La svolta - Capitolo 10
di
duke69
genere
dominazione
Lo sperma era finito direttamente in gola e quindi, fortunatamente, il suo sapore non aveva pervaso il mio cervello; chissà, forse un giorno sarei riuscita ad abituarmi e a vincere la nausea di dover ingoiare quel liquido denso e biancastro. In passato raramente era successo che il mio partner venisse nella mia bocca, con Fabio era capitato qualche volta, ma solo ai primi tempi della nostra relazione, quando eravamo giovani, successivamente non concludemmo più i rapporti orali in bocca.
Ettore si era lasciato cadere appagato sulla sedia:
“Che troia pompinara che sei Barbara! Mi sono svuotato per bene! Invece penso che tu non abbia gustato come si deve la mia sborra…”
“Santo cielo, ho fatto il pieno! …il getto è finito direttamente in gola, per cui non ho potuto… assaporare come avresti voluto tu”
“Le prossime volte lo terrai in bocca e ti abituerai a tenerlo anche a lungo prima di ingoiarlo…vedrai che faremo tanti giochi con la sborra e te ne farò bere, mangiare e ingoiare a litri!”
Il pensiero di questa perversione mi dava un certo voltastomaco, ma dovevo assolutamente superare questo mio limite! questo è quello che voleva e dovevo accontentarlo! Più trascorrevo il tempo con lui e più sentivo che Ettore doveva essere il mio padrone, ed io avrei fatto tutto quello che mi avrebbe ordinato.
Ripristinato il trucco e inserito un nuovo grosso plug anale uscimmo di casa per raggiungere la villetta dei suoi amici.
Durante il tragitto mi chiamò Fabio che non sentivo da due giorni.
Ettore mi fece mettere il viva voce per partecipare alla conversazione e annullare ogni residua intimità tra me e mio marito:
“Ciao Barbara, come va?”
“Ciao Fabio, bene, ora stiamo andando a casa di amici di Ettore, siamo in auto ed Ettore è qui con me in vivavoce!”
“Ciao Fabio! Si come anticipato da Barbara stiamo andando in una villa fuori città, dove alcuni amici ci aspettano per la serata”
“Ah, mi fa piacere!”
“Beh si, e sarà un piacere tutto nostro, sarà una serata all’insegna della lussuria, un’orgia in cui Barbara sarà al centro delle attenzioni di tutti i presenti…!”
A quel punto, dopo che Ettore mise Fabio in evidente difficoltà, intervenni per sapere come se la stava passando.
“Oggi è stata una giornata di riposo! Nei due giorni passati Sonia e Ines non mi hanno dato tregua, mi hanno letteralmente massacrato! Sonia, in particolare, mi ha fatto masturbare e poi mi ha masturbato in una infinità di modi che neanche immagini. Gli ultimi orgasmi li ho avuti mentre ero legato ad una sedia, con il mio uccello nastrato ad un vibratore sempre acceso prima e dopo l’orgasmo! Quella troia non ha avuto pietà e mi ha guardato contorcermi dal dolore”
“Oh…mi dispiace Fabio!”
Ettore intervenne per rompere, a suo modo, il mio stato di disagio:
“Quante volte ti ha fatto sborrare Sonia?”
“Non li ho contati, ma credo una decina di volte”
La risposta di Fabio era sommessa e faceva trapelare tutta la sua stanchezza.
“Wow!! Che sadica zoccola!!!”
A quel punto Fabio tagliò corto e passò al motivo della telefonata:
“Quando rientri a casa Barbara, ho bisogno di parlarti…non credo di poter continuare a fare questa vita e dobbiamo decidere del nostro futuro”
Inaspettatamente, Ettore diede la risposta a Fabio, risposta che anche io ignoravo:
“Stanotte Fabio! Barbara ritornerà a casa questa notte e ci rimarrà fino a che non prenderà la sua decisione. Io starò fuori per lavoro almeno due settimane e pertanto, starò fuori dalle vostre vite per darvi la possibilità di riflettere su chi siete veramente.”
