Sfondata da un clochard su una carrozza in stazione
di
Giovane Massi
genere
gay
Sfondata da un clochard su una carrozza in stazione.
Ore 01,50 di un mercoledì insonne.
Dopo essermi girata e rigirata nel letto non riuscendo proprio a prendere sonno decisi di scaricare un po' di tensione cercando qualcuno che mi sbattesse a dovere. Andai in bagno mi truccai pesante, indossai una mini inguinale senza mutandine e autoreggenti a rete. Décolleté tacco 12 nere. Si avevo bisogno di chiunque fosse in grado di chiavarmi. Per chi non mi conosce sono una puttanella 23enne, più simile a una ragazza che a un ragazzo, ho tratti femminili, fisico magro, due gambe dritte non muscolose, caviglie fini così come i polsi, piedini adorabili numero 38 smaltati sempre rosso ciliegia. Nessun pelo sul corpo.
Salgo in macchina con il preciso intento di trovare subito vista l'ora tarda. Mi dirigo verso la stazione di Firenze. Quando arrivo, trovo parcheggio nelle vicinanze, mi incammino con la mia borsa di Gucci dentro la quale avevo messo un vibratore bello grosso, della crema lubrificante, le manette (che adoro strette ai polsi quando mi montano come una cagna). Arrivo in stazione e sento addosso lo sguardo di alcuni poliziotti in servizio, non avendo tempo di intrattenere conversazioni, mi dirigo speditamente nei cessi degli uomini. C'erano dei balordi di colore che discutevano animatamente ma non mi facevano sangue così esco e vado verso una zona dove solitamente dormono i clochard. Ne passo un paio sbragati alla meglio per terra poi ne vedo uno che poteva fare al caso. Mi avvicino con grazia lui sente il mio profumo e apre gli occhi. Era un uomo straniero, brizzolato, abiti sdruciti mani zozze, aveva accanto a sé delle sigarette e qualche cianfrusaglia però almeno a vederlo sdraiato sembrava alto. "Mi scusi il disturbo, vorrei regalarle del denaro, diciamo 200 euro per fare sesso con me... mi capisce?" gli sussurrai dolcemente. Lui mi squadro' da capo a piedi, poi si mosse appena e fece un gesto come per dire fammi vedere i soldi. Glieli mostro. "Ha capito che sono un ragazzo anche se sono vestita da donna vero?" aggiunsi a scanso d'equivoci. Lui mi riguardo' e con un accento strano forse dell'est Europa disse semplicemente SI. "Conosce un posto dove possiamo andare?" chiesi. Lui, SI e si alzo'. Disse a uno accanto a lui di vigilare le sue cose e senza dirmi nulla si incammino', io lo seguii. Fatti qualche centinaio di metri eravamo in prossimità di un binario morto, c'erano delle carrozze in disuso. Lui sale su una di queste, io con i tacchi facevo fatica, mi allungo' una mano e mi tiro' su. Aveva mani molto grandi, chissà per quale motivo si era ridotto così, a però importava solo del suo manganello di carne... Una volta sulla carrozza percorremmo una parte del corridoio fino a trovare dei sedili "decenti". Lui si mise a sedere come dire, fai te. Quel posto era davvero inquietante per certi versi, sarebbe potuto accadere di tutto e questo a me piaceva molto. Indossava i pantaloni della tuta, glieli abbassai aiutata da lui, l'odore dei suoi indumenti non era del migliore, attraverso le mutande carezzai il suo cazzo ancora a riposo ma prometteva bene. Glielo tirai fuori e iniziai a segarlo piano, non proferiva parola. Pensai che dovevo impegnarmi lo volevo far godere come forse non aveva mai goduto. Non sapevo nulla di quel cazzo che avevo in mano tantomeno del suo padrone. Glielo presi in bocca e con un lavoro lento di lingua e di mani il palo iniziò a prendere corpo, cavolo se cresceva, mi piaceva sentirlo in bocca mentre si estendeva. Dopo qualche minuto era bello in tiro ed io leccavo come una gatta! Mi sposto', mi prese per i fianchi sollevandomi come una bimba adagiandomi sul sedile. Ero di spalle a lui che stropicciava le mie natiche, poi dopo averle ben allargate sentii la sua lingua appuntita penetrarmi il buchino. Mi piaceva gemevo e lo incitavo "ahhhh si... sei bravissimo... oohhh non hai una lingua hai un serpente", rivolta verso l'altra entrata della carrozza nel buio mi pareva di intravedere una sagoma ma forse era solo immaginazione. Gli donavo il mio culetto spingendo verso la sua lingua. Quando fu contento mi giro' e mi baciò in bocca, un bacio lungo appassionato, poi si mise a sedere, mi fece salire cavalcioni, con una mano si teneva il cazzo con l'altra il mio collo, punto' la sua cappella gonfia verso il bersaglio e mentre mi apriva come una vergine mi mise la lingua in bocca. Il suo cazzo mi trapasso' brutalmente e mi venne spontaneo urlare ma il suono fu soffocato dalla sua lingua nella mia bocca. Mi pompava e mi baciava contemporaneamente era eccitante, mi sentivo una sgualdrina in balia del suo amante. Mi faceva saltare sul cazzo con tale facilità che sentivo distintamente cappella e radice del cazzo e viceversa. Dio come montava! Ahhhh ahhhh... mi spacchi tesoro ahhhh siiii sono la tua puttanaaa!!! La sua espressione muto' e seduta sulle sue palle con tutto il bastone dentro sborra e sborra e ancora... Mi sollevo per farlo uscire e lui mi ci rispinge, un ultimo spruzzo di sborra esce dalla sua cappella. Mamma santa mai stata con uno sborrone simile!
