Gli orecchini in oro e palline di mio marito.
di
Cuck 24
genere
tradimenti
Quando avevamo ritirato gli orecchini, Carmen era talmente emozionata che le erano spuntate le lacrime agli occhi.
Occhi verdi smeraldo come le lenti a contatto che avevamo scelto insieme.. che in verità, Bruno aveva scelto per lei
Era felicissima!
Persino io e Bruno ci eravamo emozionati per la sua gioia e per il capolavoro che aveva fatto l'orafo, un vero artista.
Non solo l'orafo per la verità, giacché prima di lui, si era occupato della conservazione integra e della disidratazione dei testicoli e dell'epidemo che lo avvolgeva, un andrologo, anatomo patologo specialista proprio nella castrazione e conservazione "a secco" di certi organi che altrimenti verrebbero bruciati, smaltiti nell'umido o conservati in formalina.
Lui aveva seguito ogni fase della disidratazione evitando che si formassero pieghe, grinze o tagli che ne modificassero l'aspetto ed il colore.
Via via che i testicoli perdevano peso, li siringava con uno speciale silicone che li sterilizzava preservandone l'integrità e mantenendone l'aspetto originale.
Il risultato era davvero straordinario, le palline apparivano diafane, quasi trasparenti come fossero di cristallo mentre l'epidemo più morbidamente, era stato trattato in modo da apparire come un mantello dall'aspetto carnoso ma duro e vellutato.
Entrambi erano stati incastonati come fossero perle in una struttura di oro col gancetto di sicurezza per l'attacco al lobo dell'orecchio.
In una pallina vi era inciso il mio nome all'interno di un cuoricino e nell'altra il suo nome.
Un vero spettacolo che alla luce dell'abatjour sul bancone dell'orafo, emetteva incredibili riflessi trasparenti e dorati.
Erano i testicoli di Carmen, mio marito grandi come le piccole bilie di vetro dei bambini che lui si era fatto castrare per darmi prova del suo amore.
Appesi ai suoi lobi, apparivano davvero spettacolari circondati da riccioli dei suoi capelli biondi ed esaltati dalla sua abbronzatura e dal trucco che io stessa le avevo fatto per quella occasione straordinaria.
Io e Carmen (Giorgio) eravamo fidanzati già da un paio di anni quando avevamo deciso di sposarci.
In viaggio di nozze insieme a noi era venuto anche Bruno, il mio bull col quale avevo un rapporto assai stretto prima ancora di fidanzarmi.
Per tutti i quindici giorni della nostra luna di miele, io e Bruno avevamo dormito (e consumato) insieme nel letto matrimoniale mentre il mio sposino dormiva nel divanetto accanto al lettone col pisello rigorosamente bloccato nella sua gabbietta di metallo.
Prima di partire per il viaggio di nozze, avevo chiesto al mio futuro sposo se potevo sospendere l'uso della pillola e lui naturalmente, mi aveva dato il suo assenso.
Dopo circa una settimana dal nostro rientro, il test di gravidanza era risultato positivo.
A quel punto, Bruno che sino a quel momento aveva tenuto sotto controllo la sua gelosia imponendo a mio marito l'uso della gabbietta di castità, aveva cominciato a dare segni di insofferenza.
Temeva che io avessi una chiavetta di scorta e che, approfittando del fatto che fossi già gravida, mi facessi scopare anche da mio marito.
La cosa era impossibile e tuttavia, lui aveva quel timore.
Devo dire che già prima di sposarci, al mio fidanzato davo di nascosto dosi di bromuro che ne inibivano la libido anche se in realtà a causa della scarsissima dotazione del mio futuro marito, non sarebbe stato assolutamente necessario.
Da quando ci eravamo fidanzati infatti, solo una volta avevamo cercato di fare l'amore e, vista l'impossibilità di una vera penetrazione, limitavamo i nostri rapporti a leccate di fica da parte sua e seghe (Quando ci riuscivo!) da parte mia.
D'altra parte, io venivo ampiamente soddisfatta dal cazzone e dalla foga del mio amante.
L'insistenza di Bruno però, mi aveva costretta a rivolgermi all'andrologo di mio marito per trovare una soluzione più radicale della gabbietta e del bromuro.
Era nata così, l'idea di trasformarne definitivamente anche l'aspetto oltre che bloccarne l'uso del pisello.
Dopo diverse sedute col medico ed un psicologo, mio marito aveva finalmente accettato l'idea di farsi castrare e sottoporsi ad una cura di ormoni femminili che ne avrebbero trasformato definitivamente l'aspetto in quello di donna.