Con questa frase si chiuse la conversazione senza neppure saluti o ulteriori commenti.
I successivi minuti in auto li passammo in assoluto silenzio.
“Non mi hai detto nulla della tua partenza…non mi aspettavo di rientrare a casa…”
“Te lo avrei detto durante il viaggio ma Fabio mi ha anticipato…È un progetto di lavoro importante e dovrò partire per Londra: credo che questa sia anche l’occasione per te di fare il punto sulla tua vita, sei a una svolta e devi decidere dove andare. Il consiglio che ti do è quello di avere una visione a 360° di questa scelta; con me avresti una vita piena di sesso e potresti anche decidere di abbandonare l’insegnamento, lavorando al mio fianco nel mondo dell’arte.”
Mi lasciai scappare un profondo sospiro di riflessione ma non aggiunsi nulla.
Erano quasi le 19.00, qualche minuto prima di arrivare a destinazione Ettore si fermò in una piazzuola e mi fece mettere una benda nera sugli occhi, bloccata da un elastico che passava dietro la nuca e non consentiva di vedere praticamente nulla. Incominciava un gioco erotico che di punto in bianco faceva lievitare la mia eccitazione e spegneva ogni preoccupazione sul mio futuro di moglie. L’eccitazione di dover essere al centro di un orgia, con chissà quanti uomini, era mista al turbamento alimentato dal fatto che quegli sconosciuti potessero avere anche cattive intenzioni…
Ettore mi aiutò a scendere dall’auto, poggiai i miei lunghi tacchi in un terreno ghiaioso e lo calpestai in modo difficoltoso, infastidita per giunta anche dal dildo che occupava il mio sedere da quasi un’ora.
Una volta dentro la villa sentii subito un piacevole profumo di vaniglia e addentrandomi più all’interno una musica in sottofondo e delle voci maschili, almeno due ma probabilmente tre.
“Rimani qui in piedi, immobile qualsiasi cosa accada e non fiatare!”
Sentii i passi di Ettore che si allontanava e il successivo improvviso silenzio mi metteva uno strano e crescente stato di agitazione. Non accadeva nulla e la mia ansia aumentava. Dopo diversi minuti che stavo bloccata in piedi e senza poter vedere nulla, il cuore mi batteva a mille, inoltre Il dildo stava diventando insopportabile.
Poi finalmente dei passi lenti e qualcuno che mi girava intorno. Tutt’a un tratto sentii qualcosa di viscido lambire il lobo del mio orecchio sinistro, seguito da un respiro accentuato come di chi sta odorando un profumo. Un brivido attraversò tutta la mia schiena. Poi ancora silenzio e finalmente la voce di un uomo maturo:
“Odori di troia!”
Cercai di dire qualcosa ma subito mi bloccò.
“Chi s…”
“Non fiatare e rimani immobile in questa posizione”
Dallo scalpitio delle scarpe, capii che mi stava girando intorno; poi avvertii che il mio tubino veniva sollevato e la sua mano si insinuava dentro le mie mutandine.
“UHHH, ma sei bagnata! Ecco da dove proveniva l’odore di troia!”
Dopo aver giocato stirandomi le grandi labbra e solleticandomi con le dita lungo tutta la fessura, mi penetrò con un dito, entrando fino in fondo con un unico movimento. Stantuffò per qualche minuto e poi infilò il secondo dito continuando a scoparmi lentamente. Intanto in lontananza ripresi a sentire il vociare di altre persone, Ettore compreso. Il lavoro sapiente di quelle due dita mi stava facendo godere fino a che le rimosse per bagnarmi le labbra con i miei succhi.
“Lecca cagna! Ti faremo leccare qualsiasi cosa fino a notte fonda. Così… succhia e ripuliscimi le dita!”
