Cercasi cameriera Parte2
di
LINCE
genere
trans
Dopo l'esperienza di penetrazione anale avvenuta con il mio datore di lavoro( vedi parte1) smisi di travestirmi da donna per fare la cameriera, mi dispiacque tanto, anche perchè avevo comunque bisogno di soldi, ma dovevo prima chiarirmi con me stesso. Dopo la notte di sesso con il mio datore lavoro di lavoro, che però probabilmente credeva che io fossi una ragazza, non capivo ancora se mi era piaciuto perchè amavo gli uomini o perchè ero nel mio "personaggio" femminile, ultimamente infatti mi ritrovavo passeggiare lungo le vie della città guardando sia i ragazzi che le ragazze per capire quale fosse la mia reazione. Il risultato era che in abiti maschili le forme e le movenze delle ragazze erano per me come luce per le falene. In effetti sono sicuro di amare profondamente il mondo femminile, questo anco di più dopo aver provato il travestimento enfemme. un giorno mentre passeggiavo assorto nei miei pensieri contorti sulla sessualità incappai in un altro cartello "cercasi cameriera", questo non ci voleva: avevo molto bisogno di soldi, la tentazione era molto forte, ma non volevo correre il rischio di ritrovarmi in una relazione con il datore di lavoro, così decisi di entrare nel ristorante per chiedere informazioni. La proprietaria era una signora sui sessanta, un pò trasandata e con un vistoso rossetto un pò sbavato nel vano tentativo di rendere carnose delle labbra che ormai erano ridotte ad un sottile filo di carne. Questo mi diede coraggio, stavolta non poteva finire in sesso, quindi sollevato chiesi se il posto da cameriera era ancora disponibile e le dissi che l'informazione era per mia sorella. La signora annuì con una smorfia, mi parlò della paga, ahimè scarsa, e degli orari, mi disse che poteva venire vestita come voleva ma un abbigliamento un pò elegante era meglio. Così uscii entusiasta dal ristorante e corsi a casa, rispolverai i vestiti da donna che avevo per un pò accantonato e decisi che era meglio rinnovarli, mi infilai rapido con movimento ormai naturale il reggiseno che riempii con le protesi di silicone, poi le mutandine, i collant neri, la gonna a tubino nera, la camicetta e le ballerine nere, un di trucco e mi ritrovai affascinato dalla donna che ero, giusto con un pò di trucco ed una parrucca a caschetto. Mi recai al grande magazzino stavolta a testa alta e parlai amorevolmente con la commessa che gentilissima mi mostrò alcuni abiti, poi mi spostai nella sezione calzature ed acquistai un paio di decolletè nere a punta con tacco basso, per lavorare credo fossero abbastanza comode, poi acquistai una parrucca con capelli dritti lunghi fino alle spalle e la frangetta. Poi mi seguito dalla commessa andai nel camerino a provare un vestito nero, un pò attillato, quando uscii dal camerino la commessa mi sorrise gentile e mi accarezzò i fianchi e le cosce per dare forma al vestito ma a me questo gesto fece scoppiare una pericolosa erezione, quelle mani gentili che scivolavano sui miei fianchi e sulle gambe lisce erano una sensazione esplosiva. Mi voltai veloce e sgattaiolai nel camerino per calmarmi, ma non feci in tempo sborrai nelle mutandine. uscii dal camerino dopo un pò imbarazzato, la commessa mi sorrise e mi disse se andava tutto bene, le risposi di si ma indugiò un pò troppo gli occhi sulle mie parti basse, forse aveva capito tutto, ma in fondo non c'era nulla di male. Alla sera feci le prove del nuovo abbigliamento, tutto calzava benissimo ero tornata la bomba sexi della notte di capodanno.