Lo tiro' fuori e il rumore che fece era quello di quando si stappa una damigiana,seguito da un fiume di sborra acquosa che gli aveva inzuppato le cosce e il sedile. Io mi sentivo aperta come non mai e colavo. Presi dei fazzoletti per pulirmi e ne detti qualcuno a lui. "I soldi" disse. "Si certo subito ma vuoi andare già via?" chiesi. Non rispose prese i soldi e si alzo'. Non era di conversazione. Intanto che si allontanava, per riprendermi mi ero seduta sul sedile opposto e mi accesi una sigaretta, fumo raramente però mi ci andava. Mi aveva fatto godere quel maiale senza tetto... Socchiusi gli occhi per ripercorrere quelle sensazioni, quella lingua carnosa in bocca e appuntita dentro il mio culetto. Fumavo. Quel relax fu interrotto bruscamente da una torcia che illumino' il mio viso. Tremai di paura. "Che ci fai nella nostra casa" disse una voce rauca. "Ma veramente ero venuta con..." non finii di parlare, vidi una mano afferrare la mia borsa. "Ridammela non ho soldi con me" dissi stizzita. "Non hai risposto, che ci fai a casa nostra?" Quel "nostra" sottointendeva che erano più di uno! "Mi ha accompagnato un senza tetto circa un ora fa" dissi stando vaga. "E...poi, che ci faceva una fighetta come te con un barbone di la verità ti sei fatta chiavare!" sentenzio' ridendo a presa in giro. "Si mi sono fatta fottere alla grande va bene?". Vediamo cosa c'è nella borsa. "Oh ma pensa un po', un vibratore, delle manette, crema lubrificante...allora è vero sei una troia che scopa coi barboni". Ero arrabbiata ma anche molto impaurita non sapevo cosa dire. "La luce si avvicina mi abbaglia una mano mi afferra per i capelli mi sbatte sul pavimento. Grido. Vedo degli stivali poi mi tira su la faccia e" apri la bocca o ti spezzo il collo, metti le mani dietro la schiena ". Rispondo di no secca ma qualcuno da dietro afferra un mio polso scatta la prima manetta poi l'altro." Adesso apri la bocca, in ginocchio e fai il tuo dovere ". Apro la bocca sempre con la luce puntata negli occhi che mi impedisce di vedere chi ho davanti e quanti sono. Un cazzo che sa di piscio inizia a possedermi fino in gola mi viene da vomitare ma me lo impedisce, tossisco ma lui continua per interminabili minuti finché "sborro troia sborrooo" e mi allaga la bocca. Sputo e un po' ingoio mi cola sul mento. L'altro mi fa alzare mi mette a pecora, alza la mini, mi strappa le autoreggenti e me le sfila buttando le mie scarpe qualche metro più in là. Con il vibratore inizia a giocare intorno al mio buchetto in parte ancora aperto dal clochard "vieni a vedere la troia è stata inculata da poco diceva la verità". Io dico "non fatemi del male farò ciò che volete". "Taci e stai ferma ora usiamo il tuo giocattolo". Mi penetra col mio vibratore e me ne pianta almeno 20 centimetri in pancia, urlo dal dolore e dal piacere ma qualcuno mi ri tappa la bocca con la sua verga, non è il cazzo di prima però lo riconosco. Mi stanno stuprando davvero. Accende il vibratore e lui si muove dentro, vibra. Ho la testa che non connette più, mi lascio andare succhio avidamente e mi concedo senza pudore.. "Guardate come le piace fatevi sotto quando vi ricapita, si susseguono cazzi più o meno sudici, mani dappertutto, pizzicotti, schiaffi in faccia e sulle chiappe, sborrate in gola, sbrodolo anch'io e lo dico urlando, loro ridono. Il tipo mi