Successivamente tolse le dita ampiamente succhiate dalla mia bocca e fece due passi indietro come per allontanarsi. Aveva preso una sedia e si stava accomodando di fianco a me:
“Voglio masturbarti come si deve per cui voglio stare comodo e non voglio stancarmi. Tu rimani immobile! Gambe tese e dritta col busto!”
Che gran bastardo! Lui comodo ed io in piedi con i tacchi che mi stavano spaccando le caviglie, il sedere che continuava a bruciare dopo i continui rapporti anali e quel plug che non faceva altro che accrescere la mia frustrazione. Non appena lo sentii nuovamente dentro con tre dita mi sentii crollare: alternava movimenti lenti a veloci, ma tutti sempre profondi. Non riuscivo a non piegare le ginocchia tale era l’eccitazione che provavo, ancora poco e sarei venuta:
“ODDIO!!! Sto venendo! …oh siiii!!! Cazzo!!!”
Ebbi un primo orgasmo esplosivo! Sentivo il liquido che colava sulle gambe e sui piedi mentre il tizio non smetteva di masturbarmi. Ormai il movimento della sua mano era accompagnata dallo sciacquio che rimbombava in tutta la stanza.
“Che Troia!!! Ti piace sborrare, cagna?”
“Sii, cazzo, mi piace!!!”
“Che cosa dici se le dita diventano quattro?”
“CAZZO!!! Mi fai impazzire!”
Continuò a penetrarmi senza fermarsi e facendomi venire diverse altre volte. Ero stremata quando all’ultimo orgasmo mi piegai in avanti e ormai senza più controllo espulsi il dildo che mi stava spaccando il culo.
“Caspita!!! ma avevamo anche un ospite!!! Beh il tuo padrone mi aveva riferito di quanto ti piacesse prenderlo nel culo, ma non pensavo fossi una vacca così sfondata!”
Non ce la facevo più, forse eravamo li da almeno mezzora e, oltre al sedere, sentivo anche le gambe bruciare. Finalmente le sue dita abbandonarono la mia passera completamente aperta. Si sollevò dalla sedia e la spostò. Quindi ci fu solo silenzio, ma sapevo che era li vicino e probabilmente mi stava contemplando in attesa di farmi altro.
Infatti, poco dopo sentii la sua mano che scorreva nelle aperture laterali del vestito, si infilava sotto il reggiseno e iniziava a spremere i seni, come fossero spugne. Mi pizzicava i capezzoli con le dita, prima il destro e poi il sinistro e ancora entrambi contemporaneamente:
“Wow! Hai i capezzoli belli in tiro…hai proprio goduto come una cagna in calore! Ora voglio lavorarmi anche questi e vedrai che diventeranno talmente sensibili che oggi non capirai più se urlerai per il dolore o per un altro orgasmo!”
Proseguì a lungo a martoriarmi i seni mentre io continuavo a fantasticare su quale aspetto fisico potesse avere, la mascherina mi privava della vista ma aveva accentuato tutti gli altri sensi. La sua voce in particolare era estremamente sexy.
A un certo punto, mentre una mano rimaneva sul seno destro afferrata saldamente al capezzolo, l’altra mano scendeva nuovamente verso il basso ventre e mi penetrava la passera con più dita, credo tre o quattro.
“Ora le bagnamo per bene e andiamo ad ispezionare quella voragine che ti ritrovi al posto del buco del culo.”
Estrasse le dita dalla vagina per inserirle dentro il sedere: cazzo se ci sapeva fare!!! Colavo da vergognarmi, mi stava facendo proprio godere!
Le sue dita dentro il mio culetto facevano avanti e indietro sempre più velocemente; ogni tanto usciva sfregava il mio clitoride in modo forsennato e poi mi inculava nuovamente. Dopo solo due ripetizioni di questo tipo stavo per schizzare di nuovo. Il bastardo se ne accorse e impedì il mio orgasmo stringendomi il capezzolo fino a farmi gridare di dolore. Subito dopo mi sorresse con le sue poderose braccia perché non ce la facevo più e stavo per crollare a terra. Mi aiutò a sedere sulla sedia e mi sfilò le mutandine ormai zuppe.