La sera dopo comincia il mio nuovo lavoro, stavolta il ristorante era un pò più in periferia e quindi dovetti prendere la bici, dovetti imparare a pedalare "da donna" con le gambe strette e in modo femminile, l'aria che correva su lungo le cosce e sotto la gonna mi eccitavano tantissimo. arrivai e la proprietaria mi presentò Federica la mia collega cameriera. Era una ragazza anche lei ventenne, molto carina, con labbra carnose, capelli lunghi mori, un bel rossetto ciliegia e un vestito lungo sopra alle ginocchia, mi sorrise gentile e nel frattempo mi esaminò dalla testa ai piedi. Con Federica andai subito d'accordo, non era la mia ragazza ideale, ma non era male, la nostra complicità aumentava sempre più tanto che spesso si scherzava. una volt mentre apparecchiavamo lei mi venne dietro e mi mise una mano sul sedere, io feci la schizzinosa per stare al gioco e risposi mettendo la mia mano sul suo culo, le rispose infilandomi la mano sotto la gonna, sentii sua mano sfiorare le mie gambe con i collant e i scattò una furiosa erezione, di scatto mi girai e mi sforzai a pensare a qualcosa di orrendo per farlo ammosciare, ma lei continuando a giocherellare mi fece il solletico, così io corsi in cucina che al momento era deserta, lei mi seguì, io mi fermai girato di spalle verso il bancone, lei mi raggiunse, mi fece girare, e avvicinò le sue labbra rosso ciliegie alle mie rosso fuoco, i due rossetti si toccarono e le nostre lingue cominciarono ad accarezzarsi sempre più vorticosamente. Nonostante le protesi di silicone sentivo le sue tette premere forti sul mio petto, i capezzoli turgidi ormai foravano il suo vestito attillato. Si sedette sul bancone e staccando le sue labbra alle mie mi spinse verso il suo basso ventre, scoprii sorpreso che portava calze nere autereggnti con una bella balza di pizzo e soprattutto non portava le mutandine, mi trovai a leccarle il clitoride mentre co le mani le accarezzavo le gambe lisce e avvolte nelle calze nere. Il cazzo mi stava esplodendo e anche stavolta mi avrebbero scoperto, così continuai a leccarle la figa finchè sentii il suo umore uscire e lei che sospirava per l'orgasmo. Convinto tutto fosse finito mi girai anche per celare la mia forte erezione, ma lei mi trattenne per le spalle e mi disse leccandomi il lobo dell'orecchi" dove scappi troietta", la sentii armeggiare nella sua borsetta, non potevo girarmi così mi girai dopo un pò con lo sguardo basso e vidi armeggiare sotto la sua gonna, quando finì aveva una lunga verga dura che le alzava la gonna, mi si avvicinò e mi disse all'orecchio "lo uso sempre con la mia compagna" non feci in tempo a connettere che mi infilò un grosso strap on nell'ano. Mi sorprese piacevolmente tanto che mi chinai per farlo penetrare di più e più agevolmente, lei con un lento movimento pelvico mi penetrava e più spingeva più ne volevo, il ritmo aumentava sempre più finchè anch'io capitolai in un rantolo e con una grossa sborrata. Lei capì che ero venuto, così sfilò il pene di gomma nera, il che mi diede un ultimo brivido di goduria, quindi cercai di rassettarmi al meglio, non volevo scoprisse che ero un uomo, ma lei mi fugò ogni dubbio, facendomi giare verso di lei, si mise in ginocchio, mi alzò la gonna, mi abbassò i collant neri e prese in bocca il mio pene ancora umido di sborra e cominciò a succhiarmelo e a leccarmelo, intanto mi accarezzava le gambe inguainate nei collant, finì che le sborrai ancora quasi subito in bocca. Lei sorrise e mi disse "non male per una troietta". Poi si aggiustò un pò il vestito, io feci altrettanto e poco dopo cominciammo il servizio. Stavolta però non sarei scappato... continua
