Mary 6 .Con la giusta motivazione si impara in fretta e bene-

Scritto da , il 2022-02-12, genere dominazione

Non riuscivo a distrarmi dal pensiero di quello che io stessa avevo detto al ragazzino e cioè se avesse imparato a ritardare l'orgasmo avrebbe avuto parecchio successo con un consistente numero di donne. Gli avevo fatto i complimenti per il suo “bagaglio maschile” e mi ero praticamente offerta a lui come insegnante di sesso sul versante pratico, quando alla sua richiesta: -insegnamelo tu-, avevo risposto non con un netto e secco rifiuto, ma con un: -non qui,- relativo al fatto che mi avevano posseduta a casa mia, sul mio letto, con il rischio altissimo di farci sorprendere da mio marito.
Come già scritto, mi ero resa conto solo immediatamente dopo che mi stavo offrendo ancora a lui

Il mio cellulare continuava a squillare e segnalarmi messaggi watsap in arrivo. Era lui. Thomas, insistente all'inverosimile. Cercavo di ignorarlo, ma la voglia di leggere quei messaggi era irresistibile. Ho dovuto azionare la modalità -silenzioso- durante la permanenza a casa con la famigliola.

Ho inventato una scusa con mio marito per l'indomani pomeriggio dicendogli che eravamo stati contattati da alcuni piccoli imprenditori turistici come noi, per provare ad unirci e portare le nostre vertenze alle grandi Organizzazioni a nostra tutela e che per l'indomani ci avevano chiesto di recarci nella città capoluogo per incontrare l'organizzatore nel suo ufficio.
Mio marito, come mi aspettavo, ma ho rischiato forte, mi ha ricordato che in famiglia l'imprenditrice turistica ero io. Il B&b era a mio nome e pregandomi di occuparmi io della vicenda, si è defilato. Se fosse venuto anche lui sarebbe stato un problema trovare il modo di far finta di ricevere una telefonata, anche mentre già eravamo in viaggio che annunciava l'annullamento del tutto a data da destinarsi.
Come fanno i ragazzini a scuola mi sono fiondata in bagno per inviare un messaggio a Thomas, intimandogli di smetterla e di tenersi pronto per l'indomani subito dopo pranzo perché l'avrei accompagnato io.

-Ssssssiiiiiiiiiiii domani si fa festaaaaa. Domani ti sfondooooooo- il tenore del suo ultimo messaggio in risposta ai mio. L'ultimo, meno male, per quella giornata..

-Non puoi pretendere che un maschio sano, vedendo questo gran bel paio di tette rimanga indifferente. Se poi l'occhio va sotto la tua gonna mentre scendi dalla macchina o accavalli distrattamente le gambe (chissà se poi è veramente distrazione, la tua....) con la gonna che già mentre ti sedevi è salita ben sopra le ginocchia, è sicuro che l'effetto sul pene è l'immediato inturgidimento fino a provocare dolore. Soprattutto se il maschio di turno è già anche solo minimamente eccitato.
È lì che scatta l'irrefrenabile desiderio di trascinare sul primo letto disponibile femmine come te o infilarsi tra le vostre cosce stratosferiche alla prima occasione utile, in qualsiasi luogo o situazione se ne crei la possibilità.-

Sono state le parole di Thomas mentre durante il viaggio mi afferrava un seno strizzandomelo con forza facendomi davvero male e rischiare di uscire di strada.
A parte la assoluta padronanza dell'italiano, mi impressionavano quelle parole in quanto pronunciate da un sedicenne; parole degne di uno scafato “viveur”, incallito amatore collezionista di scopate con chissà quante donne.

-Tu sei pazzo! Sei fuori di testa. Se ti vuoi ammazzare fai pure ma non coinvolgermi. Io ho famiglia; marito, figlia.... ma cosa vuoi da me?- Gli ho gridato sfogando la tensione per lo spavento.

Lui. - da te non voglio niente; io voglio te!
Femmina che fa eccitare gli uomini e sa benissimo che effetto provoca. Femmina che fa finta di essere stupita degli assalti che subisce ma sa di averli provocati; femmina che si difende, anche con forza, strenuamente, dagli assalti di maschi arrapati, ma sapendo bene che alla fine dovrà cedere e concedersi completamente, facendo godere come veri maiali i fortunati che se la fottono. Femmina che da tutto questo ne trae assoluto piacere. Un piacere torbido, colpevole, che ormai la “normalità” coniugale ha smesso da tempo di farle provare-.

