La pratica bollente

Scritto da , il 2023-06-05, genere etero

In un pomeriggio di luglio rientro in fretta dal lavoro per passare all’ufficio anagrafe del mio comune di residenza. Lia, la responsabile, nonostante i 60 anni e qualche ruga, è sempre affascinante e mi saluta con la consueta gentilezza. Pur non essendoci altre persone mi chiede cortesemente di ritornare dopo l’orario di chiusura in modo che possa predisporre la pratica da me richiesta.
Mi ripresento verso le 19 all’ingresso secondario, come da accordi, e rivedendola noto, rispetto a prima, la mancanza del reggiseno. Mi fa cenno di seguirla in uno stanzino angusto, illuminato dalla luce esterna, con uno scaffale, un tavolo e una sedia, spiegandomi che nel resto dello stabile era già stato attivato l’allarme. Per cavalierato le cedo la seggiola e, grazie allo spacco del suo vestito, mette in mostra volontariamente le sue cosce giunoniche, sorridendo maliziosamente. Firmo per ricevuta della documentazione e, sua indicazione, mi sposto per riporre una cartellina, dandole le spalle. Quando mi giro la ritrovo poggiata al tavolino, con il vestito completamente aperto e la totale assenza di biancheria intima. Ai due indizi precedenti si aggiunge questa prova inconfutabile della sua ambizione erotica. Il mio alzabandiera è immediato per cui non rimane altro che avvicinarmi e assecondarla.
Annullata la distanza intercorsa tra noi, ci baciamo animatamente, con le nostre lingue che lottano tra loro e bandendo ogni inutile sdolcineria. Intanto che limoniamo vorticosamente mi spoglia con savoir faire. Io faccio scivolare a terra il suo vestito e l’accarezzo sui fianchi e sul basso addome, odorando il suo profumo da zoccola. Pareggiata la nudità scopre quanto è portentosa la mia erezione, in un mix di gioia e stupore –Madonna Santissima! E’ così possente da far paura! Ti dirò che ne ho visti parecchi ma neanche lontanamente nulla del genere. Oggi è il mio giorno fortunato-. Ci sfioriamo vicendevolmente gli organi riproduttori, scambiandoci guardate pregne di lussuria quasi a pregustare ciò che accadrà.
Lo acchiappa con la mano, non riuscendo a cingerlo del tutto, e lo mena, con la sua caratteristica flemma, tessendone le lodi –Che super tronco ragazzo mio, così grosso, massiccio e nodoso da non resistere, anche se potrei essere tua madre (35 anni io contro i 60 suoi)-. Per non essere da meno, introduco l’indice nella sua fica, ben curata e alquanto fradicia, stuzzicando assiduamente il suo clitoride. Ricambio i suoi complimenti –L’età non conta, mi piaci dai tempi delle scuole elementari-, rincarando la dose –Ti confesso di aver sempre pensato che in fondo tu fossi un mignottone-. Sentendosi chiamata in causa rilancia –Ormai sono una donna sola e in menopausa perciò tutti i tuoi complimenti mi lusingano di cuore. Ti sei mai segato pensando a me?- trovando il mio riscontro –Certamente! Tu sei stata la mia prima musa ispiratrice. Quando ero alle medie passavo in biblioteca a noleggiare libri che non leggevo quasi mai. Mi interessava vedere te e le tue scosciate per rincasare a dedicarti una bella pippa- prima di chiudere con il suo concetto –Che dolcezza! Pure io sono tutta bagnata ogni qualvolta ti vedo ma ora siamo finalmente qui a masturbarci e ripagare il tempo passato-. Continuo a sgrillettarla convintamene quando, all’improvviso, la sento fremere –Uuuh! Uuuuh! Uuuuuh!-. Contestualmente una cascata dei suoi umori scende cospicua sulla mia mano, segnale inequivocabile di un suo squirtle. A fugare ogni dubbio c’è la sua rivendicazione –Scusami, non volevo essere così rapida. Il fatto è che tu sei la mia attrazione fatale e mi hai sditalinato egregiamente- e la mia pacatezza –In effetti assomigli a Glenn Close! Non ti preoccupare, quella di pocanzi era solo una piccola anteprima-.