La sera dopo comincia il mio nuovo lavoro, stavolta il ristorante era un pò più in periferia e quindi dovetti prendere la bici, dovetti imparare a pedalare "da donna" con le gambe strette e in modo femminile, l'aria che correva su lungo le cosce e sotto la gonna mi eccitavano tantissimo. arrivai e la proprietaria mi presentò Federica la mia collega cameriera. Era una ragazza anche lei ventenne, molto carina, con labbra carnose, capelli lunghi mori, un bel rossetto ciliegia e un vestito lungo sopra alle ginocchia, mi sorrise gentile e nel frattempo mi esaminò dalla testa ai piedi. Con Federica andai subito d'accordo, non era la mia ragazza ideale, ma non era male, la nostra complicità aumentava sempre più tanto che spesso si scherzava. una volt mentre apparecchiavamo lei mi venne dietro e mi mise una mano sul sedere, io feci la schizzinosa per stare al gioco e risposi mettendo la mia mano sul suo culo, le rispose infilandomi la mano sotto la gonna, sentii sua mano sfiorare le mie gambe con i collant e i scattò una furiosa erezione, di scatto mi girai e mi sforzai a pensare a qualcosa di orrendo per farlo ammosciare, ma lei continuando a giocherellare mi fece il solletico, così io corsi in cucina che al momento era deserta, lei mi seguì, io mi fermai girato di spalle verso il bancone, lei mi raggiunse, mi fece girare, e avvicinò le sue labbra rosso ciliegie alle mie rosso fuoco, i due rossetti si toccarono e le nostre lingue cominciarono ad accarezzarsi sempre più vorticosamente. Nonostante le protesi di silicone sentivo le sue tette premere forti sul mio petto, i capezzoli turgidi ormai foravano il suo vestito attillato. Si sedette sul bancone e staccando le sue labbra alle mie mi spinse verso il suo basso ventre, scoprii sorpreso che portava calze nere autereggnti con una bella balza di pizzo e soprattutto non portava le mutandine, mi trovai a leccarle il clitoride mentre co le mani le accarezzavo le gambe lisce e avvolte nelle calze nere. Il cazzo mi stava esplodendo e anche stavolta mi avrebbero scoperto, così continuai a leccarle la figa finchè sentii il suo umore uscire e lei che sospirava per l'orgasmo. Convinto tutto fosse finito mi girai anche per celare la mia forte erezione, ma lei mi trattenne per le spalle e mi disse leccandomi il lobo dell'orecchi" dove scappi troietta", la sentii armeggiare nella sua borsetta, non potevo girarmi così mi girai dopo un pò con lo sguardo basso e vidi armeggiare sotto la sua gonna, quando finì aveva una lunga verga dura che le alzava la gonna, mi si avvicinò e mi disse all'orecchio "lo uso sempre con la mia compagna" non feci in tempo a connettere che mi infilò un grosso strap on nell'ano. Mi sorprese piacevolmente tanto che mi chinai per farlo penetrare di più e più agevolmente, lei con un lento movimento pelvico mi penetrava e più spingeva più ne volevo, il ritmo aumentava sempre più finchè anch'io capitolai in un rantolo e con una grossa sborrata. Lei capì che ero venuto, così sfilò il pene di gomma nera, il che mi diede un ultimo brivido di goduria, quindi cercai di rassettarmi al meglio, non volevo scoprisse che ero un uomo, ma lei mi fugò ogni dubbio, facendomi giare verso di lei, si mise in ginocchio, mi alzò la gonna, mi abbassò i collant neri e prese in bocca il mio pene ancora umido di sborra e cominciò a succhiarmelo e a leccarmelo, intanto mi accarezzava le gambe inguainate nei collant, finì che le sborrai ancora quasi subito in bocca. Lei sorrise e mi disse "non male per una troietta". Poi si aggiustò un pò il vestito, io feci altrettanto e poco dopo cominciammo il servizio. Stavolta però non sarei scappato... continua
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