L’s story. Capitolo 20 (FINE PARTE 1). Fiestaaa

Scritto da , il 2022-12-24, genere dominazione

Adelmo. “Tocca a me? Sono il primo? Allora vi dico che, grazie a questa operazione, mi hanno promosso! Da poche ore sono Maggiore! [applausi, grande!] E la promozione deriva proprio dall’accordo fatto a ragioneria, per aiutare L. Ora, ecco il mio regalo: lo poso qui, davanti alla gogna, poi vi spiego”.

Scarta un pacco, estrae una nuova codina da gatta, la depone davanti a me. La vedo benissimo perché sono ancora con testa e polsi nella gogna, chinata ad angolo retto, totalmente nuda con il sedere e la fessurina completamente in mostra dato che le mie caviglie sono tenute larghe da un tubo d’acciaio.
A.: “Ve lo spiego: tutti sapete che vado matto per il culo della nostra novizia. Perciò, non potevo che regalarle un nuovo cuneo anale: questo però è moderno. Con il telecomando vibra! [applausi, risa di allegria]. Ho finito, anzi no, perché… bambolina bellissima, adesso ti toccaaa!” [nuovi applausi, incitamenti].

Io sono a occhi bassi: un amico che mi vuole bene ha annunciato trionfante che tra pochi secondi mi sodomizzerà. E altre 11-12 persone, alcune che mi hanno tanto aiutata, lo hanno applaudito e incitato: è la massima umiliazione che ho subito nella mia giovane vita.
Adelmo alza le dita a V, in segno di vittoria, gira intorno alla gogna accorgendosi che, come per caso, c’è un tubetto di crema alla calendula posato sulla gogna. Lo prende, lo usa su di sé e su di me: io ringrazio mentalmente Marta, che lo ha fatto trovare lì come per caso, senza che nessuno si accorgesse.

Ora è dietro di me, sento che armeggia con la sua cintura dei pantaloni. Lo appoggia ma non ho paura: Adelmo non ha un sesso grande e so che devo essere rilassata. Entra lento e lo spinge tutto fino in fondo, senza fermarsi. Cerco con gli occhi la sua compagna: è in ginocchio, non si è mossa e non sembra gelosa, anzi, sorride.
Mi possiede con passione, ma anche con riguardo: infatti, non sento nessun dolore e, perciò, dopo un po’ ho un orgasmo anale. Miagolo come sempre, sottovoce, dolcissima e… parte un nuovo applauso, stavolta per me. Avvampo per questa nuova mortificazione, provo a controllare l’orgasmo contro natura, non ci riesco.
Continuo a godere per qualche minuto, finché lui grida forte forte “Hai il culo più bello del mondooo!!!”. Non resta dentro, ma mi spruzza sulla schiena. Mentre Claudio viene a pulirmela, tutti applaudono di nuovo e io lo odio un po’, solo un po’.

Daniele. Si avvicina, è più moderato. Fa vedere a tutti un plico di carte, le posa davanti a me e spiega: “Noi non abbandoniamo le ragazze che si affidano a noi. Qui c’è l’estratto conto dove depositiamo i denari di L., questo è l’inventario della sua cassetta di sicurezza, questo l’inventario dei beni catastali a suo nome. Vi riassumo: quando è cominciato l’addestramento di L., due mesi fa, la nostra novizia non possedeva niente. Oggi L. possiede immobili per circa due milioni; contanti e pietre preziose attorno ai 70.000”. [applausi seri]. Amo quest’uomo. È il primo dei soci che mi ha apprezzata e posseduta. Ma so benissimo che ha il pene grande e temo che anche lui voglia prendermi dove lo ha fatto Adelmo.
Non è così, mi entra delicatissimo nella passerina, lentamente me lo fa sentire in tutti i modi: spinge, gira, lo fa ruotare… Godo, godo di nuovo. Mi sento tanto una porcella. Lui spruzza sei volte sulla mia schiena.

