Compagni di camera

di
genere
gay

Nel sessantotto avevo diciotto anni. Nelle vacanze estive decisi di fare il giro d’Europa in autostop. Però non avendo fatto molte esperienze di autostop, il primo giorno non sono andato lungo. La sera dopo avere passato molte ore sul bordo della strada senza essere preso da nessun automobilista, andai in un ostello. Alla ricezione incontrai un cinquantenne che come me sperava di poter allogiarci per la notte. Cosa non facile perché tutto era occupato. Però c’era una camera prenotata da una famiglia già molto in ritardo il ché ci lasciava una piccola speranza. Un’ora passata la famiglia non ancora arrivata alla chiusura di notte ci lasciarono la chiave della camera.
Normalmente trovavo vecchi i cinquantenni, i genitori e gli insegnanti non avendo ancora tanti anni. Però quello lì non dimostrava la sua età forse perché mi sorrideva e sembrava interessarsi di me. Fu solo allo spogliarci che fu manifesta la differenza d’età. Io ero ancora esile mentre lui invece era obese. Inoltre indossavo slip a rete alla moda negli anni sessanta mentre lui indossava cosiddette mutande del nonno, ciò che oggi indossati da molti giovani si chiamano ”boxer”.
”Mamma mia che caldo!” fece. ”Ti annoia se mi spoglio di tutto?” E senza aspettare la mia risposta si tolse le mutande. ”Perché no” feci togliendomi lo slip alla mia volta prima di infilarmi nel letto. Lui non avendo fretta di coricarsi camminava su e giù sistemando tutto e niente, godendosi apparentemente la nudità. Dovevo ammettere che benché grasso era ben munito. Prima di coricarsi mi chiese se potesse aprire la finestra. Io non trovando nulla da obiettare, lui montò su uno sgabello al capo del mio letto dove era la finistra in alto. Così mi godei la vista dei suoi genitali in prospettiva dal basso. Eccitante!
Più tardi nella notte mi svegliai con un forte bisogno di fare pipì. Mi alzai cercando lo slip per andare in bagno nel corridoio. Fu solo nell’uscire dalla camera che mi resi conto di avere indossato le mutande del mio compagno di camera. ”Non importa” mi dissi, ”mi scappa la pipì e lui non se ne accorgerà”. Inoltre mi eccitava sentire il caldo tessuto delle mutande di un altro sulla mia pelle.
Avevo dovuto svegliarlo perché quando tornai nella camera lui era seduto nel suo letto. ”Ladro di mutande” mi disse alzandosi nudo e voluminoso. ”Rendimele con quello che c’è dentro” disse respirando pesantemente lasciando le manacce glissare su i miei genitali e sulle chiappe.
Eccomi con sentimenti molto misti: mi vergognai di avere indossato le mutande fuori moda di un altro e di farmi palpeggiare da qualcuno che era tutt’altro che il principe azzurro. E allo stesso tempo mi piacevano i suoi palpeggiamenti. Finimmo nel suo letto carezzandoci e baciandoci fino a addormentarci.
L’indomani mattina mi chiese se potesse provare il mio slip. ”Perché no” feci indossando di nuovo le sue mutande prima che andassimo al bagno commune. Chi ci avrebbe visto conciati così si sarebbe divertito: io con le sue mutande troppo larghe e lui con il mio slip troppo stretto. Non c’era ancora nessuno nel bagno dove trovammo una sola doccia dietro una tenda. Ecco perché ci faccemmo la doccia insieme saponandoci l’un l’altro dappertutto minuziosamente, soprattutto i genitali e il culo. Mi strinse da dietro, il suo cazzo battendomi fra le cosce et la lingua infilandomi nelle orrechie. Ci unimmo in un bacio linguale finché sentimmo entrare qualcuno nel bagno. Ci asciugammo et tornammo nella nostra camera.
Facendo i bagagli mi chiese se volevo le sue mutande a mo’ di ricordo. Le avrei accettate se non avessi ancore vissuto con i miei. La mamma si sarebbe stupita se avesse trovato mutande del nonno nel bucato. Rise e prima di separarci mi diede un bacio dicendomi di fare attenzione agli uomini cattivi.
di
scritto il
2012-07-19
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