Maria Grazia

di
genere
dominazione

Maria Grazia
Quando la madre l’avrebbe considerata troppo grande per le sculacciate? Le aveva prese fin da quando ricordava, ma ora aveva quasi 19 anni, sculacciata per cose di scarsa importanza, era troppo vergognoso. Non era una ragazza difficile, ma se la madre era nervosa, e questo accadeva spesso, insoddisfatta della sua vita, specialmente per i rapporti tesi e di sudditanza con la suocera, un marito padrone che la trattava male, era facile che si sfogasse con lei. A 14 anni aveva pensato che quell’affronto finisse, invece capitava che a volte, con grande imbarazzo si era trovata distesa sulle gambe della madre, molto più alta e forte di lei, sculacciata sulle mutandine, o addirittura col sederino messo a nudo. La madre era una donna tremenda, ricordava quando a quasi 13 anni, alla villa comunale, piena zeppa di persone, perché non voleva andare a casa e restare ancora a giocare, la madre l’aveva messa a angolo retto, con un braccio la teneva immobile, aveva buttato a terra la borsetta e con l’altra mano aveva tirato la gonnellina scozzese fino alla vita, erano state inutili le sue grida: ” perdonami, andiamo via subito, come vuoi tu, non lo faccio più, ti prego, no, no, - e la mano della madre si era fermata dal dare colpi, per prendere l’elastico delle mutandine e portarle fino alla piega delle natiche, - no, ti prego non mi togliere le mutandine!”, purtroppo si era fatto un capannello di adulti e bambini, le donne grandi erano le più perfide, facevano una risata anche se nulla c’era di spiritoso, aumentando il suo disagio, e quando la madre aveva finito, si era tirata su, ma non si sapeva se era più rosso il suo viso o il culetto. Era stato vergognoso, abbassarsi per tirar su le mutande, mentre la madre diceva: questo si usa a casa nostra, ogni capriccio, sederino al vento e una bella dose di sculacciate. Una donna aveva detto ridendo, ma non era scoperto solo il culetto, spalancava le gambe e abbiamo visto tutto, la fessura e il buchetto grinzoso. Lei aveva preso la mano della mamma e aveva cercato di fuggire. La cosa era stata così violenta che nei giorni appresso aveva avuto qualche linea di febbre. Questo castigo, non le veniva inflitto solo dalla madre, ma dalla nonna e ahimè, pure dal padre, da lui era più cocente, e doloroso, l’uomo aveva mani grandi e una forza tutta maschile. Una punizione molto umiliante che forse era una maniera di usarla per qualche giochetto che faceva con la moglie nei momenti intimi. Da fuori sembravano quasi perfetti, ma come tutte le famiglie nascondevano cadaveri nell’armadio. Ora era una donna, ancor più grande la sorella di 26 anni, certo le punizioni erano molto più rare, era cresciuta ed era una ragazza a modo, ma non erano finite completamente. La madre di Maria Grazia di solito ci pensava lei a farle il culetto rosso, se si asteneva era peggio, lo avrebbe detto al padre quando tornava dall’ufficio e ci avrebbe pensato lui. L’ultima volta che le era le era stata inflitta questa punizione dal padre, era l’anno prima, aveva quasi diciotto anni, correndo aveva urtato un vaso su un tavolinetto che cadendo si era rotto in mille pezzi. E aveva captato nel padre uno strano piacere nel metterla a nudo e toccarla le natiche con le sculacciate. Purtroppo quella volta c’era stata un’aggiunta vergognosa, non era finita lì, per qualche minuto l’aveva messa contro il muro, e costretta togliersi la gonna con le mutande alle ginocchia. Non era una cosa normale e anche ora che aveva quasi diciannove anni e la sorella ventisei, il padre per scherzare le toccava sul sedere le bloccava e le accarezzava sulle natiche, le strizzava con un piacere che si percepiva, metteva le mani sotto le gonne, ma non toglieva le mutandine, era comunque un gesto osceno, che un padre non deve mai permettersi di fare con le figlie, oppure cercava di infilare le mani nella scollatura per accarezzare i seni che la grande aveva già sviluppati e a Maria Grazia stavano diventando belli, quasi fossero di marmo. Loro si dimenavano, ma l’uomo riusciva nell’intento. Era molto porcellone il padre, le punizioni per qualcosa che avevano