toglie il vibratore dal culo e mi ci ficca il suo cazzo, mi monta tenendomi la testa all'indietro per i capelli è violento, gli altri parlottano, si sono già svuotati le palle. Il tizio non riesce a venire e continua a dirmi "fammi sborrare vacca fammi sborrare" io ancheggio per sollecitarlo, prende una delle mie calze me la mette intorno al collo e stringe, sento male, non respiro, ansimo e lui pompa come indemoniato "l'ammazzo la troia l'ammazzo" grida. Ho le mani dietro la schiena amnanettate non posso nulla, gli altri ridono e fumano. Mi sta strangolando e il suo cazzo mi sta distruggendo il buchetto. "Basta fermati o l'ammazzi davvero" dice qualcuno. Mentre glielo dice urla come un ossesso "ti sborrooo dentroooo". Ho le lacrime che mi scendono, gli occhi appannati rantolo... Lascia la presa e sbatto la testa contro la spalliera del sedile. Crollo in avanti a chiappe aperte con le gambe scomposte, sento qualcosa che cola tra le mie dita dei piedi, con un filo di forza giro un poco la testa è uno che si stava segando sui miei piedini. Cado su un lato del sedile, sono sfinita. Mentre il tipo si pulisce un fascio di luce illumina il suo volto. Porco cazzo! Era il clochard che mi aveva già scopata all'inizio e che non parlava. Maledetto maiale depravato, aveva preso i soldi mi aveva chiavata e poi riscopata con gli amici. "Toglietemi almeno le manette" implorai. Me le tolse lui. Se ne andarono, quanti fossero non lo so, quanti cazzi diversi avevano sborrato nella mia bocca nemmeno. Ero in uno stato pietoso, non trovavo una scarpa e il vibratore, dovevo per forza ripassare da dentro la stazione per tornare a casa.
Ore 01,50 di un mercoledì insonne.
Dopo essermi girata e rigirata nel letto non riuscendo proprio a prendere sonno decisi di scaricare un po' di tensione cercando qualcuno che mi sbattesse a dovere. Andai in bagno mi truccai pesante, indossai una mini inguinale senza mutandine e autoreggenti a rete. Décolleté tacco 12 nere. Si avevo bisogno di chiunque fosse in grado di chiavarmi. Per chi non mi conosce sono una puttanella 23enne, più simile a una ragazza che a un ragazzo, ho tratti femminili, fisico magro, due gambe dritte non muscolose, caviglie fini così come i polsi, piedini adorabili numero 38 smaltati sempre rosso ciliegia. Nessun pelo sul corpo.
Salgo in macchina con il preciso intento di trovare subito vista l'ora tarda. Mi dirigo verso la stazione di Firenze. Quando arrivo, trovo parcheggio nelle vicinanze, mi incammino con la mia borsa di Gucci dentro la quale avevo messo un vibratore bello grosso, della crema lubrificante, le manette (che adoro strette ai polsi quando mi montano come una cagna). Arrivo in stazione e sento addosso lo sguardo di alcuni poliziotti in servizio, non avendo tempo di intrattenere conversazioni, mi dirigo speditamente nei cessi degli uomini. C'erano dei balordi di colore che discutevano animatamente ma non mi facevano sangue così esco e vado verso una zona dove solitamente dormono i clochard. Ne passo un paio sbragati alla meglio per terra poi ne vedo uno che poteva fare al caso. Mi avvicino con grazia lui sente il mio profumo e apre gli occhi. Era un uomo straniero, brizzolato, abiti sdruciti mani zozze, aveva accanto a sé delle sigarette e qualche cianfrusaglia però almeno a vederlo sdraiato sembrava alto. "Mi scusi il