Mia sorella 7°- Finalmente abbiamo fatto l'amore 💘
di
Andrea2022
genere
incesti
I giorni scorrevano tutti allo stesso modo.
Dovrei forse dire le notti giacché le lunghissime giornate trascorrevano con un unico chiodo fisso: L'attesa della notte in cui potevo giocare ancora con mia sorella nella speranza di poter finalmente, coronare il sogno di renderla completamente donna e farla davvero mia in ogni senso.
Mia sorella grazie alle lezioni di Kamasutra ricevute dal fratello della sua amica, mi proponeva ogni volta qualcosa di nuovo ed eccitante senza tuttavia, decidersi mai ad aprire completamente le cosce per coronare il reciproco sogno di fonderci davvero corpo e anima in un delirio d'amore e di sensi.
I giorni scorrevano lenti ma al contrario, il momento in cui mia sorella sarebbe ripartita, si avvicinava ad una velocità davvero frustrante e insopportabile per me.
Era davvero difficile riuscire a ritagliarsi un momento di intimità a causa del fatto che non avevamo un luogo in cui appartarci ed al tempo non avevo ancora una macchina "vera alcova" a quei tempi per chi aveva la fortuna di possederne una.
Il fatto poi che fossimo fratello e sorella ci impediva di "sparire" dalla circolazione senza una plausibile scusa.
Non potevamo neanche appartarci nei palchetti del teatro sul lungomare dove le coppiette come noi trovano un angolo intimo per fare l'amore o quanto meno limonare e giocare con le mani.
Una domenica per liberarci della invadente presenza dei nostri amici avevamo inventato un impegno di famiglia e ci eravamo diretti oltre l'ultimo stabilimento balneare che al tempo sembrava lontanissimo ed era poco attraente per i giovani-
In quel luogo, era anche la chiesa del santo a delimitare la fine delle case e della città.
Oltre lo stabilimento cominciava una lunghissima pineta e la spiaggia, completamente selvaggia, era un susseguirsi di dune e di vegetazione spontanea pullulante di strane creatura di specie e taglie diverse.
Un luogo isolato e poco frequentato dunque dove appartarsi senza essere disturbati.
Era quello che avevamo pensato ed invece, nel momento più bello in cui distesi tra le dune di sabbia stavamo finalmente per fare l'amore, uno schiamazzo di bambini venuti ad ammirare la natura insieme ai genitori, ci aveva bruscamente interrotti.
In nostro soccorso era venuto due giorni dopo un evento negativo per la famiglia ma fortunato per noi che, prigionieri delle brame della nostra passione, con inusitato egoismo, avevamo ignorato un momento di preoccupazione dei nostri genitori.
Quella notte infatti nostro padre aveva avuto un malore che mi aveva costretto ad alzarmi per andare a piedi (Non avevamo il telefono) a chiamare l'autoambulanza.
Mia madre non aveva voluto che l'accompagnassimo e dunque, in casa eravamo rimasti solo io e mia sorella.
Travolti dalla passione, senza perdere tempo, avevamo messo un telo di cotone sul lettone dei nostri genitori e ci siamo lasciati sopraffare dalla lussuria più sfrenata.
Ci eravamo toccati, abbracciati, leccati con movimenti frenetici ed infine immersi in un bagno di sudore e umori vaginali lei aveva allargato le cosce ed aveva finalmente pronunciato le parole tanto attese: Amore prendimi.. è tua.. sono tua.. fammi donna e scaldami col tuo seme.
Mi puoi aprire.. sverginare e godermi dentro è il momento giusto questo.. ieri mi è passato il marchese. (A quel tempo il termine mestruazioni era pressoché sconosciuto da noi sostituito appunto, dal termine marchese).
A quel punto, mi ero disteso col viso davanti all'oggetto dei miei desideri e benché l'avessi già leccata a lungo per farla godere con la bocca, stavolta era diverso, dovevo prepararla per accogliermi nel modo meno doloroso possibile per poi lasciarci andare al piacere tanto atteso.
L'avevo leccata, baciata, succhiata, accarezzata ed aperta con le dita e l'avevo leccata ancora mentre la mia mente veniva accarezzata dalla dolcezza dei suoi gemiti mentre le mie papille gustative non si saziavano mai dei suoi sapori.
