Roma blue, ultimo baluardo del porno a torino
di
BANANA JOE
genere
dominazione
Stasera, purtroppo, Tinder mi ha dato buca e così, per tenere a bada la bestia, non mi è rimasto che fare da solo. Ma, dato che sono totalmente disinibito a causa della mia malattia, ho deciso di fare alla luce del sole, sia pure di notte, quel che facevo di soppiatto nel 1993, quando avevo vent’anni.
Sono andato nell’unico cinema porno ancora aperto a Torino e, forse, uno dei pochissimi rimasti in Italia. Però il grande schermo ha sempre il suo fascino e nessun mega televisore da salotto può competere con l’audio e video del cinema.
Come vale per il cinema cosiddetto “normale”, così vale anche per i film a luci rosse. Mi sono avviato tranquillamente a piedi fingendo, come un attore consumato, di parlare in americano con le più famose starlettes di Los Angeles, tipo Sasha Grey o la ancora giovane e caruccia Riley Reed.
Arrivato davanti al cinema ho guardato dritto negli occhi una donna di mezza età che procedeva in senso opposto e mi sono fermato tranquillo e sereno davanti alla sala. Lei mi ha superato mormorando
- Brutto maschio fallocentrico…
Ovviamente quelle che parlano così o sono brutte come le suole delle scarpe sporche di fango o sono tra le troppe che hanno deciso di fare della femminilità una lobby di potere come le altre.
Con lunghi passi distesi sono entrato ed ho trovato l’ambiente assolutamente immutato rispetto a quando avevo varcato quella soglia nel lontano ’93. Ho chiacchierato un po’ con i due cassieri condividendo confidenze maschili, dopodiché il mio pisello mi ha costretto ad entrare in sala e sedermi nelle prime file, tipico atteggiamento di chi non cerca droga o “compagnia”, ma è realmente interessato al film.
Sul grande schermo una bruna sui 30 anni, nuda come si conviene ad una troia da monta, parlava in americano con lo stallone pronto a farcirla di cazzo.
- COME ON SUCK MY COCK! OSSIA FORZA CIUCCIAMI IL CAZZO! – la sollecitava il maschio dominante.
L’audio della pellicola, però, era basso per cui mi alzai con la patta dei jeans aperta e chiesi ai cassieri di alzare il volume. Accidenti non saranno importanti i dialoghi ma i gemiti delle puttane in azione sono sempre molto graditi.
- BRAVA BRUNETTA LATINA CIUCCIALO! – mormorai a bassa voce per non farmi cacciare.
Sullo schermo la puledra lo prese ripetutamente in bocca, nella passera e nel culetto aperto da enormi nerchie. Dopo aver sborrato e più rilassato me ne andai.
Sono andato nell’unico cinema porno ancora aperto a Torino e, forse, uno dei pochissimi rimasti in Italia. Però il grande schermo ha sempre il suo fascino e nessun mega televisore da salotto può competere con l’audio e video del cinema.
Come vale per il cinema cosiddetto “normale”, così vale anche per i film a luci rosse. Mi sono avviato tranquillamente a piedi fingendo, come un attore consumato, di parlare in americano con le più famose starlettes di Los Angeles, tipo Sasha Grey o la ancora giovane e caruccia Riley Reed.
Arrivato davanti al cinema ho guardato dritto negli occhi una donna di mezza età che procedeva in senso opposto e mi sono fermato tranquillo e sereno davanti alla sala. Lei mi ha superato mormorando
- Brutto maschio fallocentrico…
Ovviamente quelle che parlano così o sono brutte come le suole delle scarpe sporche di fango o sono tra le troppe che hanno deciso di fare della femminilità una lobby di potere come le altre.
Con lunghi passi distesi sono entrato ed ho trovato l’ambiente assolutamente immutato rispetto a quando avevo varcato quella soglia nel lontano ’93. Ho chiacchierato un po’ con i due cassieri condividendo confidenze maschili, dopodiché il mio pisello mi ha costretto ad entrare in sala e sedermi nelle prime file, tipico atteggiamento di chi non cerca droga o “compagnia”, ma è realmente interessato al film.
Sul grande schermo una bruna sui 30 anni, nuda come si conviene ad una troia da monta, parlava in americano con lo stallone pronto a farcirla di cazzo.
- COME ON SUCK MY COCK! OSSIA FORZA CIUCCIAMI IL CAZZO! – la sollecitava il maschio dominante.
L’audio della pellicola, però, era basso per cui mi alzai con la patta dei jeans aperta e chiesi ai cassieri di alzare il volume. Accidenti non saranno importanti i dialoghi ma i gemiti delle puttane in azione sono sempre molto graditi.
- BRAVA BRUNETTA LATINA CIUCCIALO! – mormorai a bassa voce per non farmi cacciare.
Sullo schermo la puledra lo prese ripetutamente in bocca, nella passera e nel culetto aperto da enormi nerchie. Dopo aver sborrato e più rilassato me ne andai.
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