fatto erano spesso scuse, per toccarle sul culetto sodo, coperto da mutandine minuscole. Pensare che era considerato un uomo molto a modo, lo stimavano tutti, nessuno poteva pensare che cercasse di toccare le figlie nelle parti intime, specialmente sul sedere. A volte faceva cose che mettevano in ridicolo pure la moglie, le tirava fuori il seno dal reggiseno e le faceva fare le faccende con le tette al vento. E lei non poteva ribellarsi, altrimenti erano schiaffi. Per quanto chi poteva dire che da ragazzo non facesse lo stesso con la sorella più piccola di lui, di due anni? Elvira, la sorella di Maria Grazia ricordava quando la zia abitava con loro, prima di sposarsi e trasferirsi nelle Marche, di certe battute dette a metà, lei aveva intuito che fra loro c’era uno strano rapporto che forse con l’esser fratelli poco c’entrava. Si ricordava di certi giorni in cui il padre e la zia si chiudeva in camera e uscivano dopo tanto, quando la madre era assente per fare spese o commissioni, aveva detto questa sua sensazione a Maria Grazia un giorno che le era venuto da piangere perché il padre l’aveva presa di soppiatto e le aveva accarezzato le natiche sulle mutandine, molto leggere, quasi le aveva scostate, toccandola a nudo. Era rimasta tanto male e si era confidata con la sorella su cose indecenti a cui aveva assistito da ragazzina. Picchiare le donne era sua abitudine da sempre, anche la sorella aveva avuto botte da lui, ma non avevano mai saputo se l’aveva sculacciata. Un uomo davvero strano, un giorno stava in camera con la moglie e li avevano sentiti litigare poi la porta si era aperta e la madre era uscita fuori con una sottanina leggera che stava infilandosela e le copriva il seno, da lì in giù era nuda, ma era scappata via dal marito… chissà cosa era successo. Colmo della sfortuna era inciampata e era finita a terra, involontariamente aveva spalancato le gambe, mostrando le grandi labbra della vagina aperte, e il fiore del piacere nascosto. Tutto davanti alle figlie che erano accorse a vedere cosa era successo e alla suocera che all’epoca era ancora a casa loro, poi era andata a abitare con l’altra figlia. Altra donna tremenda, invece di aiutare la nuora si era messa a ridere:” Mai potevo immaginare di vederti la patata spalancata.” L’uomo l’aveva raggiunta ma si era calmato, aveva cercato di tirar su la moglie che prima si era messa in ginocchio aprendo le natiche e mostrando il buchino grinzoso. La scena di quel giorno, non aveva giustificazioni, potevano continuare a litigare in camera senza dare spettacolo, non era cosa da fare davanti alle figlie, lui doveva calmarsi, non permetterle di uscire dalla stanza, doveva fermarla, non mandarla fuori praticamente nuda, davanti a tutti, l’aveva umiliata e svergognata, questo portò la donna a essere più aspra con Maria Grazia, lei era il capro espiatorio delle sue frustrazioni. Pure la figlia più grande era rimasta interdetta a vedere la madre con le parti intime al vento, lei era stata più rispettata di Maria Grazia, perché l’avevano sempre difesa la nonna e la zia, prima di sposarsi abitava con loro, i toccamenti del padre doveva subirli anche lei, tutto però finiva lì, e quel giorno aveva avuto pena nel guardare la madre completamente scoperta nelle parti intime. E la nonna che diceva? Sapeva che il figlio era un mezzo maniaco? Non si era mai capito, quando spogliava la moglie o toccava le figlie, stava zitta come se non vedesse lo scandalo che accadeva davanti a lei a vedere la nuora nuda davanti a tutti aveva riso, per meglio umiliarla e svergognarla, questo portò la madre a essere più aspra con Maria Grazia, lei era il capro espiatorio delle sue frustrazioni. Però dopo pochi giorni la nonna era andata nelle Marche e per un eccesso di traffico, causa di una manifestazione la povera Elvira era tornata a casa con due ore di ritardo. Sperava che il padre non fosse rientrato, invece quel giorno non era andato a lavorare nel pomeriggio e chissà da quanto tempo sperava di poter avere un incontro ravvicinato con lei. La chiamò dalla stanza da letto, la ragazza cominciò a scusarsi, ma lui mise un dito sulle labbra facendole