Le confidenze di Sara. In volo con il capo (4)

Scritto da , il 2022-05-18, genere tradimenti

“Ad ogni azione ne corrisponde una uguale o contraria.”

Guardo fuori dal finestrino le nuvole sottostanti, la sensazione di non avere la terra sotto i piedi esalta, così mi sono sentita le prime volte con Giacomo, e ora? tutto così difficile, complicato!

-Good morning what do you want to drink?-
La voce dell’ hostess mi distoglie dai pensieri, guardo il sorriso dalla dentatura perfetta, quasi forzata quella bocca si ostina a rimanere così in una posa del tutto innaturale. -Tea, thanks!- mantengo ancora un discreto accento inglese. La donna ha pressapoco la mia età, capelli biondo chiaro legati in un elegante chignon, la figura snella coperta da un tailleur di buona fattura blu scuro con il logo della compagnia aerea, mi versa con nonchalance il tè e me lo porge, noto solo ora i suoi bellissimi occhi verdi, rimango per qualche secondo a fissarla mentre la ringrazio; smuove il carrellino spingendolo in avanti procurando un rumore quasi fastidioso.

Guardo la tazza, la reggo tra le mani, il fumo crea delle linee che si congiungono in alto vaporizzando nell'aria. Il blip del cellulare mi fa quasi cadere il recipiente addosso, fortuna il fato è clemente! Tiro un sospiro e, a mio malgrado, apro la chat di Giacomo.
“Ti piace lei? fa pompini fantastici!"
La foto ritrae una bionda dai lunghi capelli ricci, sembra abbia intorno una quarantina o forse più, un fisico atletico e una bocca larga carnosa.
Vorrei morire di rabbia e di gelosia?
“Sei uno stronzo!” rispondo di fretta e poi spengo il cellulare, vorrei buttarlo dal finestrino.
Urlo in silenzio.
Mi chiedo se sia un bene lasciarlo, se sia un bene dimenticarmi di lui una volta e per sempre. Perché non ci riesco? Pensieri, quanti pensieri affollano la mia testa, uno però si fa largo tra gli altri, uno che potrebbe farmi uscire da questo circolo vizioso.
Dovrei vendicarmi?


...Il volo è durato un’ ora e mezza, Monaco di Baviera ci accoglie con un clima mite nonostante fosse una città nordica. Ha un suo fascino, l'architettura sfarzosa richiama i primi del settecento, ammiro una città che non dorme mai, frenetica, tipici locali bavaresi sono amalgamati in una vecchia struttura fondendosi alla perfezione. Il nostro hotel è uno rinomato in città, prendiamo del tempo per riposarci prima dell'evento della sera, l'evento per cui sono stata invitata a partecipare come assistente da Giorgio, il mio capo. Non posso deluderlo e non voglio, mi sto sistemando tutta la documentazione ma, oltre questo, ho voglia di sedurlo di tentare le ultime carte.

La sera arriva in fretta, mi sono preparata meticolosamente, la mia pelle profuma di rose e altre spezie lontane, liscia come seta accoglie un abito lungo blu notte dalle sottili spalline, una scollatura audace decora le curve dei seni, uno spacco sulla coscia mostra le mie calze sottili. Decolté con tacco alto. I capelli fermati dietro la nuca da un pettinino di strass che richiama gli orecchini pendenti. Mi guardo allo specchio ripassando un ultimo tocco di rossetto rosso sulle labbra. Sono pronta.

La sala è gremita di gente più o meno importante nel settore. Gli occhi di Giorgio si illuminano quando mi vede, non c’è un apprezzamento diretto da parte sua ma nel modo in cui mi guarda e sorride capisco ci fosse una possibilità ed è questa possibilità a farmi agire.
Per tutto il tempo della convention sono stata al suo fianco, i pochi sguardi scambiati sono stati di complicità professionale, ma poi diventiamo due persone normali ad una festa.

