Una sorella sottomessa 3, la prima volta anale con lei.

di
genere
incesti

Rieccomi col terzo racconto, fantasia o verità, come i primi due che vi invito ad andare a leggere ( sempre che non l'abbiate già fatto)lascio a voi cosa pensare, a me restano i ricordi e il piacere.
l'acqua fredda della doccia bagnava i nostri corpi, io non mi sono nemmeno accorto del freddo dell'acqua tanto era l'eccitazione che avevo. Ero già venuto due volte in poco meno di due ore e il mio cazzo pulsava ancora più carico di energia, Paola era in uno stato d'estasi o quasi, i suoi occhi neri non mentivano, lo sguardo appagato e il volto disteso erano le conferme di quanto quella troia si stesse godendo quei momenti tremendamente erotici. La guardavo rivolta con il suo culo splendido verso di me, lo presi tra le mani e incominciai a strizzarlo con forza, lei mi fece capire che la sua eccitazione stava aumentando, tanto che con una mano si masturbava toccandosi quella figona spettacolare e con l'altra si strizzava da sola il capezzolo del seno sinistro, la spinsi con le tette contro le piastrelle della doccia, la bloccai e le divaricai le gambe, con una mano le penetrai la sua passerina che era già aperta e dove si vedeva benissimo il rossore della sua carne eccitata, prima due dita che spinsi su senza paura di farle male, lei trasali ed emise un gemito di piacere, che aumentò quando le dita diventarono tre, iniziai lentamente a sditalinare la passera e intanto con il pollice cercavo di trovare il suo clitoride, appena lo trovai con movimenti decisi e ritmici lo accarezzai fino a farla venire una prima volta, il suo orgasmo fù cosi forte da farmi sentire gli spasmi che provava, la mia eccitazione saliva e aumentai il ritmo del dentro e fuori con le dita, era diventato sempre più veloce, lei ebbe un'altra scarica di piacere e mi urlò di smettere ma io continuai fino a quando lei si accasciò sulle gambe tanto non resisteva più. la presi per i capelli e la feci uscire dalla doccia, la guidavo mentre lei camminava a quattro zampe, fuori dal bagno entrammo subito in camera sua, la buttai riversa e sfinita sul suo letto, " apri le cosce puttana!! " le ordinai. Lei ormai era succube dei miei ordini ed eseguiva tutto senza più negarsi, anzi i suoi splendidi occhi restavano in ansia ad aspettare qualche parola per potermi compiacere e vivere un'altro momento di estasi.
Spalancò le cosce e mise in mostra una figa pelosa e nera, curata con un pelo morbido e profumato, mi avvicinai, la baciai e la leccai provocandole un piccolo sussulto di piacere, subito presi in bocca il suo bottoncino e lo strinsi forte tra labbra e denti, ero rapito dalla voglia di farle provare dolore ma anche tanto piacere, Lei ebbe uno scatto e tentò di chiudere le gambe e di ritrarsi, le impedi di farlo con le mani e per punizione le diedi una sferzata ancora più forte, mi alzai e le presi le tette tra le mani e le strinsi fino a farle diventare rosse, lei urlava sottovoce e le lacrime iniziarono a solcarle il viso, mi guardò e in quel momento mi chiese di continuare ad usarla, la sua voce era rotta dai singhiozzi, ma il miele che bagnava la sua figa, i capezzoli cosi duri, e il tremito di piacere che la perevadeva erano i segni di quanto lei si stesse godendo ogni momento di quella situazione. " Girati e mettiti a pecora! ora voglio il tuo culo!" subito si mise in posizione mostrandomi il suo buco del culo la sua testa era appoggiata al lettone, io dopo averle sputato sul suo culo iniziai a farle entrare il primo dito, lo spinsi con forza, lei resistette per un po' e dalla sua voce capì che era vergine e che le stavo facendo male, non mi fermai e spinsi ancora, la resistenza delle pareti anali fù vinta e le urla si trasformarono da quelle di