Il regno del piacere 2
di
AngelicaBella
genere
pulp
Capitolo 2: La Stanza degli Echi
Il mattino seguente, il castello era avvolto da un silenzio innaturale. Le ombre delle torri si allungavano sul terreno come artigli che afferravano ciò che restava della notte, e un senso di attesa permeava l'aria. Nessuno osava avvicinarsi alla camera del Conte Xavier, dove le tende pesanti impedivano alla luce del giorno di entrare. Solo i più audaci dei servi si avventuravano per i corridoi con passi leggeri, portando cibo e vino che rimanevano intatti.
Xavier, disteso nel grande letto al centro della sua stanza, sorrideva con un'espressione di trionfo. La creatura che aveva evocato la notte precedente era scomparsa, svanita con le prime luci dell'alba, ma il ricordo di quello che avevano condiviso era ancora vivo nel suo corpo e nella sua mente. Ogni fibra del suo essere sembrava ancora pulsare con l'energia di quell'incontro sovrannaturale.
Non c'era tempo da perdere. Il conte si alzò lentamente, allungando i muscoli con la grazia di un felino, poi si avvolse nuovamente nella sua vestaglia di velluto. Mentre si avvicinava alla finestra, la sua mente già progettava i piaceri che avrebbe esplorato quella sera. Ma prima, doveva assicurarsi che tutto fosse pronto.
Chiamò il suo fidato maggiordomo, Lucien, con un colpo deciso di un campanello dorato posto accanto al letto. Lucien, un uomo di mezza età dal volto inespressivo e dall’andatura misurata, apparve sulla soglia della stanza in pochi istanti, come se fosse stato in attesa del segnale.
"Avete chiamato, padrone?" chiese Lucien, con un tono deferente e privo di curiosità.
"Sì, Lucien. Prepara la Stanza degli Echi. Questa notte avremo ospiti," rispose Xavier, il tono della sua voce basso e carico di aspettative.
Lucien annuì senza una parola di sorpresa, come se quella richiesta fosse la più normale del mondo. In realtà, conosceva bene il significato di quel comando. La Stanza degli Echi era un luogo proibito, nascosto nelle profondità del castello, e veniva aperta solo per occasioni speciali. Le sue mura erano fatte di un materiale che assorbiva e rifletteva i suoni in modo tale da creare un'eco perpetua, un'illusione acustica che poteva confondere la mente ed esaltare i sensi.
Mentre Lucien scompariva per eseguire gli ordini, Xavier si recò in una delle stanze vicine, un piccolo studio che conteneva solo uno scrittoio e una libreria piena di volumi antichi e misteriosi. Prese un altro libro, simile a quello usato la sera precedente, ma con la copertina decorata da intricati simboli dorati.
La Stanza degli Echi richiedeva una preparazione speciale. Ogni ospite avrebbe dovuto affrontare un rito d’iniziazione, un passaggio che lo avrebbe trasformato da semplice mortale a strumento del piacere del conte. Xavier iniziò a recitare le parole arcane dal libro, parole che sembravano danzare nell’aria mentre venivano pronunciate. Con ogni frase, sentiva il potere crescere dentro di sé, la stessa forza oscura che aveva invocato la notte precedente.
Quando finalmente terminò, un leggero tremore percorse il castello, come se le sue fondamenta fossero state scosse da una forza invisibile. Xavier sorrise, soddisfatto. Tutto era pronto.
Quella sera, gli ospiti arrivarono a uno a uno, accolti da Lucien e condotti direttamente alla Stanza degli Echi. Erano uomini e donne scelti con cura, ognuno portatore di desideri che non avrebbero mai osato confessare in pubblico. Erano venuti al castello del Conte Xavier perché sapevano che qui, e solo qui, avrebbero potuto dare libero sfogo ai loro impulsi più profondi senza timore di giudizio o conseguenze.
La Stanza degli Echi li avvolgeva con il suo manto di suoni e ombre. Mentre il Conte li osservava dal suo trono dorato, le pareti iniziavano a vibrare, riflettendo ogni gemito, ogni sussurro, moltiplicandoli e trasformandoli in una sinfonia di piacere che riempiva l’aria. Il rito d’iniziazione era semplice: ciascuno doveva pronunciare ad alta voce il proprio desiderio più segreto, e la stanza avrebbe risposto, amplificando quel desiderio fino a renderlo reale.
Uno dopo l'altro, gli ospiti si sottomisero al rito. Le loro voci si unirono in un coro di desiderio, e le pareti risposero, riflettendo i loro pensieri più intimi, rendendoli tangibili. Xavier osservava, ogni suo senso acuito dalla potenza di quella strana magia. Con ogni parola, sentiva la Stanza degli Echi diventare più viva, più potente, e sapeva che presto sarebbe giunto il suo turno.
Quando l'ultimo ospite ebbe parlato, Xavier si alzò, avvicinandosi al centro della stanza. Tutti gli occhi erano su di lui, le loro menti colme di aspettative e curiosità. Con voce bassa e decisa, il conte pronunciò il suo desiderio, un desiderio che non avrebbe mai osato rivelare a nessuno, nemmeno a sé stesso, fino a quel momento.
Le pareti tremarono violentemente, il suono della sua voce moltiplicato all'infinito, riflesso e distorto fino a diventare quasi irriconoscibile. La Stanza degli Echi rispose, e il mondo intorno a Xavier cambiò, trasportandolo in un luogo dove la realtà e l'illusione si fondevano in un'unica, inebriante verità.
E lì, nel cuore di quel nuovo mondo, Xavier trovò finalmente ciò che aveva sempre cercato: il piacere assoluto, liberato da ogni catena, un piacere che consumava tutto, lasciando solo l'estasi.
