Il ragazzo e il pecoraio - 3

Scritto da , il 2022-10-29, genere gay

Passammo la serata distesi nel letto. Un po’ a parlare un po’ stuzzicarci l’un l’altro. Dopo qualche ora Pio iniziò ad addormentarsi, perché il suo lavoro lo stanca tanto. Ed io rimasi sveglio ad ammirarlo. Dalle finestre una pallida luce della luna illuminava la nostra camera. Vedevo il suo corpo disteso nella penombra. Sentivo il suo respiro risuonare in tutta la stanza. Rimasi incantato per ore a guardalo, a pensare che quell’uomo era mio. Poi avvicinai la mia mano alla sua, aperta sul lenzuolo. L’ammirai ed accarezzai. La mia mano sembrava piccolissima paragonata alla sua. Pensavo a quello che mi avrebbe fatto con quelle mani. E il solo pensiero mi eccitava. Iniziai a toccarmi mentre lo accarezzavo. Lui si accorse di quello che stavo facendo e si girò verso di me. Mi butto sul letto e iniziò ad infilare il suo indice dentro il mio culo. Ero eccitato da morire. Sentivo delle vibrazioni che risuonavano lungo i miei lombi. Iniziai a gemere. Lui inizio con l’altra mano ad accarezzarmi le labbra e poi mise il pollice dentro la mia bocca. Iniziai a leccarlo. Piano piano iniziò a togliere il suo dito e a mettere il suo cazzo. Io iniziai a ansimare nel cuore della notte e non appena Pio sentì un mio verso mi tappò la bocca con la sua enorme mano. Voleva che io stessi in silenzio. Mentre con l’altra mano mi teneva i polsi schiacciandomeli sul petto. Lo sentivo dentro di me. La luce della luna illuminava le nostre sagome. Era come un film. Non cambio mai la posizione. Rimase cosi, mentre dall’alto mi mi fissava negli occhi.

“Tu sei mio” Sussurrava Pio “Non ti lascerò mai più”

Continuò per minuti e minuti a fottermi in quella posizione. Fu così che improvvisamente ebbi un orgasmo senza nemmeno toccarmi. Appena uscito tutto lo sperma, lui tirò fuori il cazzo mi tolse la mano dalla bocca e mi infilò il cazzo in bocca dicendomi di bere.
Iniziai a menargli il cazzo e dopo pochi secondi una calda crema inondò la mio bocca ed io bevvi tutto il suo vigore.
Finito tutto lui si distese vicino me, mi bacio sulle labbra e mi abbraccio a se. Mi sentivo al sicuro e protetto con vicino un uomo così e piano piano mi addormentai anche io.

La mattina come sempre prestissimo lui si alzò per andare via. Ed io restai nel suo casolare a riposarmi. Ci sentimmo durante il giorno e lui mi disse che quella sera mi avrebbe fatto una sorpresa. Ritornò il pomeriggio di buon ora ed entrato in casa mi afferro e baciò appassionatamente. io gli dissi quale fosse la sorpresa e lui mi rispose che mi avrebbe portato in un posto speciale. Mi portò nel bagno ci spogliammo e decidemmo di fare una doccia insieme. Sotto la calda acqua i nostri corpi si toccavano ed insaponavano. Tra appassionati baci e carezze. I nostri cazzi erano diventati come il marmo. Iniziammo a menarci a vicenda fino a venire entrambi. Finimmo la doccia e ci preparammo.
Salimmo sul pick-up e andammo in città. Nel viaggio provai a chiedergli dove mi stesse portando ma di tutta risposta lui mi disse:

“Sei troppo curioso Emilio… Aspetta e vedrai”

Dopo un po’ arrivammo in un ristorante molto carino ed elegante, dove aveva prenotato per portarmi a mangiare. Io mi sentivo un po’ in imbarazzo perché non ero mai stato in un posto così però lui mi disse:

“Nessuno sa che siamo Froci. Quindi rilassati, comportati in modo normale e andiamo a mangiare.”

Feci un respiro ed entrai. Certo vedere un ormone grande e grosso come lui con me sicuramente faceva il suo effetto… Ma dopo tutto, chi ci conosceva? Nessuno! Allora mi rilassai.

