Lucia schiava libera 6

di
genere
dominazione

LUCIA SCHIAVA LIBERA 6

Racconto di fantasia


Di quel giorno in fattoria ricordo poi che mi tolsero tutto tranne il plug e senza pulirmi mi caricarono nel bagagliaio della mia auto, ricordo che mi lasciarono fuori da casa e se ne andarono, non so come sono entrata in casa ma la mattina dopo mi sono svegliata sul pavimento mentre suonava il telefono, era la donna della coppia di ieri che mi ricordava l’appuntamento con il ginecologo, mi diceva di andarci con un vestito corto e tacchi, la ringraziai per la sveglia e per l’esperienza del giorno prima e gli ribadii che ero pronta per essere messa all’asta.
Tolsi il plug e dopo essermi scaricata mi sono pulita solo la faccia e sistemata i capelli ed andai dal ginecologo che sentivo ancora bruciare culo figa e bocca, ero in ritardo e mi accolse subito rimproverandomi per il ritardo, è giovane ma grasso e brutto, mi chiede il perché della visita e gli confesso del sesso estremo di ieri, con modi bruschi mi dice di spogliarmi e mettermi sul lettino, lò fatto li sul posto lasciando scarpe e vestito sul pavimento.

E’ molto brusco sia nel toccare che nel parlare, commenta e mi insulta spesso dandomi della puttana e masochista, io per la situazione mi eccito e lui se ne accorge e mi insulta ancora.
Comunque mi fa varie lavande a base di latte sia alla figa che al culo, poi mi porta nel bagno dove mi fa fare due clisteri da 2 litri, sempre insultandomi mi fa fare anche la doccia perché dice che puzzo come una vacca io rido e dico “veramente sono stata una cavalla”, lui mi da un forte schiaffo e mi dice di non fare la spiritosa, una volta lavata mi fa rivestire senza farmi asciugare e dopo avermi date delle ricette di anti infiammatori e dato appuntamento per la mattina dopo mi caccia fuori dallo studio che ancora gocciolo.

Mi ritrovo in strada fradicia eccitata e affamata, decido di sedermi in un bar e finalmente mangio e ne approfitto per chiamare Maria la signora della casa delle aste e gli racconto del ginecologo, lei se la ride ed anche lei mi insulta ma mi dice di tenerlo come ginecologo fisso e domani di andare con un clistere da mezzo litro tappato dal plug e con i tacchi più alti che ho, con lo stesso vestito di oggi e con i campanellini sui capezzoli, al solo pensiero di rivivere questa mattinata di umiliazione mi eccito e bagno la sedia del bar.
Il giorno dopo mi presento all’appuntamento come da disposizioni della signora Maria, puntuale ed eccitata sono nella sala d'aspetto del ginecologo che proprio in quel momento arriva ad aprire lo studio, come mi vede mi insulta e mi fa mettere subito nuda sul lettino e vedendo il plug e la pancia gonfia comincia a toccarla e schiacciarla, più mi lamento e più mi insulta e più mi schiaccia la pancia, va avanti per molto tempo ma quando passa a controllarmi la figa trova un lago di umori, dopo altri insulti mi fa una lavanda alla figa e poi mi porta in bagno per due clisteri da 1 litro ed il secondo me lo tappa con il plug, mi da appuntamento per il giorno dopo e mi caccia fuori nuda e con i vestiti in mano.

Li nella sala d’aspetto vuota chiamo Maria ma mi risponde il marito Marco, gli racconto tutto lì nuda ed eccitata, lui è molto contento e mi dice di scendere in strada nuda che loro sono lì ad aspettarmi, scendo di corsa anche se impacciata dal clistere, loro mi aspettano alla porta ed appena uscita mi fanno mettere il vestito ma si tengono le scarpe, andiamo in un bar affollato sulla spiaggia. Li si fanno raccontare un po’ della mia vita passata e presente mentre mi obbligano a bere una birra fredda ed acqua gelida. Alla fine del racconto non ce la faccio più e chiedo di potermi liberare dal clistere e dalla pisciata, acconsentono ma devo farlo andando in mare e raggiungendo la boa più vicina, mi danno gli ordini per il dopo e per la visita del giorno successivo, pagano e se ne vanno con le mie scarpe.

A fatica raggiungo la spiaggia libera e tra gli sguardi della gente vado in acqua vestita e nuoto fino alla boa che per fortuna è vicina e finalmente mi libero, poi mi tolgo il vestito e torno a riva, sul bagnasciuga mi rivesto con tutti gli sguardi addosso, arriva anche un bagnino che mi rimprovera a voce alta e così ho ancora più sguardi addosso mentre mi incammino sulla spiaggia e mi stendo sulla sabbia, come da ordini mi asciugo li al sole girandomi e riempiendomi di sabbia.

A mezzogiorno come da istruzioni mi avvio alla mia auto e trovo le chiavi dove mi avevano detto tolgo il vestito e lo lascio per terra, guido nuda nel traffico della via aurelia per 20 chilometri tra strombazzate ed insulti ai semafori.

La mattina dopo mi preparo come da istruzioni, cisterne da mezzo litro e plug, campanelle e pesi sui piercing che ho sul clito e capezzoli, con delle pinzette ed elastici apro le grandi e piccole labbra, in bocca metto i fantasmini che ho usato questa settimana per fare jogging, mi metto i miei sandali con tacco 16, metto una canotta bianca e larga che mi arriva poco sotto i glutei, esco senza borsetta cellulare soldi e documenti, lasciando le chiavi di casa sotto lo zerbino e mi incammino verso la stazione dei treni.