Il mio gioco ha inizio, siamo lontani e ci cerchiamo tra la folla. I miei sguardi, sorrisi ammiccanti a tratti innocenti lo mettano in confusione, noto le sue espressioni cambiare. Mi destreggio lentamente con un flute di champagne tra le mani, sorrisi e poche parole di circostanza scambiati con altri ma i miei occhi sono su di lui, lo seguo, sbatto le ciglia, sorrido e distolgo la mia attenzione quando credo di esser troppo invadente. Un gioco pericoloso a cui lui inizia a rispondere, non si avvicina subito a me e per tutta la durata della festa io sono con altre persone a scambiare chiacchiere e sorridere.
Quando non ne posso più esco sul terrazzo ad ammirare le luci di Monaco notturna. L'aria è fresca e rabbrividisco d'istinto.
La giacca mi viene poggiata con una carezza sulle spalle, mi volto e incontro il sorriso gentile di Giorgio con i suoi occhi scuri nei miei.

–Non va bene uscire fuori a quest'ora, potresti prendere un malanno...-
Sorrido.

– Grazie!-

-Fumi, Sara?- di colpo senza aver detto nulla mi da del tu, la situazione non mi sconvolge affatto.

-Ogni tanto, si...-

-Vuoi farmi compagnia?- mi offre una sigaretta dal pacchetto che detiene nella mano, la sfilo e la porto alle labbra; la sua vicinanza mi permette di annusare il suo profumo, dopobarba classico piacevole. Il rumore dello zippo e la fiamma arde formando una piccola brace sull’estremità della sigaretta.
Faccio il mio tiro ammirando il panorama di un città sconosciuta.

-È bello qui...-

-Sei molto più bella tu...- ammicca lui.

I nostri sguardi si incrociano ancora, la tensione erotica è palpabile, si sente nell'aria fluttuare tra noi come un'energia lussuriosa, seducente.
I nostri occhi parlano di desideri inconfessabili, i nostri sorrisi maliziosi. Ho una gran voglia di quest'uomo, delle sue mani su di me e del suo corpo.

-Vuoi venire in camera con me?- la sua voce spezza l'incantesimo. Mi sorprende la richiesta, le mie labbra si schiudono i miei occhi fissi nei suoi esprimono la mia voglia di lui.

Accetto...

... “Put a spell on you..."
La voce di Nina Simone echeggia nella stanza, io sono al centro di essa, sul divano il mio capo mi guarda famelico.
La mia mano si posa sulla molletta di strass infilata nei capelli, basta un gesto per scioglierli, ondeggiano a frustare la schiena.
Il corpo si muove sensuale coperto dal vestito blu notte, lo spacco sulla gamba mostra l'orlo delle autoreggenti.

"You know I can't stand it"
"You're running around"

La scarpa con tacco affonda al lato del divano dove lui è seduto, mostro le mie gambe, mostro la pelle bianca e l'orlo di pizzo, carezzo la calza setosa con le dita, dal piede alla caviglia salendo su. Mi sta divorando.

"You know better daddy"
"I can't stand it 'cause you put me down
Oh, no!"

Le mani dalla coscia salgono a carezzare la sagoma del corpo, gioco con le spalline sottili del vestito le lascio scivolare lentamente. Inarco la schiena e butto indietro la testa smuovendo i capelli, il vestito cade a terra.
Sono davanti a lui, con addosso solo un perizoma nero a mo di farfalla e autoreggenti in pizzo nero, con i décolleté tacco 12 che premono sul pavimento.
Mi mordo il labbro e lenta salgo a cavalcioni su di lui. La sua pelle ha un profumo intenso di uomo maturo, inebriante.
Lui mi eccita, la situazione mi eccita. Giacomo è un ricordo lontano, lo sto per tradire e tra le mie cosce già si può odorare la mia sporca essenza.