Il mio concetto è ripreso dall’impiegata statale –La mia passerina ha tanta voglia di incontrare il tuo uccello- e da me ribadito –Fotografala bene perché, dopo la mia ripassata, non tornerà la stessa-. All’istigazione teorica fa seguito la pratica, strusciando lascivamente il mio pene sulla sua topa inzuppata. E’ la goccia per fare traboccare il vaso sicchè, vinta dal desiderio, mi prega –Non ti resisto più. Sono anni che non faccio sesso! Scopami! Scopamiii! Scopamiiiii!-. Per accontentarla a dovere la sistemo con una posa ginecologica, contraddistinta da gambe divaricate e flesse. Sotto la sua vigilanza, piego la mia pistola perpendicolarmente e, con cautela, il mio glande valica le sue grandi labbra accolto da un suo profondo sospiro. Mi addentro con poco oltre metà del mio abbondante doppio decimetro nella sua vagina, piuttosto serrata ma adeguatamente calda e lubrificata. La penetro lentamente, entro i canoni suddetti e verso le varie angolazioni, per trovare la giusta confidenza anatomica alla nostra tresca. Sorprendentemente invece le è già sufficiente per essere in brodo di giuggiole, a conferma della mia efficacia. Per correttezza, mi accerto del suo stautas domandandole –E’ questo che volevi?- con un risultato oltre le aspettative –Certo! Ho atteso per anni questo momento. Tu sei il mio chiodo fisso-. Continua a fissare il punto d’incontro dei nostri sessi, quasi in trance agonistica per ciò che sta vivendo. Proseguo a farmela senza inutili forzature, avendo il controllo del gioco, ma l’eccitazione gioca brutti scherzi.
Decido di dare il là all’amplesso ponendo una variazione al tema. Adagio la sua schiena sulla scrivania, traslando l’appoggio dei suoi piedi sulle mie spalle. Mi aggrappo ai suoi seni, tutt’oggi tondeggianti, e, mantenendo il inalterato il passo mi inerpico per più di tre quarti della mia misura nella sua bernarda. Non pago, mi adopero anche a slinguare le sue cosce lisce, abbronzate ed incredibilmente arrapanti. Gli effetti sono immediati, udendola mugolare distintamente –Mmmm! Mmmm! Mmmm!- e squadrandomi, tutta smaniosa. Si confida nuovamente –Finalmente sesso con la S maiuscola! Alla faccia degli sfigati che mi sono passata. Tu sì che ci sai fare- e anch’io mi confesso –Non avevo mai trovato una patata così bollente. Tu fai invidia ad una qualsiasi ventenne-. Un sogno erotico comune si tramuta in realtà per la soddisfazione fisica e mentale di ambo le parti. Una prerogativa ad arricchire di pathos e rendere esclusivo il corrente contesto. Il feeling è stato da subito ottimo e si cementa con il trascorrere del tempo; vale a dire che farmela è ogni secondo più appagante, entrando maggiormente nel vivo. La mia amichetta si lancia in una lunga volata, come un ciclista all’ultimo chilometro sospinta dalle mie esortazioni –Dai battona, fammi ascoltare la tua libidine…-. Ed eccola tagliare il traguardo di un meritatissimo orgasmo, non mancando di esplicitarlo –Mmmm! Sììì! Vengo! Vengoooo! Vengoooooooo!-. Entusiasta pari ad un’adolescente alle prime armi commenta –Non penso ci sia una persona al mondo felice quanto me. Ho aspettato tutta la vita un godimento così e l’ho trovato da sessantenne! Del resto meglio tardi che mai- e in aggiunta –Ero sicura che, più di essere bello come un attore hollywodiano, nascondevi una grande dote. Scusami per la mia passività, adesso mi farò perdonare-. Io la tranquillizzo –Stai andando benissimo, confido in te sgualdrina…-.
