Il mio ricordo della vacanza a Mykonos (prima parte)

di
genere
etero

Per una migliore comprensione di questo racconto, consiglio di leggere il primo ricordo https://www.eroticiracconti.it/racconto/88385-il-mio-ricordo-dell-ultima-notte-a-barcellona

Come scritto in precedenza, questo racconto è frutto dei miei personali ed intimi ricordi. Li ripercorro scrivendoli cercando di riviverli in memoria dei cari vecchi tempi che non torneranno più.



Tornai da Barcellona portandomi dietro il desiderio di esplorare nuove fantasie. Avevo capito che ero molto attratta dagli sconosciuti. Mi stimolava molto il fatto che a differenza di chi conoscevo già, non potessero giudicarmi, o meglio, non mi sarei curata del loro giudizio. I freni inibitori che provavano a trattenermi nella mia quotidianità, allentavano la morsa in vacanza o dove mi sentissi lontana dalle persone che frequentavo abitualmente. Da questa cerchia di persone faceva eccezione la mia migliore amica dell'epoca che qui chiamo Giulia. Io e lei non ci giudicavamo mai. Facevamo tesoro delle nostre reciproche esperienze e le vivevamo immedesimandoci a pieno nella testa l'una dell'altra. Era un'amicizia davvero speciale perchè nonostante avessimo vedute opposte su tante cose e provenissimo da famiglie di estrazione sociale diverse, ci capivamo al primo sguardo e soprattutto conoscevamo ogni cosa l'una dell'altra.
L'ultimo anno però aveva separato le nostre strade. Lei fece l'erasmus in Spagna mentre io cominciai il mio percorso lavorativo a Bologna. Al termine della sua esperienza all'estero la ritrovai molto diversa, per certi aspetti più simile a me di quanto non fosse prima.
Trovammo nelle vacanze estive l'occasione giusta per vederci ancora. Decidemmo di unirci a delle nostre amiche dell'università e andammo una settimana a Mykonos.
Per noi due fu un ritorno. Un paio d'anni prima , a 19 anni, andammo con alcune nostre ex compagne di scuola con cui festeggiammo la maturità. Fummo impressionate dalla trasgressione del posto, a tratti scioccate. Per la prima volta vidi di persona gente che scopava in luoghi pubblici più o meno appartati, feste in spiaggia pazzesche che si trascinavano fino al mattino con musica martellante e continui riferimenti espliciti dai ragazzi con i loro petti abbronzati e sudati che sfioravano la pelle salata dal mare, ragazze disinibite che sfoggiavano generosissimi topless sui cubi, sesso esplicito di varia natura esibito senza alcun pudore, praticamente ovunque, senza curarsi della gente intorno. Ferormoni alle stelle. Quella vacanza fu molto stimolante ma non mi esibii pubblicamente come facevano alcune ragazze anche della mia età, tuttavia accese grandi pulsioni erotiche che sfogai nei mesi successivi. Mi limitai a fare qualche preliminare a letto con un paio di ragazzi conosciuti durante le serate in spiaggia, all'insaputa del mio gruppo (tranne Giulia ovviamente) ma nulla più. Un pò perchè con le mie amiche della scuola c'era ancora quel pudore di chi ha sempre mantenuto un'immagine da salvaguardare, e un pò perchè ricordo che per buona parte della vacanza fui indisposta.
Due anni dopo quindi tornai con tante aspettative personali da un punto di vista sessuale, anche perchè negli ultimi due anni di passi avanti ne avevo fatti e l'ultima scappatella a Barcellona mi diede la giusta convinzione.
Giulia dal canto suo si era lasciata alle spalle una storia importante. La prima vacanza a Mykonos per lei fu uno strazio perchè era fidanzata e mai e poi mai avrebbe tradito il suo ragazzo. Questa volta si voleva divertire, sapeva già come fare, l'ultimo anno le aveva insegnato tanto.
Giulia ed io inizialmente pensammo di andare da sole ma dopo le esperienze di Barcellona ci trovammo d'accordo di andare con le altre ragazze per evitare di trovarci da sole se mai avessimo trovato altra compagnia. Quella scelta però, da un altro punto di vista, si rivelò limitante. Le nostre compagne di viaggio infatti misero subito una regola ferrea: "raga siamo in 6, la casa è piccolissima. Se portiamo altra gente non ci stiamo dentro. Quindi regola numero 1, non si porta nessuno in casa!". Accettammo senza fare obiezioni, i modi per aggirare "l'ostacolo" li avremmo trovati facilmente.

