Una storia semplice, ma vera

di
genere
incesti

Mi madre, Paola 40 anni, fa la ricercatrice, è divorziata da mio padre da 8 anni, è una donna 'fatale': elegante, affascinante ed esageratamente bella. Bel viso: occhi blu penetranti, a mandorla, un sorriso delicato, i capelli lunghi e lisci di un rosso scuro. Il suo corpo non è magrissimo, ma tonico e con tutte le curve al posto giusto: una terza, un culetto rotondo e sodo.
Tende sempre a non mettersi in mostra, ma un pomeriggio mi ero nascosto nell'armadio del bagno per spaventarla uscendo di scatto, ma quando è arrivata si è spogliata velocemente, ed io sono rimasto imbambolato e fissarla. Si era sfilata il reggiseno e le sue tette erano gonfie, grosse e i suoi capezzoli rosa erano un invito a baciarla. Ho avuto una forte erezione, e senza pensarci mi sono abbassato i pantaloncini ed ho iniziato ad accarezzarmelo.
Quando si tolta il perizoma bianco, il vedere il suo pelo rosso e folto mi ha fatto accelerare i battiti del cuore, una insaziabile, sfrenata voglia mi ha colto: avrei voluto leccarla tutta. Lei facendo finta di niente si era accorta di me, e si è piegata in avanti per raccogliere il perizoma mostrandomi quel culo statuario, nudo e tra i glutei vedevo chiaramente i suoi buchetti. Ha divaricato le gambe e quell'istantanea s'è fissata per sempre nel mio cervello. Poi, candidamente, è venuta verso l'armadio, ha aperto l'anta e mi ha trovato nudo, eccitatissimo a vedere quello spettacolo. Senza parlare mi ha preso il cazzo in bocca ed ha iniziato a ciucciarmelo con un'esperienza e vigore, mi ha portato fuori dal bagno, ha steso un asciugamano per terra, vi si è distesa sopra, ha aperto le gambe, mi ha sorriso come ad invitarmi, e io mi sono perso in quel caldo pelo rosso che odorava di lei. L'ho leccata così a lungo su tutta quella soffice vagine, che le mandibole e la bocca mi facevano male, ma lei gridava, non voleva che smettessi, ad ogni mio contatto con la lingua sussultava, contorceva il suo corpo ed io continuavo, quasi a torturarla, dovevo essere il più bravo, quello che l'avrebbe fatta venire di più di tutti gli uomini che aveva avuto. Le ho leccato il buchino del culo, infilandole due dita davanti, mi ha fatto mettere a 69 e ha ricominciato a leccarmi il mio cazzo e mi sono lasciato andare e le sono venuto tutto in bocca, rantolando come dopo una corsa. Le ha ingoiato tutto, prendendo con le dita le poche gocce uscite, che lente scendevano dalle labbra, e mettendosele in bocca:
― Adesso mi lavo, poi ti preparo la cena, e se vuoi stasera dormiamo insieme, è tanto che ho bisogno di un uomo, da oggi lo sarai tu, se la mamma ti piace. Ti insegnerò a godere, e tu mi farai tutto quello che vorrai. Comunque è davvero bello lungo.. ―
ha sorriso guardandomi il pene che sobbalzava ancora... e le mie notti di scuola con l'insegnante sono cominciate. Dopo due mesi conoscevo ogni singola parte della sua palle e quel periodo me lo ricordo come il più bello della mia vita.

scritto il
2024-11-15
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