Da sua direttiva mi vado ad accomodare sulla sedia, cedendole volentieri l’iniziativa. Si appropinqua felice –E’ ora di riprenderla nella mia fregna… per intero- chiudendo le mie gambe e spalancando le sue. Si cala verso il basso dove, ad attenderla amorevolmente, c’è la mia asta, costantemente rigida. Si adagia beatamente su di essa, facendosi infilzare come un coltello nel burro, per dare il là ad un altro atto sessuale. Incomincia a muoversi, con circospezione, sulla direttrice verticale, gettando le basi per un proficuo smorzacandela. Ad ogni colpo si gusta, uno dopo l’altro, tutti i miei 22 centimetri che invadono il suo ventre per il suo sommo diletto. Carpisco il suo intenso ansimare, quasi a trattenere rumori più acuti, sintomo dell’estasi che la pervade come da sua testimonianza –Nemmeno nel mio immaginario più torbido si arrivava a tanto. Ma non ho mai avuto un dubbio sul fatto che tu fossi un vero uomo-. A quanto pare il saliscendi attuale le sarebbe sufficiente, data anche la sua duratura inattività, e rappresenterebbe per me una fase quasi di relax. Ahimè però non so starmene in pace e dunque, sapendo di aver tra le mani una Ferrari guidata come una Panda, è il caso di frustare per bene tutti i suoi cavalli.
Mi tuffo tra le sue mammelle corpose, “mangiandole” in alternanza e ciucciandole i capezzoloni turgidissimi come un poppante. Inoltre, con fare perverso, la sculaccio continuativamente con vigoria sulle sue natiche corpulente, aizzandola oltre la ragione. La mia partner recepisce appieno il mio input portando una scossa importante al nostro copulare. Incrementa decisamente la frequenza delle spinte, giostrando perfettamente con la sua vulva sul mio membro, dimostrando di saperci fare. Oramai le è impossibile contenere l’euforia per il nostro splendido connubio, emettendo lamenti senza sosta –Sììì! Sììì! Godo!-. La interpello ad hoc –Ti piace il mio cazzo?- e ricevo la sua risposta –Tantissimo! Mi fa uscire di senno. Spero di essere alla tua altezza-. La mia replica non si fa attendere –Sei bravissima! Il mondo sarebbe migliore se fossero tutte bagasce come te- e neanche la sua chiusura –E’ solo per te amore mio, adoro come mi impali-. La passione ha il sopravvento, inglobando tutte le nostre energie fisiche e mentali al suo servizio. Vivo un sentimento nuovo, finora sconosciuto, e forte da farmi palpitare. La valchiria persiste a cavalcare sontuosamente il mio gioiello, seguendo le mie sollecitazioni e gemendo apertamente –Oh mio Dio! Aaah! Sììì!-. A discapito di carta d’identità e menopausa, la cougar è in formissima, mantenendo un alto standard carnale. Difatti mi sta facendo godere come un porco e ciò vale vicendevolmente in modo esponenziale visto il suo sguardo allupato. Cerco di spronarla a conseguire ex novo il suo obiettivo –Vai ludrona, prenditi ciò che ti spetta- e in pochi istanti imprime il suo secondo suggello anche sul nostro chiavare. La biondona inarca la testa all’indietro, caricandosi come una molla, per poi toccare il cielo con un dito a raggiungere il culmine del piacere. Viene senza freni –Aaah! Godooo! Sìììì! Sìììììì! Sìììììììì!- siglando giubilante la sua personale doppietta. Arresta la sua corsa fornendomi la sua disanima –E’ valsa la pena inseguirti per tanti anni. Mi hai ripagato tutte le mie delusioni passate. Sei proprio un grande… in tutti i sensi!- e io logicamente la mia –Non sei affatto male maialona. Attenta che qui si fa la storia!- ad anticiparle il futuro più prossimo.
Rimanendo una cosa sola, per non separare la nostra unione inscindibile, mi rialzo e, in contemporanea, la sollevo forzutamente ricollocandola con i piedi per terra e le spalle al muro. Con una mano tengo alzata ed allargata la sua gamba; l’altra va sul suo fondoschiena marmoreo per dettarmi i tempi. Riparto pian piano a scoparla in un passaggio di calma, solo apparente, rotto dalla sua richiesta –Dammi dentro… senza nessun ritegno- da esaudire a tambur battente. Piazzo una progressione da quattrocentista convogliando il coito ad un’andatura incalzante. La signora è ben lieta della mia scelta, tornando a strillare furiosamente come in precedenza –Aaah! Aaah! Aaah!-. L’incrocio dei nostri respiri, le sue zinne a strisciare sul mio petto e le occhiate ricche di depravazione sono il contorno adatto a tratteggiare la scena andante degna del premio Oscar per il miglior film porno amatoriale. Le sottoscrivo i miei ossequi –Sei una gran bella vacca! La mia prediletta- seguiti dai suoi –E tu sei il mio toro da monta! Il numero uno assoluto. Sono tua…- a certificare la certezza si possederla in anima e corpo. Si tratta di un privilegio, unitamente a quello di aver a che fare con una donna matura quanto fascinosa, disinibita e affamata del sesso selvaggio in corso. La sbatto virilmente e con incredibile appagamento ma non abbastanza sufficiente da pormi un limite. Pertanto, non essendoci segni di cedimento dai due contendenti, delibero di fare un ultimo scatto.
