Il pacco perfetto. 1
di
Gregorio
genere
gay
Mattina estiva. Jumbo-tram affollato. Io porto gli occhiali a specchio, perché così posso guardare quanto mi pare, e soprattutto dove mi pare. Mantenendo la testa abbastanza eretta, riesco a guardare giù, tra le gambe degli uomini, senza che nessuno veda dove sto guardando.E certe volte capitano delle vere scoperte. Per esempio questa.
Quando l'ho incrociato con lo sguardo, per un momento mi è mancato il fiato. Era veramente ben fatto. Si vedeva bene che non era eretto, ma era grosso e della forma giusta, una giusta semisfera sporgente. Ho dovuto subito inghiottire e riprendere a respirare, e poi non ho potuto trattenermi dal sollevare lo sguardo e vedere il resto. Torso proporzionato, maglietta bianca. Testa rasata quasi a zero, Cranio ben disegnato e viso squadrato.
Adesso sono qui, e non posso fare altro che tornare a guardare, protetto dai miei occhiali, in basso.
Trovo, sotto la delizia, un paio di cosce sode e divaricate. Torno a guardargli il pacco e mi ci concentro finché non mi diventa duro. A questo punto, per fortuna, sale molta gente. Siamo veramente stipati. Mi viene una tentazione cui raramente cedo per paura di complicazioni. Il tizio mi prende parecchio, quindi decido di tentare il colpo. Mi avvicino a lui con la scusa di fare spazio alla gente che entra.
Adesso gli sono di lato, molto vicino. Lui è impassibile e guarda fuori; non mi avrà neanche visto, penso. Il suo pacco adesso è alla mia portata. Non mi resterebbe che sollevare il braccio e appoggiare la mano su quella sporgenza così tonda. Sento che il cuore comincia a battermi all'impazzata. Non riesco a decidermi. Di sbieco continuo a guardarlo. Sale altra gente.
Adesso siamo tutti pigiati, in modo veramente eccessivo. Mi rendo conto che potrei toccarlo senza che lui capisca che lo stia facendo, così mi decido. Inizio con estrema delicatezza: non ci appoggio la mano, ma lo sfioro piano piano con redita, con moto rotatorio. Il contatto con quella stoffa morbida, lisa, è inebriante. Sostando qualche secondo con le dita, mi accorgo che è caldo. Mi viene da pensare che potrebbe non avere le mutande, sotto. Sento che la mia erezione si fa pesante, e la mia mano si appesantisce di conseguenza quel gesto azzardato ma ormai, per me, irresistibile. Lo sto carezzando.
Sento che si ingrossa piano piano...
Poi, improvvisamente, mi sento afferrare la mano. E' lui!
Il cuore mi sta martellando. La bocca mi si asciuga completamente. Immagino di ricevere una serie di insulti... Ritraggo il braccio, ma lui mi trattiene la mano sul pacco.
Mi si allarga il cuore e mi sento avvampare. Quindi vuole che continui!, penso.
Preso dalla foga, gli stringo il membro, ormai chiaramente distinguibile attraverso i jeans. Sento un gemito. Qualcuno si volta incuriosito. Mi avvicino e bisbiglio: Scendiamo alla prossima.
Molla la presa e si fa strada per scendere. Lo seguo.
In strada lui taglia corto e mi dice subito che adesso lui non può fare nienteperchÉ sta andando al lavoro e non può tardare, ma volentieri proseguirebbe stasera. Mi dà il suo indirizzo e mi dice di essere lì per le nove.
Quando l'ho incrociato con lo sguardo, per un momento mi è mancato il fiato. Era veramente ben fatto. Si vedeva bene che non era eretto, ma era grosso e della forma giusta, una giusta semisfera sporgente. Ho dovuto subito inghiottire e riprendere a respirare, e poi non ho potuto trattenermi dal sollevare lo sguardo e vedere il resto. Torso proporzionato, maglietta bianca. Testa rasata quasi a zero, Cranio ben disegnato e viso squadrato.
Adesso sono qui, e non posso fare altro che tornare a guardare, protetto dai miei occhiali, in basso.
Trovo, sotto la delizia, un paio di cosce sode e divaricate. Torno a guardargli il pacco e mi ci concentro finché non mi diventa duro. A questo punto, per fortuna, sale molta gente. Siamo veramente stipati. Mi viene una tentazione cui raramente cedo per paura di complicazioni. Il tizio mi prende parecchio, quindi decido di tentare il colpo. Mi avvicino a lui con la scusa di fare spazio alla gente che entra.
Adesso gli sono di lato, molto vicino. Lui è impassibile e guarda fuori; non mi avrà neanche visto, penso. Il suo pacco adesso è alla mia portata. Non mi resterebbe che sollevare il braccio e appoggiare la mano su quella sporgenza così tonda. Sento che il cuore comincia a battermi all'impazzata. Non riesco a decidermi. Di sbieco continuo a guardarlo. Sale altra gente.
Adesso siamo tutti pigiati, in modo veramente eccessivo. Mi rendo conto che potrei toccarlo senza che lui capisca che lo stia facendo, così mi decido. Inizio con estrema delicatezza: non ci appoggio la mano, ma lo sfioro piano piano con redita, con moto rotatorio. Il contatto con quella stoffa morbida, lisa, è inebriante. Sostando qualche secondo con le dita, mi accorgo che è caldo. Mi viene da pensare che potrebbe non avere le mutande, sotto. Sento che la mia erezione si fa pesante, e la mia mano si appesantisce di conseguenza quel gesto azzardato ma ormai, per me, irresistibile. Lo sto carezzando.
Sento che si ingrossa piano piano...
Poi, improvvisamente, mi sento afferrare la mano. E' lui!
Il cuore mi sta martellando. La bocca mi si asciuga completamente. Immagino di ricevere una serie di insulti... Ritraggo il braccio, ma lui mi trattiene la mano sul pacco.
Mi si allarga il cuore e mi sento avvampare. Quindi vuole che continui!, penso.
Preso dalla foga, gli stringo il membro, ormai chiaramente distinguibile attraverso i jeans. Sento un gemito. Qualcuno si volta incuriosito. Mi avvicino e bisbiglio: Scendiamo alla prossima.
Molla la presa e si fa strada per scendere. Lo seguo.
In strada lui taglia corto e mi dice subito che adesso lui non può fare nienteperchÉ sta andando al lavoro e non può tardare, ma volentieri proseguirebbe stasera. Mi dà il suo indirizzo e mi dice di essere lì per le nove.
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