Prova di Fede - Capitolo 1
di
D.Erri
genere
dominazione
Preparazione
I passi della Madre echeggiavano per gli ampi saloni della Cattedrale-Tempio mentre la mattinata volgeva alle sue ore più importanti nelle quali Sorelle, Adepte e i Sacerdoti svolgevano le proprie mansioni.
Ben conscia della velata minaccia appena ricevuta dall’Alto Padre, Victoria, era ben intenta a far sì che nulla potesse andar storto nella incombente cerimonia. Solo un giorno separava l’Adepta dalla prova e i preparativi erano ben lunghi dall’essere compiuti.
Imboccò il corridoio che di lì a poco la avrebbe condotta alla stretta scalinata in pietra che scendeva ripida verso i quartieri delle Adepte ed oltre verso le sale sotterranee.
"Madre" una voce tenue la fece trasalire. Si voltò e notò Sorella Lucille far capolino da oltre la porta alla sua destra. Victoria si mostrò appena sorpresa in volto "cercavo proprio voi, Sorella" enunciò lei, facendo cenno alla donna di accompagnarla.
Sorella Lucille era una splendida donna di giovane età, al suo ben quinto anno di voto "volevo informarla che Adepta Marie ha appena concluso il digiuno penitente ed è pronta per il Rito di Preparazione" sul volto candido della sorella comparve un sorriso malizioso "che a dire il vero, è già in atto".
Madre Victoria si mostrò compiaciuta, volgendo alla sorella un’espressione a metà tra il gioioso e il malizioso. Un’espressione che lasciava trasparire la piena consapevolezza di ciò che avrebbe atteso Adepta Marie. "Spero sia tutto pronto per domani, sapete bene che non posso permettermi un altro errore".
Sorella Lucille chinò il capo "certamente Madre" enunciò con fare solerte per poi aprire alla donna la pesante porta in legno dei sotterranei.
Le due donne attraversarono i quartieri delle Adepte; un lungo salone in pietra con numerose porte celanti le celle delle giovani promesse. Si diressero con incedere deciso al pesante portone di legno e metallo al limitare del salone, ai lati dell’ingresso due Supplicanti immobili a funger da guardia.
Madre Victoria le scrutò per un lungo attimo, dall’alto in basso per poi muovere un cenno del capo secco e deciso. Non una parola e le due Supplicanti aprirono il pesante portone non senza lo sguardo sdegnante e inquieto delle due sorelle.
Le Supplicanti mostravano abiti monacali color grigio fumo, la bocca coperta da bende bianche e logore e i loro occhi, completamente annebbiati dall’Abisso, si mostravano interamente neri e privi di vita. Tratti che, assieme al volto livido e pallido, contribuivano ad avvolgere le sorelle decadute in un alone di timore e disgusto.
Madre Victoria ben conosceva il tragico destino di quelle creature ed era ben conscia di ciò che erano capaci. Un brivido freddo le corse giù per la schiena.
Entrarono nella sala della Preparazione che, per volere della prima Madre, secoli or sono, fu fatta coincidere con la sala delle Punizioni, cosicché Sorelle e Adepte avessero ben chiaro il destino che le avrebbe attese, qual’ora fossero cadute nella tentazione.
La sala era adornata da rastrelliere recanti i più svariati strumenti di tortura e piacere, panche, inginocchiatoi in legno e catene e funi che pendevano dal soffitto. Un forte e pungente profumo di incensi permeava l’aere e una lenta litania solo mormorata da suoni soffusi si dilatava in tutta l’ampia sala di pietra, illuminata dalle fioche luci di fiaccole appese ai muri.
Al centro della sala, circondata da ben tre Supplicanti, vi era Adepta Marie.
Ella era di una bellezza che toglieva il fiato, pelle candida come la neve e un viso dai tratti delicati e perfetti, incorniciato da lunghi capelli castani che cadevano mossi fino a metà schiena. Le gambe, ben tornite e sode, erano mantenute aperte e le caviglie incatenate a due anelli metallici fissati al pavimento. Così come le braccia, sollevate verso il soffitto e ivi incatenate.
In quella posa a croce, le forme slanciate del corpo snello nel fiore degli anni parevano ancora più accentuate.
Madre Victoria la osservava con espressione compiaciuta mentre lentamente le si avvicinava. "Buongiorno Adepta…" esordì con voce soffusa. Una mano scivolò lenta a carezzarle il ventre piatto e dalla pelle morbida come una pesca. "Potete procedere con l’acqua benedetta" esordì decisa e compiaciuta.
"Venerabile Madre" rispose la fanciulla, mostrando un tenue sorriso. Il respiro della giovane era ritmico e leggermente provato dalla posizione e dalla fatica provata nei giorni precedenti di digiuno e penitenza.
