Ho svezzato mia madre- 2

di
genere
incesti

Erano ormai tre anni che Luca faceva l'amore con sua madre.

Erano divenuti amanti a tutti gli effetti e quando il padre era assente dormivano nel lettone nuziale come moglie e marito.

Nei tre anni trascorsi,la loro passione non era mai venuta meno anzi,se possibile,ogni giorno la fiamma, diveniva più vivida e bruciante.

Si accoppiavano in ogni situazione propizia.

Lo facevano a letto in soggiorno in cucina in ogni posizione possibile.

Quando il desiderio si scatenava,ogni ambiente era buono;l'automobile o il bagno di un ristorante,un centro commerciale,un albero al quale appoggiarsi!

Scopavano senza alcuna protezione e dunque la madre, era stata ingravidata ed aveva partorito per tre volte.

Quando lei era gravida,pretendeva razioni doppie di cazzo e lui,l'accontentava con tutta la forza e la passione di cui era capace.

Farsi chiavare quando in grembo portava il figlio del peccato era per lei la sublime prova della sua emancipazione.

Era davvero un atto trasgressivo e rivoluzionario!

Ogni volta che lei rimaneva incinta,faceva in modo di fare l'amore anche col marito e dunque,tutte le gravidanze sono state attribuite a lui.

In tre anni avevano fatto l'amore tre volte e per tre volte lei è stata inseminata.

Il marito era orgoglioso del fatto di aver sempre rispettato i comandamenti di sacra romana chiesa:"far l'amore solo per procreare!"

Fedigrafo,stronzo ed ipocrita sino in fondo e chissà,forse anche consapevole di esserlo!

Ogni volta che madre e figlio chiavavano,mentre godevano,se la ridevano alla faccia di quello stupido cornuto!

Anche quella notte,dopo che il marito era partito e nonostante che in casa ci fosse anche la sorella,avevano dormito insieme e fatto l'amore.

La madre aveva oramai superaro tutti i blocchi che le avevano imposto la bigotta educazione ricevuta e aiutata dall'esperta guida di suo figlio,era diventata una vera,insaziabile divoratrice di sesso.

[Sei la mia troia mamma.....la mia puttana privata!]

Le ripeteva in continuazione il figlio e lei di rimando:

[E tu sei il mio porco,il mio stallone da monta,il mio mandrillo sempre arrapato e pronto.

Sei il mio fornitore esclusivo di panna montata!]

Ridevano!

Ridevano mamma e figlio quando,impegnati in una delle innumerevoli e fantasiose performances erotiche,si scambiavano i loro osceni complimenti.

Dal primo giorno in cui avevano fatto l'amore insieme lei aveva iniziato la sua metamorfosi trasformandosi da donna grigia e triste in femmina calda,sempre allegra,vogliosa e sorridente.

Quella notte,dopo tre anni di apprendistato,aveva voluto essere lei l'unica regista della recita.

Al figlio aveva dato il ruolo di giocattolo vivente che,pur avendo il diritto di godere,non doveva prendere iniziative e subire passivamente quelle della madre femmina,amante,odalisca,peccatrice e regina dei sensi.

Lui era disteso sul letto completamente nudo ed in posizione supina.

La madre ,anche lei nuda,era distesa sul suo corpo col membro del figlio che turgido,pulsava sulla sua pancia.

Con le mani lo accarezzava mentre con le labbra e la lingua,gli sfiorava il viso e i capelli.

Di tanto in tanto dischiudendogli le labbra con la pressione della lingua,si congiungeva a lui in baci profondi e sensuali.

Gli succhiava la lingua rumorosamente e con perversa goduria,ingoiava la saliva che copiosa colava dalle labbra del figlio.

Poi,scivolando con movenze feline e rilasciando una scia di lucente saliva sulla sua pelle,è scesa sino ai capezzoli che appena stretti tra le dita o imboccati,sono divenuti gonfi e turgidi come piccoli frutti.

A lei piaceva molto leccarli,succhiarli e tormentarli coi denti o strizzarli tra le dita sino a procurargli fitte di dolore.

