Storia di Maria Grazia Xparagrafo/ Una cena piena di sorprese
di
mariella Monreal
genere
dominazione
Romanzo erotico MARIA GRAZIA. X Paragrafo.
Una cena piena di sorprese.
La sera a cena, Flavio era molto gentile con la moglie, era sommerso dai sensi di colpa per l’avventura avuta con Sofia, soprattutto perché gli era piaciuta molto, erano anni che con la moglie non aveva momenti così eccitanti. La nonna aveva fatto una buona pizza, all’improvviso se ne venne fuori dicendo:“ Flavio, mentre dormivi ha telefonato Bastianelli, voleva scusarsi con noi, per le chiacchiere che sono arrivate fino alle nostre orecchie, ha detto che quando ha preso il caffè con Ida è stato un caso, lei era venuta a trovarti, entrando al bar pieno di gente si sono incrociati e per caso si sono trovati vicino al bancone, al momento di uscire, ognuno è andato per la sua strada e lui si è sentito in dovere di pagare per tutti e due. Un’altra volta c’era la moglie quando lui è tornato in ufficio le due donne si sono fermate a chiacchierare, perciò Ida ha detto la verità.” Flavio assentì: “ Ha detto altro?” La madre era imbarazzata: “Purtroppo sì, la moglie ha saputo una cosa, l’ha riferita al marito, le amiche di tua moglie hanno fatto lo stesso e ora tutta la città ne parla.” Flavio scosse le spalle:” L’ho saputo pure io, la nostra colf, ha raccontato della fica rasata per punizione e degli sculaccioni dati a Ida da me, la sera, e quelli avuti il mattino seguente da te e che hai permesso pure a lei di dargliele a culo nudo con la spatola di legno. Ma Ida meritava una punizione per i soldi spesi giocando al lotto, Bastianelli c’entra poco. Parleranno e poi dimenticheranno.” Ida scoppiò a piangere e si chiuse il viso fra le mani:” Che vergogna, tutti sanno della mia punizione.” La suocera la guardò severa: “peccato non sappiano di tutti i soldi che hai speso al lotto” Ida continuò a piangere, mi avevate punita c’era bisogno di chiamare la colf il giorno dopo?” Maria Grazia si intromise:” quella è stata un’idea di Elvira. Poi l’hanno chiamata per me, che ero stata scoperta a leggere un giornaletto invece di studiare per l’esame di riparazione” Elvira si voltò e le diede un ceffone. “Ben fatto disse la nonna, ora racconto io come è andata e Elvira non c’entra” Scostò la sedia dalla tavola: “ Io ho già mangiato, dopo prenderò un po’ di latte, ma devo guardare in faccia questa spudorata che avevo pure coperto … quel giorno l’ho trovata che faceva finta di studiare e invece aveva nel libro di latino un giornaletto di Diabolik. Decisi di punirla senza aspettare il tuo ritorno, caro Flavio, l’ho messa a culetto nudo e prima di cominciare a sculacciarla ho chiamato Anna che stava facendo i mestieri. L’ho fatta vergognare un po’ e ho mostrato tutte le sue cosine rasate. Non era una novità per la nostra colf, viene da noi ormai da 15 anni, quante volte ha visto la signorina col culo nudo? Io le avevo tolto gonna e mutandine, non so se ricordo bene, ma aveva una felpa, o qualcosa del genere che le arrivava alla vita, da lì in giù era completamente nuda. Ho chiamato pure la madre, che era in punizione anche lei con le tette al vento e Maria Grazia le ha prese, come meritava. Poi le è venuto da fare la pipì e l’ha fatta in una bacinella in camera, io sono andata in cucina, Anna ha provveduto a farle un accurato bidet. Ora non ricordo bene cosa sia successo ma sono certa che lei ha detto a Anna che la sera prima avevamo depilato la madre, e Ida è finita sulle sue gambe. Io le ho tirato su il vestito, era già senza mutande e gliele abbiamo suonate con le mani e con la spatola. Perciò sei stata tu, non Elvira a mettere tua madre in difficoltà, non è finita qui, sono andata a rispondere al telefono, torno e trovo la signorina che sculacciava la madre. L’ho fermata e questa è la storia. Sei proprio brava a non prenderti le tue responsabilità, se tu non avessi detto