Il mio ricordo dell'ultima notte a Barcellona

di
genere
etero

E' la prima volta che scrivo un racconto erotico. Ci tengo a dire che quello che voglio scrivere è realmente accaduto, colorato con qualche aggettivo di troppo. Non sono una grande scrittrice perciò proverò a raccontare nel modo più fedele possibile quello che ricordo.

Avevo 21 anni e ai tempi la vita era decisamente più spensierata. Avevo appena iniziato il mio tirocinio a Bologna, trasferita da Genova dove lasciai quello che fu il mio "fidanzatino" dell'epoca. La mia migliore amica, che qui chiamerò Giulia, proseguì gli studi e andò per 9 mesi in Erasmus a Barcellona. Anche lei, dopo un ingenuo tentativo di salvare la coppia che durò solo un paio di mesi, lasciò il suo ragazzo. Lei era più romantica e idealista di me. Credeva nell'amore puro ed era molto innamorata. Però le storie a distanza si sa, fanno crollare anche i castelli più robusti.
Su questo eravamo molto diverse perchè io al contrario ero molto più disincantata, non volevo stringere troppo le relazioni, e finivo per cambiare spesso "stato sentimentale". Anche fisicamente eravamo diverse: io sportiva, non tanto alta, carnagione chiara, bel viso occhi verdi, rossa di capelli, poco seno ma ben piazzato, un bel culetto nemmeno tanto piccolo, a quei tempi un paio di tatuaggini discreti, qualche piercing, da ragazza avevo l'anello al naso, mi piaceva molto; lei bionda, decisamente più alta di me, bel petto prosperoso, forse qualche "chilo" di troppo sulle natiche, comunque anche lei ben proporzionata, una bella ragazza. Però quello che univa veramente me e Giulia era la nostra disinvoltura nel parlare di sesso e delle nostre esperienze e la nostra empatia ed ammirazione reciproca qualsiasi cosa facessimo, errori compresi. Nonostante ai tempi lei fosse stata solo con due ragazzi, o forse proprio per questo, aveva molta più fantasia e disinvoltura ed è stata per me un punto fermo nella mia crescita, anche sessuale. Tanto più che le nostre prime esperienze, attorno ai 16 anni, furono agli antipodi: per lei super stimolanti ed appaganti con quello che fu il suo primo fidanzatino, mentre per me all'inizio fu un mezzo disastro. Ero molto impacciata e cercavo sempre il suo aiuto per sapere come approcciarmi anche solo ai preliminari. Col tempo mi sono sciolta e devo dire che in quegli anni mi sono divertita parecchio, senza particolari eccessi se non qualche episodio estivo che ha consacrato la mia consapevolezza ed autostima e di cui faccio tutt'ora tesoro nei miei momenti di intimità personale.
Ho preso coraggio quando ho capito che i ragazzi mi cercavano con insistenza proprio perchè mi vantavo di non riuscire a tenere in piedi una storia seria. Chi invece ha provato ad entrare un pò più nel profondo ha trovato solo tanta borea e superbia. Col tempo ho capito che mi hanno aiutato più loro a contribuire alla mia lenta maturazione sentimentale di tanti "scopatori della domenica".

Oggi sono felicemente mamma, un pò meno felicemente moglie e la mia vita, come quella di tante mamme sulla trentina, si ritrova ad essere l'ombra di quella che era, appena qualche anno fa. Tra il lavoro e la vita familiare è inutile nascondersi: quando mi guardo indietro provo molta nostalgia. Questa sera provo a mettere per iscritto quello che ricordo di un periodo della mia vita, ed in particolare di una delle serate più eccitanti, ricordando degli episodi avvenuti quella sera a cui faccio segretamente ricorso in modo ricorrente quando provo a trovare la giusta ispirazione per quelle ormai rarissime volte in cui faccio sesso con mio marito.