Ci sedemmo ed iniziammo a parlare di varie cose. Ordinammo da mangiare e passammo una bellissima serata. Poi andammo via e quando fu il momento di pagare pago tutto lui. Ripartimmo e durante il viaggio lo ringraziai per la cena ma lui ribadì:”La mia donna con me non paga mai” Sentirmi chiamare così mi fece sussultare dall’eccitamento.

Pensai che saremmo ritornati a casa ma la sorpresa non era finita e disse che mi avrebbe portato a vedere le stelle cadenti. Salimmo di notte in Montagna, dove ha le bestie e il suo capanno. Ed entrammo in una stradina fino ad arrivare ad un grande prato. Mi disse di prendere le buste che avevamo nei sedili dietro e salire sul Cassone del pick-up. Nel buio pesto della notte (rischiarata da una pallida luce lunare) Salì subito sul cassone e aprendo le buste c’erano delle coperte pesanti. Lui mi disse di sistemare una coperta sul cassone e si allontanò per pisciare. Feci così e mi distesi. Lui arrivò da me ed iniziammo ad ammirare le stelle. Ci coprimmo con una coperta e nel mentre che cadevano le stelle ci scambiavamo un bacio. Alla fine tra baci e carezze io saltai sopra di lui. Eravamo entrambi eccitati da morire. Cominciammo a spogliarci. Io presi il suo bestione tra le mie mani e lo pompai per parecchi minuti. Lui rantolava dal piacere poi di scatto mi prese per i fianchi si alzo e nella posizione dello smorza candele iniziò a scoparmi. Io sentivo penetrami fino al cervello. Iniziai ad ansimare dal dolore… Ma cercai di trattenermi. Lui invece mi diceva nell’orecchio di ansimare forte perché lo eccitava. Quella sera voleva che io gridassi. Allora mi abbandonai alle grida di dolore e piacere che mi provocava. Cosi fin quando non mi inondò il culo con il suo sperma caldo e io venni sopra il suo petto.
Ci rivestimmo e tornammo a casa.
La settimana passò così, io a casa sua oppure con lui sui pascoli. Ci raccontammo ogni cosa l’uno dell’altro ed entrambi iniziammo a provare dei sentimenti che iniziavano ad essere diversi dalla semplice amicizia.


La settimana passò e siccome la mia famiglia tornò dal mare io fui costretto a tornare a casa. Il problema però fu anche che l’estate stava finendo e che il modo di vedermi con Pio inizio a diventare complicato. Infatti a causa di alcuni problemi per circa due settimane io e Pio non potemmo vederci, ma sentirci solo per telefono.
La settimana con lui mi aveva profondamente cambiato e la mia famiglia se ne rese conto. Infatti pensavano che mi era successo qualcosa quando loro erano via ma non volevo parlarne. Iniziarono così delle discussioni. Cercai di convincere la mia famiglia che non avevo nulla, ma si leggeva nei miei che avevo fatto qualcosa. Così una sera in lacrime, dissi alla mia famiglia che io ero gay.
Rimasero stupiti sia mio padre che mia madre. Però nello stupore furono comprensivi. Mi dissero che non c’era nessun problema e che loro mi avrebbero amato lo stesso.
Rimasi di sasso anche io. Mi ero liberato di un peso, ma non avevo raccontato di Pio. Avrei aspettato del tempo e poi un giorno l’avrei detto. Raccontai tutto a Pio la stessa sera.
Arrivò settembre ed io iniziai anche l’università. Con Piò riuscimmo a vederci di nuovo qualche sera in quanto io misi scusa alla mia famiglia che uscivo in Città con amici.
Iniziata l’Università poi fu difficile vedermi con lui in quanto con il suo lavoro ed i miei impegni eravamo sempre poco organizzati. Continuammo a rimanere a contatto per telefono. Solo che i nostri sentimenti erano sempre più forti.
Lui mi scriveva che gli mancavo come l’aria, che aveva voglia di me. Io rispondevo che sarei voluto tornare a quella settimana insieme e riviverla da capo a fondo…

Continua nella parte -4

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