-Prendimi amore.. prendimi.. prendimi adesso.. subito!-
Rimanendo nella sua postura supina, le avevo messo sotto un cuscino e tenendo il membro con una mano, l'avevo appoggiato alle grandi labbra grondanti di saliva e umori.
Poi, col cuore in gola avevo cominciato a spingere piano piano e mentre lei con la mani aggrappate al lenzuolo stringeva i denti emettendo tremuli suoni, io continuavo nella mia lenta ma inesorabile penetrazione.
Quando ero quasi per metà dentro, l'avevo sentita contrarsi ed emettere un grido sordo per poi subito rilassarsi con un lungo respiro liberatorio.
-Pfui....amore.. amore.. l'hai fatto.. che bello.. che bello.. ora sono davvero tua!-
Mi aveva detto col fiato corto guardandomi negli occhi e stringendomi le mani tra le sue.
Io ero fermo come paralizzato dentro di lei in attesa di qualcosa di cui nulla sapevo ancora.
-Spingi amore.. entrami tutto dentro e poi muoviti.. muoviti.. mm.. che bello.. che bello.. cosi.. cosi.. uhhh.. ahhhh.. godo.. godo.. godi anche tu amore godiiiiiiii!-💞
Non ricordo neanch'io dopo quanto tempo era venuta mia sorella coinvolgendo anche me nel suo piacere.
Subito dopo di lei, mi ero sciolto anch'io in una interminabile scarica di fiotti di seme bollente.🤪
Dio mio che bello.. che bello.. avremmo voluto rimanere così legati ed immersi nei nostri umori per sempre.💘
Dopo alcuni minuti in cui avevamo persino perso la cognizione del tempo, siamo tornati alla realtà e dopo esserci ricomposti ed aver cancellato ogni traccia di quanto successo, ci eravamo seduti sul letto di mia sorella ed abbiamo aspettato svegli che tornasse la mamma che aveva buone notizie circa lo stato di salute del papà.
Due giorni dopo mia sorella sarebbe ripartita e salutandola, mentre il treno si muoveva iniziava per me l'attesa del suo ritorno.
segue
Dovrei forse dire le notti giacché le lunghissime giornate trascorrevano con un unico chiodo fisso: L'attesa della notte in cui potevo giocare ancora con mia sorella nella speranza di poter finalmente, coronare il sogno di renderla completamente donna e farla davvero mia in ogni senso.
Mia sorella grazie alle lezioni di Kamasutra ricevute dal fratello della sua amica, mi proponeva ogni volta qualcosa di nuovo ed eccitante senza tuttavia, decidersi mai ad aprire completamente le cosce per coronare il reciproco sogno di fonderci davvero corpo e anima in un delirio d'amore e di sensi.
I giorni scorrevano lenti ma al contrario, il momento in cui mia sorella sarebbe ripartita, si avvicinava ad una velocità davvero frustrante e insopportabile per me.
Era davvero difficile riuscire a ritagliarsi un momento di intimità a causa del fatto che non avevamo un luogo in cui appartarci ed al tempo non avevo ancora una macchina "vera alcova" a quei tempi per chi aveva la fortuna di possederne una.
Il fatto poi che fossimo fratello e sorella ci impediva di "sparire" dalla circolazione senza una plausibile scusa.
Non potevamo neanche appartarci nei palchetti del teatro sul lungomare dove le coppiette come noi trovano un angolo intimo per fare l'amore o quanto meno limonare e giocare con le mani.
Una domenica per liberarci della invadente presenza dei nostri amici avevamo inventato un impegno di famiglia e ci eravamo diretti oltre l'ultimo stabilimento balneare che al tempo sembrava lontanissimo ed era poco attraente per i giovani-
In quel luogo, era anche la chiesa del santo a delimitare la fine delle case e della città.
Oltre lo stabilimento cominciava una lunghissima pineta e la spiaggia, completamente selvaggia, era un susseguirsi di dune e di vegetazione spontanea pullulante di strane creatura di specie e taglie diverse.
Un luogo isolato e poco frequentato dunque dove appartarsi senza essere disturbati.
Era quello che avevamo pensato ed invece, nel momento più bello in cui distesi tra le dune di sabbia stavamo finalmente per fare l'amore, uno schiamazzo di bambini venuti ad ammirare la natura insieme ai genitori, ci aveva bruscamente interrotti.