Dunque tra il 2011 ed il 2012 andai diverse volte a trovare Giulia che era in Erasmus a Barcellona, ogni volta che il mio nuovo impiego a Bologna me lo permetteva. Mi ricordo che la invidiavo parecchio, non solo perchè viveva in una città che ai miei occhi appariva spettacolare e piena di opportunità, ma anche perchè lei stava meglio di me economicamente: io sono praticamente stata costretta ad iniziare a lavorare mentre lei poteva gestirsi meglio il suo percorso e la vedevo molto più serena di quanto non fossi io. Chiaramente ero contenta per lei, ma vedevo che Giulia aveva un altro passo rispetto a me. Stava imparando lo spagnolo e usciva tutte le sere con gente proveniente da tutta Europa. Inoltre la vedevo sempre più spigliata coi ragazzi al punto che facevo fatica a riconoscere la mia Giulia. Alla sera spesso si andava in discoteca e ogni volta ne aveva sempre uno nuovo. Anche io eh, per carità non mi facevo mancare le "avventure", però è capitato di ritrovarmi da sola mentre guardavo il catalano di turno che si spalmava su di lei e mi ricordo che la cosa mi turbava parecchio. Cioè mi spiego: una volta ero io quella che ne cambiava ogni sera! Il culmine della frustrazione si raggiunse una di quelle sere in cui Giulia si portò un ragazzo a casa sua. Niente che non avessi già provato pure io ma quella per me fu una brutta notte e a parte qualche chiacchierata in inglese maccheronico con dei suoi amici, rimasi sola praticamente sempre.
Così il mattino seguente a colazione, Giulia mi raccontò come al solito i particolari della notte di sesso. Solo che non era il suo ragazzo, era una delle tante avventure che mi confessò di avere avuto, una delle tantissime. Quante? Beh, a decine. Non mi disse quanti, mi disse solo "Taaanti taaanti", e lo disse accendendosi una sigaretta. Lei che non aveva mai fumato. E io che pensavo di essere quella più libertina delle due, mi ritrovo tutt'a un tratto travolta dalle sue esperienze sessuali che io a mala pena e goffamente avevo provato solo in vacanza a Mykonos o a Gallipoli.
I miei ritorni in città erano sempre piuttosto avvilenti perchè mi sentivo sola, chiusa tra casa e lavoro. Lei invece era praticamente sempre in vacanza e pensavo che le nostre strade stessero prendendo direzioni diverse. Nelle nostre messaggiate quotidiane c'era costantemente l'allusione a qualche sua nuova avventura diversa: "l'altra sera ho scopato col tedesco", "che bel cazzo che aveva il francese", "com'era muscoloso l'olandese"...il tenore di alcuni messaggi era questo, e la mia ansia da competizione era una pentola a pressione. Oltretutto io a quel tempo avevo solo relazioni deludenti, poche e mal assortite.
Così la andai a trovare per l'ultima volta, di lì a poco lei sarebbe tornata a Genova.
Giugno 2012.
Il weekend passò in fretta e nei 3 giorni non andammo a ballare fino all'ultima sera. Io avevo l'aereo da El Prat alle 6 del mattino quindi con più tardi delle 4 sarei dovuta tornare a casa, prendere la valigia ed andare in aeroporto prima delle 5.
Quella sera ricordo bene che mi preparai per fare serata e pensai: "stasera non me ne frega un cazzo, faccio la troia come se non ci fosse un domani". Soprattutto non volevo rischiare di passare l'ultima sera a Barcellona con Giulia che trova quello giusto da portarsi a casa ed io a mala pena che riesco a divertirmi.
Uscimmo da sole, senza i suoi amici di turno. Mi vestii da gran puttana: avevo uno short di jeans a vita bassa, un top verde che mi lasciava la pancia scoperta, una giacchetta che avrei lasciato nel guardaroba assieme alla pochette e soprattutto non indossai intimo. Nè sopra né sotto. Sotto al top lasciavo intravedere il mio piercing sul capezzolo sinistro. Mi piaceva essere guardata, ma soprattutto quella sera mi sarei concessa in modo più spinto. Entrammo al Pacha verso la mezzanotte dopo qualche drink nei locali circostanti e qualche goffo approccio di qualche straniero in vacanza. Le festa era dentro ed il locale si sovrapopolò nel giro di poco. Una coppia di ragazzi italiani si avvicinò e si presentarono. Erano carini, anzi, quello che approcciò me era un gran figo, abbronzato, un bel sorriso denti bianchi. Molto arrapato, al punto che credo dopo 15 secondi di inutili convenevoli ci baciammo.
