Sono ninfomane e troia 13 - Il mio futuro suocero: Un vero porco pervertito!
di
Andrea2022
genere
incesti
Abbracciata da un lato dal mio futuro ed ignaro suocero e dall'altro lato dalla sua incestuosa amante, ci siamo diretti verso la saletta attrezzata con un tavolo apparecchiato e imbandito di ogni ben di dio compreso un bouquet di rose rosse ed un secchiello con dello Champagne nel ghiaccio.
Durante quel breve tragitto, mi sembrava di volare tanto era la mia gioia di scoprire quanto fossi desiderabile (Diecimila euro mi hanno dato! Diecimila! Cazzo cazzo.. non mi sembra vero! Pensavo) e la cosa mi aveva eccitata al punto che ero già bagnata.
Mio padre che ci aveva seguito da dietro, davanti alla porta si era fermato con l'aria interrogativa di chi chiede se può entrare: "Entra, entra anche tu Armando che se ti va, potrai giocare con noi e la pollastrella Bocca di rosa.
La pollastrella ero io, sua figlia divenuta in quella circostanza una puttana a pagamento!
Dopo che tutti eravamo seduti a tavola e dopo il brindisi di benvenuto, avevo subito voluto mostrare di che pasta fossi fatta ed avvicinandomi a Nadia, l'avevo baciata travasandole in bocca lo Champagne che non avevo ingoiato.
Un frullare di lingue aveva accompagnato quel libidinoso bacio fatto di succhi e risucchi in cui lo schiocco della mia lingua nel suo cavo orale, veniva accompagnato dal gorgoglio della saliva che impediva ad entrambe di respirate.
Avevo poi ripetuto la stessa cosa con Gianni (Mio futuro suocero) riuscendo quasi a soffocarlo con la lingua tonda e dura come un vero cazzo che gli scopava la bocca mentre con una mano gli tastavo le palle da sopra i pantaloni: "Cazzo, sei messo bene!"
gli avevo detto staccandomi dal bacio con uno schiocco simile allo sgorgo di un lavandino.
Tenendogli ben strette le palle con una mano, mi ero inginocchiata sotto il tavolo e dopo avergli slacciato la cintura ed i bottoni della patta, gli avevo infilato le mani dentro le mutande e con un veloce strappo gliele avevo abbassate facendogli sbattere rumorosamente la verga eretta contro la pancia.. schiaccc!
Che meraviglia!
Un cazzo scuro, tozzo e scolpito di vene, con una enorme cappella livida che come un fungo chiudeva quella mazza molto grossa ma dalla lunghezza giusta: "Cazzo! Proprio quello che ci vuole per riempire completamente la mia fichetta senza sbattere sulla cervice uterina!" avevo pensato mentre mi accingevo ad assaggiarlo con le labbra appena dischiuse e la lingua aperta come una spatola.
L'avevo imboccato completamente una sola volta per prenderne le misure ed avere conferma della mia prima impressione: "Ok! la misura è giusta!" per il resto gli avevo leccato e succhiato i testicoli come fossero caramelle e gli avevo titillato il frenulo con la lingua appuntita come un dardo per sentire le sue contrazioni ed i suoi ansimi di piacere.
Sulla sedia accanto alla sua sedeva Nadia che, dopo essersi portata l'orlo della gonna sulle ginocchia, si era abbassata le mutandine e col piede scalzo mi accarezzava la mano che stringeva la verga del suo amante.
A quel punto, avevo spostato la mia attenzione su di lei e dopo averle abbassato le mutande sino alle caviglie, le avevo infilato la testa tra le cosce alternandomi con la bocca tra la sua fica e il cazzo di Gianni.
Dal buchino sulla cappella del maschio cominciavano a spuntare le prime goccioline pre- spermatiche mentre la fica oramai madida di umori, mi invitava a dedicarle una maggiore attenzione.
Dietro di me, mio padre si stava masturbando quando avevo deciso di dedicarmi completamente alla signora sino a farmela godere in bocca con un incredibile rilascio di liquidi vaginali che avevo ingoiato leccandomi poi, le labbra.
Aveva goduto tanto e rumorosamente Nadia al punto da spingere Gianni (Il mio futuro suocero) a chiedermi di smettere altrimenti mi avrebbe goduto anche lui in bocca: "Ho capito perché ti chiamano Bocca di rosa ma adesso smettila e siediti a mangiare altrimenti mi fai sborrare subito rovinando la festa." mi aveva detto spingendomi in la e tirandomi su con le mani sotto le ascelle.
Emergendo dalla mia postura, avevo baciato ancora in bocca Nadia facendole sentire il sapore del suo piacere e poi avevo baciato ancora anche Gianni (Mio futuro suocero) per riempirgli la bocca di gustosa salive e confermargli quanto fosse troietta Bocca di rosa.