Finalmente le ferie estive arrivavano dopo il mio primo anno in ospedale. A livello personale fu un anno complicato, famiglia lontana, Giulia lontanissima, pochi soldi e tanto lavoro. Tante storielle da poco, sesso sporadico e assai poco gratificante. Tornavo a Mykonos fresca degli episodi di Barcellona.
La prima sera partì con tante aspettative che rimasero disattese. Una nostra compagna si sentì male, vomitò tutta la sera e tornammo a casa presto senza colpo ferire. Oltretutto ricordo che discutemmo attorno a questa vicenda in modo piuttosto acceso e il gruppo si divise praticamente subito, almeno per la gestione delle serate a seguire. Di giorno si stava insieme in spiaggia ma dopo il tramonto chi preferiva ubriacarsi e drogarsi andava in una direzione, Giulia ed io ne prendemmo un'altra. Tra di noi il motto era chiaro: a noi ci frega solo di scopare!
Dopo l'erasmus Giulia finalmente si era liberata della mentalità da "rincorsa del principe azzurro", da cui io ero ampiamente vaccinata, che ci rendeva così diverse. Aveva maturato l'idea che "quello giusto" sarebbe arrivato dopo aver testato esperienze più superficiali. Campo in cui io ero particolarmente ferrata...

Luglio 2012

Decidemmo che il nostro posto preferito, dove saremmo andate ogni sera, sarebbe stato il Tropicana, un locale in spiaggia gestito da italiani, frequentato per la maggior parte da italiani, che dopo il tramonto si trasformava in un'enorme festa dove tutto era permesso senza limitazioni. La parola d'ordine era "libertà".
Giulia era già super abbronzata. Le invidiavo da morire due cose: le tette e la sua carnagione. Ogni estate diventava biondissima, di un colorito degno della migliore pubblicità di creme abbronzanti. L'ultimo anno, il primo da single dopo tanti da impegnata, aveva fatto parecchia palestra e aveva rassodato anche i glutei, zona dove io sono sempre stata molto fortunata. Aveva un seno sodo e avendola più volte vista nuda, le invidiavo anche i capezzoli, rosati, gonfi e ben definiti.
Personalmente mi ritenevo più aggraziata di lei, con meno seno ma per nulla piatta, a mio pensiero "impreziosito" da un piercing nel capezzolo sinistro, un bel culo sodo dopo anni e anni di pallavolo, capelli rossi, lisci a mezza schiena, qualche lentiggine e protezione 50. Per entrare ancora più nel dettaglio intimo, a quel tempo entrambe "sotto" eravamo liscissime.
Al Tropicana si entrava presto perchè la serata lì finiva presto, verso l'una circa. Alle 20 stavamo già ballando con il bicchiere in mano. Tutti in costume, alcune ragazze intorno a noi osavano il topless. Noi in bikini. Io avevo portato in valigia quelli chiamati "brasiliani", ne giravo 3 in tutta la vacanza: uno nero, uno verde e uno bianco a fiori. Era così sgambato che di giorno in spiaggia mi sentivo più a mio agio coprirlo con un pareo. Quella sera, dalle foto che mi sono rimaste, posso dire che avevo quello nero. Era quello che secondo me donava di più ai glutei. Quel clima di festa e quell'aria di libertà che trasudava sessualità dava alla testa a tutti, stupidi compresi. Spesso ricevevo delle palpate più o meno