Servizio militare. 2

di
genere
dominazione

B. si rendeva conto che quella convocazione era inusuale, ma pensò si trattasse di una forma nuova di immissione nel servizio militare obbligatorio, legata all’idea di un rapporto più diretto e personalizzato con la cittadinanza.
Entrato nell’ufficio del Comandante vide che al centro, in fondo alla stanza, c’era una scrivania affiancata da due portabandiere, a sinistra il tricolore italiano, a destra la bandiera dell’Unione Europea. Ai lati della scrivania stavano due giovani militari sull’attenti, di bell’aspetto. Il Comandante era in divisa ma senza cappello, un volto dalla mascelle squadrate, occhi azzurri e testa rasata, postura drittissima.
Venga avanti Consonni, disse il Comandante.
B. avanzò e fece per sedersi nella sedia antistante la scrivania, ma fu subito bloccato da una frase secca del Comandante:
Le ho forse detto di sedersi? Resti in piedi, Consonni, accanto alla sedia.
B. cominciò a intuire che c’era qualcosa di strano.
Il Comandante si alzò, andò di fianco a lui, e disse:
Adesso, Consonni, lei dovrà obbedire a ogni mio ordine. Se eseguirà bene gli ordini, lei verrà inserito in un corpo militare scelto e svolgerà i suoi mesi di servizio militare direttamente al mio servizio. Prima cosa: siccome i miei stivali hanno bisogno di essere lucidati, provvederà lei immediatamente.
E… dove trovo l’occorrente per lucidarli, Comandante?
Con la lingua, Consonni. A terra, a pancia in giù, e inizi a leccare per bene lo stivale della mia gamba destra.
B. era sconcertato da quelle frasi. Per un attimo pensò che si trattasse di uno scherzo, ma ben presto capì che la situazione era molto seria.
Il Comandante, con voce stentorea, disse:
Le ho già detto cosa accadrà se eseguirà bene gli ordini. Le dico adesso che se gli ordini non saranno eseguiti, a saranno eseguiti male, Lei verrà processato per resistenza a Pubblico Ufficiale, e Le assicuro che la daranno almeno quattro mesi di carcere militare. Quello che può succedere in quelle celle di detenzione, dove sarebbe a contatto con criminali pericolosi, non lo auguro a nessuno.
B. si stese a terra, e iniziò a leccare lo stivale del Comandante, partendo dalla punta. Aveva un forte odore di cuoio, e in realtà era già pulitissimo. C’era qualcosa di assurdo in tutta quella situazione, ma B. sentiva anche che almeno sapeva esattamente cosa doveva fare, e questo era, da un certo punto di vista, molto rassicurante. Dopotutto erano presenti due testimoni, e il Comandante non poteva essere un pazzo. Leccò per bene tutto lo stivale della gamba destra, assaporando quel sapore di cuoio morbido e nero. Quando ebbe finito si mise in ginocchio e guardò verso l’alto il volto del Comandante.
Bravo, Consonni, ha fatto un buon lavoro. Adesso, prima di lucidare con la lingua l’altro stivale, si tolga pantaloni e mutande, li appoggi sulla sedia, e si metta, per leccare, a quattro zampe.
B. non capiva lo scopo di tutto ciò, ma gli ordini erano precisi, le minacce per eventuali trasgressioni anche, quindi decise di eseguire tutto, per filo e per segno.
A quattro zampe, con la testa abbassata per leccare l’altro stivale partendo dalla punta, aveva il culo ben esposto; se ne rese conto. Mentre leccava con diligenza, sentì la voce del Comandante che dava ordini ai due militari. Aldo, infilati un guanto, Cosimo, prendi il lubrificante.
Adesso Cosimo lubrifica bene il buco di Consonni e tu Aldo procedi come al solito. Consonni, lei continui a leccare per bene come ha fatto prima.
Mentre leccava lo stivale, B. sentì che Cosimo gli lubrificava il buco, entrando già un po’ all’interno, per lubrificare anche parte del retto; poi sentì che Aldo gli infilava due dita nel culo e immediatamente tornò a provare quel piacere già sentito durante la visita medica. Aldo fu molto più invasivo ed energico, nel massaggiare quel punto interno così sensibile, rispetto al medico militare che lo aveva visitato due giorni prima. B. iniziò a godere, sentì che il suo fallo si stava drizzando velocemente, e mise una forza maggiore nel leccare lo stivale del Comandante. Il massaggio di Aldo si trasformò in spinte ritmate, che colpivano il punto sensibile sempre più forte. B. godeva sempre più intensamente e il suo fallo iniziò a colare liquido trasparente.