Inizialmente, era stato bombardato da una pesante cura a base di ormoni che avevano cominciato col fargli perdere la barba, cambiare la voce e crescere un po' il seno.
Io ero già all'ottavo mese quando il chirurgo aveva deciso che si poteva procedere con l'asportazione delle gonadi(I testicoli) per decidere insieme cosa farne dopo l'operazione.
Dopo l'asportazione, l'infermiera che pareva essere molto esperta in quella cose, aveva detto con aria di meraviglia rivolgendosi a me, mio marito, e il mio bull:
-Dio che fortuna che avete!
Non ho mai visto due palline così piccole e tonde.. vere perle!
Fossi in voi non li conserverei in formalina o inglobati nel plexiglass come soprammobili e neanche distruggerli.
Sono talmente belli, senza tagli o difetti, e poi, così tondi e trasparenti, vere perle che si prestano moltissimo per farne cammei ,ciondoli a meglio ancora, orecchini.
Mio marito, seppure ancora sotto l'effetto dell'anestesia, aveva optato per gli orecchini.
Il chirurgo ci aveva informati che, nel caso avessimo voluto procedere con una modifica più radicale di cui avremmo potuto discutere il giorno dopo, avrebbe potuto procedere ad una sutura provvisoria della ferita anziché richiuderla con dei punti definitivi.
In ogni caso, mio marito sarebbe stato dimesso quel giorno stesso rinviando al giorno dopo la visita di controllo o l'eventuale fase successiva.
La sera a casa, mentre mio marito a letto si riprendeva dall'anestesia, accanto a lui, Bruno mi aveva messa in ginocchio con la testa vicino a quella di mio marito e mentre lui mi montava, io con occhi dolci e voce languida lo ringraziavo per il sacrificio che aveva fatto per me e per il regalo di essersi disfatto definitivamente di quell'odiosa gabbietta che non mi era mai piaciuta.
-Amore ci pensi, senza quelle inutili palline, con un bel seno e con indosso i miei vestiti, saremmo delle perfette amiche senza pruriti ne gelosie.
Che meraviglia!- "Che meraviglia!" mi aveva risposto lui mentre Bruno, grugnendo come un maiale, mi scaricava nella fica un incredibile carico di sborra.
Occhi verdi smeraldo come le lenti a contatto che avevamo scelto insieme.. che in verità, Bruno aveva scelto per lei
Era felicissima!
Persino io e Bruno ci eravamo emozionati per la sua gioia e per il capolavoro che aveva fatto l'orafo, un vero artista.
Non solo l'orafo per la verità, giacché prima di lui, si era occupato della conservazione integra e della disidratazione dei testicoli e dell'epidemo che lo avvolgeva, un andrologo, anatomo patologo specialista proprio nella castrazione e conservazione "a secco" di certi organi che altrimenti verrebbero bruciati, smaltiti nell'umido o conservati in formalina.
Lui aveva seguito ogni fase della disidratazione evitando che si formassero pieghe, grinze o tagli che ne modificassero l'aspetto ed il colore.
Via via che i testicoli perdevano peso, li siringava con uno speciale silicone che li sterilizzava preservandone l'integrità e mantenendone l'aspetto originale.
Il risultato era davvero straordinario, le palline apparivano diafane, quasi trasparenti come fossero di cristallo mentre l'epidemo più morbidamente, era stato trattato in modo da apparire come un mantello dall'aspetto carnoso ma duro e vellutato.
Entrambi erano stati incastonati come fossero perle in una struttura di oro col gancetto di sicurezza per l'attacco al lobo dell'orecchio.
In una pallina vi era inciso il mio nome all'interno di un cuoricino e nell'altra il suo nome.
Un vero spettacolo che alla luce dell'abatjour sul bancone dell'orafo, emetteva incredibili riflessi trasparenti e dorati.
Erano i testicoli di Carmen, mio marito grandi come le piccole bilie di vetro dei bambini che lui si era fatto castrare per darmi prova del suo amore.
Appesi ai suoi lobi, apparivano davvero spettacolari circondati da riccioli dei suoi capelli biondi ed esaltati dalla sua abbronzatura e dal trucco che io stessa le avevo fatto per quella occasione straordinaria.
Io e Carmen (Giorgio) eravamo fidanzati già da un paio di anni quando avevamo deciso di sposarci.
