Guai in Marocco 3

Scritto da , il 2022-06-23, genere gay

Dopo tre ore di trattamento devastante avevo la cassa toracica dolente e avrei molto gradito che i maschi mi slegassero e se non volevano mollarmi, darmi liberta, mi dessero almeno un angolo nel quale riprendere fiato.
Quei miei pensieri, poco tempo dopo si avverarono. Venne il maschio 30 cm. Con un altro uomo, non della famiglia.
Parlava italiano e mi disse che mi avrebbero slegato ma che non era finita.
Il filetto di toro me lo avevano fatto assaggiare in abbondanza ora toccava la punizione.
Se non era punizione quella che avevo subito, cosa era.
Cominciai ad avere paura pensando a cosa avessero in mente.
Il maschio che parlava italiano mi disse che mi avrebbero appeso ai gannì della macelleria ed essendo io impuro, un maiale, avrebbero agito di conseguenza.
Staccatomi dal tavolo, mi legarono mani e piedi e lasciato in un angolo col culo dolorante e molto aperto.
In quella posizione riuscii a riposare, non so per quanto tempo, venni svegliato da calci nei fianchi e da una doccia di piscio dei tre che mi avevano abusato.
Mi presero e come aveva detto quello che parlava italiano mi legarono ai ganci per le mezze bestie macellate col viso verso la parete piastrellata, bianca.
Avevo ancora il culo a loro disposizione ma per il momento avevano altre idee per punirmi.
Li sentii arrivare, iniziarono a colpirmi la schiena con dei rami di acacia notoriamente spinosi.
Cominciai ad urlare, mi misero uno straccio col quale avevano asciugato pavimento dal piscio, senti vo il sangue scorrere e vidi il pavimento che cominciava ad arrossarsi.
Non contenti smisero quel trattamento e mi coprirono i graffi con manciate di sale.
Cominciai ad agitarmi come un serpente per molti minuti.
Mi lasciarono appeso.
Sentii aprirsi la porta ed entro, credo fosse, il quarto fratello che era forse il meno disumano.
Lo vidi avvicinarsi al lavello e riempire una bacinella con acqua e poi con una spugna comincio a passarmi la schiena.
CAZZO.
L’acqua era bollente, il bastardo era bastardo come gli altri.
Lo guardai negli occhi e lui fisso i miei.
Era molto carino, sui quarant’anni bel pizzetto che gli contornava la bocca carnosa.
Come gli altri non parlava italiano e credo che mi disse delle parolacce tipo troia, puttana, frocio ed altro.
Finito il lavaggio, appoggiò la bacinella ed anche lui comincio ad infilarmi le dita nel culo,
Penso che più che le dita cerco di infilare la mano che visto il lavoro fatto da mr. 30 entrava agevolmente.
Con l’altra mano prese a strizzarmi i capezzoli in modo bestiale.
Con lo straccio in bocca mugugnavo sperando smettesse, invece fu solo l’inizio.
Prese un panchetto e me lo mise sotto ai piedi, ero appeso e il culo sporgente e pendente dal panchetto.
Tolse la mano e calando i pantaloni, anche lui, comincio a scoparmi molto duramente, era il cazzo più largo che avessi mai visto e lungo come mr. 30 o giù di lì.
Ma scopava in modo umano tant’è vero che mi si irrigidì il cazzo.
Lui vide la mia erezione e si mise a ridere, come se avesse vinto una scommessa coi fratelli, impugno il mio cazzo e comincio una sega che duro pochissimo, il movimento del suo cazzone nel mio culo mi fece sborrar3 dopo pochi minuti.
Anche lui mi sborro in culo quando tolse il cazzo raccolse ciò che usciva dal mio culo e toltomi lo straccio me la fece leccare.
Tolto il panchetto se ne andò forse contento.

Continua
Aspetto commenti

Questo racconto di è stato letto 3 6 6 3 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.