Vi descrivo una normale mattina di sesso con mia madre e mia sorella.

Scritto da , il 2022-05-25, genere incesti

Quanto segue è solo un breve resoconto della mia mattinata di oggi. I nomi sono stati cambiati per ovvi motivi di anonimato;
misura necessaria poichè la società benpensante troverebbe indecoroso il modo in cui io e le mie sorelle siamo stati cresciti
in casa nostra.


La mia sveglia è suonata alle 8:00 come ogni altra mattina, ma ho impiegato almeno 10 minuti buoni a scrollarimi di dosso il
torpore del sonno; durante i quali mi sono rigirato tra le lenzuola ascoltando i gemiti di una delicata voce femminile che
provenivano dalla stanza a fianco. Quei versi lascivi, la sensazione del contatto delle setose lenzuola sulla mia pelle nuda
(dormo nudo da che ne ho ricordo), e la biologia che mi impone un erezione mattutina, sono tutti fattori che hanno contribuito
a scacciare la sonnolenza dal mio corpo e rimpiazzarla con una grande eccitazione.
Mi sono tirato fuori dal letto nudo come un verme e arrapato. Una volta indossato dei comodi vestiti da casa (t-shirt e
pantaloncini da calcio) ed esco di stanza. Nel frattempo che mi vestivo, senza che me ne fossi reso conto i versi di piacere
da oltre il muro erano cessati. Infatti appena varcata la porta della stanza mi ritrovo davanti mia sorella Mary, dalla lunga
e liscia chioma bionda e dal fisico snello, che completamente nuda mi sfreccia davanti senza neanche salutarmi.
La osservo da dietro percorrere tutto il corridoio zampettando in modo strano quasi sulle punte dei piccoli piedi.
I suoi capelli in movimento sembrano lasciare dietro di lei la scia di una stella cometa e il suo culo sodo oscilla in un modo
che sarebbe quasi comico se non fosse anche così maledettamente arrapante. Non si copriva i seni che immagino stessero sballonzolando
anche loro (e perchè avrebbe dovuto! In casa la vedo quasi più tempo nuda che vestita!); ma in compenso stava tenendo entrambe
le braccia abbassate coprendosi con le mani a coppetta la Passerina.


Subito l'ho seguita guidato dal mio cazzo che ritto sotto il sottile tessuto dei pantaloni sporgeva facendomi da apripista.
La porta del bagno non era neanche accostata. Lei era accucciata sul bidet intenta a sciacquarsi la figa.
"Buongiorno Matry!" le dico con tono allusivo.
"Che cazzo vuoi?". Era acida come al solito.
Senza dire nulla mi abbasso i pantaloni e come ad effetto molla schizza in alto il mio grosso cazzo, dalle venature sporgenti e
la cappella violacea impreziosita da una cristallina goccia di precum. Mi avvicino a lei e faccio per carezzarle un seno (
gran bel seno, non ricordo mai se lei porta la terza o la quarta). Ma i miei artigli vengono intercettati dalla sua mano libera,
quella con cui non si stava esplorando gli anfratti della sua figa. "No! Ora non mi và! Ho appena finito con papà e lui
mi ha riempita fino all'orlo. Cazzo papà sborra come un cavallo!" Effettivamente abbassando lo sguardo verso la sua bella passera
depilata vedo che ogni volta che delle dita riemergono dall'odoroso anfratto su di esse vi è una patina di denso fluido bianco.
E' sperma. Sperma che si mischia poi all'acqua del getto del bidet e viene trascinato dello scarico.
Le accosto il cazzo alla faccia. "Dai almeno succhiamelo!" Lei scuote la testolina a occhi chiusi. Io insisto e le struscio il
cazzo pulsante sulla faccia per infastidirla, mentre lei continua a ravanare nella sua figa zuppa. "Almeno un bacino??"
Acconsente per gioco e pur con le sopracciglia imbronciate mi accosta le carnose labbra alla cappella e mi ci schiocca un bacio
sopra. E' stato eccitante come ogni volta che lo fà, ma non era ciò che volevo in quel momento; alchè mi è venuta un idea.