Il viaggio a piedi ed in treno è molto umiliante e doloroso per via dei tacchi del plug e della pancia e della tanta strada da fare per arrivare alla stazione, ho gli sguardi di tutti addosso e molti mi insultano, finalmente arrivata all’entrata del palazzo del ginecologo trovo Maria che mi aspetta e poco dopo arriva Marco che dice di avermi seguito e controllato a distanza.

Mi fanno spogliare li in strada e mi mandano su dal ginecologo, questa volta nella sala d’ attesa trovo una signora anziana seduta alla scrivania, feci cenno se potevo entrare ma mi disse di aspettare che suo figlio era occupato, dopo qualche minuto e molte domande della signora a cui non potevo rispondere per via dei calzini in bocca uscì una signora che mi squadrò da capo a piedi e se ne andò dicendo qualcosa di sicuramente offensivo in dialetto genovese, uscì il ginecologo che insultandomi mi trascino dentro e con brutalità mi mise sul lettino e cominciò ancora a schiacciare la pancia molto forte e provocandomi molto dolore ma anche molta eccitazione, dopo la solita lavanda alla figa mi controlla anche i seni molto energicamente poi mi trascina in bagno per i soliti clisteri con l’ultimo da 1 litri ancora tappato dal plug, prima di congedarmi mi trascina fuori e dice alla madre di mettermi un appuntamento per la settimana dopo che deve saggiare l’apertura dei miei buchi poi mi spintona fuori nelle scale, scendendo mi rendo conto che sto bagnando le scale con i miei umori.

Alla porta trovo Maria e Marco che mi mettono la canotta e mi trascinano ancora al bar sulla spiaggia, li mi fanno togliere i calzini dalla bocca e metterli nella figa poi gli racconto il tutto e mi dicono che mi daranno istruzioni per la prossima visita, poi mi raccontano delle loro aste di schiave e che se volevo potevano organizzare per il mese successivo, ovviamente ho accettato senza indugio e dopo avermi fatto scaricare nel bagno del bar mi hanno portato alla loro auto e nuda mi hanno fatto entrare nel bagagliaio, mi hanno incaprettata molto stretta con delle fascette da elettricista e sono partiti, mi hanno scaricata a casa mia e sono rimasti in casa con me ed ancora incaprettata ho dovuto raccontargli ancora molto della mia vita, poi mi hanno frustata e bastonata insistendo molto sulla figa aperta, dopo avermi liberato e se ne sono andati, sono rimasta sul pavimento a pensare e fantasticare sulla mia attuale situazione di schiava libera, ho dovuto darmi piacere per sfogare la tutta l’eccitazione che avevo.

Poche ore dopo Giovanni mi ha chiamata al lavoro al suo ristorante, ma durante il servizio da cameriera mi sento molto stanca ed ho commesso vari errori rovesciato anche un vassoio con 4 birre, Giovanni si è molto arrabbiato e davanti ai clienti mi ha insultata pesantemente, a fine servizio da lavapiatti mi ha ordinato di passare lo straccio 3 volte in tutta la sala e di essere a servizio ogni fine settimana dal venerdì a domenica, quando finalmente ho finito di passare lo straccio erano arrivate le quattro di notte.

La mattina dopo alle sette Olga mi ha trovata ancora a letto che dormivo e presa a male mi ha fatto sgobbare fino alle due del pomeriggio punendomi spesso con sberle e bastonate per via della mia lentezza dovuta alla stanchezza, a fine lavori mi ha comunicato che da ora in poi avrei lavorato al posto suo nelle pulizie delle case che faceva per l’agenzia, praticamente avrei lavorato 25 ore a settimana.

Queste accelerazioni mi fanno preoccupare del mio futuro, sia per sistemare i vari impegni che stanno aumentando in modo quasi esponenziale, che per la mia tenuta fisica ad essere usata così intensamente.

Ho chiesto un incontro a Maria e Marco che sono venuti a trovarmi subito ed ho chiesto loro consiglio su come impostare la mia vita da schiava libera, sento che ho bisogno di una guida ma non di un padrone, chiesi a loro se potevano essere la mia guida ma purtroppo un po’ per la lontananza ma soprattutto per i loro impegni di lavoro, lui medico affermato e lei professoressa universitaria, però mi dissero che potevano trovarmi un Tutore.

Mi spiegarono che doveva essere una specie di segretario/guardia del corpo/angelo custode. Insomma una figura che facesse la parte organizzativa e di protezione che solitamente il padrone fa, non dovrei ubbidirgli ma sarebbe lui a tenermi controllata ed a controllare chi mi usa, senza essere una figura presente H24 come solitamente fa un padrone.
Mi assicurarono che sarebbe stato discreto così ho accettato di avere un Tutore, di lui ve ne parlerò più avanti.

Mi hanno anche spiegato molto bene le modalità delle aste ma non ho voluto sapere dei limiti che loro imponevano ai loro fidati clienti, ne ho voluto metterne limiti io, voglio essere all'oscuro di quello che mi succederà e per quanto tempo sarei stata usata.


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asigno.luc@gmail.com
scritto il
2024-01-30
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