Sedendomi poi, avevo incrociato lo sguardo di mio padre visibilmente compiaciuto per come mi stavo comportando.
In quel momento, non sapevo ancora se masturbandosi, avesse già sborrato anche lui.
La cena era stata davvero deliziosa piena di piatti gustosi ed afrodisiaci compreso i frutti esotici al termine e la torta dal profumo, dal gusto orientale e dalla consistenza fluida del miele.
Al momento del dolce, erano apparsi due inservienti che avevano sparecchiato la tavola e dopo avervi appoggiato una specie di runner trapuntato, erano subito spariti nel buio dal quale erano apparsi.
A quel punto Gianni (il mio futuro suocero) mi aveva spogliata e mi aveva fatta distendere supina sul runner e dopo avermi spalmato con le mani inzuppate di torta il corpo e la fica, aveva cominciato a leccarmi e "mangiare" cominciando dalle tette completamente ricoperte di crema e di miele.
Poi era lentamente sceso a ripulire con la lingua la pancia, l'ombelico e poi, più giù!
Infine, con i miei piedi appoggiati al tavolo, le gambe piegate e le cosce aperte, era giunto sino alla fica che aveva cominciato a leccare e succhiare con una incredibile maestria.
Avevo avuto quasi subito il mio primo orgasmo.
Mentre lui in piedi era piegato a 90 con la testa tra le mie cosce, l'amante che aveva legato in vita un grosso cazzo di silicone, gli aveva spalmato il buco del culo con una manata di torta e dopo averlo puntato, con un colpo secco l'aveva penetrato sino allo schiocco dei testicoli di gomma sulle sue chiappe.
Il singulto sfuggito dalle sue labbra era un chiaro segno di piacere a quella intrusione ed era seguito da uguali risposte ad ogni affondo sincronizzato poi, coi movimenti della sua lingua sulla mia fica.
Che goduria.. che piacere!
Il tutto poi, era accentuato dal fatto che a leccarmi la fica fosse il mio futuro suocero inconsapevole del fatto che fossi l'ingenua e vergine fidanzata e promessa sposa del figlio.
Dopo il mio secondo orgasmo, lui si era sollevato e pur rimanendo impalato collo strap- on nel culo, mi aveva puntato il cazzo tra le grandi labbra della fica grondanti di saliva e umori e mi era scivolato dentro come fosse anch'io una torta di panna e miele.
A quel punto, il gioco si faceva più intrigante, complicato, perverso e lussurioso.
La sua amante infatti, continuando ad incularlo, aveva chiesto a mio padre di unirsi al gioco: "Che fai li a segarti Armando.. partecipa anche tu a questo gioco.. leccami il culo e poi mettimelo dentro anche tu!"
Con l'aggiunta dell'ultimo vagone, il trenino era completo!
Mio suocero (Futuro) mi stava chiavando in modo violento e profondo sfiorando con la grossa cappella il mio utero regalandomi contrazioni di godimento estremo.
La sua amante lo stava inculando dominandone le reazioni con penetrazioni decise e profonde mentre a sua volta, veniva inculata da mio padre che con le sue grosse mani le mordeva i fianchi come tenaglie.
Gli odori, i suoni, i rumori, gli ansimi, le urla, gli schiocchi ed infine gli schizzi avevano riempito di se l'ambiente trasformato in un vero lupanare di romana memoria in cui i corpi si univano e godevano senza distinzione di genere ne di parentela.
Goduria.. godimento allo stato puro.. libidine senza controllo ne freni morali.
Un bagno di sudore, di saliva, di umori e di sperma avevano concluso quell'incredibile intreccio di corpi.
Quando tutti ci sentivamo appagati ed ogni foro era stato liberato, con naturalezza che pareva studiata, ognuno di noi aveva assunto la giusta postura.
Mentre Gianni (mio suocero) era disteso supino, io mi ero seduta sul suo viso per travasargli in bocca la sua stessa sborra.
Nello stesso momento la sua amante (cognata) era china su di lui a ripulirgli il cazzo sborrato mentre mio padre da dietro le leccava e succhiava il buco del culo dal quale fuoruscivano filamenti della sua stessa sborra.
Quando tutto pareva finalmente finito, Gianni (mio futuro suocero) mi aveva chiesto: "Bocca di rosa" mi daresti da bere?"
Per quanto troia mi sentissi, quella domanda mi aveva lasciata perplessa e gli avevo risposto: " Sei davvero un maiale.. hai già bevuto i miei umori e la tua sborra, cos'atro vuoi?" "Pisciami in bocca.. fammi bere il tuo succo dorato!" mi aveva risposto.
Negli stessi istanti, la sua amante aveva aperto le valvole ed aveva cominciato a pisciare in bocca a mio padre.