"Brava bambina!" e le faccio pat-pat sulla testa come si fà con i cani.
"Coglione, guarda che sono più grande di te!"
"Di appena un anno, ma fisicamente sei motlo più bassa di me. Comunque dammene un'altro e giuro che me ne vado"
Sò di essere una brutta persona, ma quando voglio qualcosa mi piace ottenerla; quindi ho approfittato per assestare un
affondo in avanti con i miei fianchi ed affondarle metà della mia asta dritta in bocca. Lei ha sgranato gli occhi sorpresa.
Presa alla sprovvista non ha reagito quando ho ritirato leggermente il cazzo più in dietro e l'ho rispinto ancora più a fondo.
Una, due, tre botte di piacere! Fulminee e sempre più profonde. Alla terza spinta però la mia cappella turgida impattò con
la superficie molle del fondo della sua bocca, lì dove inizia la gola. Il mio cazzo scanzando la sua ugola che pendeva flaccida
lì vicino le causò un conato. Con etnrambe le mani, tra cui quella bagnata di acqua, umori e sperma, lei mi spinse indietro
di qualche passo e una volta libera si mise a tossire. "Sei una testa di cazzo!"
"Ok, scusa, ma ti prego dai! Ho le palle piene e tu sei sempre così carina..."
A questo punto mia sorella alzò gli occhi al cielo, o meglio al soffitto del bagno e con tono paternalistico si mise a spiegare:
"Prima papà a momenti non mi ha sfondato dal figa. Mi è piaciuto per carità! Ma ce l'ho ancora tutta arrossata. E tra poco
devo uscire per andare in centro con la Sofi e la Fede, quindi non mi và neanche che il mio alito puzzi di cazzo. Và giù da mamma,
di sicuro ti aiuterà con il "tuo piccolo problema" (facendo le virgolette con le dita e enfatizzando le ultime parole)"
"E' un GRANDE problema" dissi mentre mi risollevavo i pantaloni, per poi voltarmi e sparire incazzato.


Scendo le scale per arrivare al piano terra della nostra graziosa villetta unifamiliare e sulla destra varco la prima porta per
entrare nell'ampia cucina. In quel momento l'unica persona nella stanza era proprio mia madre intenta lavorare ai fornelli.
Stava scaldando non sò cosa in un pentolino, dando le spalle alla porta da cui entravo. Come suo solito indossava una
comoda vestaglietta da casa simile ad un kimono giapponese. Era di colore lilla, il suo preferito, ed era abbastanza corta:
le arrivava poco sotto le natiche, sempre che non si chinasse a raccogliere qualcosa (e io sapevo che là sotto non indossava
niente) Mentre le guardavo pensavo che le sue cosce succulente erano l'unica colazione che mi interessasse in quel momento.


Mi avvicinai a lei di soppiatto e le piombai alle spalle cingendole la vita
con le mie braccia. Lei sobbalzo per un attimo per lo spavento e lanciò un piccolo sospiro di sorpresa. Prima che avesse tempo
di voltarsi ho accostato le mie labbra al suo orecchio sinistro e le ho sussurrato "Buongiorno mamma".
"Ah sei tu! Che paura che mi hai messa" In quesl momento ho sentito tutti i muscoli tesi del suo corpo rilassarsi addosso ai miei.
La stringevo da dietro ed annusavo il capelli profumati, il cui odore aureo si fondeva con quello della cioccolata calda che
stava amalgamando nel pentolino. Le facevo sentire la presenza del mio cazzo premuto contro le sue morbide chiappe
quasi a farcelo affondare. Lei mi ha chiesto se avessi dormito bene, ma io non avevo bisogno di parlare e la mia bocca era
impegnata a stamparle morbidi baci lungo tutto il suo collo inclinato. Lei continua: "Perchè tua sorella non è ancora scesa?