Le piaceva molto quel giochino perverso in quanto,ad ogni grido soffocato corrispondeva uno scuotimento di tutto il corpo ed una eccitante contrazione del membro che pulsava schiacciato sotto il peso delle mammelle.

Col tempo la donna aveva scoperto che i capezzoli del figlio erano anche per lui sensibilissime appendici erogeno al punto che a volte,riusciva a farlo godere soltanto mordendoli e succhiandoli mentre gli massaggiava il membro con il seno.

In quei casi lui godeva inondandole il petto col suo caldo seme e mentre sborrava ansimando forte,le stringeva la testa accompagnandola come se gli stesse facendo un pompino.

Quando ha percepito che il piacere era pericolosamente vicino,ha fatto girare il ragazzo a pancia in giù ed ha ricominciato a leccarlo dalle orecchie,la nuca per scendere poi lungo il sensibile e irsuto sentiero della spina dorsale.

Era divenuta davvero abilissima nell'arte di dare piacere al suo maschio e come una vera gheisha,incitata dalle parole del figlio e dai suoi ansimi,si spingeva sempre più a fondo nella ricerca dei suoi punti più sensibili.

Naturalmente,non tralasciava di dedicare una particolare attenzione alla rosellina tra le muscolose natiche.

Dopo averne divaricato le carnose valve,vi aveva introdotto il viso e con la lingua era scesa ad umettare e leccare il prezioso frutto ancora chiuso.

Sollecitato dalle carezze della lingua,i muscoli dello sfintere anale hanno cominciato a contrarsi sino a che,completamente rilassati,si sono dischiusi offrendosi alla penetrazione della lingua.

La madre,fiera per aver espugnato lo scrigno,dopo averlo ben umettato,vi ha infilato due dita spingendole a fondo.

Poi,mentre con movimento lento e profondo entrava ed usciva dal foro accogliente e dilatato,con una mano sotto la pancia,lo aveva masturbato sino a condurlo al limite del piacere.

Prima che il figlio cominciasse a godere,lo ha rigirato in posizione supina e imboccandolo nel momento stesso in cui cominciava a sborrare,ha schiacciato la fica grondante di umori,sul suo viso soffocando sul nascere,le sue concitate grida di piacere.

Mentre il figlio placata la sua tensione erotica le succhiava la fica lei,dopo aver ingoiato il prezioso nettare che le aveva spruzzato in bocca il suo bambino,lo ha ripulito con la lingua leccandolo come fosse una gatta col suo micino appena partorito.

La notte era trascorsa veloce con la mamma che amorevolmente si occupava di ridare vita allo scettro del figlio e ad ogni risveglio,corrispondeva un gioco nuovo sino al momento estremo e conclusivo in cui,mentre le bocche si univano in un bacio vorace e lascivo,il figlio,gustando dalla bocca della madre il sapore della sua stessa sborra,si svuotava della sua ultima carica con potenti fiotti nelle visceri della madre.

Nel momento del piacere,lei era impalata su di lui,il seno attaccato ai suoi muscolosi pettorali dai capezzoli ancora irti,il membro profondamente conficcato nel suo foro anale e le labbra congiunte come ventose.

Prima di guidarlo nel suo ormai sfondato canale rettale,lo aveva per l'ennesima volta già fatto scivolare tra le sue labbra sino a farsi lambire con la livida cappella le corde vocali.

Poi l'aveva strizzato con una conturbante spagnola ed infine,l'aveva lasciato pascere negli umidi anfratti di quel paradiso dal quale molti anni prima,il figlio che la stava chiavando,aveva visto la luce.

Infine,cosciente del fatto che il suo maschio dopo aver goduto quattro volte era inesorabilmente avviato verso il sentiero del non recupero,aveva voluto compiere con lui,l'atto che forse inconsciamente,considerava più dirompente e trasgressivo per la culutura che l'aveva per anni soggiogata ed intimorita sino al punto da farle dimenticare la sua femminilità ed i suoi diritti al piacere.

Si era fatta inculare facendosi riempire lo sfintere da una calda e dilagante razione disborra!