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
Ettore si era lasciato cadere appagato sulla sedia:
“Che troia pompinara che sei Barbara! Mi sono svuotato per bene! Invece penso che tu non abbia gustato come si deve la mia sborra…”
“Santo cielo, ho fatto il pieno! …il getto è finito direttamente in gola, per cui non ho potuto… assaporare come avresti voluto tu”
“Le prossime volte lo terrai in bocca e ti abituerai a tenerlo anche a lungo prima di ingoiarlo…vedrai che faremo tanti giochi con la sborra e te ne farò bere, mangiare e ingoiare a litri!”
Il pensiero di questa perversione mi dava un certo voltastomaco, ma dovevo assolutamente superare questo mio limite! questo è quello che voleva e dovevo accontentarlo! Più trascorrevo il tempo con lui e più sentivo che Ettore doveva essere il mio padrone, ed io avrei fatto tutto quello che mi avrebbe ordinato.
Ripristinato il trucco e inserito un nuovo grosso plug anale uscimmo di casa per raggiungere la villetta dei suoi amici.
Durante il tragitto mi chiamò Fabio che non sentivo da due giorni.
Ettore mi fece mettere il viva voce per partecipare alla conversazione e annullare ogni residua intimità tra me e mio marito:
“Ciao Barbara, come va?”
“Ciao Fabio, bene, ora stiamo andando a casa di amici di Ettore, siamo in auto ed Ettore è qui con me in vivavoce!”
“Ciao Fabio! Si come anticipato da Barbara stiamo andando in una villa fuori città, dove alcuni amici ci aspettano per la serata”
“Ah, mi fa piacere!”
“Beh si, e sarà un piacere tutto nostro, sarà una serata all’insegna della lussuria, un’orgia in cui Barbara sarà al centro delle attenzioni di tutti i presenti…!”
A quel punto, dopo che Ettore mise Fabio in evidente difficoltà, intervenni per sapere come se la stava passando.
“Oggi è stata una giornata di riposo! Nei due giorni passati Sonia e Ines non mi hanno dato tregua, mi hanno letteralmente massacrato! Sonia, in particolare, mi ha fatto masturbare e poi mi ha masturbato in una infinità di modi che neanche immagini. Gli ultimi orgasmi li ho avuti mentre ero legato ad una sedia, con il mio uccello nastrato ad un vibratore sempre acceso prima e dopo l’orgasmo! Quella troia non ha avuto pietà e mi ha guardato contorcermi dal dolore”
“Oh…mi dispiace Fabio!”
Ettore intervenne per rompere, a suo modo, il mio stato di disagio:
“Quante volte ti ha fatto sborrare Sonia?”
“Non li ho contati, ma credo una decina di volte”
La risposta di Fabio era sommessa e faceva trapelare tutta la sua stanchezza.
“Wow!! Che sadica zoccola!!!”
A quel punto Fabio tagliò corto e passò al motivo della telefonata:
“Quando rientri a casa Barbara, ho bisogno di parlarti…non credo di poter continuare a fare questa vita e dobbiamo decidere del nostro futuro”
Inaspettatamente, Ettore diede la risposta a Fabio, risposta che anche io ignoravo:
“Stanotte Fabio! Barbara ritornerà a casa questa notte e ci rimarrà fino a che non prenderà la sua decisione. Io starò fuori per lavoro almeno due settimane e pertanto, starò fuori dalle vostre vite per darvi la possibilità di riflettere su chi siete veramente.”
Con questa frase si chiuse la conversazione senza neppure saluti o ulteriori commenti.
I successivi minuti in auto li passammo in assoluto silenzio.