segno di star zitta, con dolcezza le disse: “Vieni qua” La moglie che conosceva i vizi del marito si intromise: “ No, lei è grande, non puoi…” ma l’uomo aveva tolto libri e borsetta dalle mani della ragazza, poi con un colpo l’aveva sdraiata a pancia in giù sul letto e mentre la teneva ferma, le aveva tirato su la gonna. La ragazza aveva cominciato a piangere, Maria Grazia era accorsa, le aveva sempre prese lei, era contenta che una volta toccasse pure alla sorella che non era la santarellina che tutti credevano. Il padre non disse nulla, avere un pubblico gli faceva piacere, la punizione era più efficace. Teneva Elvira ferma, poi lentamente per aumentare il disagio e la vergogna, prese l’elastico delle mutandine e lo fece arrivare alle ginocchia. Ancora nessun colpo, ma la ragazza cominciò la vergognosa danza delle natiche, inarcando la schiena e mettendo in mostra prima di tutto il buchetto, poi in primo piano le grandi labbra che si aprivano, e il padre le diede un colpo sul culo, “ vai giù, ancora non ho cominciato, potevo pure perdonarti, ma questa tua resistenza mi fa capire che non hai ben in mente il grave danno che hai fatto, eravamo tutti preoccupati e tu ti lamenti pure per due sculacciate. Bella la tua albicocca, mi piace, muoviti così me la fai vedere meglio.” Elvira capì l’errore che stava facendo e si mise a pancia in giù, con le gambe chiuse. Il padre fece un cenno alla moglie che cercò di ribellarsi:” No Fabio, è grande, guardala è una donna. L’uomo le rivolse uno sguardo feroce e la donna si sedette vicino alla figlia mettendole un braccio sulla schiena, per immobilizzarla. Il padre le diede uno sculaccione forte e le disse:” Che bel boschetto rossastro abbiamo qui, cosa nasconde? Prima abbiamo visto tutto, ora fai la vergognosa, ti nascondi? Le aprì le natiche accarezzando il buchino.” E giù un altro sculaccione. Maria Grazia era dispiaciuta da una parte, ma la sorella non aveva mai cercato di difenderla quando era lei in quella posizione e il viso le diventò di brace a pensare che pure lei, tutte le volte che le prendeva, aveva mostrato tutte le sue intimità. Il padre ora sculacciava a ritmo, senza picchiare sullo stesso punto per non anestetizzare, colpi dati in più punti, con qualche secondo di pausa. Non gliene diede poi tanti. Maria Grazia ne aveva sempre presi di più, ma a lui era venuto in mente un altro modo per punire Elvira. Si fermò e la prese per un braccio facendola scendere dal letto. La gonna era tutta tirata su e lui le prese il ciuffetto dei peli e lo tirò, ma senza fargli male. “ Ho deciso che così va bene, basta, ma togliti la gonna. Lei cercò di ribellarsi, il padre la girò subito dandole bei colpi assestati sul culo. La ragazza obbedì. La madre e Maria Grazia guardarono le nudità della ragazza, era vergognosa, però obbedì. Il padre la portò in un angolo e la mise con la faccia contro il muro. Le accarezzò il culetto rosso:” Questa sciocca ragazza che si fa sculacciare come una bimba e ha già 26 anni. Vedi di non parlare, orami il danno lo hai fatto, piangi pure quanto vuoi, ma sta ferma qui con le mani sulla testa. La ragazza lo guardò stravolta:” Ma sono nuda” “e così devi stare, fino a quando decido io.” Elvira pianse più forte e il padre le diede altri colpi sul culetto, “ Tua zia Marcella e tua cugina abitano al palazzo affianco, che dici le facciamo venire? Facciamo vedere questo culetto rosso, ti metto sulle mie ginocchia e mostriamo buchetto e l’ albicocca spalancata? Non mi ci vuole nulla a fare una telefonata” Elvira capì che non aveva scampo, piangendo si voltò contro il muro, col culetto scoperto alla vista non solo del padre, ma pure della madre e la sorella. Così fu lasciata per due ore e nei giorni seguenti dovette sopportare il padre che motteggiava ricordando tutte le sue cosine esposte per tanto tempo. La vergogna le arrossava subito il viso, ma non poteva ribellarsi, altrimenti c’era sempre la minaccia di dare qualche altra sculacciata, questa volta in presenza della zia e della cugina.




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2024-01-28
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