Raddrizzo il suo ginocchio, spostando il suo tallone sulla mia clavicola per massimizzare la capacità di penetrazione. Nel frattempo arpiono le sue chiappone sode tra le mani, per agevolare al meglio la trazione, e le infilo un dito nel retto per farle capire il mio interesse sull’argomento. Procedo a trapanarla senza cali di tensione, grazie anche alla sua lodevole resistenza. Siamo strettamente legati dall’istinto primordiale dell’accoppiamento e la nostra colonna sonora è composta dalle sue grida animalesche –Aaah! Aaah! Trombamiii!-. La interrogo sarcasticamente –Ti rendi conto di averlo tutto dentro?- e ho la sua attestazione –Sì, lo sento in gola! Mi fai morire!-. Ammirare il suo corpo venereo, in simbiosi con la sua faccia da porcona, mi dà un surplus di grinta spingendomi a sbatterla forsennatamente. Il mio cazzone è un martello pneumatico, il quale randella inesorabilmente la sua fica incandescente, fino all’utero. L’esaltazione di Lia è ingovernabile, per la passione ineguagliabile che stiamo mettendo in campo, ma simultaneamente si riconferma una macchina da guerra. Pur essendo al duecento per cento delle nostre capacità psico-fisiche non vi è la minima intenzione di mollare. La provoco ancora –Godi baldracca! Godi! Stai per vedere i fuochi d’artificio…- avendo di contro solo il suo perpetuo sbraitare. Seguito a fotterla magistralmente, come se non ci fosse un domani, in un tripudio di ardore, passibile di un’unica soluzione finale. La milf è semplicemente fuori di senno e, in un crescendo wagneriano, va a siglare un altro prepotente orgasmo –Aaah! Aaaah! Aaaaah! Aaaaaah! Aaaaaaah! Aaaaaaaaah! Aaaaaaaaah! Aaaaaaaaaah!-. Posso vantarmi di aver realizzato un triplete degno dell’Inter di Mourinho ma è anche tempo di farle un bel regalino.
Il mio intendimento di arrivare in breve all’eiaculazione è coincidente con il suo –Ho la vagina in fiamme… Vorrei tanto tu fossi il mio pompiere…- perciò non abbasso il mio rendimento nello sportellarla. Non potendo dilungare di molto la mia immarcescibile durata mi concentro per gli ultimi decisivi sforzi. Dalla mia parte c’è anche il suo supporto morale –Sei un vero stallone, il top mondiale- e gli incitamenti –Ho bisogno del tuo sperma! Vienimi dentro amore mio!-. Una manciata di minuti e sono pronto per servirle il bramato creampie. Attacco il mio idrante spruzzando un enorme quantitativo di liquido seminale a irrorare la sua arida cavità uterina, dicendole –Ecco scrofa mia, ti sei guadagnata una considerevole farcitura- al solito ricambiato –E’ una favola… Riempimi! Riempimi! Riempimiii!-. Sono un fiume che esonda dai suoi argini a sfogare l’ondata di piena verso la conclusione nella mia venuta. Riguardo quest’ultima si identifica per la più intensa ed emozionante della mia esistenza per un gaudio reciproco. Esco dalle sue grandi labbra lasciandola grondante del mio nettare, in lungo ed in largo, sotto la sua ottica esterrefatta e compiaciuta. Di conseguenza mi fornisce la sua disamina –Mi hai proprio fatto il pieno! E’ la prima volta che mi accade… E’ stata la ciliegina sulla torta (alla crema); ossia l’epilogo perfetto di quella che, scontato ma vero, in tutto e per tutto è la massima scopata della mia vita, sì voluta e ormai insperata-. Di riflesso stilo la mia –Hai scaturito in me un eccitamento sovrannaturale tale da darmi la forza di trombarti a mille all’ora! La combinazione con il tuo essere puttana è stata fondamentale per lo svolgimento ed il compimento del nostro idillio, coronando un capriccio nato un quarto di secolo fa-.