nulla tua madre non sarebbe stata punita e nessuno avrebbe saputo della sua fica rasata. Cosa hai da dire in tua discolpa?” Ida si fece forza.” Le cose sono andate proprio così, le ho chiesto aiuto e lei mi ha detto – perché tu mi hai mai aiutato quando sono io a prenderle? Sei molto cattiva Maria Grazia e ora sei grande il mese entrante fai diciannove anni e ti comporti con bugie e marachelle come una bambina.” Maria Grazia non osava ribattere, era tutto vero quello che aveva raccontato la nonna. Elvira si voltò inviperita:” E volevi dare la colpa a me, che mascalzona!” Poi senza aspettare consensi la prese per un braccio e la fece mettere in piedi. Con un colpo alzò la gonna e senza che si potesse muovere, per la paura del padre e della nonna le fece scendere le mutandine e cercò di portarla verso il balcone. Qui lei si ribellò:” No, Elvira no, perdonami” La nonna rideva: ”Non vale la pena Elvira, per strada non c’è nessuno.” Allora Elvira la trascinò verso la porta di casa. Sul loro pianerottolo si aprivano altre due porte, pur se doveva fare uno sforzo enorme, per non farla scappare e per trascinarla. Aprì la porta di casa e suonò agli altri due appartamenti, In uno c’erano due sorelle anziane, nell’altro un militare in pensione. Aprirono e sugli usci comparvero le due vecchie zitelle e il militare. Intanto erano arrivati il padre e la nonna che prendeva tutto come una barzelletta; “Perdonateci, dobbiamo risolvere una questione familiare pochi secondi del vostro tempo. Il padre andò a dar manforte a Elvira. Ormai Maria Grazia le mutandine le aveva perse nell’essere trascinata fino alla porta, continuava a implorare:” No Elvira, no, ti chiedo perdono;” I vicini erano incuriositi, si avvicinarono:“Di che si tratta?” Elvira rispose :” Si tratta di come va trattata una bugiardella, somara, che pensa con una sola materia non possa venire bocciata, sarebbe la terza ripetenza, Ecco qui- e il padre la prese sotto il braccio con il sedere sporgente, le tirò su la gonna era siccome era senza mutande, comparve il culetto tondo e sodo, I vicini si avvicinarono e scoppiarono a ridere:” Ma è grande!” Elvira commentò, “ma non si comporta da tale” le assestò quattro o cinque sculacciate, “ Scusate il disturbo” Dissero padre e figlia ai vicini. Il militare rideva soddisfatto, “Una piacevole sorpresa, venite a suonare quando volete, so bene che le sculacciate in presenza di altri, specialmente se estranei, sono più salutari. Buonasera a tutti e ciao a te, bel culetto.” Disse prima di chiudere la porta e le signorine aggiunsero, “non saluta mai se ti incontra sulle scale neppure se la paghi, è davvero superba e indisponente, avete fatto bene a coinvolgerci. Fra le nostre famiglie c’è armonia, lei quando ci incontra passa dritta come se le avessimo fatto un torto.” Ognuno chiuse la porta, rientrando nella propria a casa. Maria Grazia appena libera era corsa in camera e si era buttata sul letto piangendo. Una vergogna indicibile quel vecchio marpione del militare e quelle due galline, le avevano visto tutto, si erano avvicinati alle natiche prese a sculacciate, ma il padre l’aveva messa in una posizione che mostrava pure la cosina, Con disperazione pensò che era rasata, solo pochi peletti cominciavano a ricrescere: “ Che vergogna, che terribile vergogna” gli altri presero posto di nuovo a tavola per mangiare la frutta. Poi tutti andarono a letto e Flavio si ritirò nello studio per finire alcune pratiche che avrebbe dovuto portare l’indomani in ufficio. Verso mezzanotte squillò il telefono, rispose subito:” Pronto” Non sapeva bene perché, ma aveva immaginato che fosse Sofia:” Sei matta? Vuoi proprio compromettermi, l’apostrofò con asprezza” La ragazza al solito si mise a ridere:” Tranquillo, i miei e mia sorella sono andati a Tivoli per uno spettacolo teatrale. Ho messo il ferretto alla porta, se tornano non possono entrare e