Le nostre Domeniche
di
Abel81
genere
sentimentali
Le nostre Domeniche
Passa così velocemente il tempo, stagioni e momenti, lasciando quel senso di impotenza, di una lotta impari che siamo destinati a perdere, pensò Vito appoggiato con la testa sulla nuda pancia di Fragola. Giocherellava con i suoi peli pubici nel silenzio dopo l’amore.
“A che pensi?” chiese lei accarezzandogli la testa.
“Niente, inutili dubbi filosofici. O pseudo filosofici” rispose Vito.
La stanza era calda e si stava bene nudi, uno sopra l’altro, a sprecare tempo, sognando cose.
“Ci starebbe un bel gelato” sospirò Fragola.
“Qualcuno l’ha finito ieri sera” ironizzò Vito.
Fragola gli diede una leggera pacca sulla testa in segno di disappunto. Le loro Domeniche erano sempre così, lente, quasi immobili, una lotta per riprendersi il proprio tempo, rubato e vittima dalla routine settimanale, che già li attendeva il giorno dopo. Vito stuzzicò il clitoride di Fragola che subito rispose presente.
“E’ solo un test. Tranquilla” scherzò Vito.
“Sei scorretto, non si fanno queste cose o meglio se si fanno si va fino in fondo” rispose ridendo lei.
Il caso, o forse il destino, li aveva fatti incontrare sedici anni prima e da allora non si erano più lasciati. Stavano insieme e si bastavano anche se erano lontani dalla perfezione, dalla coppia modello, dai selfie allegri su Instagram. Forse era questo il motivo per cui la storia continuava negli anni. Dubbi sorgevano spontaneamente ad entrambi di tanto in tanto, in un mondo di infinite possibilità come era il mondo moderno, era quella la loro scelta migliore? Vito baciò per la millesima volta l’ombelico di Fragola, per poi risalire verso i suoi abbondanti seni e affondandoci il viso dentro.
“Voglio vivere qui” disse lui.
“Ahahah sarebbe un po' scomodo non credi?”
“No, no, sarebbe perfetto” disse Vito e si mise in bocca un capezzolo già duro.
“Questa è la seconda provocazione. Alla terza è guerra, ti avviso” finse di lamentarsi Fragola.
“Se fosse la nostra ultima domenica la vorresti passare così?” chiese Vito tutto d’un tratto.
“Ecco, mi fai passare tutta la libido” sbuffò lei.
“Dai, dimmi cosa vorresti fare” la incalzò lui.
“Potremmo stare così certo. Oppure potremmo farci un bel giretto in qualche posto romantico. Oppure andare al ristorante. Lo sai che, quando c’è di mezzo il cibo sono sempre contenta. Ci sono tante possibilità, non so bene cosa sceglierei”.
“Io invece lo so. Vorrei stare così, insieme, nudi tutto il tempo” rispose convinto Vito.
“Senza fare niente di niente?” lo stuzzicò lei.
“Beh, in effetti potrei mordicchiarti un po' qui, oppure qui” disse lui mordendole piano il braccio e la spalla per poi finire a baciarle il collo.
“Terzo attacco, terzo attacco è guerra” disse lei simulando una specie di lotta corpo a corpo.
“E’ guerra sia, sono ben armato” disse Vito mostrandole il cazzo già duro.
“Fammi provare a disinnescare quell’arma” disse Fragola iniziando a succhiare il suo cazzo. Si ritrovarono in uno strano sessantanove dove Vito affondava la faccia dentro la figa di Fragola e lei che cercava di ingoiare tutto il suo cazzo. Forse siamo messi al contrario pensò Vito che in effetti di solito stava sotto.
“Mettimelo dentro” disse Fragola togliendosi il cazzo di bocca.
Quando facevano sesso la voce di Fragola cambiava e anche se diceva porcate aveva un tono più dolce e più basso del normale. A Vito questa cosa lo faceva impazzire.
Fragola si mise con la schiena sul materasso e Vito le chiuse le ginocchia portandole poi verso il viso di lei. In questa maniera la figa sembrava uscire direttamente dalle cosce strette. Era bagnatissima e per Vito era facile penetrarla a fono. Si mise poi le sue ginocchia sulle spalle in modo da poterle mordere i polpacci durante l’amplesso.
“Mi piace essere in tuo potere” le disse Fragola.
A queste parole Vito la fece girare con la pancia sul materasso. Fragola si allargò bene le natiche con le mani e Vito senza fatica fu di nuovo dentro di lei. Tutto il peso del corpo di Vito premeva sulla schiena di Fragola che godeva come una pazza ad ogni suo affondo.
“Vengo, non fermarti” disse Fragola stringendo una mano di Vito.
Fragola venne in maniera vigorosa e Vito la raggiunse poco dopo svuotando il suo carico di orgasmo dentro di lei, fino all’ultima goccia.
Dopo di che si accasciò inerme sulla schiena di Fragola e restarono in silenzio a godersi quel momento di pace.
“Pensi troppo” disse infine Fragola.
“lo so” bisbigliò lui.
Si misero di fianco stesi sul letto e Fragola appoggiò la testa sul petto di Vito. Le nostre Domeniche pensò Fragola.
“Sai non era male la tua idea in realtà. Un’ ultima Domenica in intimità. Io e te fuori dal mondo, nel nostro mondo. Mi piace, mi hai convinta, contento?” chiese Fragola.
Ma Vito già dormiva, arresosi alla stanchezza dell’amore, respirando il profumo dei capelli di fragola e cullato dal ritmo del suo respiro.