Ercole annuncia, leggendo in inglese su un foglietto: “Mister Balthazar, it’s up to you!”. [applauso e curiosità]. L’ingegnere greco si alza, saluta tutti, sorride: sembra si stia divertendo molto. Presuntuoso, si toglie pantaloni e mutande davanti a tutti e poi viene da me. Ricordavo un uccellone, più grande di quello Daniele. Ma, data la sua bassa statura, ora che lo eretto fa impressione. Si avvicina, mi accarezza il viso, mi dà un bacio sul nasino. Spiega a tutti: “I don’t speak italian, but this is my gift, my present for L.’s second slavery month”.

Apre una scatolina e solleva un anello, così che tutti possano vederlo: un oggetto elegante e non pacchiano, con uno smeraldo ovale non troppo grande e due diamanti ai lati. Mentre me lo mette al dito mi commuovo, mi si inumidiscono gli occhi, gli sorrido dolcissima. Lui lo vede e mi bacia sulla bocca: “So tiny, so sweet… my son will be very happy to become your friend”. Non ci capisco niente, so solo che è bruttino forte ma tenerissimo.
Prende posizione dietro, ma entra forte su per il mio sedere e mi sbatte con tanta passione. Mi fa un po’ male, ma faccio la scrofetta di nuovo: orgasmone dopo pochissimo e davanti a tutti. Quando Ercole gli fa il segnale che mancano cinque minuti esce, mi si sposta davanti, me lo mette davanti al viso e... mi spruzza negli occhi, sul naso, in bocca, ovunque arriva. Sarà anche tenero, ma è proprio un porco.
Non capisco perché, oggi, nessuno mi spruzza dentro… Ma chi mi ha penetrata sinora, mi è sembrato sia stato molto contento di me.

Mentre Ercole chiama Max, Claudio mi pulisce il viso in profondità. Max fa il presuntuoso: si spoglia completamente davanti tutti. Non è il più alto, ma è sicuramente il più atletico, una forza della natura: muscoli dappertutto, tartaruga addominale, cosce come tronchi di quercia e il… lo sapete già. Mentre mi sventola davanti al viso quell’arrogante uccellone già durissimo, spiega: “Il mio regalo non è costoso come i vostri, ma non me ne vergogno: è un invito degli Stati Maggiori di Esercito, Aereonautica, Marina e Carabinieri al ballo delle debuttanti. Si terrà a Roma, tra circa un mese, ed è esclusivissimo. Non ho neanche il grado sufficiente per accompagnarla perché, vi assicuro, gli inviti sono selezionatissimi: le debuttanti saranno solo 20 da tutta Italia!” [Applauso generale].

Max oggi ha deciso di dare spettacolo, di far vedere che i soldi contano meno dell’essere un guerriero. Come una tigre mi gira aggiorno, poi… un balzo! Mi penetra con forza e spinge tutto dentro me: strillo per la prima volta. Ma ammetto che la sua aggressività mi fa sentire importante e bella. Mi sbatte velocissimo, con forza: sembra voglia dare dimostrazione di potenza e virilità... Quando mi prende per la coda dei capelli e me li tira strillo di nuovo ma, purtroppo ho il mio quarto orgasmo… questa volta violento. Godo miagolando disperatamente, mentre lui (lo dico in modo volgare e me ne scuso) mi monta come una puledrina fino allo scadere dei suoi 15 minuti. Nove spruzzi sulla mia schiena segnalano il suo dominio assoluto sulla femmina che sceglie. [applauso di cinque minuti… Marta ha uno sguardo adorante per il marito, ma sorride a me, facendomi un “ok” con le dita].

Si alza Giovanni, il padrone con il pene più grande e grosso dopo quello del Maestro. Incrocia il mio sguardo e mi vede timorosa: sto cercando di mandargli una silenziosa supplica: “Gio, non dietro, ti supplico”. Mi sorride e presenta il suo regalo per me: “Amici, il mio regalo è un posto di lavoro, un lavoro onesto che L. comincerà proprio domattina, alle 08:30. Ma regalo alla nostra bellissima novizia anche due promesse. La prima, tra poco avrai una sorpresa: sii te stessa, resta pudica e umile. Se ci riesci, ti prometto – ecco il mio secondo dono – che sarai utilizzata in operazioni della massima importanza per la nostra associazione… e la prima comincia proprio domattina!”.