Intuendo il mio fisiologico periodo refrattario la mia svergognata di fiducia si inginocchia innanzi a me con le idee chiare. Abbraccia il mio uccello tra le sue tettazze, facendolo sparire e riapparire come per magia. La sua pregevole condotta gli rende vitalità riportandolo ad una consistenza granitica. La lascio comunque giocare per un po’ con le sue poppe poiché la sua spagnola mi aggrada particolarmente. Dopodiché nuove sfide ci attendono dietro l’angolo e non c’è un attimo da perdere.
Le agevolo il ripristino della stazione eretta ma la sua spiccata intelligenza le fa comprendere che la postura da assumere è tutt’altra. Dandomi la schiena mi si posiziona anteriormente, arretrando il bacino a formare l’esatto angolo di novanta gradi. Mette a contatto il suo sedere solidissimo con il mio manganello, altrettanto duro, con una limpida quanto oscena richiesta –Ti sembrerà inverosimile ma non ho mai concesso il mio posteriore a nessun tuo inutile predecessore. Insomma lì dietro sono una povera verginella, appena per qualche batter di ciglia…-. Io sono contento di accondiscenderla –E’ un onore avere tale grandiosa priorità. Ti riservo una botta che resterà memorabile…- e intanto sfrego il mio fucile nel suo spazio infraglutei. Indirizzo la mia canna verso il suo foro d’ingresso, predisponendomi a sparare i miei colpi. Mi immetto cautamente nel suo deretano strettissimo, incuneando esclusivamente la mia voluminosa cappella. Sotto la sua attenta osservazione avvio a movimentarmi a rilento per abituarla al proseguo. Ben presto il giustificato dolore iniziale si tramuta in piacere irrefrenabile –E’ una figata pazzesca! Aprimi… senza alcuna pietà- con la mia rassicurazione –Tranquilla… ti scasso come si deve-. Seguitamente faccio presa sui suoi fianchi aumento celermente i giri del mio motore. Centimetro dopo centimetro la trivello tramite la mia mazza inoltrandomi da esploratore in una terra sconosciuta. All’esterno il sole va tramontando mentre nella nostra postazione l’atmosfera è extra hard. Il nostro rapporto anale va a gonfie vele, con il suono del mio bacino a cozzare sulle sue natiche rocciose, unito al suo fervente latrare –Oooh! Oooh! Oooh!-. Mi guarda, infoiata del mio cazzo d’acciaio riservato a sodomizzarla, e sentenzia –Ho una voglia disumana che tu me lo sfondi- e tra un gemito e l’altro mi incoraggia –Inculami! Inculami! Inculami!-.
Desideroso di sventrarla poderosamente, avallando la sua provocazione, afferro la sua chioma riccioluta tirandola all’indietro. Successivamente la trafiggo, piantandoglielo appositamente nell’ano fino ai coglioni per un fallo da dietro da antologia. Mi prodigo a speronarla di cattiveria, per la mia personale voluttà e per svangare il suo paradiso rettale. Tuttavia, in un momento di lucidità mentale, compongo un ragionamento su Lia; fascino indelebile, fisico prorompente e fare da prostituta navigata, considerandone l’età non più giovane. Insomma una femmina superlativa, da montare al massimo, senza restrizioni, e far berciare da rimanere senza voce. Quindi, conscio di avere una bomba sexy tutta per me, le dedico un doveroso trattamento di favore dato dal mio nerchione, di oltre venti centimetri, a picchiare nel suo didietro a velocità folle. Mi informo sul mio lavoro –Ti piace il nostro coito anale?- appurandone la bontà –Sììì! Sìììì! Sììììì! Godo come una cagna in calore!-. Allora le prometto –Brava la mia sboldrona, tra poco il tuo retto sarà divelto- con la sua acclamazione –Sei un mito. Inchiappettami amore… Inchiappettamiii!