Sai dove è?". Io ho staccato le mie labbra dalla sua pelle dal tenue sapore e mi sono messo a parlare con lei mentre
con una mano mi sono messo ad impastarle un seno, così indifeso, e così grosso da non poterlo stringere tutto in una sola mano.
"Sta facendo scolare tutta la roba di papà"
"Ah, dici la sua sborra?"
"Si mamma. Quella con cui ora ti riempirò pur'io"
"Oh tesoro!" Esclama mentre la tiro per i fianchi schiacciando ulteriormente il suo grosso culo contro il mio pube.
A quel punto non c'era più nulla da dire. Alla velocità della luce mi sono sfilato i pantaloni e piegando leggermente le mie
ginocchia mi sono abbassato per infilare il mio cazzo sotto la sua calda forcella. Glie lo sto per infilare ma faccio prima cilecca
un paio di volte, facendo scivolare il mio cazzo ancora unto della saliva di mia sorella in mezzo alle grandi labbra di mia madre.
"Uuh! Sei tu che sei bagnato o sono già io?"
"No ma', me l'ha succhiato un pò prima Mary"
Mia madre non ha aggiunto altro, ma si è semplicemente limitata a sporgere il culo un pò più in fuori e a sollevarsi la veste
sopra il culo. Una volta inserito finalmente il mio cazzo nella figa di mia madre ho iniziato a godere come desideravo.
Il mio bacino lanciava il mio cazzo a ripetizione in mezzo alle strette pareti fatte di carne viva e muscoli che mi stritolavano,
con mio sommo piacere. Mentre scopavamo e mentre mia madre iniziava ad emettere i primi flebili gemiti, e mentre
la sua vulva iniziava ad allagarsi, non ho potuto non farmi scappare un "Si cazzo! Che bello!".
A quel punto una vocina fastidiosamente acuta perfora i timpani di me e di mia madre fscendoci sobbalzare.
"Hei! Hai detto una parolaccia. L'ho sentita!"
Sapevo benissimo a chi apparteneva quella voce, ma comunque mi sono voltato lo stesso; e come me ha fatto anche mia madre.
Naturalmente per compiere il mio movimento rotatorio ho dovuto prima sfoderare il mio pene da mia madre e liberare questa dal mio
avido abbraccio. E tutto questo solo per poter guardare in faccia quella gnoma fastidiosa della mia sorella minore: Susy.


Susy era lì, nel bel mezzo della cucina senza che nessuno sapesse come ci era arrivata; a fissarci con
occhi inquietantemente penetranti e le braccia incrociate. Se ne stava lì impalata, avvolta nella sua lunga
camicia da notte turchese, decisamente qualche taglia più grossa, ma che crescendo si spera un giorno riempirà meglio.
"Buongiorno amore" Esclama con naturalezza quella pazza spudorata di mia madre; che le và in contro con la vestaglia
tutta aperta perchè le si era slacciata durante il nostro atto di passione, per poi chinarsi su di lei e piantarle un bacio
sonoro sulla fronte. Tutto questo mentre io rimanevo immobile come un idiota, con il cazzo luccicante che puntava nel vuoto
parallelo al suolo; anche lui sembrava sconfortato.
Mia madre si è messa a parlare con la mia sorellina mentre io mi sollazzavo per non perdere l'erezione in attesa che tornasse
a dirigere le sue attenzioni a me. "Vai cucciola, prendi i biscotti che penso la cioccolata sia ormai pronta".
Mentre la piccola badava alle sue cose, mia madre è tornata davanti ai fornelli, dove ero io, e ha spento la fiamma sotto il
pentolino dove fondeva il cioccolato. Stavo per perdere le speranze, quando invece lei si è voltata verso di me, mi ha baciato
appassionatamente. Un bacio lungo, anzi, una serie di baci attaccati. Mentre stavamo in pratica limonando lei mi ha anche
agguantato con una mano il cazzo e si è messa a stimolarlo lentamente con lenti movimenti di polso, facendolo tornare in breve
al vigore e alle dimensioni di prima dell'interruzione. Le sue sensuali labbra si prendono una pausa, lei mi guarda con i
suoi grandi occhi da cerbiatto e mi fà "Scusami tesoro. Ora aiutami un attimo a mettere in tavola... Poi finiamo".
penso.