Terminata la pulitura dello stivale B. guardò verso l’alto e vide che il Comandante aveva tirato fuori un cazzo di proporzioni notevoli, che penzolava sopra la sua testa in stato di semi-erezione. Emanava un odore speziato, estremamente attraente, che andava mescolandosi con l’odore di cuoio degli stivali. Mentre Aldo continuava a dargli spinte ritmiche nel culo e B. era sempre più eccitato, il Comandante gli diede un altro ordine perentorio:
Adesso, Consonni, devi farmi drizzare l’uccello leccandolo bene, come hai fatto con gli stivali. Lavora solo con la lingua, ma devi lucidarmi il cazzo fino a che diventerà una sbarra. Sono stato chiaro?!
B. deglutì prima di rispondere, gli mancava quasi il fiato per l’eccitazione. Ormai gli era chiaro dove voleva arriva il Comandante, e quale natura avrebbe avuto il “corpo scelto” al servizio personale del Comandante.
Certo, signor Comandante, come desidera, disse con voce tremante.
Cosimo, non vedi come gli cola il cazzo? Sta sporcando il pavimento. Ripulisci con la lingua e poi mettiti in modo che tutta quella bava che gli esce dal cazzo finisca nella tua bocca.
Il Comandante, mentre B. procedeva a lucidargli il fallo, aveva ripreso a dare ordini agli altri due.
Aldo, adesso basta con le dita, vai di cazzo nel culo di Consonni, spanalo per bene, in modo che sia pronto a ricevere la mia minchia, quando sarà il momento.
Mentre B. si rendeva conto che il cazzo del Comandante stava assumendo dimensioni gigantesche via via che andava leccandolo e si inebriava del suo profumo di maschio, Aldo sfoderava la sua verga e iniziava a picchiettare il buco palpitante di B. con la sua cappella turgida e calda.
Attaccato al cazzo del Comandante, B., consapevole del fatto che stava per essere penetrato, si rese conto che lo desiderava in modo ormai spasmodico. Sentiva il buco che si apriva come una bocca sotto il colpetti della cappella di Aldo.
Per incularlo, Aldo si era messo anche lui in ginocchio. A un certo punto smise di tamburellare il fallo sul buco di B., puntò la cappella e iniziò a spingere, lentamente ma senza pause. B. sentì che il canale del retto si riempiva in modo uniforme e sempre più profondo. La circonferenza del cazzo di Aldo era molto più larga, rispetto alle due dita che gli aveva infilato prima. Ma B. sentiva un piacere immenso, e mentre sentiva risalire il cazzo, col culo spingeva in direzione contraria, quasi a incitare la penetrazione, che avvenisse più a fondo, più velocemente.
Quando Aldo gli fu dentro completamente, B. sentì che col corpo si appoggiava alla sua schiena. Aldo iniziò a spingere, spinte di bacino che facevano sussultare ogni volta in avanti il corpo di B. Le spinte si trasmettevano ritmicamente sulla pressione di lingua che B. stava esercitando sul cazzo del Comandante, ormai in completa erezione. Cosimo, sdraiato in modo che la sua testa fosse esattamente sotto la perpendicolare della cappella turgida di B. accoglieva a bocca aperta il flusso di liquido trasparente che ne fuoriusciva copioso, e ingoiava avidamente, menandosi l’uccello che nel frattempo aveva tirato fuori.

Qualche minuto dopo B. fu messo appoggiato con il busto alla scrivania, e il Comandante, dopo essersi fatto lubrificare ulteriormente il fallo, lo introdusse con un colpo deciso fino in fondo a culo di B. In quell’istante B. sentì che stava per esplodere.
Comandante, mi scusi, ma credo … sto per sborrare, non ce la faccio a trattenermi.
Il Comandante, imprecando, estrasse il cazzo e fece rigirare velocemente B., che fu messo sdraiato sulla scrivania.
Questa troia è fin troppo sensibile, ma imparerà, col tempo imparerà a trattenersi. Cosimo, svelto, mungilo mentre sborra. Aldo, sostituisci tu Consonni, devo fottere, adesso.
Mentre B., completamente in estasi, sborrava nell’avida bocca di Cosimo, Il Comandante inculava Aldo in piedi, sollevandolo da terra ad ogni spinta. Aldo a un certo punto eiaculò, e subito dopo il Comandante si scaricò con spinte bestiali nel culo di Aldo.
Cosimo, ripulisci tutto per bene con la lingua, ingoia tutto, e poi accompagna Consonni nella sua cella a riposare, disse il Comandante.
scritto il
2022-11-15
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