devono suonare. Sono in camera mia, nuda, davanti allo specchio con la mia patatina aperta, ti vorrei qui.” Flavio sentì un forte calore, e continuò il gioco:” Le luci sono accese?” La ragazza rispose immediatamente, “Tutte caro mio, mi vedo bene, ecco sono sul letto, alzo le gambe e mi apro bene le natiche, il mio buchino è in primo piano con la mia fica” Flavio sospirò: “Non ti vergogni neppure un poco? Pensa di stare davanti a tanta gente che ti osserva, non hai una candelina da metterti nel culetto?” Sofia mugolò qualcosa:” Ti dirò mi infastidisce quella cosa nel culo, non mi piace” E Flavio ridacchiò, certo è un modo per fati capire che sei sottomessa, se non ti piace, piace a me. Quando ti vedo? Ma senza fare scherzi, non ti voglio aspettare a vuoto, potrei prendermi una giornata libera e potremmo andare in albergo, ne conosco uno carino che usiamo per gli impiegati che vengono in trasferta da altri paesi. Tu sulla carta di Identità risulti abitante a Guidonia, niente di strano se ti prendi una stanza” Sofia fu allegra come una bambina:” Bene, non ci avevo pensato, facciamo domani, ti aspetto quando finisci di lavorate.” E Flavio con naturalezza:” Io porto le candeline” Chiusero insieme la conversazione, Flavio si accarezzò il pene e lo sentì turgido. Poi mise a posto le carte e andò a letto . Ida era sveglia, vestita con una camicia da notte di seta, come sempre. Lo guardò con curiosità, “Sei allegro, hai qualche novità” Lui la guardò:” No nulla di nuovo, ma girati e appena lei si mise a pancia in sotto le sollevò la camicia, era senza mutande, con il suo bel culo in mostra. Lui era impietoso:” Credimi, mi dispiace che tutti ridano alle tue spalle, ma mi eccita sapere che pur non avendolo visto sanno di questo tuo culo sculacciato da mia madre e dalla serva.” Si chinò e la baciò sulle natiche, poi le aprì e andò con la lingua nel buchino. “Mi sono eccitato a sculacciarti davanti a mia madre e alle tue figlie, con questa bella rosa depilata. Ora tutti sanno che le prendi come una scolaretta, ce la fai a uscire per la strada e pensare che si parla di te, delle tue intimità? Quella Anna è tremenda ha detto pure che ti abbiamo depilata, dimmi che ti vergogni, dimmelo, fammi arrapare” lei si mise a piangere:” Non so se ce la farò a guardare in faccia la gente che sa tutte queste mie cose intime, al pensiero che tutte le mie amiche sanno che vengo trattata come una scolaretta. E son sicura che le cose sono state aumentate da quella vipera di Anna,” Flavio si affrettò a dirle,” ho parlato con mia madre, non rivuole i soldi, ma pretende che a ogni piccola mancanza e se non cominci a darti da fare in casa, fai qualche servizio, non passi il tuo tempo fra giornaletti e televisione ti fa sculacciare sul culo nudo da lei. Sta attenta a quello che fai, chiaro che Anna ci prova gusto, magari combina qualcosa e ti addossa la colpa.” Si chinò di nuovo su Ida. “ questo povero culetto, mi spiace non essere stato presente.” Dal comodino prese la candelina per infilarla nel buchino di Ida con dolcezza, ma la donna si mosse, “Stasera no, guarda che è fastidioso tenere questa cosa nel culo” lui ridacchiò: “apposta te la metto… se però vuoi chiamo mia madre e te la faccio mettere da lei, Ida diventò di tutti i colori, avere pure quella mortificazione, sarebbe stata davvero una cocente vergogna: ”no, va bene, ma quanto tempo devo tenerla?” Flavio stava massaggiando il buchino grinzoso, era pronto e lui la infilò piano piano, ma completamente:” la terrai per tutta la notte e se domattina vedo che è uscita, la terrai pure la prossima notte.” Ida affondò la faccia nel cuscino e pianse, mentre il marito le stropicciava la vagina ancora senza peli e pensava:” ma la fica di Ida era bella come quella di Sofia? Non ricordo, ora sembra un carciofo tutta aperta, scura, slabbrata e fra i peli, ha ragione nostra figlia, c’è qualche filo bianco.