Da quel momento iniziò la serata da più "zoccola della mia vita".
Dal centro della pista finimmo al bordo appoggiati ad un muretto. Ricordo che iniziò a toccarmi subito. Iniziò dal basso e la cosa mi diede una scossa tremenda. Io gli feci fare, probabilmente in modo anche plateale ed esibizionista. Allargai le gambe indicandogli la strada, scostò il lembo con le dita ed entrò con la mano esattamente dove avevo voglia che entrasse. Mi disse: "Ma non hai le mutande?", e io risposi da troia, sorridendo come una scema: "eh le ho dimenticate...". Lui cambiò espressione, si fece serio, mi guardò e si leccò le dita. "Che schifoso che sei!" gli dissi con un atteggiamento provocatorio. Lui mi prese la mano e me la mise sopra i suoi jeans spessi, sul suo pacco. Così, di botto. Lo sentii pronto, volevo solo quello, avrei potuto tirarglielo fuori lì ma ebbi un riflesso di lucidità. Lo presi per mano e lo portai nei bagni dei maschi dove mi seguì. I bagni del Pacha sono grandi e molto frequentati ma ricordo che avevano un grande pregio: erano quasi bui. C'era una luce blu molto flebile ma difficilmente ci si poteva riconoscere se non da molto vicino. Questo mi diede la spinta per andare oltre con lui, nessuno ci poteva vedere in faccia. Ci videro entrare in tanti sicuramente, nel primo bagno. Lì dentro però fu lui a prendere il sopravvento. Mi tirò giù il top e mi lasciò a seni scoperti, concentrandosi sul capezzolo con il piercing che a quanto pare gli piaceva...Poi abbassò la tavoletta del wc, mi ci fece sedere sopra e si sbottonò i jeans di forza. Aveva un cazzo molto bello, mi ricordo che aveva un buon sapore e mi aiutai con le mani per tenerlo tutto. Però lo sentivo molto agitato, quasi frenetico. La situazione sicuramente piaceva anche a lui ma sarà stato anche qualche drink di troppo che dopo un pò perse l'erezione. O almeno in parte. Mi girò, mi tolse gli shorts e mi scopò. Non fu una gran scopata ma ricordo che fui molto presa dal momento. Quando mi chiese se potesse venirmi in bocca gli dissi di sì. Non è una pratica che facevo di frequente, ma in quella situazione avrei fatto di tutto. Mi rigirò, si masturbò qualche secondo e mi feci venire in bocca, facendo attenzione che gli schizzi non mi sporcassero. Avevo ancora tutta la serata davanti, almeno 2 o 3 ore! Il gusto lo ricordo bene, fu orrendo, non lo nego. Sputai, ma l'atto in sé fu appagante, a anche se non perfetto. Mi diede un bacio, ci ricomponemmo e mi disse: "a più tardi". Non lo vidi più. Tornai da Giulia che mi chiese dove fossi finita. Lei non aveva fatto niente con il suo amico. Nemmeno il tempo di raccontarle, o di togliermi quel gusto acre dalla bocca con un drink che mi sentii appoggiata da dietro con movimento a ritmo di musica. Cosa che generalmente ho sempre odiato. Se non che Giulia mi dà il "colpetto", quello che vuol dire "vai, è bono". Mi giro, alto, moro, un figo. E' la serata giusta, stasera mi lascio andare. "Questo me lo scopo cazzo!", pensai. E così fu, con qualche preliminare in più, anche in pista. Probabilmente devo anche averglielo tirato fuori. Probabilmente lui mi deve avere lasciata scoperta qualcosa in pubblico. Non importava, non capivo più niente, con quella musica, con questo ragazzo che non sapevo nemmeno che lingua parlasse, bello, profumato, con un pisello che dio me l'ha mandato per succhiarglielo. Andammo di nuovo in bagno, nello stesso di prima, e così feci. Mi lecco, mi scopò, stavolta alla grande. Io venni due o tre volte. Fui io a dirgli di venirmi in bocca. Avevo paura che mi venisse dentro, ma ad ogni modo, volevo provare anche quel sapore. Volevo fare quello che non avevo fatto mai. Provarne tanti. Il ricordo impresso è molto più ovattato del primo ragazzo. Ricordo meno particolari ma quello che è certo è che sono venuta a tal punto da sentirmi stanca. Uscita dal bagno mi sedetti, non trovai subito Giulia. Probabilmente anche lei era con qualcuno. La trovai molto più avanti nella pista e ebbi il tempo di raccontarle come stesse andando. Bevemmo un paio di drink e continuammo la nostra ultima serata insieme, allontanando i ragazzi ubriachi e molesti, assecondando quelli più carini. Probabilmente qualche altro bacio è scappato qua e là.