-. Benché sia una dipendente comunale adesso è soprattutto schiava del mio bastone nerboruto che infierisce incessantemente nel suo sfintere a un ritmo infernale. Avevo l’ambizione di spaccarglielo e sto riuscendoci benissimo perché, da vera maiala qual è, strepita esageratamente sotto il mio incedere. Totalmente indemoniata, per lo spettacolo e la goduria che le sto regalando, mi esorta tra le sue urla –Oooh! Oooh! Oooh! Sfondamiii! Rompimi il culo e riempimelo di sborra!-. Vista la sua pretesa, espressa in linguaggio stilnovistico, parto per il rush finale, atto a compiacerla. La inculo a sangue, senza pudore né riguardo, arrivandole con veemenza quasi al colon per tutta la mia sovrumana potenza. Sono minuti di pura follia sessuale a riconciliare tutto il tempo passato a masturbarci per il simmetrico desiderio. Forse è per la nostra intesa paranormale che percepisce la mia imminente venuta, ululando ininterrottamente –Oooooooooooooooooooooooooooooh-. Subito dopo mi accodo al suo verso perché il mio orgasmo passante è davvero fortissimo, con la mia verga a eiaculare copiosamente. Una soddisfazione inestimabile per la preda ambita e per la modalità estrema di inchiappettamento. Mi fermo solamente dopo aver portato a termine la mia missione, avendole riversato un’onda anomala di sperma nel suo culone. La mia amica è stremata per la violenta inculata subita ma, dallo sguardo, fa evincere di essere al settimo cielo. Io condivido il suo stato d’animo e mi appresto, prendendo spunto dal cartone animato, ad estrarre la spada nella roccia. Mi sfilo rapidamente dal suo buco del culo sconquassato, analizzandone i danni arrecati. Siamo passati da un foro, dove a malapena ci entrava un dito, a un cratere con qualche centimetro di diametro, seguendo la sua sporca volontà. Si raddrizza, seppur un po’ malconcia, staripando il mio seme prezioso e mi bacia appassionatamente. Puntualmente mi espone la sua valutazione sull’accaduto –Tu ti meriti un monumento. Avresti potuto accontentarti di chiavarmi l’ano senza faticare; invece me lo hai fracassato dando tutto te stesso. E grazie al tuo pennello ed al tuo liquido hai messo la firma sul tuo capolavoro anale- e si dichiara –Pensandoci bene è una fortuna che io non sia tua madre per due motivi: se fossi tua mamma saresti un figlio di puttana e fondamentalmente io ti amo da morire…-. Lia è stata severa, giusta e sincera perciò io faccio lo stesso –Effettivamente ho esaudito le tue preghiere. Per me è stato un grandissimo orgoglio sodomizzarti, devastando il tuo adorabile orefizio e impregnandotelo abbondantemente al pari della tua fica- con una rivelazione –Non mi ero mai elevato su tali livelli di copulazione! Hai le parvenze di una pacata signora perbene a celare la torbida e assodata verità… Sei una troia pazzesca! Averti tra le mani mi carica a trombarti sempre maggiormente, superando l’apice delle mie possibilità-.
Sono quasi le 21.30, orario limite per abbandonare l’edificio municipale prima del bloccaggio di tutte le porte. Non ci resta alternativa a rivestirci di corsa e imboccare l’uscita secondaria per evitare di rimanere chiusi all’interno. Giunti all’aperto ci nascondiamo in un angolo appartato, retrostante il magazzino. Nella fretta si è abbottonata il suo abito in un paio di punti ed è attualmente seminuda, gocciolante e scardinata fronte e retro. Così conciata per le feste immagino di essere ai saluti, però sentendola dire –Un ringraziamento caloroso. Se potessi sdebitarmi in qualche modo…- colgo la palla al balzo –C’è qualcosa di più carino del semplice grazie... –.