Le due Supplicanti si mossero verso un ampio tavolo e ne tornarono con una grande sacca in pelle collegata ad un lungo tubo, terminante con un fuso in argento.
La Madre si fece da parte mentre una Supplicante, chinandosi, portò le fredde mani a divaricare oscenamente le sode natiche della giovane. Lentamente le bende che avvolgevano la bocca della donna maledetta si smossero e una lingua affusolata e innaturalmente lunga fuoriuscì come un serpente dalla sua bocca.
Marie gemette e serrò le palpebre nel sentire ora la fredda lingua scivolare tra le sue natiche fino al pube preventivamente depilato a dovere dalle inservienti.
La lunga appendice carezzò volgare il sesso della fanciulla bagnandola e dilatandolo fino ad incontrare il suo ano. Uno spasmo della giovane e lentamente la lingua si insinuò nel suo corpo, rovistando e torcendosi mentre i canti che permeavano l’aria crebbero di intensità. La giovane gemeva e le gambe iniziavano a tremare quando ora era il turno della sonda in argento.
La seconda Supplicante con fare deciso penetrò l’ano della giovane e in breve si prodigò a premere la grande sacca affinché il ventre dell’Adepta accolga la tiepida acqua benedetta.
I minuti passavano tra gemiti e preghiere mentre il ventre della giovane si gonfiava a poco a poco.
Vedere le Supplicanti all’opera era uno spettacolo lussurioso e inquietante al tempo stesso; fredde creature dedite solo a piacere e dolore, incapaci di qualsivoglia pietà.
La giovane gemeva e si contorceva in un misto di dolore e piacere nel sentirsi a poco a poco piena di quell’acqua benedetta mentre due Supplicanti la cospargevano di olii sacri, fendendo la sua candida pelle con unghie affilate.
Victoria batté le mani e a quel gesto le due maledette si fermarono, loro malgrado. Girò attorno alla fanciulla lasciando che la mano si prodighi in una lunga carezza sul ventre ora gonfio per poi salire al seno generoso e sodo. Le si trovava alle spalle ora, le dita si serrarono attorno al capezzolo al quale era stato appuntato un piccolo anellino in argento il giorno dei voti, assieme all’altro e al pube della fanciulla, laddove è più sensibile a dolore e piacere.
Marie gemette appena portando indietro la testa che andò a posarsi sulla spalla della Madre.
La nobile donna schiuse le labbra sfiorando l’orecchio della giovane "mia cara, non mi deluderai. Vero?" Sussurrò con voce melliflua mentre pollice e indice torturavano il capezzolo ora turgido e teso.
"N..no..Madre.." gemette Marie.
Victoria sorrise e spostò lo sguardo su una Supplicante in attesa, continuando a lasciare che le sue labbra sfiorino il lobo della fanciulla.
La pallida donna si mosse innanzi a Marie, gli occhi completamente neri puntarono il ventre gonfio della donna e dopo poco si inginocchiò.
Le gelide mani afferrarono violentemente le cosce della giovane e ancora una volta si palesò lo spettacolo di quella lingua orrendamente lunga e animata.
Con un grottesco gemito la Supplicante prese a dilatare le labbra della fanciulla con lente movenze di quella fredda e viscida appendice e di lì a poco la penetrò.
Marie sussultò e le gambe ebbero un fremito. Gemeva nel sentire la lingua penetrarla e rovistare dentro di lei ancora e ancora, sempre più in profondità. Il respiro le si spezzò nel sentirsi invasa fino al più profondo antro del suo ventre.
Victoria osservava dall’alto la donna e ne martoriava i capezzoli con fare lussurioso e malevolo "gli dei abbiano pietà di te se mi deluderai" soffuse minacce per poi depositare un bacio sull’orecchio della fanciulla, ormai in una sorta di trance.
La Supplicante continuava la danza macabra della propria lingua, serrando le dita attorno alle sode cosce della fanciulla, ferendola con le unghie affilate. Di lì a poco un lungo gemito della giovane e copiosi umori iniziarono a sgorgare, umori dei quali la Supplicante si nutriva vorace, saziandosi del piacere dell’adepta.
Tale era il rito di preparazione: purificare corpo e spirito affinché si accolga la volontà della fede.
La preparazione proseguì con lunghi minuti di quella dolce tortura. Victoria, dal canto suo si mostrava soddisfatta e salutò la giovane adepta con un lungo e profondo bacio, lussurioso oltre ogni dire, prima di prender congedo e recarsi nei propri quartieri. Del resto, anche lei doveva esser pronta al grande giorno.
