Il primo pompino

di
genere
gay

Avevo un amico del cuore, Roberto era nato tre giorni prima di me. Abbiamo frequentato le stesse scuole fin dall’asilo. Il nostro rapporto sembrava quello tra due fratelli. Un giorno mentre eravamo a scuola, facevamo la prima media, facemmo una scommessa, non ricordo più per cosa, ma ricordo quella che era il pegno che avrebbe dovuto pagare chi perdeva. Quello che tra noi due perdeva doveva girare per un mese con i pantaloncini con la zip abbassata e senza mutande. Purtroppo perdetti io. Il giorno dopo alla mattina misi i pantaloncini senza le mutande e lasciai giù la zip e mi preparai per uscire, quando mia madre mi chiamo dicendomi di tirare su la lampo. Lo feci e subito dopo la tirai giù. Per la strada mentre andavo a scuola ero in compagnia di Roberto, la gente mi guardava qualcuno mi faceva notare la zip abbassata e io fingevo di alzarla. Giunti a scuola seduto al banco avevo il pene che ogni tanto faceva capolino. Roberto vedendolo rideva attraendo cosi l’attenzione degli altri compreso l’insegnante, il quale mi diceva di compormi e tirare su la zip. Le prime ore della mattinata trascorsero veloci e al suono della campanella per l’intervallo, l’insegnante che era un ragazzo sui 30 anni mi disse di rimanere. Quando gli altri furono usciti mi mando a chiudere a chiave la porta e mi disse di avvicinarmi. Mi avvicinai alla scrivania, avevo il cuore che batteva forte, pensavo di essere nei guai immaginavo già mia madre pronta a prendermi a schiaffi. L’insegnate alzo gli occhi lasciando la penna e con un dito indicando i miei pantaloncini disse “ho notato che hai tenuto la cerniera abbassata anche dopo che ti avevo detto di tirarla su. Sembra che tu lo faccia apposta senza parlare che ogni tanto si vede il tuo pene sbucare. Sentii un rossore diffondersi sul mio viso. Mi chiese se mi piaceva che le altre persone mi vedessero. Abbassai gli occhi, ridacchiando nervosamente. L’insegnante allora allungo una mano e infilo un dito nella mia cerniera spalancata. Quando sentii quel dito toccarmi il pene, ebbi una erezione. Mi guardo e mi chiese se qualcuno mi avesse mai toccato prima. Il mio cazzo era dritto e duro, molto di più di quando ci giocavo a letto o di quando facevo il bagno. Si alzo dalla sedia e in piedi davanti a me porto la sua mano sul mio inguine, slaccio del tutto i pantaloncini e gli spinse giù fino alle caviglie, mi alzo la maglietta, dicendomi di tenerla solevate. Afferro allora il mio pene iniziando ad accarezzarlo. Esplosi in un sussurro e gemendo dissi che era bello. Non avrei mai immaginato che qualcosa del genere mi accadesse e per lo più con il mio insegnate preferito. Mi prese sotto le ascelle sollevandomi sopra la scrivania, mi spinse giù a farmi sdraiare sulla scrivania, mi allargo le gambe abbasso il suo viso sul mio inguine apri la bocca e chiuse le labbra intorno al mio cazzo. Gemetti con piccoli versi, mentre un’ondata di sentimenti mai provati mi attraversa il corpo. Avevo sentito parlare di persone che prendevano in bocca il cazzo di altri. Ma mai avrei immaginato che qualcuno lo facesse a me. Sentivo le sue labbra strofinarsi sue giù sul mio piccolo pene. Sentivo la sua lingua leccare la mia cappella. Il mio insegnate mi stava facendo provare un piacere, una forte emozione. Lui continuava con la sua bocca ad andare su e giù. Sentivo qualcosa che si muoveva dentro di me partendo da qualche parte intorno al pene. La mia erezione pulsava forte come quando trattenevo la pipi. Mi sembrava di svenire, poi tutto improvvisamente fini. Mi rilassai ansimando, mentre l’insegnate rilasciava il mio cazzo. Mi chiese se mi era piaciuto. Ci volle un minuto prima che potessi rispondere. Guardai l’insegnate e annui. Dissi è stato intenso. Non ho mai provato nulla del genere prima. Mi passai la mano sull’inguine mi sentivo le cosce bagnate. L’insegnate sorrise, fece scorrere lentamente le sue mani su e giù toccandomi di nuovo la mia erezione. Mi fece alzare mi tiro su i pantaloncini, lasciando la cerniera abbassata.
L’intervallo era finito gli altri ragazzi iniziarono ad entrare. Roberto si avvicino a me e vedendomi felice mi chiese cosa fosse successo. Roberto guardo l’insegnate che era intento a guardare i pantaloncini aperti. Sorrisi e dissi a Roberto che una volta a casa gli avrei raccontato tutto
scritto il
2022-04-19
7 K
visite
9
voti
valutazione
2.8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il mio compleanno 3
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.