirla.
La tua bellezza a mia disposizione.
Un’altra conseguenza, che posso però solo supporre, sarà tuo figlio che si masturberà sentendovi.
Che effetto ti fa?
Dici che non è vero?
Cosa non è vero?
Che un sedicenne abbia gli ormoni impazziti e in continua agitazione, soprattutto quando nella stanza vicino ha una troia come te? Sicuramente vi avrà anche spiato…
Anzi, sai che c’è?
Volevo tenermelo per il gran finale ma te lo dico ora. Lo so per certo che vi ha spiato.
Me l’ha confessato tuo marito.
Pensando di chiedermi un consiglio su come parlare ai giovani, ha in verità soltanto aumentato la mia eccitazione verso di te. Ovviamente facendo tutto un giro di parole. Come se non fossimo entrambi adulti e come se non fosse chiaro cosa mi stesse dicendo fra le righe.
E poi lo diceva con uno sguardo che secondo me nascondeva anche un certo piacere. Chissà…
Tutto questo in cambio di banalità sulla crescita, sulla psicologia, sull'assecondare e sul parlare. Robe da ricerca di 10 minuti su Google. Ma lui voleva il parere del vicino di casa professore. “Tu che vivi in mezzo ai ragazzi…”
Mentre gli rispondevo quella quattro cazzate pensavo: "Ma vaffanculo! È figlio tuo e te lo devo educare io? Hai un figlio guardone. Hai una moglie che ama il cazzo. Hai un occhio che tradisce il piacere che hai provato nel sapere tuo figlio dietro quella porta. E lo chiedi a me che vi sopporto da anni? Certo che sei proprio uno stronzo!"
Però ti scopa bene.
Vero?
Si sente quanto ti piace.
Vero?
Rispondi.
Ti hanno mangiato la lingua?
Oh…brava…allora sai parlare…e inizi ad ammettere…
Ora guardami attentamente.
Sei nuda, in mano mia. Se fai la brava non succederà nulla e ti farai una bella scopata. Altrimenti sono cazzi amari.
Inizia a toccarti.
Prima il seno e poi scendi.
Lentamente.
Com’è quella figa? Umida? Io sento uno strano profumo provenire da te.
Non dirmi che ti stai eccitando.
Perché non sarebbe una bella cosa per un’avvocata come te.
Sei bellissima ed ecciti.
Guarda quanto mi ecciti. Il pantalone ormai non nasconde nulla e stringe troppo.
Proviamo una cosa.
Si, direi che sei seduta all’altezza giusta.
Certo che sei proprio figa vista da qui. Il tuo sguardo di sfida mi eccita ancora di più. Sfida e troiaggine. Che femmina che sei.
Fammi annusare quella mano.
Eccolo il tuo afrore. Ecco il tuo piacere.
Che troia incredibile.
Penetrati e ansima ad alta voce.
Perchè lo vuoi, lo so.
Fallo.
O questo coltello dovrà fare un piccolo taglio su questa pelle meravigliosa.
Addirittura chiudi gli occhi per quel dito che entra ed esce.
Che troia.
Prendi la zip fra i denti e aprila lentamente. E intanto fammi annusare di nuovo quel dito.
Ecco. Brava.
Ora strofina il naso sulla stoffa dei boxer.
Respira il mio profumo come io sto respirando il tuo.
E ora liberiamo il cazzo e diamogli un po' di sollievo.
Ti piace ora che lo vedi meglio?
Dov’è finito quello sguardo di sfida?
Torna a masturbarti e fatti schiaffeggiare. Devi essere punita per bene.
Questo cazzo che fai impazzire la sera con il solo pensiero finalmente ti avrà.
Addirittura due dita dentro. Non ti avevo detto di penetrarti, ma ormai il piacere sta iniziando a dominarti, vero?
Si, hai ragione. Sono uno stronzo.
Ma forse è per questo che ti sta piacendo.
Mettiti a novanta sulla scrivania.
Sentiamo un po' da dove arriva questo odore da puttana.
Che culo che hai.
Un buchetto quasi perfetto.
Mi sa che lì il tuo maritino non ti soddisfa, vero? Rimedieremo, non preoccuparti.
Che grido sensuale a questo schiaffo.
Sei nata per farmi impazzire.
Incredibile.
E senti quanto gemi mentre ti lecco il culo e la figa grondante.
Sentiamo un po' quando godi allora.
Il cazzo entra che è una meraviglia.
Mi accogli come se non aspettassi altro.
Ansima forte.
Godi forte.
Dimmi che ti piace e che ti piace il cazzo.
O devo schiaffeggiarti di nuovo?
Brava troia, ammettilo ancora.
E lasciati schiaffeggiare ancora.
Ti scopo in modo furibondo e tu mi vieni incontro perchè stai godendo.
Stai scoprendo un’indole da dominata o semplicemente ti piace il cazzo?