disturbo, vorrei regalarle del denaro, diciamo 200 euro per fare sesso con me... mi capisce?" gli sussurrai dolcemente. Lui mi squadro' da capo a piedi, poi si mosse appena e fece un gesto come per dire fammi vedere i soldi. Glieli mostro. "Ha capito che sono un ragazzo anche se sono vestita da donna vero?" aggiunsi a scanso d'equivoci. Lui mi riguardo' e con un accento strano forse dell'est Europa disse semplicemente SI. "Conosce un posto dove possiamo andare?" chiesi. Lui, SI e si alzo'. Disse a uno accanto a lui di vigilare le sue cose e senza dirmi nulla si incammino', io lo seguii. Fatti qualche centinaio di metri eravamo in prossimità di un binario morto, c'erano delle carrozze in disuso. Lui sale su una di queste, io con i tacchi facevo fatica, mi allungo' una mano e mi tiro' su. Aveva mani molto grandi, chissà per quale motivo si era ridotto così, a però importava solo del suo manganello di carne... Una volta sulla carrozza percorremmo una parte del corridoio fino a trovare dei sedili "decenti". Lui si mise a sedere come dire, fai te. Quel posto era davvero inquietante per certi versi, sarebbe potuto accadere di tutto e questo a me piaceva molto. Indossava i pantaloni della tuta, glieli abbassai aiutata da lui, l'odore dei suoi indumenti non era del migliore, attraverso le mutande carezzai il suo cazzo ancora a riposo ma prometteva bene. Glielo tirai fuori e iniziai a segarlo piano, non proferiva parola. Pensai che dovevo impegnarmi lo volevo far godere come forse non aveva mai goduto. Non sapevo nulla di quel cazzo che avevo in mano tantomeno del suo padrone. Glielo presi in bocca e con un lavoro lento di lingua e di mani il palo iniziò a prendere corpo, cavolo se cresceva, mi piaceva sentirlo in bocca mentre si estendeva. Dopo qualche minuto era bello in tiro ed io leccavo come una gatta! Mi sposto', mi prese per i fianchi sollevandomi come una bimba adagiandomi sul sedile. Ero di spalle a lui che stropicciava le mie natiche, poi dopo averle ben allargate sentii la sua lingua appuntita penetrarmi il buchino. Mi piaceva gemevo e lo incitavo "ahhhh si... sei bravissimo... oohhh non hai una lingua hai un serpente", rivolta verso l'altra entrata della carrozza nel buio mi pareva di intravedere una sagoma ma forse era solo immaginazione. Gli donavo il mio culetto spingendo verso la sua lingua. Quando fu contento mi giro' e mi baciò in bocca, un bacio lungo appassionato, poi si mise a sedere, mi fece salire cavalcioni, con una mano si teneva il cazzo con l'altra il mio collo, punto' la sua cappella gonfia verso il bersaglio e mentre mi apriva come una vergine mi mise la lingua in bocca. Il suo cazzo mi trapasso' brutalmente e mi venne spontaneo urlare ma il suono fu soffocato dalla sua lingua nella mia bocca. Mi pompava e mi baciava contemporaneamente era eccitante, mi sentivo una sgualdrina in balia del suo amante. Mi faceva saltare sul cazzo con tale facilità che sentivo distintamente cappella e radice del cazzo e viceversa. Dio come montava! Ahhhh ahhhh... mi spacchi tesoro ahhhh siiii sono la tua puttanaaa!!! La sua espressione muto' e seduta sulle sue palle con tutto il bastone dentro sborra e sborra e ancora... Mi sollevo per farlo uscire e lui mi ci rispinge, un ultimo spruzzo di sborra esce dalla sua cappella. Mamma santa mai stata con uno sborrone simile!