Il mattino seguente, il castello era avvolto da un silenzio innaturale. Le ombre delle torri si allungavano sul terreno come artigli che afferravano ciò che restava della notte, e un senso di attesa permeava l'aria. Nessuno osava avvicinarsi alla camera del Conte Xavier, dove le tende pesanti impedivano alla luce del giorno di entrare. Solo i più audaci dei servi si avventuravano per i corridoi con passi leggeri, portando cibo e vino che rimanevano intatti.
Xavier, disteso nel grande letto al centro della sua stanza, sorrideva con un'espressione di trionfo. La creatura che aveva evocato la notte precedente era scomparsa, svanita con le prime luci dell'alba, ma il ricordo di quello che avevano condiviso era ancora vivo nel suo corpo e nella sua mente. Ogni fibra del suo essere sembrava ancora pulsare con l'energia di quell'incontro sovrannaturale.
Non c'era tempo da perdere. Il conte si alzò lentamente, allungando i muscoli con la grazia di un felino, poi si avvolse nuovamente nella sua vestaglia di velluto. Mentre si avvicinava alla finestra, la sua mente già progettava i piaceri che avrebbe esplorato quella sera. Ma prima, doveva assicurarsi che tutto fosse pronto.
Chiamò il suo fidato maggiordomo, Lucien, con un colpo deciso di un campanello dorato posto accanto al letto. Lucien, un uomo di mezza età dal volto inespressivo e dall’andatura misurata, apparve sulla soglia della stanza in pochi istanti, come se fosse stato in attesa del segnale.
"Avete chiamato, padrone?" chiese Lucien, con un tono deferente e privo di curiosità.
"Sì, Lucien. Prepara la Stanza degli Echi. Questa notte avremo ospiti," rispose Xavier, il tono della sua voce basso e carico di aspettative.
Lucien annuì senza una parola di sorpresa, come se quella richiesta fosse la più normale del mondo. In realtà, conosceva bene il significato di quel comando. La Stanza degli Echi era un luogo proibito, nascosto nelle profondità del castello, e veniva aperta solo per occasioni speciali. Le sue mura erano fatte di un materiale che assorbiva e rifletteva i suoni in modo tale da creare un'eco perpetua, un'illusione acustica che poteva confondere la mente ed esaltare i sensi.
Mentre Lucien scompariva per eseguire gli ordini, Xavier si recò in una delle stanze vicine, un piccolo studio che conteneva solo uno scrittoio e una libreria piena di volumi antichi e misteriosi. Prese un altro libro, simile a quello usato la sera precedente, ma con la copertina decorata da intricati simboli dorati.
La Stanza degli Echi richiedeva una preparazione speciale. Ogni ospite avrebbe dovuto affrontare un rito d’iniziazione, un passaggio che lo avrebbe trasformato da semplice mortale a strumento del piacere del conte. Xavier iniziò a recitare le parole arcane dal libro, parole che sembravano danzare nell’aria mentre venivano pronunciate. Con ogni frase, sentiva il potere crescere dentro di sé, la stessa forza oscura che aveva invocato la notte precedente.
Quando finalmente terminò, un leggero tremore percorse il castello, come se le sue fondamenta fossero state scosse da una forza invisibile. Xavier sorrise, soddisfatto. Tutto era pronto.
Quella sera, gli ospiti arrivarono a uno a uno, accolti da Lucien e condotti direttamente alla Stanza degli Echi. Erano uomini e donne scelti con cura, ognuno portatore di desideri che non avrebbero mai osato confessare in pubblico. Erano venuti al castello del Conte Xavier perché sapevano che qui, e solo qui, avrebbero potuto dare libero sfogo ai loro impulsi più profondi senza timore di giudizio o conseguenze.
La Stanza degli Echi li avvolgeva con il suo manto di suoni e ombre. Mentre il Conte li osservava dal suo trono dorato, le pareti iniziavano a vibrare, riflettendo ogni gemito, ogni sussurro, moltiplicandoli e trasformandoli in una sinfonia di piacere che riempiva l’aria. Il rito d’iniziazione era semplice: ciascuno doveva pronunciare ad alta voce il proprio desiderio più segreto, e la stanza avrebbe risposto, amplificando quel desiderio fino a renderlo reale.
Uno dopo l'altro, gli ospiti si sottomisero al rito. Le loro voci si unirono in un coro di desiderio, e le pareti risposero, riflettendo i loro pensieri più intimi, rendendoli tangibili. Xavier osservava, ogni suo senso acuito dalla potenza di quella strana magia. Con ogni parola, sentiva la Stanza degli Echi diventare più viva, più potente, e sapeva che presto sarebbe giunto il suo turno.
Quando l'ultimo ospite ebbe parlato, Xavier si alzò, avvicinandosi al centro della stanza. Tutti gli occhi erano su di lui, le loro menti colme di aspettative e curiosità. Con voce bassa e decisa, il conte pronunciò il suo desiderio, un desiderio che non avrebbe mai osato rivelare a nessuno, nemmeno a sé stesso, fino a quel momento.
Le pareti tremarono violentemente, il suono della sua voce moltiplicato all'infinito, riflesso e distorto fino a diventare quasi irriconoscibile. La Stanza degli Echi rispose, e il mondo intorno a Xavier cambiò, trasportandolo in un luogo dove la realtà e l'illusione si fondevano in un'unica, inebriante verità.
E lì, nel cuore di quel nuovo mondo, Xavier trovò finalmente ciò che aveva sempre cercato: il piacere assoluto, liberato da ogni catena, un piacere che consumava tutto, lasciando solo l'estasi.
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commenti dei lettori al racconto erotico