Come dici?
Ansimi e biascichi. Non ti capisco.
Oh, ora si. Ora che dici che ti piace stando sdraiata su questa scrivania e toccandoti forsennatamente finalmente ti riconosco.
Sei così stretta e calda che mi fai godere.
Le ultime spinte.
Gli ultimi affondi.
Godo dentro di te, puttana.
Che scopata. Rapida ma mi hai dato quello che volevo.
Vieni qui e baciami.
Hai un trasporto che mi stupisce ma mi eccita ancora di più.
Ora inginocchiati a pulirmi il cazzo con la bocca.
Stupenda.
Labbra e lingua senza freni e quella mano che mi strizza i coglioni.
Ti sei fatta convincere facilmente.
Pensa se ci fosse tuo figlio a guardarti.
Oh…guarda come stringi ancora più forte il cazzo di nuovo duro per te…tuo figlio…
Un figlio di puttana nel vero senso della parola.
Proprio quello che ora ci sta guardando da quella telecamerina nascosta qua sopra.
(Se volete scrivermi, g.richard70@protonmail.com)
Sempre così altera, piena di te, della tua spocchia.
Il tacco a spillo solitamente nero, l’abito sempre preciso con i pantaloni e la giacca che ti segnano il profilo perfettamente, in maniera sobria e mai volgare. Gli occhiali neri, il trucco accennato intorno agli occhi e sulle labbra. I capelli sempre perfetti.
Così da anni.
La perfetta Avvocata Balsanti.
Silvia Balsanti, avvocata e mia vicina di casa.
Quarant’anni? Ah no, scusa, trentanove. Sia mai!!
Sposata.
Un figlio.
Hai una vita perfetta, cara Silvia.
Ogni mattina il buongiorno formale e senza sorriso quando ci incrociamo sul pianerottolo oppure ogni pomeriggio quando rientri in casa dallo studio o dal tribunale oppure ogni sera dopo aver preso quello stronzo di tuo figlio dal circolo di tennis, con le tracce di terra rossa per tutte le scale e la sua perenne maleducazione: ci fosse una volta che salutasse, probabilmente teme sia contagioso!
Senza contare quell’altro stupido di tuo marito.
Almeno lui, con la scusa della Roma, qualche parola in più riesce a dirla.
O forse, almeno lui si accorge di quello che succede la sera quando “vi lasciate andare”, quando scopate.
Eh già, cara la mia avvocata.
Perchè mi guardi così ora? Stupita? Stupita del fatto che il tuo gemere e godere mi tenga sveglio? Stupita del fatto che io sappia quanto sia tutta apparenza quella che vendi in giro?
Come dici? Che a casa tua fai quello che vuoi?
È vero. Hai ragione. Ma devi anche capire che quello che fai, ogni cosa che fai, ha delle conseguenze.
Una di queste è quello che sta accadendo ora.
Pensavi davvero che io stessi entrando qui nel tuo studio solo per aiutarti a sistemare quel termosifone?
Certo. Il lavoro te l’ho fatto. Ma il lavoro va pagato e il prezzo lo decido io. E già vederti così nuda ed esposta per me, nel tuo regno perfetto, in questo studio asettico, è un primo risarcimento.
Fermati!
Non ti ho detto di chiudere quelle gambe.
Belle aperte a mostrarmi la fonte del piacere.
Fai tanto la preziosa e la sofisticata, ma alla fine sei solo una delle tante.
Quindi…dicevamo…cosa dicevamo? Ah già…le conseguenze!
Una è questa.
La tua nudità per me.
Il tuo seno morbido.
La tua figa perfettamente rasata.
Le gambe muscolose aperte.
La pelle bianca con solo qualche neo ad impreziosirla.
La tua bellezza a mia disposizione.
Un’altra conseguenza, che posso però solo supporre, sarà tuo figlio che si masturberà sentendovi.
Che effetto ti fa?
Dici che non è vero?
Cosa non è vero?
Che un sedicenne abbia gli ormoni impazziti e in continua agitazione, soprattutto quando nella stanza vicino ha una troia come te? Sicuramente vi avrà anche spiato…
Anzi, sai che c’è?
Volevo tenermelo per il gran finale ma te lo dico ora. Lo so per certo che vi ha spiato.
Me l’ha confessato tuo marito.
Pensando di chiedermi un consiglio su come parlare ai giovani, ha in verità soltanto aumentato la mia eccitazione verso di te. Ovviamente facendo tutto un giro di parole. Come se non fossimo entrambi adulti e come se non fosse chiaro cosa mi stesse dicendo fra le righe.