dolore in piacere. entrai ancora con un altro dito e sentivo che non opponeva più resistenza. Era pronta, prima di mettere il mio cazzo nel suo culo la presi e le infilzai la passera che era bagnata e madida di umori, lubrificai il mio cazzo e poi lo estrassi mettendolo subito nel vuoto lasciato dalle dita, facevo fatica a metterlo dentro e dovetti spingere, senti il suo stesso dolore ma non mi fermai perchè sapevo che da li a poco sarebbe divenuto un piacere immenso e paragonable solo al migliore degli orgasmi che ebbi mai provato. Iniziai a stantuffarla in un su e giù lento ma inesorabile, lubrificavo il buchetto spuntandole addosso, le presi i capelli e la tirai verso di me per poter afferrare le sue tette, quando raggiunsi con le mani quelle due bocce le strinsi forte, e aumentai il ritmo incalzante delle pompate, lei si era lasciata andare e il suo volto ormai emanava solo estasi e godimento, anche se la sua voce e le sue urla richiamavano quel dolore che sentiva ancora ad ogni affondo del mio cazzo. " Spingi mio padrone! spingi più forte! fotti la tua troia! scopami come una puttana! sarò per sempre la tua cagna! " a quelle richieste la mia eccitazione prese il sopravvanto e la parte animale di me si impossessò completamente del mio carattere, tanto da trasformarmi e da far uscire una forza e una spregiudicata violenza nei confronti di quella Troia. Le strizzai forte le tette e tirai il suo capezzolo che si allungò sotto l'effetto di una morsa continua, mentre il mio cazzo entrò completamente nel suo culo, ora il rumore delle chiappe che sbattevano contro di me faceva eco ai muggiti di una vacca che era in pieno godimento alla monta del suo toro. Andammo avanti cosi per qualche minuto poi per la terza volta svuotai quanto rimaneva nelle mie palle, estrassi subito il mio cazzo, alla vista era rosso sull'asta e la cappella gonfia e violacea, vidi il suo culo aperto e pulsante che faticava a chiudersi, lei emise un ultimo lamento e si lasciò cadere sul letto, io feci fatica a sorreggermi e il dolore misto al piacere mi annebbiarono la vista, poco dopo mi ripresi e mi feci cadere sopra di lei. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto anche se mi sembrò che il tempo non passasse mai, mi ripresi e le ordinai di alzarsi, ci guardammo; lei mi disse: " Sei uno stronzo fottuto, ma ti amo e non potrò mai fare a meno di te!" ero tornato quasi in me, le dissi che sarebbe stato il nostro gioco e che io non mi sarei mai fermato se non me lo avesse davvero chiesto, Lei si buttò tra le mie braccia, mi baciò appassionatamente, innamorata, soddisfatta, io l'accarezzai dolcemente sul viso, sul seno ancora gonfio e dolente, sui suoi capezzoli che erano rimasti ancora dritti e lunghi, la baciai dappertutto e le dissi che con Anna non avevo mai provato un simile piacere. Mentre mi rivestivo per tornare a casa le dissi che da oggi in poi la sua vita sarebbe stata dedicata a me e che ogni volta che ne avevo voglia le avrei dato degli ordini che lei doveva eseguire, mi rispose: " si mio maestro, tutto quello che vuoi, basta che tu mi scopi come hai fatto oggi! " Uscì di casa e la mia mente malata già stava pensando a come divertirmi con lei, il mio amore nei suoi confronti era aumentato, ma un'amore che doveva essere nutrito di sesso, dolore, piacere, sottomissione.
Nel prossimo capitolo vi racconterò come proseguirono i giorni e di come il nostro gioco ci ha portato a godere insieme di un piacere che mai avrei pensato.
spero che questo capitolo vi abbia fatto divertire, scrivetemi i vostri commenti e se qualche donna vuole scrivermi in privato per lezioni particolari vi lascio la mia mail.
nikmaster01@yandex.com
scritto il
2022-04-04
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