Possibile che un adolescente mi sapesse inquadrare così alla perfezione?

Di lui non sapevo nulla e se non fosse stato per quelle foto, mai avrei immaginato la sua esistenza al mondo. O forse era questione di tempo l'avrei conosciuto lo stesso più in la nel tempo in chissà quale occasione?
Adesso eravamo lì, nella mia macchina, io che guidavo e lui che con la mano dal seno è sceso sulle ginocchia e percorrendo la strada tra le mie cosce verso il sesso, verso quella figa di donna adulta che gli piaceva tanto, mi tirava su la gonna scoprendo una delle parti del mio corpo, a suo dire irresistibilmente attraente: le cosce. Arrivati al punto ha esclamato con evidente irritazione:

-ti avevo detto gonna o vestito e calze autoreggenti non collant!-

Avevo fatto la furba. Ma poi chissà cosa speravo di ottenere contrariandolo in questo modo se non irritarlo maggiormente... fatto con intenzione? MAH... CHISSÀ!

Lui: - peggio per te. Sarai costretta a buttar via queste calze. Agganciandole con l'unghia si è sentito netto lo “STRRRAAPPPP” dell'indumento.
La sua mano a contatto con il mio interno coscia nudo .

A difesa del mio sesso dall'invasione di quelle dita prepotenti, impertinenti rimanevano solo le mutandine ed è attraverso quel pezzo di stoffa che ho sentito il polpastrello scorrere su e giù tra le grandi labbra.

Quasi impossibile visto che seduta a cosce strette sia per non invitarlo oltre, ma vista anche la posizione di guida, ma era comunque riuscito a raggiungere la figa. Gli ci è voluto un niente per spostare verso una gamba l'elastico e avere le dita a contatto diretto con la carne. All'ingresso della sorgente del piacere.
Ho avuto la forza di accostare in una piazzola di sosta. Non appena bloccato il veicolo, con due dita mi è affondato in vagina. Dentro, fino in fondo

Il mio: -AAAHHHH.... b b b aaa s s s t t a r r r d d ooooo.............- lo ha fatto sghignazzare tronfio di soddisfazione. Mi ha masturbata fino a farmi venire.

Risistemandosi al suo posti, si è aperto i pantaloni calandoseli e mostrando un cazzo turgido, duro. L'avevo già visto, e non solo visto, ma in quel momento mi è parso più grosso. Più duro.
Un comando secco: -Succhia.- in trance ho ubbidito senza la minima opposizione. Non ha avuto bisogno di forzarmi con la mano dietro la mia nuca.

Lì, in mezzo al traffico, con le auto che sfrecciavano alla nostra sinistra. La campagna oltre l'asfalto alla nostra destra in un'anonima piazzola in strada stavo succhiando il cazzo a un sedicenne.
Succhiavo la cappella. Poi me lo infilavo tutto in bocca. Lo leccavo, gli massaggiavo i testicoli.

Lui:
-Siii daiii! Gran puttana che sei..... come se ti avessi raccolto per strada, quanto vuoi? Eh? Puttana ... quanto prendi per farti sbattere...?

Io: - Non venire, resisti. Non ancora.-

Ho interrotto all'improvviso quel giochino dicendogli: -Avremo tempo.-

Voleva aggredirmi, saltarmi addosso e per un attimo ho avuto voglia di lasciarlo fare, ma me ne sarei pentita, perché sborrandomi dentro troppo in fretta mi avrebbe lasciato con l'incendio dentro, divampato e non domato e chissà in quali altre situazioni mi sarei trovata durante quel viaggio, per breve che fosse, nelle quali, come ormai ben chiaro non sarei stata in grado di opporre le efficaci resistenze per evitare di concedermi a chissà chi altri. Perciò...nessuna pietà, nessun pentimento.
Anche se...... Magari.........

