Una moglie acqua e sapone
di
Mariello
genere
tradimenti
Mia moglie Irene è una ragioniera che lavora in uno studio di commercialisti che si trova a cinque minuti da casa, quindi una posizione molto comoda, soprattutto perché abbiamo due bambini piccoli quindi gli impegni non mancano. È una ragazza italofrancese di quarant’anni, una donna molto bella a mio parere: alta 1.75, con due gambe molto lunghe e un bel culo, seno piccolo ma sodo e due meravigliosi occhi di un azzurro glaciale.
É molto riservata, quasi timida: per dire, a me non ha hai fatto un pompino e non ha mai dato il culo. Abbiamo comunque una buona vita sessuale, ma limitata a pecorine, missionarie e lavori di “mano”.
Quel giorno ero uscito prima dal lavoro e pensai di farle una sorpresa andandola a prendere di persona, per passare la pausa pranzo insieme. Verso le 12 arrivai davanti al suo ufficio e mi misi seduto al bar per un caffè, in attesa. Verso le 12.30 la vidi uscire, infatti era solita fare una passeggiata in pausa pranzo, magari mangiando un panino o qualcosa di leggero. Feci per alzarmi e raggiungerla ma mi fermai: la vidi uscire insieme al suo capo, Mario e fin qui nulla di anomalo, un signore di circa sessant'anni portati molto bene, capelli bianchi fluenti, in perfetta forma, alto circa 1 metro e ottanta.
Ciò che mi sorprese fu vedere mia moglie uscire a braccetto con lui, in un atteggiamento che poteva sembrare quasi intimo, o comunque da amici. Mia moglie si chinò per prendere le chiavi che le erano cadute e lui le passò una mano sul culo. Lei si alzò immediatamente, guardandosi intorno e lo redarguendolo. Io restai ancora a distanza e notai un altro dettaglio fuori posto: mia moglie – che anche se molto bella, come ho descritto prima, è una ragazza acqua e sapone, solitamente esce di casa con snickers o polacchine ai piedi e jeans – indossava un paio di scarpe tacco 12, che la rendevano molto seducente e le slanciavano il culo in un modo provocante.
Insomma vederla con quei tacchi alti che le accentuavano le curve me lo fece venire dritto, lo ammetto.
Invece di avvicinarmi e salutarli, decisi di seguirli e vidi che si incamminavano a piedi verso il nostro appartamento. Arrivati alla via della nostra abitazione, lei si diresse verso il portone, mentre lui fece il giro dell’isolato prima di citofonare ed entrare, probabilmente per evitare di entrare insieme.
Accecato dalla rabbia, non capii più nulla. Decisi di chiudermi in macchina e attivare l’app di videosorveglianza che ho sullo smartphone, per capire cosa stesse succedendo.
Quando si aprì il video non credetti ai miei occhi: Mario seduto sul divano con i pantaloni abbassati, mentre mia moglie, china sulle sue ginocchia, lo stava spompinando. Sentivo i mugugni di piacere di Mario e poi una frase di mia moglie, che staccò la sua bocca dal cazzo e si pulì le labbra con le mani per dire la seguente frase.
- Je suis ton putain.
- Si, sei la mia puttanella, ma ora continua a succhiare il cazzo, da brava.
Mario la afferrò violentemente per la testa e le rimise il cazzo in bocca, ma iniziando a muovere sempre più veloce il capo. Prima di venire le sferrò due schiaffi sul culo, mugugnando di piacere, per poi sentire Irene che tossisce e si porta la mano alla bocca.
- Stronzo, lo sai che non mi piace che mi vieni in bocca
- Non mi importa. Ma ti piace nel culo, dai girati e appoggiati al tavolo
Irene obbedì senza dire una parola, e si calò i jeans mettendo in evidenza un culo tondo e tonico e 2 gambe lunghe fasciate da calze nere con autoreggenti, il tutto reso ancora più sexy dal tacco 12 che continuava a indossare con sfrontatezza.
- Sei meravigliosa, ti sei messa le calze che adoro.
Io ero sempre più sbigottito, con me non si è mai vestita in modo così provocante.
Con uno strattone Mario afferrò le chiappe di Irene, e la penetrò violentemente. Iniziò a stantuffarla velocemente mentre si sentiva distintamente il rumore dei tacchi di Irene che sbatteva sul pavimento in modo ritmico.
- Si continua…je te donne mon cul…
Mario è quasi affaticato, è da 10 minuti che la stantuffava con violenza. Prima di venire, le afferrò il collo e la schiaffeggiò sul culo, finchè non le viene dentro in modo copioso.
- Meraviglioso – disse Mario, stremato. – ora puliscimi il cazzo.
- Oui, mon capitaine
Irene le leccò la cappella e il cazzo, arrivando fino alle palle. Poi si rivestirono entrambi ed uscire dall’appartamento, mentre io mi accuccai in auto, al culmine dell’eccitazione, pur essendo venuto a conoscenza di essere un cornuto.
La sera, quando rientrò, non indossava più il tacco 12 ma delle polacchine grigie. Avevo già deciso di farle una sorpresa.
- Amore, ho lasciato i bimbi dai nonni. Approfittiamo per fare un po' di sesso.
Lei tentennò un po', dubbiosa.
- Amore, sono stanca, è stata una giornata tosta al lavoro…rimandiamo?
