Altri tempi

Scritto da , il 2022-01-21, genere gay

Bei tempi, uno dice come se fosse facile attribuire un carattere positivo a qualche circostanza. Che poi, se ci se ci si guarda bene intorno, non c’era nessuna eta’ dell’oro, solo il lento proseguire delle questioni planetarie. Comunue ogni generazione non inventava nulla, e si manteva in precario equilibrio, in cui ovviamente per ciascuno erano importanti le proprie questioni, e in realta’ ogni elemento che fosse importante per ogni singola persona, mentre, come ben ci spiegava la nostra insegnante al liceo, scrivere dei casi di una piccola persona, ad esempio baciare la propria ragazza, lasciava tutto nell’universo indistinto, solo chi riusciva a esprimer quanto c’era di universale in quel bacio, faceva cosa utile per tutto il mondo. Che poi detta cosi’ e’ sempre e solo una sciocchezza. Pero’ e’ vero, chi e’ nato subito dopo la guerra, ha trovato un mondo ben diverso e attivo, per cominciare con spettacoli eccellenti, a cui si andava felici, con pochi soldi, ma molta soddisfazione. Ad esempi a Milano ci furono scambi col teatro di Mosca, e, cortina di ferro o no si ando’ a vedere ce facevano i Russi, nel loro repertorio. Quell’anno che indico, venva rappresentata la Dama di Picche, su libretto da Puskin e con possente musica e molto noir di Ciaiovsky.
Prima della sciagurata risistemazione del teatro per soddisfare richieste di sicurezza, gli ultimi biglietti si prendevano poco prima dello spettacolo in un bugigattolo accanto al teatro, poi si facevano di corsa cinque o sei rampe di scale per arrivare alla prima o seconda Galleria, in cui si poteva stare in seconda fila in piedi dietro a quelli che invece avevano comperato un biglietto per un posto vero. Cosi’ feci anche quella sera, naturalmente, portando come era normale in quegli anni un vestito con giacca grigio molto scuro, visto chr, sepper in codizione da povero andavo ‘a teatro’, e mi immersi nella musica esaltante. Per venir subito al caso di cui voglio parlare, eravamo messi sfalsai uno dietro l’altro. Mi sembro’ che qualcuno mi toccasse le scarpe, per cui spostai un po’ il piede, e visto ce insisteva ancora u po’ ora non volevo andar oltre, non avrei piu’ visto la scena. Ma cosi’ fermo mi accorsi che una mano mi risaliva per la gamba. Non sapevo che fare, cercai di mettermi piu’ che potessi di traverso, ma lui mi sussurrava che tornassi i posizione piu’ agevole per lui. Esasperato cosi’ feci, sperando se ne andasse. Ma no, la mano corse subito alla patta dei pantaloni, in cui si infilo’ mentre mi spingeva di dietro. Per come ero allora dopo pochi secondi mi inondai e a questo punto si tols, put lasciandomi in terribile imbarazzo. Quella sera, mentre mi p;recipitavo verso la fermata del tram per andare a casa vidi un tale che mi guardava. Ti e’ piaciuto? chiese

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