dissimulate. In quei posti è inutile cercare di evitarle ma mi davano molto fastidio. In tanti confondevano la libertà con la maleducazione e a noi non restava che sopportare queste manate come se fossero mosche dentro una stalla. Esco da quella che può sembrare la solita retorica femminista per spiegare che cosa può generare nella testa di una ragazza di 21 anni, cavalcare l'onda di una serata dal tasso erotico elevatissimo senza freni inibitori, al centro delle attenzioni e degli sguardi di ragazzi dai corpi sudati e a torso nudo che accerchiavano me e Giulia nella pista del Tropicana. Quelle fastidiosissime palpate di passaggio poco alla volta diventarono in un tempo indefinito e molto ovattato brividi di eccitazione, man mano che aumentava la densità dei "tipi" nel mio metro quadrato di spazio vitale. Quel bicchiere di troppo, il fumo artificiale, la musica martellante e lo speaker che continuava ad incitare al sesso orale, fanno cadere minuto dopo minuto ogni resistenza mentale a quelle mani sporche, ruvide, calde, bagnate, indiscrete, prepotenti, intriganti, seducenti.
Irresistibili.
Tutto intorno a me diceva che dovevo cedere. Anche Giulia che mi desse il segnale, il nostro "tocchetto". Mi girai e senza pensarci troppo aprì la bocca davanti ad un abbronzatissimo e muscolosissimo figone che un secondo prima appoggiava al mio culo non le sue mani ma un gonfio cazzo sotto ad un attillatissimo slip. Ci baciammo con la stessa intensità di quando si ha un orgasmo. Attorno a noi sentimmo appiccicati i corpi di chi affollava la pista e il mio sedere diventò preda di molte mani "affamate". Ricordo che ad un certo punto il ragazzo che stavo baciando si staccò e disse qualcosa in spagnolo a qualcuno dietro di me, in malo modo, a redarguirlo. Nello stesso momento girai lo sguardo verso Giulia. Vidi una scena molto cruda: era intenta a baciarsi a lingue incrociate e avvinghiata con le braccia al collo di un tizio sui 30 anni che la stava toccando dentro il tanga, con tutta la mano dentro. I movimenti erano così netti che lei si muoveva su e giù. Ebbi un attimo di lucidità, mi svegliai dal torpore dell'eccitazione ed interrompetti anche il loro momento prendendola per mano e portandola via, ci allontanammo dalla pista e a passo svelto ci disperdemmo all'esterno, in spiaggia.
Ricordo che era l'imbrunire ma sembrava già buio. Le forti luci della pista arrivavano ad illuminare da lontano anche i lettini dove ci sedemmo per prendere fiato da quella follia così inebriante, così pericolosa. Attorno a noi nei lettini vicini scorgevamo nella penombra altre persone. Chi intente a bere, chi a baciarsi, chi a ridere, chi a ballare tra le sdraio. Dando uno sguardo più attento ricordo che qualche fila dietro di noi una coppia era già intenta a scopare in un angolo semi buio della spiaggia. Se ne sentivano i gemiti e gli scricchiolii del lettino su cui poggiavano, tra il rimbombo delle casse e la musica in lontananza.
"Madonna mia ma che follia è là dentro?!" ci ripetevamo con un accenno di fiatone a testimoniare l'euforia e l'adrenalina che quella spiaggia ci stava dando.