- E cosa hai fatto? Ti hanno montata al lavoro? È per quello che sei stanca?
Irene sbiancò.
- Che vuoi dire?
- Seguimi in camera da letto, puttana.
Lei venne, si distese a pancia in giù e la penetrai, finalmente per la prima volta, nel culo.
É molto riservata, quasi timida: per dire, a me non ha hai fatto un pompino e non ha mai dato il culo. Abbiamo comunque una buona vita sessuale, ma limitata a pecorine, missionarie e lavori di “mano”.
Quel giorno ero uscito prima dal lavoro e pensai di farle una sorpresa andandola a prendere di persona, per passare la pausa pranzo insieme. Verso le 12 arrivai davanti al suo ufficio e mi misi seduto al bar per un caffè, in attesa. Verso le 12.30 la vidi uscire, infatti era solita fare una passeggiata in pausa pranzo, magari mangiando un panino o qualcosa di leggero. Feci per alzarmi e raggiungerla ma mi fermai: la vidi uscire insieme al suo capo, Mario e fin qui nulla di anomalo, un signore di circa sessant'anni portati molto bene, capelli bianchi fluenti, in perfetta forma, alto circa 1 metro e ottanta.
Ciò che mi sorprese fu vedere mia moglie uscire a braccetto con lui, in un atteggiamento che poteva sembrare quasi intimo, o comunque da amici. Mia moglie si chinò per prendere le chiavi che le erano cadute e lui le passò una mano sul culo. Lei si alzò immediatamente, guardandosi intorno e lo redarguendolo. Io restai ancora a distanza e notai un altro dettaglio fuori posto: mia moglie – che anche se molto bella, come ho descritto prima, è una ragazza acqua e sapone, solitamente esce di casa con snickers o polacchine ai piedi e jeans – indossava un paio di scarpe tacco 12, che la rendevano molto seducente e le slanciavano il culo in un modo provocante.
Insomma vederla con quei tacchi alti che le accentuavano le curve me lo fece venire dritto, lo ammetto.
Invece di avvicinarmi e salutarli, decisi di seguirli e vidi che si incamminavano a piedi verso il nostro appartamento. Arrivati alla via della nostra abitazione, lei si diresse verso il portone, mentre lui fece il giro dell’isolato prima di citofonare ed entrare, probabilmente per evitare di entrare insieme.
Accecato dalla rabbia, non capii più nulla. Decisi di chiudermi in macchina e attivare l’app di videosorveglianza che ho sullo smartphone, per capire cosa stesse succedendo.
Quando si aprì il video non credetti ai miei occhi: Mario seduto sul divano con i pantaloni abbassati, mentre mia moglie, china sulle sue ginocchia, lo stava spompinando. Sentivo i mugugni di piacere di Mario e poi una frase di mia moglie, che staccò la sua bocca dal cazzo e si pulì le labbra con le mani per dire la seguente frase.
- Je suis ton putain.
- Si, sei la mia puttanella, ma ora continua a succhiare il cazzo, da brava.
Mario la afferrò violentemente per la testa e le rimise il cazzo in bocca, ma iniziando a muovere sempre più veloce il capo. Prima di venire le sferrò due schiaffi sul culo, mugugnando di piacere, per poi sentire Irene che tossisce e si porta la mano alla bocca.
- Stronzo, lo sai che non mi piace che mi vieni in bocca
- Non mi importa. Ma ti piace nel culo, dai girati e appoggiati al tavolo
Irene obbedì senza dire una parola, e si calò i jeans mettendo in evidenza un culo tondo e tonico e 2 gambe lunghe fasciate da calze nere con autoreggenti, il tutto reso ancora più sexy dal tacco 12 che continuava a indossare con sfrontatezza.
- Sei meravigliosa, ti sei messa le calze che adoro.
Io ero sempre più sbigottito, con me non si è mai vestita in modo così provocante.
Con uno strattone Mario afferrò le chiappe di Irene, e la penetrò violentemente. Iniziò a stantuffarla velocemente mentre si sentiva distintamente il rumore dei tacchi di Irene che sbatteva sul pavimento in modo ritmico.
- Si continua…je te donne mon cul…
Mario è quasi affaticato, è da 10 minuti che la stantuffava con violenza. Prima di venire, le afferrò il collo e la schiaffeggiò sul culo, finchè non le viene dentro in modo copioso.
- Meraviglioso – disse Mario, stremato. – ora puliscimi il cazzo.
- Oui, mon capitaine
Irene le leccò la cappella e il cazzo, arrivando fino alle palle. Poi si rivestirono entrambi ed uscire dall’appartamento, mentre io mi accuccai in auto, al culmine dell’eccitazione, pur essendo venuto a conoscenza di essere un cornuto.
La sera, quando rientrò, non indossava più il tacco 12 ma delle polacchine grigie. Avevo già deciso di farle una sorpresa.
- Amore, ho lasciato i bimbi dai nonni. Approfittiamo per fare un po' di sesso.
Lei tentennò un po', dubbiosa.
- Amore, sono stanca, è stata una giornata tosta al lavoro…rimandiamo?
- E cosa hai fatto? Ti hanno montata al lavoro? È per quello che sei stanca?
Irene sbiancò.
- Che vuoi dire?
- Seguimi in camera da letto, puttana.
Lei venne, si distese a pancia in giù e la penetrai, finalmente per la prima volta, nel culo.
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Commenti dei lettori al racconto erotico