Regina per una notte

di
genere
orge

Dopo quella sera ho rivisto Irma, la direttrice della posta, molte altre volte. Qualche mese dopo, con l’aiuto di Anna la proprietaria del club abbiamo organizzato una festa in suo onore. Sarebbe stata per una sera l’unica donna, circondata da decine di uomini disposti a scoparla in ogni suo buco. Era ovviamente una festa a sorpresa ed incaricammo il marito di portarla al club il primo sabato sera di novembre. Lui avrebbe potuto assistere alla grande orgia in cui la moglie sarebbe stata l’unica protagonista e fu felice dell’occasione. Irma ed il marito arrivarono alle ventidue. All’ingresso Maria le raccontò che il tema della serata era il buio. Quindi sarebbero stati entrambi bendati, così come tutti gli altri ospiti della serata. Alla sola idea Irma si eccitò e acconsentì a farsi mettere una benda di seta nera sugli occhi. Anche il marito in un primo momento si fece bendare, poi appena dentro la grande sala tolse la fascia di seta e quello che vide aveva dell’incredibile. Era stato sistemato un grande letto rotondo capace di ospitare almeno venti corpi. Al centro del letto era stata montata una carrucola dal quale pendevano delle lunghe corde. Ad attendere la moglie c’erano almeno cinquanta uomini tutti nudi e con il cazzo in mano. Il club aveva fornito a tutti una pastiglia di viagra da 40 mg e molti erano già sufficientemente duri per l’azione. Io ero fra questi. Mi avvicinai ad Irma e le sussurrai all’orecchio che ero stato incaricato di denudarla. Lei eccitata mi sorrise ed agevolò le mie operazioni. La troia era vestita solo con un abito di cotone leggero che coprire a malapena il corpo burroso e maledettamente arrapante. In pochi secondi fu nuda davanti ai nostri uccelli. La toccai in mezzo alle cosce trovandola già bagnata per l’eccitazione. Le chiesi se fosse pronta e lei mi rispose di sì. La condussi al centro della stanza fino al bordo del letto e le chiesi di sollevare le braccia in alto. Lei obbedì. Qualcuno avvicinò le corde che furono usate per legarle i polsi. Lei era sempre più eccitata e per darle un aiuto strusciai il mio cazzo sulle sue natiche facendogli sentire tutta la mia durezza. Lei ebbe un fremito. Pochi istanti dopo dall’altro capo della fune presero a tirare e in men che non si dica il corpo di Irma fu sollevato. Lei lanciò un urlo e mi affrettai a tranquillizzarla. Le promisi che l’avremo fatta godere come non mai e lei si lasciò sollevare senza opporre resistenza. Appena le gambe furono all’altezza dei nostri cazzi, due di noi li strusciarono sulla pianta dei piedi. Un gemito uscì dalla bocca di Irma che ormai era in balia dei sensi. Essere al buio ed alla mercé di sconosciuti la eccitava e la impauriva. A mezza voce chiamò il marito che prontamente rispose. Tranquillizzata non fece ulteriori resistenze. Due uomini le presero le gambe, le allargarono e altri due legarono entrambe le caviglie della Troia che adesso era sollevata a mezz’aria con la figa in bella vista. In quattro guidarono il movimento delle corde e in pochi secondi il corpo di Irma fu adagiato sul grande letto. Le braccia e le gambe allargate a formare la figura dell’uomo vitruviano. Venne legata ai bordi del letto per impedire i suoi movimenti. Il marito si avvicinò a lei, la baciò e le fece ingoiare una piccola pastiglia. Lei deglutì e la ingoiò. Lui la bacio’ ancora sussurrandole buon divertimento all’orecchio e si allontanò. Mi fu concesso di essere il primo a possederla, in attesa che la droga che le avrebbe tolto ogni inibizione facesse effetto. Mi avvicinai a lei, la baciai e subito dopo le infilai il mio cazzo in bocca. Non potendo usare le mani, Irma si limitò ad aprirla per consentire al mio cazzo di entrato tutto fino in gola. La sua lingua prese a leccarmi la cappella provocando la fuoriuscita di un po’ di liquido seminale. Mi staccai e le succhiai un capezzolo, che subito si indurì. Lo misi tra i denti e strinsi con forza. Un urlo di dolore riempi’ la stanza e subito dopo lei mi chiese di continuare. Con le mani a tenaglia strinsi forte i due capezzoli provocandole dolore ed uno spasmo su tutto il corpo. La toccai in mezzo alle cosce. Era bagnata. Trattenni la mano e con l’altra strinsi di nuovo con forza il capezzolo. Altro mugolio di dolore e un piccolo schizzo di urina mi arrivò sulle dita. Baciai il suo pube perfettamente depilato e senza ulteriori indugi la penetrai. Lei inarcò le reni urlando un gemito di piacere. Diedi ancora due o tre colpi, poi mi staccai e feci cenno agli altri, tutti intorno al letto, che era arrivato il loro turno. Mi spostai e un secondo dopo almeno venti uomini si avventarono sul corpo di Irma. I loro cazzi furono infilati in bocca, in figa in culo. Anche due alla volta. Irma ormai in preda all’eccitazione più sfrenata cominciò ad avere un orgasmo dietro l’altro e quando qualcuno era pronto per sborrare lo faceva nella sua bocca. Lei ingoiò ogni goccia di sperma. Mi avvicinai al suo volto e le tolsi la benda. Quando vide quell’orda di barbari che la prendevano urlò dalla gioia e cominciò ad inveire contro tutti chiedendo loro sempre di più. In un certo momento della serata Irma si trovò ad avere due cazzi in culo, due in figa e due in bocca. Le sciolsero le gambe e le braccia e fu posizionata a pecora in modo e presa di nuovo in tutti i suoi pertugi. A mano a mano che i maschi sborravano dentro di lei si allontanavano lasciando il posto ad altri cazzi che subito la penetravano. Diligentemente quelli con i cazzi più grossi si presentarono per ultimi e nonostante la figa ed il culo fossero ormai tanto larghi da farci entrare un braccio, Irma si senti’ squarciare la pelle provando ancora piacere. Gli orgasmi di Irma ormai si susseguivano uno dietro l’altro ed ogni volta lei ruggiva dal piacere, rantolava come una scrofa in calore. Gli ultimi le sborrarono su tutto il corpo. Dalla punta dai capelli a quella dei piedi era piena di sborra. Non riusciva a tenere aperti gli occhi per quanto sperma aveva ricevuto sul volto. Quando tutti ebbero svuotato i loro coglioni, consentimmo al marito di avvicinarsi. Lui le lecco’ lo sperma che aveva sul viso e la baciò. Poi si sdraio’ sopra di lei impiastricciandosi il corpo di sborra. Mi guardai intorno. Eravamo tutti esausti ma volevamo ancora fare una cosa. Ci mettemmo tutti in piedi intorno al letto. Prendemmo il cazzo in mano e dopo averlo scappellato iniziammo a pisciare addosso ai due. Irma rideva felice e suo marito continuava a baciarla sotto la pioggia dorata.
scritto il
2024-08-01
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