E poi lo diceva con uno sguardo che secondo me nascondeva anche un certo piacere. Chissà…
Tutto questo in cambio di banalità sulla crescita, sulla psicologia, sull'assecondare e sul parlare. Robe da ricerca di 10 minuti su Google. Ma lui voleva il parere del vicino di casa professore. “Tu che vivi in mezzo ai ragazzi…”
Mentre gli rispondevo quella quattro cazzate pensavo: "Ma vaffanculo! È figlio tuo e te lo devo educare io? Hai un figlio guardone. Hai una moglie che ama il cazzo. Hai un occhio che tradisce il piacere che hai provato nel sapere tuo figlio dietro quella porta. E lo chiedi a me che vi sopporto da anni? Certo che sei proprio uno stronzo!"
Però ti scopa bene.
Vero?
Si sente quanto ti piace.
Vero?
Rispondi.
Ti hanno mangiato la lingua?
Oh…brava…allora sai parlare…e inizi ad ammettere…
Ora guardami attentamente.
Sei nuda, in mano mia. Se fai la brava non succederà nulla e ti farai una bella scopata. Altrimenti sono cazzi amari.
Inizia a toccarti.
Prima il seno e poi scendi.
Lentamente.
Com’è quella figa? Umida? Io sento uno strano profumo provenire da te.
Non dirmi che ti stai eccitando.
Perché non sarebbe una bella cosa per un’avvocata come te.
Sei bellissima ed ecciti.
Guarda quanto mi ecciti. Il pantalone ormai non nasconde nulla e stringe troppo.
Proviamo una cosa.
Si, direi che sei seduta all’altezza giusta.
Certo che sei proprio figa vista da qui. Il tuo sguardo di sfida mi eccita ancora di più. Sfida e troiaggine. Che femmina che sei.
Fammi annusare quella mano.
Eccolo il tuo afrore. Ecco il tuo piacere.
Che troia incredibile.
Penetrati e ansima ad alta voce.
Perchè lo vuoi, lo so.
Fallo.
O questo coltello dovrà fare un piccolo taglio su questa pelle meravigliosa.
Addirittura chiudi gli occhi per quel dito che entra ed esce.
Che troia.
Prendi la zip fra i denti e aprila lentamente. E intanto fammi annusare di nuovo quel dito.
Ecco. Brava.
Ora strofina il naso sulla stoffa dei boxer.
Respira il mio profumo come io sto respirando il tuo.
E ora liberiamo il cazzo e diamogli un po' di sollievo.
Ti piace ora che lo vedi meglio?
Dov’è finito quello sguardo di sfida?
Torna a masturbarti e fatti schiaffeggiare. Devi essere punita per bene.
Questo cazzo che fai impazzire la sera con il solo pensiero finalmente ti avrà.
Addirittura due dita dentro. Non ti avevo detto di penetrarti, ma ormai il piacere sta iniziando a dominarti, vero?
Si, hai ragione. Sono uno stronzo.
Ma forse è per questo che ti sta piacendo.
Mettiti a novanta sulla scrivania.
Sentiamo un po' da dove arriva questo odore da puttana.
Che culo che hai.
Un buchetto quasi perfetto.
Mi sa che lì il tuo maritino non ti soddisfa, vero? Rimedieremo, non preoccuparti.
Che grido sensuale a questo schiaffo.
Sei nata per farmi impazzire.
Incredibile.
E senti quanto gemi mentre ti lecco il culo e la figa grondante.
Sentiamo un po' quando godi allora.
Il cazzo entra che è una meraviglia.
Mi accogli come se non aspettassi altro.
Ansima forte.
Godi forte.
Dimmi che ti piace e che ti piace il cazzo.
O devo schiaffeggiarti di nuovo?
Brava troia, ammettilo ancora.
E lasciati schiaffeggiare ancora.
Ti scopo in modo furibondo e tu mi vieni incontro perchè stai godendo.
Stai scoprendo un’indole da dominata o semplicemente ti piace il cazzo?
Come dici?
Ansimi e biascichi. Non ti capisco.
Oh, ora si. Ora che dici che ti piace stando sdraiata su questa scrivania e toccandoti forsennatamente finalmente ti riconosco.
Sei così stretta e calda che mi fai godere.
Le ultime spinte.
Gli ultimi affondi.
Godo dentro di te, puttana.
Che scopata. Rapida ma mi hai dato quello che volevo.
Vieni qui e baciami.
Hai un trasporto che mi stupisce ma mi eccita ancora di più.
Ora inginocchiati a pulirmi il cazzo con la bocca.
Stupenda.
Labbra e lingua senza freni e quella mano che mi strizza i coglioni.
Ti sei fatta convincere facilmente.
Pensa se ci fosse tuo figlio a guardarti.
Oh…guarda come stringi ancora più forte il cazzo di nuovo duro per te…tuo figlio…
Un figlio di puttana nel vero senso della parola.
Proprio quello che ora ci sta guardando da quella telecamerina nascosta qua sopra.
(Se volete scrivermi, g.richard70@protonmail.com)
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Bianca
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