Sono ninfomane, anzi no! Sono una troia! 3 - Ho dato tutto a mio padre

di
genere
incesti

Quella prima volta a letto con mio padre aveva allargato (oltre ai miei segreti pertugi) il mio orizzonte in fatto di sesso.

Sino a quel momento avevo "giocato" all'amore solo con mio fratello.

Nei primi timidi approcci, insieme a noi vi era anche il nostro cuginetto che però, si era trasferito interrompendo ahi lui, quel bellissimo gioco esplorativo che avevamo iniziato insieme.

(Per la cronaca devo precisare che l'avevo incontrato anni dopo quando già la bambina di giochi non c'era più sostituita dalla troia che ero diventata ed in quella occasione, gli avevo restituito con gli interessi i capitoli che si era perso. Devo confessare che anche io ne avevo tratto vantaggio grazie ai suoi cambiamenti fisici ed in modo particolare quello in mezzo alle gambe.)

Dopo la partenza del cuginetto, nulla era cambiato tra me e mio fratello se non il fatto che col crescere aumentava la nostra curiosità alimentata da sempre nuove scoperte: I primi peli, le mie prime collinette sul petto, le sue prime goccioline bianche e poi i primo veri orgasmi.

Le mie prime mestruazioni in cui mia madre mi aveva spiegato tutto mettendomi in guardia dal pericolo dei miei coetanei.

Naturalmente mia madre non sapeva che con mio fratello ci eravamo portati già avanti e comunque, quella sua raccomandazione mi era stata utile a maturare la determinazione che mi sarei mantenuta vergine sino al compimento della maggiore età.

Con mio fratello era stato bellissimo!

Conoscevamo ogni lembo della nostra pelle, ogni angolo di carne che avrebbe potuto darci piacere se adeguatamente toccato e poi i baci!

Che baci.. tanti!

Sulla bocca, sui seni, tra le cosce, sui genitali, sulle mani e persino dove avremmo avuto vergogna a raccontarlo ad altri!

Era amore il nostro.. amore puro.. amore dolce e languido nell'attesa del fatidico momento che lo avrebbe reso completo anche dal punto di vista fisico.

Quella prima volta con mio padre, avevo percorso come fosse la carrellata di un regista o lo sciogliere del diario di uno scrittore, tutte quelle fasi della mia crescita rendendomi conto d'un tratto, che il percorso che credevo già esaurito, non era che al suo esordio.

La vista della verga di mio padre così vicina ai miei occhi ed alla mia bocca con le sue vene scolpite e la sua aria virile e minacciosa, in un primo momento mi aveva turbata ed intimorita.

Quando però, seppure con poca delicatezza me lo ero sentito forzare e poi scivolare in modo ruvido dentro il corpo, avevo capito che il sesso, quello vero era diverso da quello fatto con mio fratello sino a quel momento.

Sentire le braccia di mio padre che con forza mi allargavano le gambe per aprirmi le grandi labbra come fossero valve di un'ostrica e lasciare spazio alla spinta del glande sulle piccole labbra sino ad aprirle ad una penetrazione rapida, potente e dolorosa con quelle vene gonfie e dure che parevano voler lacerare le pareti della mia fica, mi aveva fatta trasalire strappandomi un grido umido e sordo.

Mai avevo sentito mio fratello così!

Anche lui aveva una buona dotazione ma il fatto che fosse di forma perfettamente cilindrica, liscio e con una cappella più morbida, me lo faceva scivolare dentro come fosse una lama calda nel burro.

Quando ha goduto poi (Non prima di avermi trascinata in tre violentissimi orgasmi) lo aveva fatto quasi ruggendo e con con una forza pari ai suoi potenti fiotti di sperma che accompagnati dalle contrazioni della verga parevano voler infiammare tutto il mio corpo tanto erano bollenti e impetuosi i suoi spruzzi.

Quella notte, la nostra prima notte di sesso e di amore, mio padre non mi aveva fatto mancare nulla.

La sua incredibile mazza tra le labbra mi aveva fatto capire cosa davvero fosse un pompino.