Nella settimana che sta finendo Gio mi ha già presa 4 volte, tra le quali quella bruciante, nel lato B. Oggi mi fa sua con tanta delicatezza, baciandomi il collo, tirandomi i capezzoli, dicendomi paroline dolci. Mi conosce già molto bene... il mio orgasmo arriva quasi subito… e dura per tutti i 12 minuti che gli spettano.

Hanno finito di usarmi sessualmente, sono sfinita: Claudio mi scioglie dalla gogna, mentre Ercole mostra a tutti il suo dono e raccoglie quelli precedenti. Spiega: “Questo è un invito a teatro per L. da parte del più grande proprietario terriero di tutta la nostra Provincia, il dottor Helio Vigneti, padre del compagno di scuola di L. a ragioneria. Alcuni di noi lo han conosciuto in occasione dell’accordo extra-giudiziale. E non posso spiegare di più” [applausi, ma solo da parte di chi ha capito a cosa allude il mio ex Preside, vedi cap. 7].

Sono le 18:15 ed Ercole conclude: “Amici siamo stati puntuali: cena alle 20 ma ci sono già stuzzichini. Ci rivediamo qui alle 19:00: visitate la villa, il parco, ma siate puntualissimi per l’ultimo regalo annunciato da Giovanni: il tempo minimo affinché la novizia si rimetta in ordine”.

Claudio cerca di portarmi nel nostro appartamento per lavarmi e aiutarmi a rimettermi in ordine, ma barcollo, inciampo, non ho forza per fare le scale: quei cinque mi hanno sfiancata. Le altre schiave si avvicinano, mi fanno i complimenti, bacini, bacetti... tutte eccetto quella di Adelmo. Marta, invece, è in ansia e mi trascina su per le scale: “Presto! Presto! Claudio tu spazzolale i capelli ininterrottamente che io la lavo. Han detto che ora c’è il regalo più importante, devi essere la più bella delle schiave!”.
Pian piano mi riprendo: queste due amiche mi vogliono tanto bene e lavorano velocissime su ogni parte del mio corpo.

Alle 18:55 sono in piedi, ristabilita, vestita da cerimoniale: tacchi alti a spillo, autoreggenti bianche, la nuova coda da gattina: come sempre, nient’altro. Cerco con gli occhi il mio collare ma Marta mi ferma: “No, ha detto Ercole che il collare ora non lo devi mettere”.
Io: “Perché? Sono stata somara? Cosa ho sbagliato questa volta?”.
Marta: “Zitta, smettila di pensare e sorridi, sei bellissima ed è già ora di scendere”.
Prendo un bel respiro, scendo lenta, un piedino davanti all’altro, gli occhi bassi, umilissima. Noto che han tolto la gogna e rimesso il grande letto quadrato. Quando finisco le scale, Ercole e Giovanni mi prendono per mano e mi portano al centro del grande salone. Mi inginocchio davanti a tutti, abbasso gli occhi, schiudo le cosce. Parte un nuovo e grande applauso, ma sento che c’è molta aspettativa per quel che sta per succedere, quasi tensione.
Ercole grida: “Amici, ci siamo! alziamoci tutti in piedi. Schiave col viso a terra! L. guarda davanti a te! Silenzio! Silenzio!”.

Si sente un passo pesante salire gli scalini esterni alla villa. Il portone si schiude... ed entra lui, il Maestro.
“C’è il Maestro! È venuto anche il Maestro!” dicono tanti sottovoce. I suoi due metri di altezza sovrastano tutti gli altri padroni e le loro schiave: sorride e saluta tutti con un cenno del capo.

Io invece, sono paralizzata. Gli occhi verdi mi brillano come stelle. Il mio cuoricino sembra scoppiare. Il respiro mi diventa affannoso, i capezzoli si infiammano, la patata mi si bagna fino a colare, tutto in pochi secondi. Fa un passo verso di me e si ferma. Vedo che guarda me, solo me. E sorride. Abbasso gli occhi subito e sussurro senza volere e commossa: “Leòn… mio signore…”.