Io. -Vuoi imparare a fottere? A soddisfare bene una donna? Allora stai calmo.-

Mi ha tenuto il muso per tutto il viaggio.
Poco prima della zona industriale che segnava che ormai eravamo giunti alla meta, mi ha chiesto di fermarmi per l'impellente bisogno di fare pipì. Ci stava, viste le sollecitazioni a cui non tanto tempo prima avevo sottoposto il suo “maschile”.
Fermandomi in un punto agevole per addentrarsi un pochino nel verde, mentre raggiungeva un punto riparato, ho abbassato il finestrino lato passeggero gridandogli:

-guai a te se ti masturbi.- ricevendo uno sguardo torvo in risposta. Era furibondo ma ubbidiente. Sapeva quello che si giocava. L'ho visto armeggiare con il telefono.
Al ritorno in macchina mi ha detto che mi avrebbe portato a casa di amici e alla faccia perplessa che devo aver mostrato ha subito aggiunto:

-Tranquilla, sono degli amici studenti universitari e sono fuori alcuni giorni per uno stage. Quando loro sono fuori, io gli do un'occhiata alla casa.--

La parola “stage” ha subito sollevato in me ricordi che saranno oggetto di mie prossime riflessioni,

Io: . Solo un'occhiata alla casa? Sei sicuro?

Lui:- va bene... a volte ci porto le ragazzine che mi voglio fare. È capitato anche che ci siamo scopati la nuora del vecchietto vedovo che abita a fianco. Voleva lasciare ai due ragazzi un pacchetto per il suocero che in quel momento era fuori e siamo finiti in camera di uno di loro. Ce la siamo spupazzata in tre.
Un'altra volta con una signora sulla sessantina che prima abitava al piano di sotto, con un figlio disabile che era caduto dal letto, lei era da sola e non ce la faceva a sederlo sulla carrozzina. Dopo un po' ha suonato al citofono e per ringraziarci ha portato un dolce fatto da lei e lì, in cucina stessa, sul tavolo, tra un assaggio e l'altro ci abbiamo fatto distendere lei. Ammetto che ho avuto fortuna nell'essere stato lì presente in entrambe le occasioni.-

Cercavo di immaginarlo con qualche ragazzina o mentre si scopava le due signore e ammetto che tra le mie cosce sentivo succedere qualcosa.


Ho continuato:

-Ma scusa e aspettavi adesso a capire dove mi dovevi portare? E se casa dei tuoi amici non fosse stata libera? Dì la verità; volevi condividermi con loro, brutto porco!-

Lui: - sapevo che la casa era libera. Ho inviato un messaggio al mio amico poco dopo che siamo partiti e mi ha risposto adesso.
Comunque sono sicuro che la soluzione l'avresti trovata tu. Magari portandomi in qualche pensione o albergo. No stavolta niente condivisioni voglio goderti tutta io.-

Anche stavolta aveva ragione. Avrei pagato io una camera a costo di farmi ovviamente controllare i documenti alla Reception.
Stessa camera, ma letti separati. Zia e nipote (ufficialmente).

Ovviamente in una casa siamo più liberi e se nessuno mentre saliamo al piano ci vede, nessuno sa che siamo lì, come effettivamente è accaduto con annessi tocchi tra le cosce in ascensore e dito ad esplorare ancora le profondità di una femmina che anche dopo l'orgasmo in macchina era di nuovo calda e praticamente fradicia. Con soddisfazione e un po' di sorpresa del ragazzino.


Entrando in casa la mia prima tappa il bagno per la pipì che mi scappava. M hai seguita ed è entrato con me.

-prego; vuoi fare prima tu?- gli chiedo; lui: - no, no... accomodati. Io devo solo cercare.... ah si ecco!-

da uno stipetto della specchiera del lavabo tira fuori una bomboletta di schiuma da barba e un rasoio.

-Adesso depiliamo quella bella patatona. La voglio pulita-

Io che stringo d'istinto le cosce e mi rannicchio seduta sulla tazza.
-Ma tu sei scemo. Non se ne parla e non toccarmi. Ma guarda un po' questo...! ma neanche mio marito si permette...!

Lui: - Chi? Quello che ti mette incinta senza saperti fottere come meriti?-

Io: - se non ricordo male neanche tu sei stato così potente con me: Mi hai chiesto di istruirti o sbaglio?-

Lui:- Bene! Se è così che la pensi.... Tira la porta quando esci e chiudi. Ciao.-

Io: - Aspetta! Dove va.........

Ho sentito la porta d'ingresso chiudersi mentre ancora mi sistemavo in quel bagno: ho chiamato. Non ha risposto.
Ero in una casa di chissà chi. Da sola. Se mi avessero trovato lì chissà come l'avrei finita

l'ho chiamato al telefonino. Mi ha risposto.

Io: -VIENIIIIIII.-

lui: - non subito. Preparati!-

Ho depilato il mio pube., mi sono spogliata e infilata tra le lenzuola del primo letto individuato nella prima stanza trovata uscendo da quel bagno.