Per tutta la notte nella casa erano risuonate le grida,le parole e gli ansimi degli scatenati,incestuosi amanti.

Al mattino:

[Luca...!]

Aveva mormorato la ragazza col fiato corto ed il tono interrogativo incrociando il fratello che,rosso in viso e completamente nudo,usciva dalla camera dei genitori.

La fanciulla da poco diciassettenne,aveva un'aspetto pieno e rigoglioso che la faceva apparire più grande della sua età.

Era cresciuta sana e bella ma senza esperienza né soverchi grilli nella testa avendo ricevuto,soprattutto dal padre,una educazione conformista impostale in modo acritico e rigoroso.

A questo si aggiungeva il fatto che il padre le aveva fatto frequentare sin dalle elementari un collegio gestito da suore .

Dunque era ligia ai dettami dell'educazione cattolica ricevuta con i conseguenti corollari di mancate conoscenze,ipocriti divieti e tabù da non infrangere.

In quel periodo,in occasione di un ponte festivo,era a casa per una licenza di una settimana.

Il padre,col pretesto che si trattasse di una festa civile italiana,aveva approfittato della circostanza per un "importante" viaggio di lavoro all'estero.

Naturalmente,prima di partire aveva manifestato alla giovane figlia tutto il suo(ipocrita)dispiacere per quell'improvviso impegno.

Quel mattino,non avendo cose da fare,era rimasta a poltrire nel caldo tepore del suo letto.

Dalla stanza dei genitori sentiva piccoli rumori e suoni che,nel suo stato di dormiveglia,le parevano lamenti.

Sognava la ragazza e non ricordando che il padre era assente,aveva persino immaginato che i suoi genitori stessero facendo l'amore.

Grande dunque è stato il suo stupore quando,uscendo dalla sua camera ha incrociato il fratello che usciva dalla stanza dove c'era soltanto la madre:

[Luca.....ma che ci facevi nella camera della mamma e...poi...così!
Nudo!]

Il fratello colto di sorpresa ed incapace di darle una risposta sensata è corso a chiudersi nella sua stanza.

La madre,accortasi che la figlia aveva visto uscire suo fratello nudo dalla sua camera ed avendola sentita parlare l'ha chiamata:

[Mara...vieni qui tesoro.....vieni dalla mamma...]

La madre,stringendo le mani della ragazza,le ha raccontato ogni cosa senza tralasciare nessun particolare e soprattutto cercando di aprirle gli occhi sugli assurdi ed ipocriti metodi educativi impostale dal padre.

La ragazza ha ascoltato in silenzio ed alla fine,senza profferir parole,è uscita e si è chiusa nella sua cameretta per tutto il giorno.

All'ora di cena si sono ritrovati tutti e tre a tavola e man mano che i minuti trascorrevano,l'atmosfera diveniva meno tesa sino a normalizzarsi quasi del tutto.

Nel momento di andare a letto la ragazza rivolgendosi alla madre:

[Mamma....ma stasera Luca dorme ancora con te?]

[Si...bambina...ti ho spiegato come stanno le cose ed ora tuo fratello per me è come se fosse mio marito....quando tuo padre non c'è(ahimè questo accade molto spesso!)il mio letto,il mio cuore e la mia femminilità,vengono scaldati da lui mio figlio,tuo fratello!]

Le ha risposto la mamma la quale,prima che finisse il suo discorso è stata interrotta dalla figlia che inaspettatamente,con voce rotta dall'emozione le ha detto:

[Mamma....voglio dormire anch'io con voi...mi volete?]

Naturalmente,la ragazza,giovane e timorata di dio,era ancora vergine e quella sera stessa,aiutata dalle amorevoli cure della mamma,il fratello l'aveva sverginata e resa donna e da quel momento per la famiglia era iniziata una nuova storia.

Alla fine dell'anno,la ragazza aveva lasciato il collegio e si era iscritta ad un liceo pubblico scoprendo definitivamente che la vita si poteva vivere con gioia,in libertà,senza pregiudizi,tabù o assurdi sensi di colpa.





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scritto il
2013-04-27
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