Una cena piena di sorprese.
La sera a cena, Flavio era molto gentile con la moglie, era sommerso dai sensi di colpa per l’avventura avuta con Sofia, soprattutto perché gli era piaciuta molto, erano anni che con la moglie non aveva momenti così eccitanti. La nonna aveva fatto una buona pizza, all’improvviso se ne venne fuori dicendo:“ Flavio, mentre dormivi ha telefonato Bastianelli, voleva scusarsi con noi, per le chiacchiere che sono arrivate fino alle nostre orecchie, ha detto che quando ha preso il caffè con Ida è stato un caso, lei era venuta a trovarti, entrando al bar pieno di gente si sono incrociati e per caso si sono trovati vicino al bancone, al momento di uscire, ognuno è andato per la sua strada e lui si è sentito in dovere di pagare per tutti e due. Un’altra volta c’era la moglie quando lui è tornato in ufficio le due donne si sono fermate a chiacchierare, perciò Ida ha detto la verità.” Flavio assentì: “ Ha detto altro?” La madre era imbarazzata: “Purtroppo sì, la moglie ha saputo una cosa, l’ha riferita al marito, le amiche di tua moglie hanno fatto lo stesso e ora tutta la città ne parla.” Flavio scosse le spalle:” L’ho saputo pure io, la nostra colf, ha raccontato della fica rasata per punizione e degli sculaccioni dati a Ida da me, la sera, e quelli avuti il mattino seguente da te e che hai permesso pure a lei di dargliele a culo nudo con la spatola di legno. Ma Ida meritava una punizione per i soldi spesi giocando al lotto, Bastianelli c’entra poco. Parleranno e poi dimenticheranno.” Ida scoppiò a piangere e si chiuse il viso fra le mani:” Che vergogna, tutti sanno della mia punizione.” La suocera la guardò severa: “peccato non sappiano di tutti i soldi che hai speso al lotto” Ida continuò a piangere, mi avevate punita c’era bisogno di chiamare la colf il giorno dopo?” Maria Grazia si intromise:” quella è stata un’idea di Elvira. Poi l’hanno chiamata per me, che ero stata scoperta a leggere un giornaletto invece di studiare per l’esame di riparazione” Elvira si voltò e le diede un ceffone. “Ben fatto disse la nonna, ora racconto io come è andata e Elvira non c’entra” Scostò la sedia dalla tavola: “ Io ho già mangiato, dopo prenderò un po’ di latte, ma devo guardare in faccia questa spudorata che avevo pure coperto … quel giorno l’ho trovata che faceva finta di studiare e invece aveva nel libro di latino un giornaletto di Diabolik. Decisi di punirla senza aspettare il tuo ritorno, caro Flavio, l’ho messa a culetto nudo e prima di cominciare a sculacciarla ho chiamato Anna che stava facendo i mestieri. L’ho fatta vergognare un po’ e ho mostrato tutte le sue cosine rasate. Non era una novità per la nostra colf, viene da noi ormai da 15 anni, quante volte ha visto la signorina col culo nudo? Io le avevo tolto gonna e mutandine, non so se ricordo bene, ma aveva una felpa, o qualcosa del genere che le arrivava alla vita, da lì in giù era completamente nuda. Ho chiamato pure la madre, che era in punizione anche lei con le tette al vento e Maria Grazia le ha prese, come meritava. Poi le è venuto da fare la pipì e l’ha fatta in una bacinella in camera, io sono andata in cucina, Anna ha provveduto a farle un accurato bidet. Ora non ricordo bene cosa sia successo ma sono certa che lei ha detto a Anna che la sera prima avevamo depilato la madre, e Ida è finita sulle sue gambe. Io le ho tirato su il vestito, era già senza mutande e gliele abbiamo suonate con le mani e con la spatola. Perciò sei stata tu, non Elvira a mettere tua madre in difficoltà, non è finita qui, sono andata a rispondere al telefono, torno e trovo la signorina che sculacciava la madre. L’ho fermata e questa è la storia. Sei proprio brava a non prenderti le tue responsabilità, se tu non avessi detto nulla tua madre non sarebbe stata punita e nessuno avrebbe saputo della sua fica rasata. Cosa hai da dire in