Tempo una ventina di minuti (per me eterni) e lui era lì. Mi sono fatta sentire ed è arrivato tirando via coperta e lenzuolo. Ero completamente nuda; anche dal pelo della fica.

Ho lasciato che mi spalancasse le cosce per ammirare l'opera. Ci si è letteralmente tuffato. L'ho pregato di darsi una calmata e ha cominciato a leccare senza neanche togliersi i vestiti dei quali si è disfatto durante. Il letto era abbastanza largo che pur singolo poteva contenere comunque due persone che un po' si stringevano l'una all'altra. Proprio il caso nostro

Quella lingua che ubbidiva ai miei desideri: leccami; adesso affonda. Fatti spazio e succhiami le piccole labbra; adesso il clitoride....... mi mandava in tilt. Continuavo a guidarla con la voce finchè Stringendo le cosce attorno alla faccia del ragazzino, sentendo la sua barbetta pungere nella parte più polposa e delicata dell'interno cosce, mi sono liberata in un orgasmo che mi ha tatto fremere... tremare per non so quanto tempo.. secondi, addirittura minuti

Mi si è posizionato a fianco e ha cominciato a succhiarmi alternativamente i capezzoli. Con la mano continuava il lavorio della figa da cui era appena sgorgata una quantità di “miele” che neanche io stessa immaginavo possibile.
Mi ha strappato, letteralmente strappato un altro orgasmo.
Ansimante, quasi senza capire cosa fosse successo, ho aspettato un po' prima di farlo distendere supino e cominciare a spompinarlo come stavo facendo in macchina. Quando mi accorgevo che stava sul punto, interrompevo intimandogli di calmarsi. Il giochino è andato avanti per un bel po'. Riconoscevo che ce la stava mettendo tutta per applicarsi e imparare e gli riusciva bene gli sono salita sopra per fotterlo io. Per cavalcarlo e quel cazzo in figa, stavolta si, davvero duro come l'acciaio, mi ha fatto venir voglia subito di venire ancora. Dimenavo i fianchi accompagnando la danza straparlando:

-daiiiiiiii, ti piaccio? Allora dai …. fottiti sta bella cavallona! Senti come te lo avvolgo bene? Ehhh Ti piace. Vero' Porco! Senti le cosce morbide? Il calore che ho in mezzo? Calore di femmina eccitata. Daiiiiii siiii cosììì muoviti anche tu; fammelo sentire.

-Con una forza di cui non lo ritenevo capace mi ha messo sotto. Ci siamo ritrovato nella posizione alla missionaria. Classica per il sesso in cui il maschio randella e pistona la femmina.

Così faceva lui, colpi potenti di cazzo in vagina. La cappella mi sbatteva l'utero sentivo dolore, ma il piacere erra nettamente superiore, tanto che lo incitavo:

-Ti piaccio? Allora dai … affonda di più sfondami porco. Bastardo figlio di puttana , spaccamela!

Mi mordeva la spalla e il lobo dell'orecchio. I suoi rantoli, i suoi grugniti, li sentivo dentro l'orecchio e nel cervello. Si confondevano con i miei gemiti e il mio parlare

Ad un certo punto una sua mossa che neanche con la più fervida fantasia mi sarei aspettata: muovendosi è riuscito ad infilare la mano tra il lenzuolo e il mio sedere infilandomi un dito nell'ano.
Non ho resistito: ho sentito la vagina come se fosse autonoma stringersi ancora di più attorno a quel cazzo; mungerlo; strizzarlo.

Neanche lui ha più potuto controllarsi. Quattro potentissimi fiotti di sperma, come frustate sulle carni mi hanno riempito l'utero e non ho capito più nulla. I tremori dell'orgasmo mi sono durati ben oltre a quando il pene ormai ammosciato è uscito e lui mi si è disteso a fianco.

Ero mezza stordita quando lo sbattere della porta mi ha riportato al reale. Se ne era andato senza una parola.

Avrei voluto fare con calma, magari anche una doccia, ma mi sono affrettata, con i residui di forza che avevo a lasciare quel posto.
Ho guidato fino a casa mia, fortunatamente mio marito e la bambina non c'erano e mi sono messa a letto. Come sono arrivati ho detto loro che stavo poco bene e che se avessero voluto in frigo c'era qualcosa di pronto.

Commenti, scambi di idee opinioni o altro MaryCambury@libero.it

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