In nostro soccorso era venuto due giorni dopo un evento negativo per la famiglia ma fortunato per noi che, prigionieri delle brame della nostra passione, con inusitato egoismo, avevamo ignorato un momento di preoccupazione dei nostri genitori.
Quella notte infatti nostro padre aveva avuto un malore che mi aveva costretto ad alzarmi per andare a piedi (Non avevamo il telefono) a chiamare l'autoambulanza.
Mia madre non aveva voluto che l'accompagnassimo e dunque, in casa eravamo rimasti solo io e mia sorella.
Travolti dalla passione, senza perdere tempo, avevamo messo un telo di cotone sul lettone dei nostri genitori e ci siamo lasciati sopraffare dalla lussuria più sfrenata.
Ci eravamo toccati, abbracciati, leccati con movimenti frenetici ed infine immersi in un bagno di sudore e umori vaginali lei aveva allargato le cosce ed aveva finalmente pronunciato le parole tanto attese: Amore prendimi.. è tua.. sono tua.. fammi donna e scaldami col tuo seme.
Mi puoi aprire.. sverginare e godermi dentro è il momento giusto questo.. ieri mi è passato il marchese. (A quel tempo il termine mestruazioni era pressoché sconosciuto da noi sostituito appunto, dal termine marchese).
A quel punto, mi ero disteso col viso davanti all'oggetto dei miei desideri e benché l'avessi già leccata a lungo per farla godere con la bocca, stavolta era diverso, dovevo prepararla per accogliermi nel modo meno doloroso possibile per poi lasciarci andare al piacere tanto atteso.
L'avevo leccata, baciata, succhiata, accarezzata ed aperta con le dita e l'avevo leccata ancora mentre la mia mente veniva accarezzata dalla dolcezza dei suoi gemiti mentre le mie papille gustative non si saziavano mai dei suoi sapori.
-Prendimi amore.. prendimi.. prendimi adesso.. subito!-
Rimanendo nella sua postura supina, le avevo messo sotto un cuscino e tenendo il membro con una mano, l'avevo appoggiato alle grandi labbra grondanti di saliva e umori.
Poi, col cuore in gola avevo cominciato a spingere piano piano e mentre lei con la mani aggrappate al lenzuolo stringeva i denti emettendo tremuli suoni, io continuavo nella mia lenta ma inesorabile penetrazione.
Quando ero quasi per metà dentro, l'avevo sentita contrarsi ed emettere un grido sordo per poi subito rilassarsi con un lungo respiro liberatorio.
-Pfui....amore.. amore.. l'hai fatto.. che bello.. che bello.. ora sono davvero tua!-
Mi aveva detto col fiato corto guardandomi negli occhi e stringendomi le mani tra le sue.
Io ero fermo come paralizzato dentro di lei in attesa di qualcosa di cui nulla sapevo ancora.
-Spingi amore.. entrami tutto dentro e poi muoviti.. muoviti.. mm.. che bello.. che bello.. cosi.. cosi.. uhhh.. ahhhh.. godo.. godo.. godi anche tu amore godiiiiiiii!-💞
Non ricordo neanch'io dopo quanto tempo era venuta mia sorella coinvolgendo anche me nel suo piacere.
Subito dopo di lei, mi ero sciolto anch'io in una interminabile scarica di fiotti di seme bollente.🤪
Dio mio che bello.. che bello.. avremmo voluto rimanere così legati ed immersi nei nostri umori per sempre.💘
Dopo alcuni minuti in cui avevamo persino perso la cognizione del tempo, siamo tornati alla realtà e dopo esserci ricomposti ed aver cancellato ogni traccia di quanto successo, ci eravamo seduti sul letto di mia sorella ed abbiamo aspettato svegli che tornasse la mamma che aveva buone notizie circa lo stato di salute del papà.
Due giorni dopo mia sorella sarebbe ripartita e salutandola, mentre il treno si muoveva iniziava per me l'attesa del suo ritorno.
segue
2
3
voti
voti
valutazione
3.3
3.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Mia sorella 6° - Un 69 da sognoracconto sucessivo
Mia sorella 8° - Scopare e fare l'amore in paradiso.👩🏻❤️👨🏼
Commenti dei lettori al racconto erotico