Mi tiro per l'ennesima volta su i pantaloni e aiuto mia madre a versare la cioccolata nelle tazze e a portare queste alla
tavola dove Susy l'ingorda aveva già inziato a fare strage di biscotti senza aspettare nulla in cui inzupparli.
Mentre svolgo questo dovere mi domando . Pensieri stupidi. Stupidi e fortunatamente non più necessari. Infatti appena tutte le tazze
furono sul tavolo, ad eccezione di una che finì direttamente tra le manine di Susy, mia madre tornò a starmi addosso.
Mi sfilò di colpo la maglietta gettandola via, mi diede quello che non sò se fosse stato uno strano bacio o una leccata che mi
ricoprì mezza faccià: sentii una strisciata umida comparirmi sul viso dalla mia bocca lungo tutto il naso fino quasi alla fronte.

Con poco sforzo le feci precipitare al suolo il simil-kimono slacciato mentre respiravo il suo alito afrodisiaco.
Davanti a me ci sono a portata di mano due soffici cuscini, ma anche sodi ed appetibili come meloni.
D'impulso voglio toccarli, ma non faccio in tempo. Neanche ho potuto sollevare le mani che lei si era già accucciata
sotto di me. Si è messa a baciare a più riprese la forma del mio cazzo da dietro il sottile tessuto dei pantaloni e ci
strusciava anche la faccia. >


Mentre si lavorava ben bene il mio cazzo si stava anche dando molto piacere da sola, visto che le sue sditalinate ormai
furiose stavano generando un suono simile a quello che si produce camminando in una pozzanghera. Era zuppa fradicia!
D'un tratto sbotto: "Basta! Finiamola!"
Lei mi ha capito al volo; si blocca e si tira su. "Come lo facciamo?"
Scosto una sedia dal tavolo e mi ci siedo poggiando bene la schiena sullo schienale.
"Qui. Ma voglio gustarmi quelle belle tettone"
Qualcosa in questa frase deve aver destato dell'ilarità in Susy, che ha iniziato a sghignazzare; dimostrando di prestare molta
attenzione a quello che stavamo facendo noncuranti della sua presenza.
Dal canto suo invece la mia mamma allupata non si espresse e si limitò a venire verso di me. Poggia le sue mani sulle mie ampie
spalle e si siede a gambe divaricate sulle mie gambe. Era tutto così perfetto! Quelle generose mammelle mi stavano in faccia
e si muovevano soavemente mentre Lei cercava di far calzare la mia verga nella sua rosa pregna di rugiada.
I nostri organi genitali combaciavano perfettamente. Ancora una volta tutto era nelle sue mani. Ha iniziato a saltellarmi sul
cazzo, mentre io facevo quello che si suol dire "il motoscato" tra i suoi seni prosperosi. Tempo poco e lei ha iniziato a
scagliare gemiti che rimbombavano nella cucina, mentre io ero troppo impegnato con la mia bocca per potermeli permettere;
impegnato a baciare kilometri di pelle liscia, ad assaporare il gusto materno di quei mondi tondeggianti e a succhiare con
avidità quei due turgidi noccioli di vita. Forse sarò troppo aulico, presuntuosamente poetico, mi direte voi... Ma vi assicuro
che non basterebbero tutte le parole del mondo per descrivere la Magia che quella donna mi fà provare
ogni volta che passiamo un "momento mamma-figlio".
Il tutto sarà durato qualche minuto; 3 o forse 5 tutt'alpiù. Durante questo interminabile lasso di tempo siamo rimasti incollati
in un tenero abbraccio voluttuoso. La sua testa sopra la mia poggiava il mento sui miei capelli, il mio viso era sepolto tra
le sue grazie, ed il mio cazzo si muoveva seppur non di molto all'interno di lei. Lento, con movimenti corti ma decisi; una
sola parola: Tantrico. Quando raggiungo l'orgasmo una scintilla di luce mi folgora risalendomi alla velocità della luce
la spina dorsale fino ad esplodere come un fuoco d'artificio nel mio cervello. In quel momento ero sempre con gli occhi chiusi
affondati nel buio delle profondità del petto di materno; quando di colpo mi sembra di essere accecato da un flash.
