Il mio compleanno 2

Scritto da , il 2022-03-14, genere gay

Riprendo il mio racconto dal secondo incontro con Roberto
Dopo una settimana Roberto, venne a trovarmi di nuovo. Mi chiese se avevo giocato con il pisello. Gli dissi di si e che la cosa mi piaceva. Nel frattempo sentivo il pisello crescere e diventare duro. Mi chiese se volevo farmi toccare ancora e così dicendo mi mise la mano dentro le mutande, aveva la mano magica, con le dita giocava con la mia cappella tutto intorno, che bello, mi eccitai subito, poi su e giù, con l'altra mano mi abbassò i pantaloncini e si mise a giocare con le mie palle continuando a farmi la sega. Mi ero sdraiato sul divano avevo gli occhi chiusi per il piacere e sborrai.
Mi disse che si potevano fare altre cose e provare piacere. MI disse che lo si poteva prendere in bocca e che se volevo l’avrebbe fatto ma poi avrei dovuto farlo io a lui. Dissi di si. Lui si chino aprì la bocca e piano, piano ve lo fece entrare, andava con la lingua attorno alla cappella, di nuovo tutto in bocca, su e giù con la testa. Poi iniziò a leccarmi le palle, mi faceva il solletico, così continuò con il pompino, dio quanto era bello, le sue mani toccavano il mio corpo soffermandosi sui capezzoli che strizzava. Il ritmo era più veloce, ad un tratto esplosi nella sua bocca.
Subito dopo prese a baciarmi tutto il corpo salendo baciandomi sul collo e sulle labbra. La sua lingua forzo per entrare, cerco la mia che si intrecciò con la sua in un bacio di piacere. Mi piaceva quel bacio mentre sentivo le sue mani che accarezzavano il mio giovane corpo. Lui si spoglio e mi invito a prendere in bocca il suo cazzo che era grande e grosso e pensavo che non ci sarei riuscito a farlo entrare. Mi avvicinai al suo cazzo cominciai ad annusarlo, presi a leccare la sua cappella toccando le sue palle e lentamente aprii la bocca per farlo entrare. Stavo facendo il mio primo pompino, andavo su e giù con la testa cercando di ingoiarlo tutto. Sentii il suo cazzo vibrare dentro la bocca che subito dopo venne riempita dalla sua sborra calda, mandai giù tutto, aveva un sapore misto dolce e leggermente salato.
Ci baciamo ancora in bocca, restammo seduti sul divano chiacchierando.
Nei giorni seguenti non si contavano più le seghe giornaliere che mi facevo e con il passare dei giorni ero ormai diventato un esperto nell’arte masturbatoria. Sapevo precisamente come afferrare il mio membro inturgidito, stimolarlo con la giusta tensione in base alla sensibilità quotidiana e allievarlo dalla dolorosa erezione che lo opprimeva a cadenza costante.
Avevo anche imparato a trarre godimento anche da altre azioni. Mi spogliavo di qualsiasi indumento aprivo le gambe e con mano incerta e dita curiose titillavo delicatamente l’ingresso del mio orifizio più intimo. Inumidivo il mio buchino e il dito per lubrificare la zona e facilitare facevo cosi scivolare sul buco del culetto scostando una coscia il mio dito. A volte cercavo alternative al mio dito per cercare di introdurre qualcosa di più grosso, l’oggetto era quasi sempre un carota, che dopo averla ben lavata introducevo dentro il mio ano.
Trovavo sorprendentemente piacevole e idealmente stimolante. quel lento movimento costante di introduzione e sfilamento. Il mio pistolino non perdeva tempo s’irrigidiva alzandosi. Allora con la mano libera dalla oggetto me lo afferravo con forza ed iniziavo a segarmelo, mentre con l’altra continuavo la piccola e lenta penetrazione. Erano sensazioni mai sperimentate prima che mi davano un delicato piacere.
Ormai mi ero lanciato nel piacere anale e dopo un po' di tempo capii che non mi bastava più introdurre il dito o un altro oggetto, ma che avevo bisogno di altro che mi desse più piacere.

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