Ancora una volta ringrazio i lettori e ancora una volta vi esorto a condividere con me opinioni, critiche e idee alla mail liveonlust@gmail.com
I passi della Madre echeggiavano per gli ampi saloni della Cattedrale-Tempio mentre la mattinata volgeva alle sue ore più importanti nelle quali Sorelle, Adepte e i Sacerdoti svolgevano le proprie mansioni.
Ben conscia della velata minaccia appena ricevuta dall’Alto Padre, Victoria, era ben intenta a far sì che nulla potesse andar storto nella incombente cerimonia. Solo un giorno separava l’Adepta dalla prova e i preparativi erano ben lunghi dall’essere compiuti.
Imboccò il corridoio che di lì a poco la avrebbe condotta alla stretta scalinata in pietra che scendeva ripida verso i quartieri delle Adepte ed oltre verso le sale sotterranee.
"Madre" una voce tenue la fece trasalire. Si voltò e notò Sorella Lucille far capolino da oltre la porta alla sua destra. Victoria si mostrò appena sorpresa in volto "cercavo proprio voi, Sorella" enunciò lei, facendo cenno alla donna di accompagnarla.
Sorella Lucille era una splendida donna di giovane età, al suo ben quinto anno di voto "volevo informarla che Adepta Marie ha appena concluso il digiuno penitente ed è pronta per il Rito di Preparazione" sul volto candido della sorella comparve un sorriso malizioso "che a dire il vero, è già in atto".
Madre Victoria si mostrò compiaciuta, volgendo alla sorella un’espressione a metà tra il gioioso e il malizioso. Un’espressione che lasciava trasparire la piena consapevolezza di ciò che avrebbe atteso Adepta Marie. "Spero sia tutto pronto per domani, sapete bene che non posso permettermi un altro errore".
Sorella Lucille chinò il capo "certamente Madre" enunciò con fare solerte per poi aprire alla donna la pesante porta in legno dei sotterranei.
Le due donne attraversarono i quartieri delle Adepte; un lungo salone in pietra con numerose porte celanti le celle delle giovani promesse. Si diressero con incedere deciso al pesante portone di legno e metallo al limitare del salone, ai lati dell’ingresso due Supplicanti immobili a funger da guardia.
Madre Victoria le scrutò per un lungo attimo, dall’alto in basso per poi muovere un cenno del capo secco e deciso. Non una parola e le due Supplicanti aprirono il pesante portone non senza lo sguardo sdegnante e inquieto delle due sorelle.
Le Supplicanti mostravano abiti monacali color grigio fumo, la bocca coperta da bende bianche e logore e i loro occhi, completamente annebbiati dall’Abisso, si mostravano interamente neri e privi di vita. Tratti che, assieme al volto livido e pallido, contribuivano ad avvolgere le sorelle decadute in un alone di timore e disgusto.
Madre Victoria ben conosceva il tragico destino di quelle creature ed era ben conscia di ciò che erano capaci. Un brivido freddo le corse giù per la schiena.
Entrarono nella sala della Preparazione che, per volere della prima Madre, secoli or sono, fu fatta coincidere con la sala delle Punizioni, cosicché Sorelle e Adepte avessero ben chiaro il destino che le avrebbe attese, qual’ora fossero cadute nella tentazione.
La sala era adornata da rastrelliere recanti i più svariati strumenti di tortura e piacere, panche, inginocchiatoi in legno e catene e funi che pendevano dal soffitto. Un forte e pungente profumo di incensi permeava l’aere e una lenta litania solo mormorata da suoni soffusi si dilatava in tutta l’ampia sala di pietra, illuminata dalle fioche luci di fiaccole appese ai muri.
Al centro della sala, circondata da ben tre Supplicanti, vi era Adepta Marie.
Ella era di una bellezza che toglieva il fiato, pelle candida come la neve e un viso dai tratti delicati e perfetti, incorniciato da lunghi capelli castani che cadevano mossi fino a metà schiena. Le gambe, ben tornite e sode, erano mantenute aperte e le caviglie incatenate a due anelli metallici fissati al pavimento. Così come le braccia, sollevate verso il soffitto e ivi incatenate.
In quella posa a croce, le forme slanciate del corpo snello nel fiore degli anni parevano ancora più accentuate.
Madre Victoria la osservava con espressione compiaciuta mentre lentamente le si avvicinava. "Buongiorno Adepta…" esordì con voce soffusa. Una mano scivolò lenta a carezzarle il ventre piatto e dalla pelle morbida come una pesca. "Potete procedere con l’acqua benedetta" esordì decisa e compiaciuta.