Appurato di essere al sicuro da telecamere o eventuali intrusioni preparo quella che sarà l’happy ending. Attuando una leggera pressione sul suo capo la invito ad abbassarsi, prostrandosi al mio cospetto. Non le servono indicazioni sul procedimento orale da attuare infatti, in tutta autonomia, mi cala in principio pantaloni e boxer. La mia erezione svetta nuovamente fiera, in tutto il suo splendore, a pochi centimetri dal suo naso, a farla fantasticare –Il tuo missile è veramente appetitoso…-. Antecedentemente ad affidarlo alle sue cure, approfitto della sua indole da battona per simpatico un giochetto. Glielo schiaffeggio alternativamente sulle sue guance pacioccone per ribadirle la sua colpevolezza per la mia resilienza. Vere e proprie sberle cazzute da lasciarle due chiazze rosse e risollevare l’eccitazione alle stelle. Le cedo il comando delle operazioni con una raccomandazione –Fammi impazzire come solo tu sai fare…- e la segretaria porca raccoglie la sfida –Non ti deluderò…-.
Innanzi tutto lo studia per scegliere la miglior tattica da adottare. Mantenendosi prudente inizia a leccarmelo con vigore dallo scroto, facendo rimbalzare le mie palle fumanti. Risale gradualmente sulla parte esterna, scalandolo un millimetro alla volta simile ad un alpinista sulla montagna. In vetta trova la mia cappella violacea e si sofferma su di essa a slinguazzarla magistralmente, aggiungendoci pure un massaggio ai coglioni. Nutro grandi aspettative nei suoi confronti e dal preambolo si mostra già all’altezza in vista dell’approssimarsi del clou. Inscena un numero di magia tanto da farlo sparire tra le sue fauci da leonessa, imboccandolo sino alla trachea. Lo avvolge con le sue labbrone carnose, a massaggiarlo ritmicamente su tutta la superficie, rischiando quasi di soffocare. Lo succhia ossessivamente, fissandomi dritto con i suoi occhi nei miei per avere il polso del suo andamento. Il suo prodotto è finora da 10 e lode, così pregevole da renderle il dovuto omaggio –Chissà tanti membri ti sei ciucciata… Sapevo, con te, di metterlo in cassaforte. Sei fantastica… La regina delle pompinare-. Galvanizzata dalla mia considerazione moltiplica l’abnegazione e l’intensità del suo stucchevole operato, senza variare il modus operandi. Ciò dà un doppio risultato: mi elargisce una libidine sovrannaturale e mi fa arrapare a bestia, da perdere il controllo. Pertanto decido di sfruttare in pieno le sue qualità innate di baldraccona per raggiungere una nuova frontiera orale.
Tengo bloccata la sua nuca con la mano e inverto l’azione di spinta a mio favore. Praticamente, avendo l’ugola in luogo del clitoride, la sto scopando in bocca impietosamente. Da scrofona qual è grugnisce perennemente, impossibilitata a opporre resistenza. E’ autenticamente schiava della mia minchia, dilungandosi a spompinarla a più non posso. Crescentemente estasiato dalla sua gola profonda rimarco l’opinione precedente –Il tuo suggere è sublime… Sei una succhiacazzi da competizione! Ti darò un dono assai dissetante…-. Non potendo parlare approva il mio piano mugugnando ad attestare –Non vedo l’ora!-. Sono concentratissimo a darle il mio frutto della passione a coronamento di una serata pirotecnica. L’abbraccio a ventosa delle sue labbra facilita il mio dirompente martellamento ed è eloquente che la nostra unione erotica fa la forza. Il mio gasamento è dirompente soprattutto ripensando alle svariate volte in cui, in età adolescenziale, bramavo una sua fellatio. Eppure non potevo immaginare, neanche lontanamente, la sua attuale esecuzione, encomiabile quanto superba. Improvvisamente avverto il mio piacere lievitare smodatamente, segno ineluttabile di un incombente compimento. A sorpresa estraggo velocemente il mio uccellone dalla sua bocca fatata, impugnandolo come un idrante. Ho essenzialmente il tempo di sistemare le coordinate verso la sua faccia da bagasciona prima di sciabolare la mia magnum. Un attimo appresso, con uno schizzo biancastro imbratto una lente dei suoi occhiali. La scena si ripete un secondo più tardi sull’altra in modo speculare, annebbiandole interamente la visuale. Di gran carriera glielo rischiaffo in gola per mantenere la parola data. La milfona riprende le redini del gioco mettendo in atto una combinazione letale. Lo succhia di nuovo come un’idrovora e nel contempo ingurgita avidamente il mio sperma. Sto quasi per svenire dalla potenza dell’orgasmo, sontuoso a tal punto di togliermi le forze. Con le residue mi esprimo spronandola –Sto godendo follemente! Aaah! Aaah! Ingoia! Ingoia!- e ossequiandola –E’ un pompino da diecimila e una notte! E tu sei una troiona meravigliosa!-. Lo dimostra inghiottendo la mia sborra all’ultimissima goccia, svuotandomi letteralmente i coglioni. E’ stato il paio di minuti più soddisfacente della mia vita, contrassegnato da una goduria suprema e senza eguali. Il rintocco delle campane sancisce lo scoccare delle 22 e la fine della nostra avventura sessuale. Anni di reciproca attrazione mai sfogata sono stati parzialmente riconciliati nelle ultime 3 ora di sesso autentico, sfrenato e appagante per ambedue. L’aiuto a rialzarsi notando il suo viso ancora sporco ma raggiante per l’esperienza sessuale inaspettata appena vissuta, a contraltare di una consueta serata di solitudine.