Passa così velocemente il tempo, stagioni e momenti, lasciando quel senso di impotenza, di una lotta impari che siamo destinati a perdere, pensò Vito appoggiato con la testa sulla nuda pancia di Fragola. Giocherellava con i suoi peli pubici nel silenzio dopo l’amore.
“A che pensi?” chiese lei accarezzandogli la testa.
“Niente, inutili dubbi filosofici. O pseudo filosofici” rispose Vito.
La stanza era calda e si stava bene nudi, uno sopra l’altro, a sprecare tempo, sognando cose.
“Ci starebbe un bel gelato” sospirò Fragola.
“Qualcuno l’ha finito ieri sera” ironizzò Vito.
Fragola gli diede una leggera pacca sulla testa in segno di disappunto. Le loro Domeniche erano sempre così, lente, quasi immobili, una lotta per riprendersi il proprio tempo, rubato e vittima dalla routine settimanale, che già li attendeva il giorno dopo. Vito stuzzicò il clitoride di Fragola che subito rispose presente.
“E’ solo un test. Tranquilla” scherzò Vito.
“Sei scorretto, non si fanno queste cose o meglio se si fanno si va fino in fondo” rispose ridendo lei.
Il caso, o forse il destino, li aveva fatti incontrare sedici anni prima e da allora non si erano più lasciati. Stavano insieme e si bastavano anche se erano lontani dalla perfezione, dalla coppia modello, dai selfie allegri su Instagram. Forse era questo il motivo per cui la storia continuava negli anni. Dubbi sorgevano spontaneamente ad entrambi di tanto in tanto, in un mondo di infinite possibilità come era il mondo moderno, era quella la loro scelta migliore? Vito baciò per la millesima volta l’ombelico di Fragola, per poi risalire verso i suoi abbondanti seni e affondandoci il viso dentro.
“Voglio vivere qui” disse lui.
“Ahahah sarebbe un po' scomodo non credi?”
“No, no, sarebbe perfetto” disse Vito e si mise in bocca un capezzolo già duro.
“Questa è la seconda provocazione. Alla terza è guerra, ti avviso” finse di lamentarsi Fragola.
“Se fosse la nostra ultima domenica la vorresti passare così?” chiese Vito tutto d’un tratto.
“Ecco, mi fai passare tutta la libido” sbuffò lei.
“Dai, dimmi cosa vorresti fare” la incalzò lui.
“Potremmo stare così certo. Oppure potremmo farci un bel giretto in qualche posto romantico. Oppure andare al ristorante. Lo sai che, quando c’è di mezzo il cibo sono sempre contenta. Ci sono tante possibilità, non so bene cosa sceglierei”.
“Io invece lo so. Vorrei stare così, insieme, nudi tutto il tempo” rispose convinto Vito.
“Senza fare niente di niente?” lo stuzzicò lei.
“Beh, in effetti potrei mordicchiarti un po' qui, oppure qui” disse lui mordendole piano il braccio e la spalla per poi finire a baciarle il collo.
“Terzo attacco, terzo attacco è guerra” disse lei simulando una specie di lotta corpo a corpo.
“E’ guerra sia, sono ben armato” disse Vito mostrandole il cazzo già duro.
“Fammi provare a disinnescare quell’arma” disse Fragola iniziando a succhiare il suo cazzo. Si ritrovarono in uno strano sessantanove dove Vito affondava la faccia dentro la figa di Fragola e lei che cercava di ingoiare tutto il suo cazzo. Forse siamo messi al contrario pensò Vito che in effetti di solito stava sotto.
“Mettimelo dentro” disse Fragola togliendosi il cazzo di bocca.
Quando facevano sesso la voce di Fragola cambiava e anche se diceva porcate aveva un tono più dolce e più basso del normale. A Vito questa cosa lo faceva impazzire.
Fragola si mise con la schiena sul materasso e Vito le chiuse le ginocchia portandole poi verso il viso di lei. In questa maniera la figa sembrava uscire direttamente dalle cosce strette. Era bagnatissima e per Vito era facile penetrarla a fono. Si mise poi le sue ginocchia sulle spalle in modo da poterle mordere i polpacci durante l’amplesso.
“Mi piace essere in tuo potere” le disse Fragola.
A queste parole Vito la fece girare con la pancia sul materasso. Fragola si allargò bene le natiche con le mani e Vito senza fatica fu di nuovo dentro di lei. Tutto il peso del corpo di Vito premeva sulla schiena di Fragola che godeva come una pazza ad ogni suo affondo.
“Vengo, non fermarti” disse Fragola stringendo una mano di Vito.
Fragola venne in maniera vigorosa e Vito la raggiunse poco dopo svuotando il suo carico di orgasmo dentro di lei, fino all’ultima goccia.
Dopo di che si accasciò inerme sulla schiena di Fragola e restarono in silenzio a godersi quel momento di pace.
“Pensi troppo” disse infine Fragola.
“lo so” bisbigliò lui.
Si misero di fianco stesi sul letto e Fragola appoggiò la testa sul petto di Vito. Le nostre Domeniche pensò Fragola.
“Sai non era male la tua idea in realtà. Un’ ultima Domenica in intimità. Io e te fuori dal mondo, nel nostro mondo. Mi piace, mi hai convinta, contento?” chiese Fragola.
Ma Vito già dormiva, arresosi alla stanchezza dell’amore, respirando il profumo dei capelli di fragola e cullato dal ritmo del suo respiro.
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