“Non mi hai detto nulla della tua partenza…non mi aspettavo di rientrare a casa…”
“Te lo avrei detto durante il viaggio ma Fabio mi ha anticipato…È un progetto di lavoro importante e dovrò partire per Londra: credo che questa sia anche l’occasione per te di fare il punto sulla tua vita, sei a una svolta e devi decidere dove andare. Il consiglio che ti do è quello di avere una visione a 360° di questa scelta; con me avresti una vita piena di sesso e potresti anche decidere di abbandonare l’insegnamento, lavorando al mio fianco nel mondo dell’arte.”
Mi lasciai scappare un profondo sospiro di riflessione ma non aggiunsi nulla.
Erano quasi le 19.00, qualche minuto prima di arrivare a destinazione Ettore si fermò in una piazzuola e mi fece mettere una benda nera sugli occhi, bloccata da un elastico che passava dietro la nuca e non consentiva di vedere praticamente nulla. Incominciava un gioco erotico che di punto in bianco faceva lievitare la mia eccitazione e spegneva ogni preoccupazione sul mio futuro di moglie. L’eccitazione di dover essere al centro di un orgia, con chissà quanti uomini, era mista al turbamento alimentato dal fatto che quegli sconosciuti potessero avere anche cattive intenzioni…
Ettore mi aiutò a scendere dall’auto, poggiai i miei lunghi tacchi in un terreno ghiaioso e lo calpestai in modo difficoltoso, infastidita per giunta anche dal dildo che occupava il mio sedere da quasi un’ora.
Una volta dentro la villa sentii subito un piacevole profumo di vaniglia e addentrandomi più all’interno una musica in sottofondo e delle voci maschili, almeno due ma probabilmente tre.
“Rimani qui in piedi, immobile qualsiasi cosa accada e non fiatare!”
Sentii i passi di Ettore che si allontanava e il successivo improvviso silenzio mi metteva uno strano e crescente stato di agitazione. Non accadeva nulla e la mia ansia aumentava. Dopo diversi minuti che stavo bloccata in piedi e senza poter vedere nulla, il cuore mi batteva a mille, inoltre Il dildo stava diventando insopportabile.
Poi finalmente dei passi lenti e qualcuno che mi girava intorno. Tutt’a un tratto sentii qualcosa di viscido lambire il lobo del mio orecchio sinistro, seguito da un respiro accentuato come di chi sta odorando un profumo. Un brivido attraversò tutta la mia schiena. Poi ancora silenzio e finalmente la voce di un uomo maturo:
“Odori di troia!”
Cercai di dire qualcosa ma subito mi bloccò.
“Chi s…”
“Non fiatare e rimani immobile in questa posizione”
Dallo scalpitio delle scarpe, capii che mi stava girando intorno; poi avvertii che il mio tubino veniva sollevato e la sua mano si insinuava dentro le mie mutandine.
“UHHH, ma sei bagnata! Ecco da dove proveniva l’odore di troia!”
Dopo aver giocato stirandomi le grandi labbra e solleticandomi con le dita lungo tutta la fessura, mi penetrò con un dito, entrando fino in fondo con un unico movimento. Stantuffò per qualche minuto e poi infilò il secondo dito continuando a scoparmi lentamente. Intanto in lontananza ripresi a sentire il vociare di altre persone, Ettore compreso. Il lavoro sapiente di quelle due dita mi stava facendo godere fino a che le rimosse per bagnarmi le labbra con i miei succhi.
“Lecca cagna! Ti faremo leccare qualsiasi cosa fino a notte fonda. Così… succhia e ripuliscimi le dita!”
Successivamente tolse le dita ampiamente succhiate dalla mia bocca e fece due passi indietro come per allontanarsi. Aveva preso una sedia e si stava accomodando di fianco a me:
“Voglio masturbarti come si deve per cui voglio stare comodo e non voglio stancarmi. Tu rimani immobile! Gambe tese e dritta col busto!”
