La mia "quasi" prima volta

di
genere
comici

Due adolescenti, lei qualche anno in meno di me, bella ragazza di origini giapponesi aveva un nome tipico delle sue parti … Francesca. Era snella, non tanto alta, mora con mèches bionde. Inizio a corteggiarla per San Valentino, le faccio trovare a scuola sul banco un mazzo di rose, una scatola di cioccolatini e un peluche … ma dalla fretta e l’emozione mi scordo il biglietto nello zaino, divento automaticamente l’ammiratore segreto. Fortuna vuole che a scuola nessuno si faccia mai i cazzi suoi e a fine giornata anche i bidelli sapevano che ero stato io.

All’uscita da scuola una sua compagna di classe mi recapita un bigliettino. C’era scritto grazie ed il suo numero di telefono. Da lì iniziammo a chattare e dopo qualche giorno iniziarono le prime limonate nei parchetti del paese.

Un giovedì di fine marzo avevo casa libera e quella mattina a scuola, sia io che lei, avevamo solo 3 ore di lezione. La invitai a casa mia e lei accettò con entusiasmo. Prendiamo la corriera per la prima volta insieme, lei sta tutti e quaranta minuti in braccio a me. Ha dei jeans e una maglia corta che lasciano la schiena scoperta, facendomi intravedere il perizoma. I baci sul collo e la vista del suo corpo iniziarono a far gonfiare il mio ammennicolo. Mi chiede di tirare via il cellulare dai pantaloni le stava dando fastidio sotto al culo. Mi scuso e dico che lo sposto subito. In verità tu il telefono lo tieni nello zaino per paura di perderlo. La faccio sollevare leggermente cercando di non farmi vedere da nessuno, infilo la mano sotto la tuta e incastro l'uccello duro sotto le cosce dando vita ad una primordiale forma di catapulta. Spero tutto il viaggio che l’arma non scatti, lei imperterrita non si stacca di dosso. Mentre limono cerco di distrarti guardando fuori dal finestrino, vengo salvato da un cane intento a fare i suoi bisogni sotto lo sguardo vigile del padrone. Si arriva alla fermata, la tensione era calata ma vi era ancora un discreto gonfiore, cerco di mascherare la situazione allacciandomi la giacca della tuta in vita e quasi zoppicando, dando la colpa alla gamba addormentata, scendiamo dal bus.

Dopo qualche minuto a piedi, la situazione era quasi sotto controllo, arrivati a casa e le faccio fare un veloce giro. Il tutto si conclude in camera mia naturalmente, giusto il tempo di appoggiare gli zaini ed eravamo a letto a pomiciare. Io le inizio a sfilare gli indumenti e lei non oppone nessuna resistenza. Dopo anni di studi sui più svariati siti porno, e visto i più strani tutorial su come succhiare una pesca. Infilo la mia testa tra le sue cosce per assaporare la mia prima figa. Forse la forte eccitazione di lei, dopo solo due minuti provocai il mio primo orgasmo ad una ragazza.
Tutte quelle ore su internet erano davvero servite a qualcosa?
Io ero a torso nudo con addosso solamente i pantaloni della tutta e quando mi sollevo dal suo bacino sotto di me si intravede benissimo il mio pene che preme con forza per voler uscire. Mi levo tutto e lo libero, volevo ricevere anch'io un po’ di attenzioni!

Quando lo vede duro e dritto per la prima volta lo prende con le mani e lo guarda. Tu a questo punto ti aspetti un massaggio o una sorta di complimento per la dimensione. Lei invece ti chiede se è normale, sei hai qualche malattia o addirittura se mi ero fatto operare per ingrandirlo. Dopo aver smentito tutte le sue ipotesi, mi racconta di aver visto quello di suo padre sotto la doccia qualche volta, ma era leggermente più grosso del mio pollice.

Io sono lì ciò cazzo duro e questa mi parla del l'uccello di suo papà! Iniziamo bene!

Finalmente con molta titubanza inizia un timido movimento di mani e ad accennare ad una sorta di pompino, ma in bocca non ci entra! Si limita a leccare e baciare la punta. Mi chiede se ho il preservativo, lo estraggo e con non poca difficoltà lo indosso.
Iniziano le manovre, come due autisti inesperti, a suon di gesti ed indicazioni, urlando: Piano piano! Ancora un po’! Cerchiamo di far passare un camion in una piccola e stretta stradina di montagna.
A fatica il glande scivola dentro, qualche secondo di pausa dove non capisco assolutamente se stia godendo o soffrendo. Poi con la mano mi fa gesto di avanzare. Entro di poco, sento una pressione che non mi fa proseguire e mi fermo. Dopo pochi attimi lei si sfila e si chiude a riccio con le mani sul ventre, lamentandosi di un dolore simile a quello del ciclo. Io mi sfilo il preservativo, ormai avevo capito che non si sarebbe fatto più niente, ristabilisco un po’ la circolazione che il profilattico stretto fermava. Nel levarlo noto su di esso un po’ di sangue.
Lei nel frattempo si era chiusa a chiave in bagno, mi rassicura che va tutto bene. Esce mangiamo, prende un antidolorifico che aveva con sé nello zaino e guardiamo un po’ di tv. Io non insisto più di tanto nel cercare le sue attenzioni, si avevo un disperato bisogno di svuotarmi ma lei era parecchio scossa e preoccupata. Per tutto il tempo mi limitai ad abbracciarla e a darle qualche bacio su la testa. Il pomeriggio, passò in fretta con qualche serie tv e qualche compito da svolgere per il giorno seguente. Alle 16 la accompagnai alla fermata del bus, le chiesi se voleva compagnia, sarei salito con lei e tornato poi per conto mio, ma lei rifiutò. Mi diede un timido bacio freddo e sali sulla corriera.
Il giorno seguente a scuola non si fece vedere e le sue amiche mi guardavano in malo modo, come se l’avessi fata a pezzi e getta nell’immondizia. Non rispondeva né alle chiamate né agli sms, stavo iniziando a preoccuparmi anch’io di averle fatto del male. Alle 23 mi arriva un sms.

Scusa per come mi sono comportata, volevo solo constatare di persona la faccenda di Dumbo, sono una stronza, scusami ancora.


Deluso non diedi nemmeno risposta, non la meritava. Non mi arrabbiai più di tanto però ci rimasi parecchio male.
La sera stessa la passai su internet a cercare foto di peni, prendendo come riferimento le parti del corpo degli uomini per capirne le reali dimensioni e proporzioni. Volevo solo sapere se ero davvero cosi anomalo.
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2022-02-11
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