tua discolpa?” Ida si fece forza.” Le cose sono andate proprio così, le ho chiesto aiuto e lei mi ha detto – perché tu mi hai mai aiutato quando sono io a prenderle? Sei molto cattiva Maria Grazia e ora sei grande il mese entrante fai diciannove anni e ti comporti con bugie e marachelle come una bambina.” Maria Grazia non osava ribattere, era tutto vero quello che aveva raccontato la nonna. Elvira si voltò inviperita:” E volevi dare la colpa a me, che mascalzona!” Poi senza aspettare consensi la prese per un braccio e la fece mettere in piedi. Con un colpo alzò la gonna e senza che si potesse muovere, per la paura del padre e della nonna le fece scendere le mutandine e cercò di portarla verso il balcone. Qui lei si ribellò:” No, Elvira no, perdonami” La nonna rideva: ”Non vale la pena Elvira, per strada non c’è nessuno.” Allora Elvira la trascinò verso la porta di casa. Sul loro pianerottolo si aprivano altre due porte, pur se doveva fare uno sforzo enorme, per non farla scappare e per trascinarla. Aprì la porta di casa e suonò agli altri due appartamenti, In uno c’erano due sorelle anziane, nell’altro un militare in pensione. Aprirono e sugli usci comparvero le due vecchie zitelle e il militare. Intanto erano arrivati il padre e la nonna che prendeva tutto come una barzelletta; “Perdonateci, dobbiamo risolvere una questione familiare pochi secondi del vostro tempo. Il padre andò a dar manforte a Elvira. Ormai Maria Grazia le mutandine le aveva perse nell’essere trascinata fino alla porta, continuava a implorare:” No Elvira, no, ti chiedo perdono;” I vicini erano incuriositi, si avvicinarono:“Di che si tratta?” Elvira rispose :” Si tratta di come va trattata una bugiardella, somara, che pensa con una sola materia non possa venire bocciata, sarebbe la terza ripetenza, Ecco qui- e il padre la prese sotto il braccio con il sedere sporgente, le tirò su la gonna era siccome era senza mutande, comparve il culetto tondo e sodo, I vicini si avvicinarono e scoppiarono a ridere:” Ma è grande!” Elvira commentò, “ma non si comporta da tale” le assestò quattro o cinque sculacciate, “ Scusate il disturbo” Dissero padre e figlia ai vicini. Il militare rideva soddisfatto, “Una piacevole sorpresa, venite a suonare quando volete, so bene che le sculacciate in presenza di altri, specialmente se estranei, sono più salutari. Buonasera a tutti e ciao a te, bel culetto.” Disse prima di chiudere la porta e le signorine aggiunsero, “non saluta mai se ti incontra sulle scale neppure se la paghi, è davvero superba e indisponente, avete fatto bene a coinvolgerci. Fra le nostre famiglie c’è armonia, lei quando ci incontra passa dritta come se le avessimo fatto un torto.” Ognuno chiuse la porta, rientrando nella propria a casa. Maria Grazia appena libera era corsa in camera e si era buttata sul letto piangendo. Una vergogna indicibile quel vecchio marpione del militare e quelle due galline, le avevano visto tutto, si erano avvicinati alle natiche prese a sculacciate, ma il padre l’aveva messa in una posizione che mostrava pure la cosina, Con disperazione pensò che era rasata, solo pochi peletti cominciavano a ricrescere: “ Che vergogna, che terribile vergogna” gli altri presero posto di nuovo a tavola per mangiare la frutta. Poi tutti andarono a letto e Flavio si ritirò nello studio per finire alcune pratiche che avrebbe dovuto portare l’indomani in ufficio. Verso mezzanotte squillò il telefono, rispose subito:” Pronto” Non sapeva bene perché, ma aveva immaginato che fosse Sofia:” Sei matta? Vuoi proprio compromettermi, l’apostrofò con asprezza” La ragazza al solito si mise a ridere:” Tranquillo, i miei e mia sorella sono andati a Tivoli per uno spettacolo teatrale. Ho messo il ferretto alla porta, se tornano non possono entrare e devono suonare. Sono in camera mia, nuda, davanti allo specchio con la mia patatina