La stingo fortissimo a me quasi a volerla stritolare mentre il mio cazzo pulsa ritmicamente come un cuore e scarica getto dopo
getto una fiumana di sperma dentro di lei.
Nelle mie fantasie vedo un'anomala quantità di sperma che si riversa direttamente nell'utero di mia madre, allagandolo sino
alla sommità. Passano alcuni secondi e ritorno ad essere mentalmente presente; allento la presa con cui cingevo mia madre
ma resto comunque con gli occhi chiusi ad assaporare quelle sensazione... Gli ultimi strascichi di un coito.
Percepisco per la prima volta da diverso tempo la sensazione fresca che ricopre i corpi sudati. Percepisco i nostri respiri che
rallentano gradualmente. Il mio respiro si era finalmente sincronizzato con il gonfiarsi e sgonfiarsi del petto di mia madre.
Il mio pene si stava lentamente sgonfiando ma restava ancora dentro la cavità da cui io uscii per la prima volta anni fà.
A dire il vero a quel punto il pene mi faceva un pò male: la povera cappella sensibile era stritolata dai saldi muscoli della
vagina, che ancora si contraevano sporadicamente. Approfittai di quel momento di tregua, e soprattutto di quel tipico momento
di lucidità post-orgasmo (che tutti gli uomini sperimentano quando i livelli di dopamina e serotonina si stabilizzano dopo
i vertiginosi picchi dell'amplesso), per fare una riflettere su alcune cose.



Ad interrompere questo soave momento di silenzio è stata mia madre; e lo ha fatto sollevando una questione importante:
"Ora tesoro come facciamo a non fare casino?". E' vero pensai, finchè lei serra i muscoli della vagina e finchè il mio
pene fa da tappo lo sperma rimaneva quasi tutto dentro mia madre, sepolto nelle profondità calde delle sue viscere pulsanti.
Ma prima o poi avremmo dovuto separarci...
Io non le ho saputo fornire una soluzione. Ma fortunatamente è risaputo che le donne brillano per ingegno, per cui fu Lei a
trovare una soluzione; se pur non molto ortodossa.
Mi dice di allungare le mani verso il tavolo e di passarle una delle tazze di cioccolata che erano lì. Io sensa capirne il perchè
ubbidisco muto. Una volta che la tazza è stata nelle sue mani lei si è alzata di scatto cogliendomi alla sprovvista e se l'è
portata proprio sotto la vulva. Io ho dal canto mio ho cercato di darle spazio facendo
scorrere la sedia all'indietro strusciando con uno strattone rumoroso la pianta delle
gambe metalliche sulle mattonelle. Lei aveva esattamente me di fronte e sua figlia alle sue spalle. Entrambi la fissavamo
e lei era nuda, in piedi a gambe divarcate e leggermente piegata sulle ginocchia per dar più spazio al viume denso, quasi
più simile ad una bianca slavina, che le stava colando giù direttamente dentro la tazza. La colata è proseguita
in modo irregolare per almeno un minuto, quasi sempre riversandosi al centro dello stagno scuro, raramente impattando sui bordi
di ceramica dando vita a venature che venivano poi regolarmente raschiate dal dito indice della donna che poi questa si portava
alla bocca. Gradualmente la slavina era diventata un rivolo ed in fine un gocciolio saltuario.
A quel punto la mamma ha potuto estrarre la tazza da sotto di se, poggiarla sul tavolo e con un tovagliolo fattosi passare
gentilmente da Susy ripulirsi le labbra esterne dai residui della nostra spuma ormai quasi incrostata.