E poi, i suoi caldi fiotti spruzzati direttamente sull'ugola mentre con le mani tra i capelli, spingeva dietro la nuca per impedire che mi ritirassi nel momento cruciale dell'acme disperdendo parte del suo prezioso nettare.

Davvero era nettare per me ed avevo voluto dargliene prova dopo aver ingoiato tutto, aprendo la bocca per mostrargliela vuota mentre le lacrime scioglievano il mio trucco trasformandomi in una maschera.

-Sei bellissima bambina e sei brava.. davvero brava!

Neanche tua madre era riuscita ad ingoiare tutto la prima volta."

Dopo quel pompino, mi aveva mandata in bagno a rassettarmi ed al mio ritorno, mi aveva fatto trovare un bicchiere di spumante con accanto un flacone lubrificante.

-Amore, qualcuno ti ha già fatto sbocciare la rosellina nascosta nel giardino segreto?-

Mi aveva chiesto con aria seria.

-Come qualcuno?!

Te l'ho detto papà, sino ad oggi ho fatto l'amore solo con mio fratello e tu sei il secondo.

E poi.. cosa è la rosellina del giardino segreto?-

-Tesoro di papà, è il forellino che hai in mezzo ai tuoi bellissimi glutei e se sei d'accordo, vorrei farla sbocciare il stanotte.

Non vuoi tesoro regalare a tuo padre l'unica verginità che hai ancora?-

-Si papà, lo voglio!-

Gli avevo risposto in modo automatico sentendomi oramai completamente sua e della sua volontà di farmi da maestro in tutti i sensi.

Dopo avermi leccata a lungo il buco del culo infilandoci la lingua come fosse un piccolo pene, aveva cominciato a giocarci con le dita abbondantemente lubrificate con quella crema bianca profumata e lievemente anestetica.

La pressione della cappella sul buco serrato era via via più forte e dolorosa ed a nulla servivano le sue indicazioni di spingere come se dovessi defecare.

La sensazione di dover evacuare in realtà la sentivo davvero ma il timore di sporcare mi spingeva a stringere ancora di più.

Quello era stato il mio più grosso errore giacché, quando mio padre mi aveva stretto i fianchi come in una morsa e con la potentissima spinta mi aveva lacerato lo sfintere entrando dentro il mio corpo con la sua mostruosa cappella, avevo lanciato un grido lancinante accasciandomi sul materasso priva di sensi.

Al mio grido era accorsa mia madre che trovandomi svenuta ed ancora impalata dal cazzo di mio padre, era corsa in cucina a prendere una tovaglia ed una boccetta di aceto.

Al mio risveglio mi sentivo come lacerata in ogni parte del corpo.

Le lacrime avevano segnato ancora di nero il mio viso e mia madre con una dolcezza di cui non ricordavo, mi accarezzava i capelli, mi puliva il viso e mi baciava la fronte.

Mio padre col corpo scosso da un lieve tremore, era ancora ben conficcato dentro di me.

-Amore, cerca di calmarti e stare ferma.. vedrai che tra un po' passerà.

Se riesci, cerca di spingere e fregatene se poi sporchi, ho portato un telo di spugna e appena riesci a muoverti telo metto sotto.

Amore di mamma lo so cosa stai provando in questo momento.

Era successo anche a me quando tuo padre me lo aveva messo in quel posto.

Ero rimasta a letto per una settimana con la borsa del ghiaccio in mezzo alle chiappe.

Adesso comunque non è più cosi, vi sono delle creme che risolvono subito il problema e già da domani se lo vorrai, potrai godere dei piaceri che quella parte del tuo corpo può darti.

Comunque, tra poco, quando quella crema che ti ha spalmato tuo padre farà il suo effetto starai già meglio e forse riuscirai a goderti anche questa prima volta.-

In effetti, mentre mia madre mi parlava, il dolore andava calmandosi e negli stessi istanti percepivo la piacevole sensazione della verga di mio padre che lentamente mi scivolava in corpo sino al caldo contatto dei suoi testicoli con la mia fica bagnata.

segue
scritto il
2023-02-28
7 . 9 K
visite
7
voti
valutazione
3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.