Fai quello che dico io - Parte 2 "Una parte importante di me"

Scritto da , il 2022-06-09, genere dominazione

Ero fermo ad osservare Nicola. Istintivamente pensai che avrebbe visto il portafogli, anche se non mi era mai sembrato un ragazzo in stato di bisogno economico. Lo vidi allungare la mano verso il mio borsone, muovere qualcosa, e dopo un momento afferrare la maglietta che avevo lasciato sulla panchina per non mischiarla con i vestiti puliti. Rimasi colpito da quanto visto. Non mi era mai successo qualcosa di simile. Nicola stava maneggiando la mia maglia e quando vidi che la avvicinò al suo viso, decisi che era il momento di intervenire.
"Che stai facendo?" Chiesi, andando verso Nicola. Lui si girò di scatto verso di me. Ci guardammo negli occhi per una frazione di secondo, dopodiché lui lasciò subito la maglietta, come in un disperato tentativo di cancellare le prove di quanto accaduto. "Niente!", rispose impacciato, facendo qualche passo indietro per allontanarsi dalla panchina dove era poggiato il mio borsone.
"Come niente?" Dissi, avvicinandomi. "Stavi frugando nella mia borsa ed avevi la mia maglietta in mano!?!" La mia voce era calma ma severa ed inquisitoria.
"No, ma che dici?" Disse Nicola. "Non ho preso nulla nella tua borsa"
"Guarda che ci vedo" risposi, cercando di non alzare troppo la voce . "Avevi la mia maglietta in mano. Perché?".
Lui non rispose nulla, non sapendo cosa dirmi. Ci guardammo per qualche momento. "Quindi?" Insistetti io.
In quel momento mi resi conto di essere nudo; del resto il tutto era successo mentre stavo per fare la doccia.
Nicola mi guardò e con un filo di voce, abbassando un po lo sguardo, disse "scusa". "Nicola, perché avevi preso la maglietta? Perché frugavi nella borsa? Ti volevi prendere qualcosa?" Gli chiesi.
"No, non volevo rubarti nulla, te lo giuro" disse lui, rialzando lo sguardo.
"E allora? Perché avevi la mia maglietta in mano?"
"Io.... non so come dirlo" disse Nicola, visibilmente imbarazzato. "Tu.... cioè.... io non sono gay, lo sai ho anche la ragazza, però.... vorrei essere come te...mi sento coinvolto da te..." ecco, in questo momento io rimasi un po interdetto, e mi capita raramente di non saper cosa dire!!
Nicola mi aveva appena confessato di essere in qualche modo attratto da me. Io non avevo mai pensato potesse verificarsi un episodio del genere ma a quel punto tanti suoi comportamenti trovarono un senso logico. A parte la retorica del - non sono gay, ho la ragazza - le parole di Nicola mi sembravano sincere. Passarono alcuni secondi di silenzio, dopodiché gli chiesi, senza ragionarci troppo: "perché non mi hai mai detto nulla? Cosa provi di preciso? Dimmi la verità però, niente cazzate." Nicola mi guardò per qualche secondo e mi disse che non conoscendomi non sapeva come avrei potuto reagire etc... etc... mi disse che si sentiva attratto da me, non per essere innamorato (chissà...) ma per voler essere legato fisicamente a me. Delle sue parole mi colpì un'espressione: "vorrei sentirmi come te o essere una parte importante di te, una parte unica”. Ci guardammo per qualche altro secondo. Forse Nicola si aspettava una mia reazione scomposta, sprezzante.
“Adesso ti siedi e aspetti che mi faccio la doccia. Non ti muovere, e soprattutto non toccare niente. Mi sono spiegato?” dissi, con un tono fermo ma pacato. Nicola annuì. Io andai di là e mi feci la mia bella doccia: avevo bisogno di qualche momento per organizzare le idee. Quando uscii, trovai Nicola esattamente dove lo avevo lasciato, aveva fatto come gli avevo detto. Mi fissava, in attesa di un mio passo, di una parola.
“Dammi il tuo cellulare” gli dissi. Lui me lo consegnò subito. Composi il mio numero e feci uno squillo. “Ok”, gli dissi, “non provare a telefonarmi o mandarmi messaggi senza il mio permesso. Ora vai a finire allenamento, ci vediamo dopodomani. Se cambio idea ti avviso”. Nicola annuì, senza dire nulla. Aveva il volto triste. Gli occhi però, avevano un qualcosa di vivo, come se stessero reagendo secondo logiche diverse dal resto del suo viso. In realtà avrei voluto dirgli altro, magari anche qualche frase di comprensione: per il momento, però, era sufficiente così. Scese poi al piano di sotto, in sala pesi.
Mi asciugai e rivestii. Prima di andarmene presi la maglietta che avevo usato e la poggiai sulla borsa di Nicola. Mentre andavo via gli scrissi un messaggio su whatsapp: “riportati la maglia a casa e portala a lavare. Me la riporterai pulita con la busta della lavanderia e lo scontrino”. Invio.

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