Lo tiro' fuori e il rumore che fece era quello di quando si stappa una damigiana,seguito da un fiume di sborra acquosa che gli aveva inzuppato le cosce e il sedile. Io mi sentivo aperta come non mai e colavo. Presi dei fazzoletti per pulirmi e ne detti qualcuno a lui. "I soldi" disse. "Si certo subito ma vuoi andare già via?" chiesi. Non rispose prese i soldi e si alzo'. Non era di conversazione. Intanto che si allontanava, per riprendermi mi ero seduta sul sedile opposto e mi accesi una sigaretta, fumo raramente però mi ci andava. Mi aveva fatto godere quel maiale senza tetto... Socchiusi gli occhi per ripercorrere quelle sensazioni, quella lingua carnosa in bocca e appuntita dentro il mio culetto. Fumavo. Quel relax fu interrotto bruscamente da una torcia che illumino' il mio viso. Tremai di paura. "Che ci fai nella nostra casa" disse una voce rauca. "Ma veramente ero venuta con..." non finii di parlare, vidi una mano afferrare la mia borsa. "Ridammela non ho soldi con me" dissi stizzita. "Non hai risposto, che ci fai a casa nostra?" Quel "nostra" sottointendeva che erano più di uno! "Mi ha accompagnato un senza tetto circa un ora fa" dissi stando vaga. "E...poi, che ci faceva una fighetta come te con un barbone di la verità ti sei fatta chiavare!" sentenzio' ridendo a presa in giro. "Si mi sono fatta fottere alla grande va bene?". Vediamo cosa c'è nella borsa. "Oh ma pensa un po', un vibratore, delle manette, crema lubrificante...allora è vero sei una troia che scopa coi barboni". Ero arrabbiata ma anche molto impaurita non sapevo cosa dire. "La luce si avvicina mi abbaglia una mano mi afferra per i capelli mi sbatte sul pavimento. Grido. Vedo degli stivali poi mi tira su la faccia e" apri la bocca o ti spezzo il collo, metti le mani dietro la schiena ". Rispondo di no secca ma qualcuno da dietro afferra un mio polso scatta la prima manetta poi l'altro." Adesso apri la bocca, in ginocchio e fai il tuo dovere ". Apro la bocca sempre con la luce puntata negli occhi che mi impedisce di vedere chi ho davanti e quanti sono. Un cazzo che sa di piscio inizia a possedermi fino in gola mi viene da vomitare ma me lo impedisce, tossisco ma lui continua per interminabili minuti finché "sborro troia sborrooo" e mi allaga la bocca. Sputo e un po' ingoio mi cola sul mento. L'altro mi fa alzare mi mette a pecora, alza la mini, mi strappa le autoreggenti e me le sfila buttando le mie scarpe qualche metro più in là. Con il vibratore inizia a giocare intorno al mio buchetto in parte ancora aperto dal clochard "vieni a vedere la troia è stata inculata da poco diceva la verità". Io dico "non fatemi del male farò ciò che volete". "Taci e stai ferma ora usiamo il tuo giocattolo". Mi penetra col mio vibratore e me ne pianta almeno 20 centimetri in pancia, urlo dal dolore e dal piacere ma qualcuno mi ri tappa la bocca con la sua verga, non è il cazzo di prima però lo riconosco. Mi stanno stuprando davvero. Accende il vibratore e lui si muove dentro, vibra. Ho la testa che non connette più, mi lascio andare succhio avidamente e mi concedo senza pudore.. "Guardate come le piace fatevi sotto quando vi ricapita, si susseguono cazzi più o meno sudici, mani dappertutto, pizzicotti, schiaffi in faccia e sulle chiappe, sborrate in gola, sbrodolo anch'io e lo dico urlando, loro ridono. Il tipo mi toglie il vibratore dal culo e mi ci ficca il suo cazzo, mi monta tenendomi la testa all'indietro per i capelli è violento, gli altri parlottano, si sono già svuotati le palle. Il tizio non riesce a venire e continua a dirmi "fammi sborrare vacca fammi sborrare" io ancheggio per sollecitarlo, prende una delle mie calze me la mette intorno al collo e stringe, sento male, non respiro, ansimo e lui pompa come indemoniato "l'ammazzo la troia l'ammazzo" grida. Ho le mani dietro la schiena amnanettate non posso nulla, gli altri ridono e fumano. Mi sta strangolando e il suo cazzo mi sta distruggendo il buchetto. "Basta fermati o l'ammazzi davvero" dice qualcuno. Mentre glielo dice urla come un ossesso "ti sborrooo dentroooo". Ho le lacrime che mi scendono, gli occhi appannati rantolo... Lascia la presa e sbatto la testa contro la spalliera del sedile. Crollo in avanti a chiappe aperte con le gambe scomposte, sento qualcosa che cola tra le mie dita dei piedi, con un filo di forza giro un poco la testa è uno che si stava segando sui miei piedini. Cado su un lato del sedile, sono sfinita. Mentre il tipo si pulisce un fascio di luce illumina il suo volto. Porco cazzo! Era il clochard che mi aveva già scopata all'inizio e che non parlava. Maledetto maiale depravato, aveva preso i soldi mi aveva chiavata e poi riscopata con gli amici. "Toglietemi almeno le manette" implorai. Me le tolse lui. Se ne andarono, quanti fossero non lo so, quanti cazzi diversi avevano sborrato nella mia bocca nemmeno. Ero in uno stato pietoso, non trovavo una scarpa e il vibratore, dovevo per forza ripassare da dentro la stazione per tornare a casa.
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