Si stavano avvicinando le 3, era quasi ora di andare e per di più mi sentivo stanca ed appagata.
Nelle serate come questa però, con lo spirito di chi non vuole rassegnarsi al tempo che passa, può succedere sempre qualcosa di inaspettato. E infatti, incrocio lo sguardo di un ragazzo bellissimo. Aveva gli occhi azzurri che si illuminavano con le luci della pista. I capelli biondo chiaro ed una vaga somiglianza con il mio amore adolescenziale, Brad Pitt. Era stupendo. Probabilmente più spinta dal calore dell'alcool che dalla ragione mi avvicino approcciando con una frase che non ricordo ma che potrebbe essere stata tipo "You look like my love Brad". Lui credo non avesse la vena poetica, era inglese ed aveva attorno degli amici rumorosissimi ed altrettanto ubriachi che accerchiano me e Giulia. Lei mi spiegò successivamente che cedette alle "avance" per così dire di un paio di loro. Io non capivo più molto e mi accorgevo di poco. Mi sentii palpeggiata un pò ovunque in quella che adesso, da adulta, definirei più coscientemente "violenza". In realtà ero troppo presa dalla follia di quel momento e dal loro modo di fare. Aggressivo, noncurante, nel contesto in cui si era, estremamente eccitante. Iniziai a baciare chiunque ci provasse con me in quel momento e sentii le mani ovunque su di me, anche dentro gli shorts. Provai un senso di ebbrezza che mai in vita mia avrei mai più provato. Lasciai fare a quel gruppetto, in mezzo a quella pista, probabilmente cose che se mi vedessi adesso mi vergognerei terribilmente. Ero fuori di me. Durò pochi minuti. Non ricordo lucidamente quanto accadde ma nessuno di loro eccedette, non più di quanto avrei voluto. Mi toccarono tutti e io toccai loro. Non mi spinsi oltre, non con loro. Ricordo inistintamente di sentirmi gli shorts fradici, non so se di sudore o della mia eccitazione. Io volevo farmi Brad e volevo che quei ragazzi mi lasciassero sola con lui. Lo riuscii a prendere da parte e lo portai nei bagni, ancora una volta, sempre nel primo. Mi ricordo che ce l'aveva molto lungo e grosso e che la punta, la cappella, non mi entrava bene in bocca. Ma mi piaceva da matti e lo succhiai pensando che stavo facendo un pompino a Brad Pitt. Ricordo anche indistintamente che lui non faceva niente, era bello ma incapace. Si limitava a mettermi le mani sulla testa. Ma andava bene così, in fondo ce l'aveva bello duro e io volevo tanto che mi scopasse. Però, sul più bello ci interrompetterò i suoi rumorosissimi amici che battevano i pugni alla porta e urlavano. Uscii e "scappai" dai bagni, evitando che il branco facesse quello che, anche da ubriaca, anche in quel contesto, avrei considerato esagerato.
Erano quasi le 4 e ripetevo a Giulia che volevo scoparmi Brad. Lei rideva e mi disse "fallo adesso però perchè dobbiamo andare!!"
Ma c'era davvero troppa gente e non lo trovai più. La serata purtroppo finì così. Mi resterà questo rimpianto.



Io e Giulia abbiamo preso effettivamente strade diverse. Lei vive a Barcellona ed è fidanzata da anni con un catalano. Ci sentiamo poco e non ci vediamo da anni. La tengo nel mio cuore ma devo accettare che è stata una grande amicizia della mia giovinezza, nulla più.

Ora devo tornare alla mia vita. Con mio marito non condivido niente di tutto ciò e sono sicura che non si aspetterebbe da me un racconto del genere. La vita cambia, i ricordi restano.
Spero di non avervi annoiato con quella che considero ad oggi la mia "serata più zoccola" della mia vita.

G. R.

di
scritto il
2023-11-17
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