In viaggio di nozze insieme a noi era venuto anche Bruno, il mio bull col quale avevo un rapporto assai stretto prima ancora di fidanzarmi.
Per tutti i quindici giorni della nostra luna di miele, io e Bruno avevamo dormito (e consumato) insieme nel letto matrimoniale mentre il mio sposino dormiva nel divanetto accanto al lettone col pisello rigorosamente bloccato nella sua gabbietta di metallo.
Prima di partire per il viaggio di nozze, avevo chiesto al mio futuro sposo se potevo sospendere l'uso della pillola e lui naturalmente, mi aveva dato il suo assenso.
Dopo circa una settimana dal nostro rientro, il test di gravidanza era risultato positivo.
A quel punto, Bruno che sino a quel momento aveva tenuto sotto controllo la sua gelosia imponendo a mio marito l'uso della gabbietta di castità, aveva cominciato a dare segni di insofferenza.
Temeva che io avessi una chiavetta di scorta e che, approfittando del fatto che fossi già gravida, mi facessi scopare anche da mio marito.
La cosa era impossibile e tuttavia, lui aveva quel timore.
Devo dire che già prima di sposarci, al mio fidanzato davo di nascosto dosi di bromuro che ne inibivano la libido anche se in realtà a causa della scarsissima dotazione del mio futuro marito, non sarebbe stato assolutamente necessario.
Da quando ci eravamo fidanzati infatti, solo una volta avevamo cercato di fare l'amore e, vista l'impossibilità di una vera penetrazione, limitavamo i nostri rapporti a leccate di fica da parte sua e seghe (Quando ci riuscivo!) da parte mia.
D'altra parte, io venivo ampiamente soddisfatta dal cazzone e dalla foga del mio amante.
L'insistenza di Bruno però, mi aveva costretta a rivolgermi all'andrologo di mio marito per trovare una soluzione più radicale della gabbietta e del bromuro.
Era nata così, l'idea di trasformarne definitivamente anche l'aspetto oltre che bloccarne l'uso del pisello.
Dopo diverse sedute col medico ed un psicologo, mio marito aveva finalmente accettato l'idea di farsi castrare e sottoporsi ad una cura di ormoni femminili che ne avrebbero trasformato definitivamente l'aspetto in quello di donna.
Inizialmente, era stato bombardato da una pesante cura a base di ormoni che avevano cominciato col fargli perdere la barba, cambiare la voce e crescere un po' il seno.
Io ero già all'ottavo mese quando il chirurgo aveva deciso che si poteva procedere con l'asportazione delle gonadi(I testicoli) per decidere insieme cosa farne dopo l'operazione.
Dopo l'asportazione, l'infermiera che pareva essere molto esperta in quella cose, aveva detto con aria di meraviglia rivolgendosi a me, mio marito, e il mio bull:
-Dio che fortuna che avete!
Non ho mai visto due palline così piccole e tonde.. vere perle!
Fossi in voi non li conserverei in formalina o inglobati nel plexiglass come soprammobili e neanche distruggerli.
Sono talmente belli, senza tagli o difetti, e poi, così tondi e trasparenti, vere perle che si prestano moltissimo per farne cammei ,ciondoli a meglio ancora, orecchini.
Mio marito, seppure ancora sotto l'effetto dell'anestesia, aveva optato per gli orecchini.
Il chirurgo ci aveva informati che, nel caso avessimo voluto procedere con una modifica più radicale di cui avremmo potuto discutere il giorno dopo, avrebbe potuto procedere ad una sutura provvisoria della ferita anziché richiuderla con dei punti definitivi.
In ogni caso, mio marito sarebbe stato dimesso quel giorno stesso rinviando al giorno dopo la visita di controllo o l'eventuale fase successiva.
La sera a casa, mentre mio marito a letto si riprendeva dall'anestesia, accanto a lui, Bruno mi aveva messa in ginocchio con la testa vicino a quella di mio marito e mentre lui mi montava, io con occhi dolci e voce languida lo ringraziavo per il sacrificio che aveva fatto per me e per il regalo di essersi disfatto definitivamente di quell'odiosa gabbietta che non mi era mai piaciuta.
-Amore ci pensi, senza quelle inutili palline, con un bel seno e con indosso i miei vestiti, saremmo delle perfette amiche senza pruriti ne gelosie.
Che meraviglia!- "Che meraviglia!" mi aveva risposto lui mentre Bruno, grugnendo come un maiale, mi scaricava nella fica un incredibile carico di sborra.
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