"Venerabile Madre" rispose la fanciulla, mostrando un tenue sorriso. Il respiro della giovane era ritmico e leggermente provato dalla posizione e dalla fatica provata nei giorni precedenti di digiuno e penitenza.
Le due Supplicanti si mossero verso un ampio tavolo e ne tornarono con una grande sacca in pelle collegata ad un lungo tubo, terminante con un fuso in argento.
La Madre si fece da parte mentre una Supplicante, chinandosi, portò le fredde mani a divaricare oscenamente le sode natiche della giovane. Lentamente le bende che avvolgevano la bocca della donna maledetta si smossero e una lingua affusolata e innaturalmente lunga fuoriuscì come un serpente dalla sua bocca.
Marie gemette e serrò le palpebre nel sentire ora la fredda lingua scivolare tra le sue natiche fino al pube preventivamente depilato a dovere dalle inservienti.
La lunga appendice carezzò volgare il sesso della fanciulla bagnandola e dilatandolo fino ad incontrare il suo ano. Uno spasmo della giovane e lentamente la lingua si insinuò nel suo corpo, rovistando e torcendosi mentre i canti che permeavano l’aria crebbero di intensità. La giovane gemeva e le gambe iniziavano a tremare quando ora era il turno della sonda in argento.
La seconda Supplicante con fare deciso penetrò l’ano della giovane e in breve si prodigò a premere la grande sacca affinché il ventre dell’Adepta accolga la tiepida acqua benedetta.
I minuti passavano tra gemiti e preghiere mentre il ventre della giovane si gonfiava a poco a poco.
Vedere le Supplicanti all’opera era uno spettacolo lussurioso e inquietante al tempo stesso; fredde creature dedite solo a piacere e dolore, incapaci di qualsivoglia pietà.
La giovane gemeva e si contorceva in un misto di dolore e piacere nel sentirsi a poco a poco piena di quell’acqua benedetta mentre due Supplicanti la cospargevano di olii sacri, fendendo la sua candida pelle con unghie affilate.
Victoria batté le mani e a quel gesto le due maledette si fermarono, loro malgrado. Girò attorno alla fanciulla lasciando che la mano si prodighi in una lunga carezza sul ventre ora gonfio per poi salire al seno generoso e sodo. Le si trovava alle spalle ora, le dita si serrarono attorno al capezzolo al quale era stato appuntato un piccolo anellino in argento il giorno dei voti, assieme all’altro e al pube della fanciulla, laddove è più sensibile a dolore e piacere.
Marie gemette appena portando indietro la testa che andò a posarsi sulla spalla della Madre.
La nobile donna schiuse le labbra sfiorando l’orecchio della giovane "mia cara, non mi deluderai. Vero?" Sussurrò con voce melliflua mentre pollice e indice torturavano il capezzolo ora turgido e teso.
"N..no..Madre.." gemette Marie.
Victoria sorrise e spostò lo sguardo su una Supplicante in attesa, continuando a lasciare che le sue labbra sfiorino il lobo della fanciulla.
La pallida donna si mosse innanzi a Marie, gli occhi completamente neri puntarono il ventre gonfio della donna e dopo poco si inginocchiò.
Le gelide mani afferrarono violentemente le cosce della giovane e ancora una volta si palesò lo spettacolo di quella lingua orrendamente lunga e animata.
Con un grottesco gemito la Supplicante prese a dilatare le labbra della fanciulla con lente movenze di quella fredda e viscida appendice e di lì a poco la penetrò.
Marie sussultò e le gambe ebbero un fremito. Gemeva nel sentire la lingua penetrarla e rovistare dentro di lei ancora e ancora, sempre più in profondità. Il respiro le si spezzò nel sentirsi invasa fino al più profondo antro del suo ventre.
Victoria osservava dall’alto la donna e ne martoriava i capezzoli con fare lussurioso e malevolo "gli dei abbiano pietà di te se mi deluderai" soffuse minacce per poi depositare un bacio sull’orecchio della fanciulla, ormai in una sorta di trance.
La Supplicante continuava la danza macabra della propria lingua, serrando le dita attorno alle sode cosce della fanciulla, ferendola con le unghie affilate. Di lì a poco un lungo gemito della giovane e copiosi umori iniziarono a sgorgare, umori dei quali la Supplicante si nutriva vorace, saziandosi del piacere dell’adepta.
Tale era il rito di preparazione: purificare corpo e spirito affinché si accolga la volontà della fede.
La preparazione proseguì con lunghi minuti di quella dolce tortura. Victoria, dal canto suo si mostrava soddisfatta e salutò la giovane adepta con un lungo e profondo bacio, lussurioso oltre ogni dire, prima di prender congedo e recarsi nei propri quartieri. Del resto, anche lei doveva esser pronta al grande giorno.
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