Lui fa un altro passo verso di me e mi metto a tremare tutta per l’emozione. Quando il dorso della sua manona è vicino alla bocca quasi mi avvento: gli lecco il dorso, la mano, le dita. Mi lascia leccare e con l’altra mano mi accarezza la testa… il mio corpo risponde con un gemito dolcissimo, un “miao” intenso. Sto per avere un orgasmo solo per una sua carezza. Ma sento la sua voce profonda: “Ritta!”.

Mi gira la testa, ho il corpo che grida “prendimi!”. Ma scuoto la testa, mi riprendo, mi rialzo piano. Non ho la forza di guardarlo in viso, non lo merito: io sono niente, lui è il mio sovrano. Finalmente riesco ad assumere la posizione dovuta: in piedi, schiena dritta, mani allacciate dietro la schiena, seno offerto, occhi bassi, gambe separate per la larghezza di due pugni.
Una sua mano va a verificarmi la fessurina: non dice nulla, sorride e, trionfante, alza la mano per far vedere a tutti quanto sono bagnata.

Fa un cenno a Giovanni che si avvicina con una scatola ricoperta di velluto rosso. Leòn estrae qualcosa e dice: “Guardami!”. Mi mostra un elegantissimo collare di oro bianco, con al centro la scritta “Leòn” fatta con tanti piccoli smeraldi. Impazzisco, emetto un miagolio selvaggio, mi gira la testa.
Mi dice con tono molto e severo: “Collare non è marchio. Collare si può togliere, marchio è per sempre!”.

Quando me lo ha allacciato non ce la faccio più: scoppio a piangere, un pianto isterico di felicità. Tremo di nuovo e, quando mi tocco il nuovo collare, godo.
È l’orgasmo più intenso mai avuto. Crollo a terra, stringo le cosce per provare a fermare quel piacere violento mi rotolo per terra, continuo a piangere riuscendo solo a ripetere: “Mio signore… mio signore…”. Sto bagnando tutto il pavimento, sono come in trance, ma lui mi lascia fare: c’è un silenzio tombale intorno a noi.
Sto dando spettacolo e, mi diranno poi, lui si guarda attorno con gli occhi infuocati, fiero di me.

A sbloccare la situazione è Max, il guerriero, che urla: “Siete bellissimi! Se questo non è amore…”. Poi prende Marta per i capelli, la fa inginocchiare e le spinge il suo sesso nella bocca di lei, che sorride felice. Qualche secondo e anche Ercole afferra Claudio e gli penetra l’ano al volo, senza se e senza ma, davanti a tutti gli altri.
Ma di tutto questo io non vedo niente... perché il mio orgasmo continua, senza che lui nemmeno mi tocchi.

Dopo un tempo incredibile, il mio orgasmo passa, ma continuo a piangere per tutta la serata: aperitivo, cena, digestivo... piango ai suoi piedi, aggrappata alla sua gamba forte, tremando di felicità: non solo è riuscito ad essere presente, ma mi ha donato il regalo più bello: no, non il collare costosissimo, ma la sua presenza.

Sono le 22:00 quando mi solleva in braccio e mi porta al secondo piano, nella mansarda blindata.
La porta si chiude alle nostre spalle e finalmente ho capito: tutti sapevano che il Maestro sarebbe venuto per me. Hanno cercato di prepararmi ad essere penetrata dal suo uccellone come hanno potuto, dandomi anche le prove che mi vogliono bene e che sarò aiutata.

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E qui la PRIMA PARTE di questa “Story” si ferma.
C’è una parola che riassume tutto l’accaduto ed è “ubbidienza”, ma il traguardo è un altro ed è più difficile.
Dunque, consentitemi di tacere su quanto accaduto quella notte: per voi sarebbe solo un’altra tra le tante descrizioni di rapporti sessuali. Per me non fu solo questo.
Tacendo, conservo un po’ di pudore e un ricordo tutto mio.
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Qui termina prima parte della storia di L., spero di non avere offesa nessuna: non c’è solo un modo di amare.
Chiudo, per il momento, con un grazie per chi mi ha letto e ha condiviso le emozioni col suo cuore.

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Post scriptum per i più curiosi; sì, ce l’ho fatta: il mio signore si è divertito sia standomi davanti sia – in parte – dietro.


Fine Parte Prima “Ubbidienza”

Continua

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