"Hola chicas que tal?",

sedute sul lettino, ci girammo per sapere se quel saluto si rivolgesse a noi. Riconoscemmo i due ragazzi di poco prima che ci avevano seguito. Erano amici, due bei mori, non poco più grandi di noi, sulla trentina, e si approcciarono a noi in modo molto esplicito per dare seguito a quanto avevo interrotto. Io non sapevo una parola di spagnolo e non sapevo davvero cosa dire. Intervenne perciò Giulia, fresca di erasmus in Spagna. Si dissero qualcosa, il nome, da dove venissimo, solite cose. Passa qualche secondo e Giulia disse qualcosa che inizialmente non capii del tipo "eh sei messo bene...", mi giro e vedo il tipo che poco prima era intento a fare un ditalino alla mia amica, in piedi ad un paio di metri da noi che si scosta gli slip da un lato e lascia uscire una mazza da baseball. Strinsi gli occhi per aguzzare la vista, mi accorsi nella penombra di cosa realmente ci stesse mostrando l'"amico Fritz". Era davvero il suo pisello. Pazzesco, non avevo mai visto una roba del genere. La mia reazione istintiva fu quella di mettermi a ridere. Dissi in Italiano: "dai ma così no però, la fai scendere". In realtà stava salendo parecchio a dirla tutta. Soprattutto a Giulia che non corrispose la mia risata e non rispose alla mia asserzione. Il ragazzo con scarso senso del pudore si ricompose nei suoi slip e si sedette accanto a Giulia. L'altro invece mi prese la mano, mi fece alzare e mi portò nel lettino accanto.
Ora davo di spalle a Giulia ed io provavo a dire qualcosa in inglese al mio "compagno di merende", il quale però sembrava aver perso quella intraprendenza che aveva in pista. Anzi, sembrava piuttosto imbarazzato. Di contrasto, lo fui anch'io e dopo un paio di minuti ero già dell'idea di cambiare aria. Così mi voltai per capire quali fossero le intenzioni della mia amica. Di lì a poco, i miei occhi registrarono una delle immagini che non dimenticherò mai per tutta la mia vita: ad un metro da me Giulia aveva preso in mano quell'enorme cazzo mentre baciava il ragazzo in modo appassionato, seduti sul lettino affianco al mio. Pochi istanti dopo, si stacca dalla sua bocca, inarca la schiena, abbassa il collo ed inizia a succhiarglielo. Davanti a quell'immagine pensai di non avere scelta, presi la nuca del ragazzo di fianco a me e lo baciai. Mentre lo baciavo i miei occhi si aprivano e cercavano con avidità quell'immagine che mi eccitava così tanto. Lei stava continuando ad andare su e giù dopodiché il tizio si alzò per farselo succhiare da in piedi. Ora Giulia mi dava le spalle e mi accorsi che la parte superiore del suo costume era abbassata, mostrandogli perciò i suoi seni. Avrei dato qualsiasi cosa per unirmi a lei. Non lo feci. Ero con un altro ragazzo e non volevo umiliarlo. In secondo luogo, scostandomi per un attimo dal suo bacio, mi guardai intorno e alcune persone poco più in là erano intente a commentare la scena degna di un porno, oltretutto nemmeno tanto con l'intimità del buio, anzi, la luce della pista arrivava bella sparata contro di noi. L'esibizionismo in sé mi piaceva, anche se non ero io a fare quel pompino. Mi rigirai e baciai ancora il ragazzo di fianco a me, cercando questa volta più intesa reciproca. Provai a toccargli il costume ma mi accorsi che non era ancora pronto. Stofinai lentamente la mano sopra il costume e lui mi scostò la parte sopra del costume massaggiandomi un seno, non ricordo se quello col piercing o meno. Misi la sua mano sul petto, liscio e muscoloso. Sentii il cuore che batteva fortissimo. Era troppo emozionato e rigido, non si stava godendo il momento. Per me la situazione diventò in quel momento ancor più imbarazzante perchè realizzai in modo nitido che non avrei voluto stare su quel lettino, ma su quello dietro. E penso che lui avesse intuito la cosa perchè sempre più spesso ero intenta a distogliere l'attenzione su di lui e voltarmi a vedere cosa facesse Giulia. Mi giro ancora e lei questa volte era stesa sul lettino a gambe aperte e piegate. La testa del tipo era sopra il suo ventre intento a leccarle tutti i suoi sapori. Anche il mio partner del momento si girò a vedere la scena e questa volta agii e prese la palla al balzo. Mi fece sdraiare e gli lasciai fare quello che avevo capito essere le sue intenzioni. Alzai i glutei e mi tolse il tanga, lo sfilò, mi allargò le gambe, abbassò la testa e mi posò la sua lingua sul clitoride.

Continua...




di
scritto il
2023-11-19
1 1 . 4 K
visite
4
voti
valutazione
5.8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.