Più tardi a casa quella notte, avrei saputo che anche mia madre dopo essere stata riempita in ogni buco da una quantità incredibile di sborra, era stata portata in una vasca da bagno dove le avevano fatto una doccia di urina.
In quella situazione, anche mio fratello le aveva pisciato in bocca e lei, a differenza degli altri, aveva bevuto tutto.
segue
Durante quel breve tragitto, mi sembrava di volare tanto era la mia gioia di scoprire quanto fossi desiderabile (Diecimila euro mi hanno dato! Diecimila! Cazzo cazzo.. non mi sembra vero! Pensavo) e la cosa mi aveva eccitata al punto che ero già bagnata.
Mio padre che ci aveva seguito da dietro, davanti alla porta si era fermato con l'aria interrogativa di chi chiede se può entrare: "Entra, entra anche tu Armando che se ti va, potrai giocare con noi e la pollastrella Bocca di rosa.
La pollastrella ero io, sua figlia divenuta in quella circostanza una puttana a pagamento!
Dopo che tutti eravamo seduti a tavola e dopo il brindisi di benvenuto, avevo subito voluto mostrare di che pasta fossi fatta ed avvicinandomi a Nadia, l'avevo baciata travasandole in bocca lo Champagne che non avevo ingoiato.
Un frullare di lingue aveva accompagnato quel libidinoso bacio fatto di succhi e risucchi in cui lo schiocco della mia lingua nel suo cavo orale, veniva accompagnato dal gorgoglio della saliva che impediva ad entrambe di respirate.
Avevo poi ripetuto la stessa cosa con Gianni (Mio futuro suocero) riuscendo quasi a soffocarlo con la lingua tonda e dura come un vero cazzo che gli scopava la bocca mentre con una mano gli tastavo le palle da sopra i pantaloni: "Cazzo, sei messo bene!"
gli avevo detto staccandomi dal bacio con uno schiocco simile allo sgorgo di un lavandino.
Tenendogli ben strette le palle con una mano, mi ero inginocchiata sotto il tavolo e dopo avergli slacciato la cintura ed i bottoni della patta, gli avevo infilato le mani dentro le mutande e con un veloce strappo gliele avevo abbassate facendogli sbattere rumorosamente la verga eretta contro la pancia.. schiaccc!
Che meraviglia!
Un cazzo scuro, tozzo e scolpito di vene, con una enorme cappella livida che come un fungo chiudeva quella mazza molto grossa ma dalla lunghezza giusta: "Cazzo! Proprio quello che ci vuole per riempire completamente la mia fichetta senza sbattere sulla cervice uterina!" avevo pensato mentre mi accingevo ad assaggiarlo con le labbra appena dischiuse e la lingua aperta come una spatola.
L'avevo imboccato completamente una sola volta per prenderne le misure ed avere conferma della mia prima impressione: "Ok! la misura è giusta!" per il resto gli avevo leccato e succhiato i testicoli come fossero caramelle e gli avevo titillato il frenulo con la lingua appuntita come un dardo per sentire le sue contrazioni ed i suoi ansimi di piacere.
Sulla sedia accanto alla sua sedeva Nadia che, dopo essersi portata l'orlo della gonna sulle ginocchia, si era abbassata le mutandine e col piede scalzo mi accarezzava la mano che stringeva la verga del suo amante.
A quel punto, avevo spostato la mia attenzione su di lei e dopo averle abbassato le mutande sino alle caviglie, le avevo infilato la testa tra le cosce alternandomi con la bocca tra la sua fica e il cazzo di Gianni.
Dal buchino sulla cappella del maschio cominciavano a spuntare le prime goccioline pre- spermatiche mentre la fica oramai madida di umori, mi invitava a dedicarle una maggiore attenzione.
Dietro di me, mio padre si stava masturbando quando avevo deciso di dedicarmi completamente alla signora sino a farmela godere in bocca con un incredibile rilascio di liquidi vaginali che avevo ingoiato leccandomi poi, le labbra.
Aveva goduto tanto e rumorosamente Nadia al punto da spingere Gianni (Il mio futuro suocero) a chiedermi di smettere altrimenti mi avrebbe goduto anche lui in bocca: "Ho capito perché ti chiamano Bocca di rosa ma adesso smettila e siediti a mangiare altrimenti mi fai sborrare subito rovinando la festa." mi aveva detto spingendomi in la e tirandomi su con le mani sotto le ascelle.
Emergendo dalla mia postura, avevo baciato ancora in bocca Nadia facendole sentire il sapore del suo piacere e poi avevo baciato ancora anche Gianni (Mio futuro suocero) per riempirgli la bocca di gustosa salive e confermargli quanto fosse troietta Bocca di rosa.
Sedendomi poi, avevo incrociato lo sguardo di mio padre visibilmente compiaciuto per come mi stavo comportando.