Io mi ero appena tirato su dopo essermi rimesso i pantaloni quando mi vedo arrivare addosso questa massa appallottolata
intinta di sperma maschio e secrezioni femminee. Mi centra in pieno petto prima che potessi indossare di nuovo la mia maglietta
finita chissà dove. Riesco però ad afferrarla prima che la palla umida tocchi il suolo.
"Da bravo amore, valla a buttare nell'organico" mi disse mia madre mentre era intenta a fare un nodo alla vestaglia lilla
di nuovo sulle sue spalle. Percorro in diagonale la stanza fino ad arrivare allo scompartimento sotto il lavello dove teniamo
i secchi per la differenziata e una volta sbarazzatomi dell'immondo scarto mi appoggio con le mani dietro la schiena al
mobile del lavello e rimembro il passato recente Questa giornata di festa non poteva iniziare
in maniera migliore per me. Guardo mia madre passarsi un'altro tovagliolo in faccia per ricomporsi un pò il viso devastato
da quella pompa così brutalmente incredibile... E' così bella. I capelli che anche da smossi mantengono un'eccezionale
aria di dignità, il ricco seno che le sporge per una certa porzione dalla veste scollata, le gambe lunghe e sinuose con il loro
aspetto naturalmente slanciato, ed in fine a chiudere questa panoramica discendente si trovano i lisci piedi dalla forma
simpatica che posano aggraziatamente sul terreno.
Le sarei di nuovo saltato addosso volentieri; l'avrei piegata a novanta con la faccia e le tette schiacciate sul tavolino
di vetro. Ma per quanto quest'idea non mi dispiacesse affatto, l'aver fatto tutto quel movimento di mattina, per giunta
a stomaco vuoto, mi aveva fatto esplodere una fame da lupi. Sottomettendomi al brontolio del mio stomaco mi vado a sedere
al tavolo, precisamente nel posto libero tra mia sorella e mia madre, che nel frattempo si era seduta a bere la sua cioccolata
"corretta". Proprio così, stava bevendo da quella stessa immonda tazza dove il mio seme bianchiccio mal si amalgamava con
la scura sostanza zuccherata. La cosa se proprio devo essere sincero in quel momento mi ha leggermente disgustato facendomi
storcere il naso. E ben presto ho avuto la conferma che anche la candida Susy aveva notato a modo suo la stranezza della cosa.
"Uaahh che schifo!! Bevi la tua pipì!"
La madre "degenere" la prese subito sul ridere e dopo aver trangugiato un'altro abbondante sorso le risponde con simpatia.
"Ma no tesoruccio! Anche se esce dalla pipina non vuol dire che sia pipì. E' un cibo per grandi"
"Ah, come il vino di papà?" la interrompe puntualmente Susy.
"Non proprio..."
Di colpo un'altra interruzione, ma stavolta è un'altra voce che si intromette.
"Che schifo mamma! Ma ti stai bevendo la sborra col cioccolato? Bleah, sei malata!"
Era Mary, che era appena entrata in cucina ed era in splendida forma:
indossava delle anonime sneaker bianche, ma compensava con dei jeans super attillati che le esaltavano tutte le forme delle
gambe e soprattutto del culo. Sopra aveva un top rosa scuro che le lasciava scoperta un'ampia porzione della pancia, dove
risplendeva il piercing che le abbelliva l'ombelico. Teneva appesa alla spalla destra una borsetta griffata ed aveva acconciato
i suoi capelli dorati in una stimolante coda di cavallo che rievocava nella mia mente incredibili immagini ed epici ricordi.
"Ciao cucciola, stai una favola!" dice mia madre, aggiungendo poi "Guarda che invece st'intruglio qui non è affatto male!
vuoi un provare?" E fà per porgerle la tazza ma in modo gelido Mary pone con il palmo della propria mano una barriera invisibile
tra se e sua madre. "No grazie." Dice con tono fose un pò troppo snob per una che di sperma nella sua giovane esistenza ne ha
già ingurgitato a litri. E infatti dopo qualche attimo di silenzio fà almeno in parte marcia indietro e domanda "Però
puoi dirmi di che sà." Gli occhi di mia madre si accendono e tira fuori le sue competenze da somelier.