Dapprima di congedarci Lia mi narra la sua analisi –Quando nel pomeriggio ti ho visto mi si sono illuminati gli occhi, ormai un’abitudine da una quindicina d’anni a questa parte. Ti ho chiesto di tornare per comodità mia e tua, senza secondi fini. Poi ho riflettuto e ho scelto di giocarmi le mie carte senza remore, preparandomi a un tuo doloroso e probabile rifiuto. Per grazia ricevuta è andata diversamente e da adesso posso dimenticare le delusioni e i dispiaceri vissuti. Ero certa che fossi dotato però vedendo il tuo randello fotonico ero incredula e paritariamente infoiata di averti dentro di me. Mi hai sbattuta, devastandomi forse irreparabilmente e rilasciandomi un mare di sborra tutta per me. Insomma mi hai fottuta, con la tua nerchia durissima, e riempita in ogni buco, cosa che non avevo mai permesso a nessuno. Sei un uomo bello come il sole e un animale da monta per darmi emozioni forti e ripetibili esclusivamente con te. E’ la giornata migliore della mia esistenza e io ti adoro ogni secondo di più-.
La ammiro, gioiosa e impiastricciata di sperma, e non posso esimermi dall’esporre la mia arringa finale –Nemmeno io mi ero fatto inizialmente strani pensieri, anzi ero tranquillissimo. Chiudendoci nello stanzino ho capito che qualcosa poteva succedere. In quel frangente ho ripensato alle seghe che ti ho riservato negli anni e a circa un ventennio fa, rimembrando la sera in cui ti vidi con addosso un abitino in pizzo bianco e sotto di esso unicamente uno striminzito perizoma del medesimo colore. Fu l’occasione per accertare che razza di zoccolona tu fossi e, se lo eri allora, lo sei indiscutibilmente anche in data odierna. Dopodichè vedendoti nuda, con la sorca e le poppe all’aria ho realizzato di poter avverare un antico sogno e divertirmi come si deve con una vera femmina. Sei stata come una droga perché più ti trombavo e più mia eccitazione si innalzava da non riuscire a governarla. Sono orgoglioso di averti montato a destra e a manca, dandoti orgasmi multipli. Quando ti ho sborrato nella fica, mischiando i nostri liquidi, la tua espressione da porcona era tutta un programma. Posso dirmi altrettanto onorato per aver inaugurato il tuo ano tra le tue chiappone. Con i tuoi incitamenti e le grida da pazza ti ho inculato con una cattiveria agonistica incredibile, sino a riempire quella che ormai è una caverna con un lago di sperma. Al termine è arrivata la tua opera d’arte a confermarti sgualdrina di classe superiore. Un pompino regale per molteplici aspetti: averlo preso in gola, succhiarlo furiosamente e divinamente, un’eiaculazione da farmi sclerare di piacere e un ingoio da escort di lusso. Tutto ciò è stato possibile grazie a te: una partner bellissima, matura, formosa, prorompente, calda, vogliosa, esperta, disinibita, lurida, assetata, ineguagliabile. In poche parole un grandissimo puttanone!!!-.
Ora siamo veramente al commiato di quella che è la genesi della nostra relazione. Abitando a un centinaio di metri da me, ogni sera, dalle 21 a mezzanotte circa, mi reco a casa sua per scoparla e sborrarla doverosamente.

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