"Put a spell on you"
"Because you're mine"

Avvicino le mie labbra alle sue e lo bacio, la sua bocca sa di lande mai esplorate, sapore esotico, le sue mani grandi carezzano ogni centimetro della mia pelle facendo tendere il corpo.
La sua erezione preme sul setoso tessuto bagnato del mio intimo.
Lo abbraccio. Mi afferra e in un attimo sono sotto di lui stesa sul divano.
Sfila le mie scarpe, partendo dai piedi inizia a leccarli da sopra la calza, la lingua passa la pianta, le dita e il collo del piede. Non ho mai provato questa sensazione prima d’ora, mi piace.
Le mani risalgono verso il mio interno cosce e si fermano sul orlo delle calze, le tira giù con delicatezza sfilandole. Ho la testa posata sui cuscini, il mio sguardo parla chiaro.
Lui mi sorride e prende in mano un piede lo avvicina alla bocca e lo bagna con la sua lingua, solletica la pianta e sale sulle dita, le lecca e succhia una a una facendomi mancare il respiro.
Butto le braccia sulla testa, mi inarco. La sua bocca mi sta facendo morire mentre mi manda scariche elettriche nel basso ventre, tra le mie cosce sento un lago osceno. La lingua sale sul dorso del piede va alla caviglia e poi passa all’altro. Non riesco a star ferma le mani si sollevano e iniziano a carezzare i seni, li stringono, stuzzicano i capezzoli. I suoi occhi due pozze scure lussuriose, mi guardano mentre muove la lingua tra le dita del piede, sale sul dorso e sulla caviglia. Questa volta non si ferma e fa tremare ogni mia piccola terminazione nervosa nel mentre sale sulle cosce verso l'interno fino a raggiungere il mio inguine e, il sesso, si schiude per lui. Affonda il naso sul tessuto bagnato del mio intimo. Mi fa mugolare. La sua lingua lecca e succhia la seta impregnata dei miei succhi.

"You know I love you"
"I love you"

Nina Simone fa da sfondo alla mia orchestra di suoni. Ha sfilato con la bocca il perizoma affondando la faccia nella mia intimità. Sta bevendo tutti i miei succhi, leccando senza sosta guardandomi negli occhi mentre mi inarco, pizzico i capezzoli e butto indietro la testa. Mi guarda impazzire sotto i suoi sapienti colpi di lingua che usa a mo di frusta sul mio clitoride.
Non mi da tregua.

"Love you"
"I love you anyhow"
"And I don't care"

Non mi lascia raggiungere il piacere assoluto, mette una mano sotto la mia schiena e mi solleva portandomi su di sé.
–Cavalcami piccola- le sue uniche parole sussurrate.
Sopra di lui struscio il glande sulle mie labbra bagnate, lentamente mi penetro gustando centimetro dopo centimetro della carne dura e massiccia. Lo prendo tutto guardando la sua espressione estasiata nel vedermi muovere su di lui, il mio corpo ondeggia a ritmo del mio piacere crescente.
Una danza sensuale sulle note di una canzone che sta sfumando.

"If you don't want me"
"I'm yours right now"

I miei gemiti sono acuti, sensuali lamenti, dono alla sua bocca i miei seni.

"You know I can't stand it"
"You're running around"
"You know better daddy"
"I can't stand it 'cause you put me down"

I miei acuti diventano un canto lascivo che sale e sale nel mio su e giù frenetico, rincorrendo il piacere spruzzando la mia sporca essenza di puttana sul cazzo.

-Brava...- la sua voce è carezzevole, il mio moto diventa lento e spingo il busto indietro mentre lui mi abbraccia e sorregge.
Ora è Giorgio a prendermi, si muove dentro di me con passione carnale, posa la sua bocca sui miei capezzoli e li succhia, si solleva e mi trattiene così, spingendosi in fondo con decisione.

"I put a spell on you"
"Because you're mine"

Affondo dopo affondo riversa il suo orgasmo dentro di me, restiamo per infiniti attimi così, l'uno nel corpo dell'altra, in silenzio, i nostri respiri e battiti si fondono insieme creando una piccola orchestra.
Ci abbandoniamo alla poetica passione di una notte clandestina.
"Because you're mine"
"Because you're mine"
"Oh Yeah..."


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