"Mah, è difficile da descrivere. Perloppiù è cioccolata, però sulla fine si sente un retrogusto un pò più aspro;
e alla fine ti lascia in bocca un sapore che sembra il cloro della piscina. E' godevole a fasi alterne. Ecco si, se dovessi
descriverlo con una parola sarebbe: Altalenante". Credo che nessuno in quella stanza a parte nostra madre abbia capito nulla
di quello che ha detto; e forse neanche lei. Fortunatamente a rompere quel momento di imbarazzo ci ha pensato l'ingresso
in scena di mio padre. L'imponente figura in boxer neri e dall'ampio petto villoso ha varcato
la cornice di legno che segnava l'ingresso della cucina e dopo appena un paio di passi è arrivato ad avere a portata di mano il culo rivestito di jeans di Mary.
Con la sua zampona da orso ha rifilato una sonora pacca su quel bel culo a mandolino e l'impatto ha risuonato acuto
nelle orecchie di tutti i presenti.
"Buongiorno famiglia!" disse rivolgendo lo sguardo a noi seduti al tavolo, mentre Mary
sussultava sul posto per la sorpresa inaspettata. Lei fù la prima a rispondergli "buongiorno papà", e lo fece con un sorriso
immacolato e degli occhi dolci come il miele. Alchè mio padre le ha cinto il fianco con un braccio e l'ha portata più a se
in modo affettuoso dicendo "ma io e te ci siamo già dati il buongiorno, non ricordi?". In quel tenero momento quadretto familiare
Mary completamente sciolta dall'imbarazzo finge un fare svampito e dice "ah, è vero. Eheheh. Che stupida!" mentre lui dall'alto
della sua statura abbassa il mento per paciarla all'altezza di una tempia. E' incredibile come mia sorella sia una stronza
incredibile con chiunque tranne che con nostro padre. Con lui si comporta come una ragazzina alle prese con le prime cotte.
Noto che nella mano libera mio padre stringe un panno di stoffa giallo. Lo guardo meglio e capisco di che si tratta.
"Ma quella è la mia maglietta!?" Esclamo verso di lui.
"Lo immaginavo. Però non sò perchè stava sul pavimento qui fuori dalla cucina"
(eh, chissà proprio chi ce lo ha fatto finire laggiù!)
"Al volo Campione!" e me la scaglia addosso centrandomi in pieno senza che io dovessi fare alcuno sforzo per intercettarla.
Ero intento a completare la mia opera di vestizione mentre mia madre si alzava e andava ad abbracciare il suo uomo.
Nonappena la mia testa è sbucata dal foro giusto della maglietta ho visto
i marito e moglie che si scambiavano un lungo bacio pasionale, nel quale Lui assaporava le labbra insaporite dal cioccolato
di Lei. Credo Lui non sapesse di cosa mia madre stava bevendo, ma credo che anche l'avesse saputo, o lo scoprisse in futuro,
la prenderebbe sul ridere. "Ahhh, che bello avere in casa due così belle principesse" Disse papà stretto tra sua moglie e
sua filgia. Poi guarda me ed aggiunge "e naturalmente con il mio prode cavaliere!".
"Hei papaaaà! Anche io sono una principessa!" ha protestato Susy, con i pugni stretti sul tavolo e le piccole gambe che
ciondolavano ancora distanti dal pavimento.
"Ma non sei ancora abbastanza grande Susina mia! Un giorno sarai una fantastica principessa, ne sono sicuro. Ma per adesso
puoi divertirti ad essere qualcos'altro".
"Oook! Allora adesso sono un unicorno" E si piazza il cucchiaio sulla fronte ridendo.
Tutti quanti ci siamo messi a ridere. E' stato proprio un bel momento familiare. Sembrava il classico finale di una sitcom
televisiva.
Ed è infatti così che ho deciso di chiudere il mio raccondo di questa "quotidianamente pazza" mattinata.

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