aperta, ti vorrei qui.” Flavio sentì un forte calore, e continuò il gioco:” Le luci sono accese?” La ragazza rispose immediatamente, “Tutte caro mio, mi vedo bene, ecco sono sul letto, alzo le gambe e mi apro bene le natiche, il mio buchino è in primo piano con la mia fica” Flavio sospirò: “Non ti vergogni neppure un poco? Pensa di stare davanti a tanta gente che ti osserva, non hai una candelina da metterti nel culetto?” Sofia mugolò qualcosa:” Ti dirò mi infastidisce quella cosa nel culo, non mi piace” E Flavio ridacchiò, certo è un modo per fati capire che sei sottomessa, se non ti piace, piace a me. Quando ti vedo? Ma senza fare scherzi, non ti voglio aspettare a vuoto, potrei prendermi una giornata libera e potremmo andare in albergo, ne conosco uno carino che usiamo per gli impiegati che vengono in trasferta da altri paesi. Tu sulla carta di Identità risulti abitante a Guidonia, niente di strano se ti prendi una stanza” Sofia fu allegra come una bambina:” Bene, non ci avevo pensato, facciamo domani, ti aspetto quando finisci di lavorate.” E Flavio con naturalezza:” Io porto le candeline” Chiusero insieme la conversazione, Flavio si accarezzò il pene e lo sentì turgido. Poi mise a posto le carte e andò a letto . Ida era sveglia, vestita con una camicia da notte di seta, come sempre. Lo guardò con curiosità, “Sei allegro, hai qualche novità” Lui la guardò:” No nulla di nuovo, ma girati e appena lei si mise a pancia in sotto le sollevò la camicia, era senza mutande, con il suo bel culo in mostra. Lui era impietoso:” Credimi, mi dispiace che tutti ridano alle tue spalle, ma mi eccita sapere che pur non avendolo visto sanno di questo tuo culo sculacciato da mia madre e dalla serva.” Si chinò e la baciò sulle natiche, poi le aprì e andò con la lingua nel buchino. “Mi sono eccitato a sculacciarti davanti a mia madre e alle tue figlie, con questa bella rosa depilata. Ora tutti sanno che le prendi come una scolaretta, ce la fai a uscire per la strada e pensare che si parla di te, delle tue intimità? Quella Anna è tremenda ha detto pure che ti abbiamo depilata, dimmi che ti vergogni, dimmelo, fammi arrapare” lei si mise a piangere:” Non so se ce la farò a guardare in faccia la gente che sa tutte queste mie cose intime, al pensiero che tutte le mie amiche sanno che vengo trattata come una scolaretta. E son sicura che le cose sono state aumentate da quella vipera di Anna,” Flavio si affrettò a dirle,” ho parlato con mia madre, non rivuole i soldi, ma pretende che a ogni piccola mancanza e se non cominci a darti da fare in casa, fai qualche servizio, non passi il tuo tempo fra giornaletti e televisione ti fa sculacciare sul culo nudo da lei. Sta attenta a quello che fai, chiaro che Anna ci prova gusto, magari combina qualcosa e ti addossa la colpa.” Si chinò di nuovo su Ida. “ questo povero culetto, mi spiace non essere stato presente.” Dal comodino prese la candelina per infilarla nel buchino di Ida con dolcezza, ma la donna si mosse, “Stasera no, guarda che è fastidioso tenere questa cosa nel culo” lui ridacchiò: “apposta te la metto… se però vuoi chiamo mia madre e te la faccio mettere da lei, Ida diventò di tutti i colori, avere pure quella mortificazione, sarebbe stata davvero una cocente vergogna: ”no, va bene, ma quanto tempo devo tenerla?” Flavio stava massaggiando il buchino grinzoso, era pronto e lui la infilò piano piano, ma completamente:” la terrai per tutta la notte e se domattina vedo che è uscita, la terrai pure la prossima notte.” Ida affondò la faccia nel cuscino e pianse, mentre il marito le stropicciava la vagina ancora senza peli e pensava:” ma la fica di Ida era bella come quella di Sofia? Non ricordo, ora sembra un carciofo tutta aperta, scura, slabbrata e fra i peli, ha ragione nostra figlia, c’è qualche filo bianco.
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