In quel momento, non sapevo ancora se masturbandosi, avesse già sborrato anche lui.
La cena era stata davvero deliziosa piena di piatti gustosi ed afrodisiaci compreso i frutti esotici al termine e la torta dal profumo, dal gusto orientale e dalla consistenza fluida del miele.
Al momento del dolce, erano apparsi due inservienti che avevano sparecchiato la tavola e dopo avervi appoggiato una specie di runner trapuntato, erano subito spariti nel buio dal quale erano apparsi.
A quel punto Gianni (il mio futuro suocero) mi aveva spogliata e mi aveva fatta distendere supina sul runner e dopo avermi spalmato con le mani inzuppate di torta il corpo e la fica, aveva cominciato a leccarmi e "mangiare" cominciando dalle tette completamente ricoperte di crema e di miele.
Poi era lentamente sceso a ripulire con la lingua la pancia, l'ombelico e poi, più giù!
Infine, con i miei piedi appoggiati al tavolo, le gambe piegate e le cosce aperte, era giunto sino alla fica che aveva cominciato a leccare e succhiare con una incredibile maestria.
Avevo avuto quasi subito il mio primo orgasmo.
Mentre lui in piedi era piegato a 90 con la testa tra le mie cosce, l'amante che aveva legato in vita un grosso cazzo di silicone, gli aveva spalmato il buco del culo con una manata di torta e dopo averlo puntato, con un colpo secco l'aveva penetrato sino allo schiocco dei testicoli di gomma sulle sue chiappe.
Il singulto sfuggito dalle sue labbra era un chiaro segno di piacere a quella intrusione ed era seguito da uguali risposte ad ogni affondo sincronizzato poi, coi movimenti della sua lingua sulla mia fica.
Che goduria.. che piacere!
Il tutto poi, era accentuato dal fatto che a leccarmi la fica fosse il mio futuro suocero inconsapevole del fatto che fossi l'ingenua e vergine fidanzata e promessa sposa del figlio.
Dopo il mio secondo orgasmo, lui si era sollevato e pur rimanendo impalato collo strap- on nel culo, mi aveva puntato il cazzo tra le grandi labbra della fica grondanti di saliva e umori e mi era scivolato dentro come fosse anch'io una torta di panna e miele.
A quel punto, il gioco si faceva più intrigante, complicato, perverso e lussurioso.
La sua amante infatti, continuando ad incularlo, aveva chiesto a mio padre di unirsi al gioco: "Che fai li a segarti Armando.. partecipa anche tu a questo gioco.. leccami il culo e poi mettimelo dentro anche tu!"
Con l'aggiunta dell'ultimo vagone, il trenino era completo!
Mio suocero (Futuro) mi stava chiavando in modo violento e profondo sfiorando con la grossa cappella il mio utero regalandomi contrazioni di godimento estremo.
La sua amante lo stava inculando dominandone le reazioni con penetrazioni decise e profonde mentre a sua volta, veniva inculata da mio padre che con le sue grosse mani le mordeva i fianchi come tenaglie.
Gli odori, i suoni, i rumori, gli ansimi, le urla, gli schiocchi ed infine gli schizzi avevano riempito di se l'ambiente trasformato in un vero lupanare di romana memoria in cui i corpi si univano e godevano senza distinzione di genere ne di parentela.
Goduria.. godimento allo stato puro.. libidine senza controllo ne freni morali.
Un bagno di sudore, di saliva, di umori e di sperma avevano concluso quell'incredibile intreccio di corpi.
Quando tutti ci sentivamo appagati ed ogni foro era stato liberato, con naturalezza che pareva studiata, ognuno di noi aveva assunto la giusta postura.
Mentre Gianni (mio suocero) era disteso supino, io mi ero seduta sul suo viso per travasargli in bocca la sua stessa sborra.
Nello stesso momento la sua amante (cognata) era china su di lui a ripulirgli il cazzo sborrato mentre mio padre da dietro le leccava e succhiava il buco del culo dal quale fuoruscivano filamenti della sua stessa sborra.
Quando tutto pareva finalmente finito, Gianni (mio futuro suocero) mi aveva chiesto: "Bocca di rosa" mi daresti da bere?"
Per quanto troia mi sentissi, quella domanda mi aveva lasciata perplessa e gli avevo risposto: " Sei davvero un maiale.. hai già bevuto i miei umori e la tua sborra, cos'atro vuoi?" "Pisciami in bocca.. fammi bere il tuo succo dorato!" mi aveva risposto.
Negli stessi istanti, la sua amante aveva aperto le valvole ed aveva cominciato a pisciare in bocca a mio padre.
Più tardi a casa quella notte, avrei saputo che anche mia madre dopo essere stata riempita in ogni buco da una quantità incredibile di sborra, era stata portata in una vasca da bagno dove le avevano fatto una doccia di urina.
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