Che gran bastardo! Lui comodo ed io in piedi con i tacchi che mi stavano spaccando le caviglie, il sedere che continuava a bruciare dopo i continui rapporti anali e quel plug che non faceva altro che accrescere la mia frustrazione. Non appena lo sentii nuovamente dentro con tre dita mi sentii crollare: alternava movimenti lenti a veloci, ma tutti sempre profondi. Non riuscivo a non piegare le ginocchia tale era l’eccitazione che provavo, ancora poco e sarei venuta:
“ODDIO!!! Sto venendo! …oh siiii!!! Cazzo!!!”
Ebbi un primo orgasmo esplosivo! Sentivo il liquido che colava sulle gambe e sui piedi mentre il tizio non smetteva di masturbarmi. Ormai il movimento della sua mano era accompagnata dallo sciacquio che rimbombava in tutta la stanza.
“Che Troia!!! Ti piace sborrare, cagna?”
“Sii, cazzo, mi piace!!!”
“Che cosa dici se le dita diventano quattro?”
“CAZZO!!! Mi fai impazzire!”
Continuò a penetrarmi senza fermarsi e facendomi venire diverse altre volte. Ero stremata quando all’ultimo orgasmo mi piegai in avanti e ormai senza più controllo espulsi il dildo che mi stava spaccando il culo.
“Caspita!!! ma avevamo anche un ospite!!! Beh il tuo padrone mi aveva riferito di quanto ti piacesse prenderlo nel culo, ma non pensavo fossi una vacca così sfondata!”
Non ce la facevo più, forse eravamo li da almeno mezzora e, oltre al sedere, sentivo anche le gambe bruciare. Finalmente le sue dita abbandonarono la mia passera completamente aperta. Si sollevò dalla sedia e la spostò. Quindi ci fu solo silenzio, ma sapevo che era li vicino e probabilmente mi stava contemplando in attesa di farmi altro.
Infatti, poco dopo sentii la sua mano che scorreva nelle aperture laterali del vestito, si infilava sotto il reggiseno e iniziava a spremere i seni, come fossero spugne. Mi pizzicava i capezzoli con le dita, prima il destro e poi il sinistro e ancora entrambi contemporaneamente:
“Wow! Hai i capezzoli belli in tiro…hai proprio goduto come una cagna in calore! Ora voglio lavorarmi anche questi e vedrai che diventeranno talmente sensibili che oggi non capirai più se urlerai per il dolore o per un altro orgasmo!”
Proseguì a lungo a martoriarmi i seni mentre io continuavo a fantasticare su quale aspetto fisico potesse avere, la mascherina mi privava della vista ma aveva accentuato tutti gli altri sensi. La sua voce in particolare era estremamente sexy.
A un certo punto, mentre una mano rimaneva sul seno destro afferrata saldamente al capezzolo, l’altra mano scendeva nuovamente verso il basso ventre e mi penetrava la passera con più dita, credo tre o quattro.
“Ora le bagnamo per bene e andiamo ad ispezionare quella voragine che ti ritrovi al posto del buco del culo.”
Estrasse le dita dalla vagina per inserirle dentro il sedere: cazzo se ci sapeva fare!!! Colavo da vergognarmi, mi stava facendo proprio godere!
Le sue dita dentro il mio culetto facevano avanti e indietro sempre più velocemente; ogni tanto usciva sfregava il mio clitoride in modo forsennato e poi mi inculava nuovamente. Dopo solo due ripetizioni di questo tipo stavo per schizzare di nuovo. Il bastardo se ne accorse e impedì il mio orgasmo stringendomi il capezzolo fino a farmi gridare di dolore. Subito dopo mi sorresse con le sue poderose braccia perché non ce la facevo più e stavo per crollare a terra. Mi aiutò a sedere sulla sedia e mi sfilò le mutandine ormai zuppe.
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