La mia compagna di classe
di
marco45
genere
prime esperienze
questo è il primo racconto che scrivo, riguarda una delle mie tante fantasie che facevo all'epoca delle medie e del liceo sulle mie compagne (a un classico poi c'è tanta materia prima). Ovviamente nomi e luoghi sono cambiati.
S. era nostra compagna già dalla fine delle medie, era una novità rispetto alle solite che ci tiravano dalle elementari. Bionda, alta capello riccio,ben poco seno e un sedere molto piatto e largo. Non una modella, ma ha costellato molto a lungo le mie fantasie, specie quando ha iniziato a vestire più da ragazza, con pantaloni attillati, leggins o mini gonne che permettevano di individuare centimetro per centimetro dove passasse il suo perizoma (si indossava anche cose molto spinte per i tempi). I momenti più belli in classe erano quando magari chinandosi quei fantastici pantaloni a vita bassa andavano giù come niente e lasciavano vedere molto di quel poco intimo che si infilava sensuale nelle sue chiappe. Ricordo ancora una volta in cui indossava un piccolo tanga rosa sotto ai jeans con una camicia a quadri sopra. Cercavo di non perdermi mai un momento di queste scene, era quasi diventata una fissazione, per incidermele nella testa e poterle poi riutilizzare per tutta la notte successiva. Di conseguenza risultavo ai più sbadato, poiché mi cadevano sempre gomme, matite, temperini, solo per potermi godere la prospettiva migliore di quel sedere e di quella schiena, pallidissimi, che avrei voluto tanto possedere. Lei sinceramente sembrava o non accorgersi o semplicemente accettare il tutto, spesso mi sono chiesto se lo facesse con un minimo di intenzione o fosse semplicemente sbadata. A tutto ciò sommate che faceva equitazione come sport a livello quasi agonistico. Una sera al liceo era stata organizzata una festa di halloween con quasi tutti quelli della classe, inclusa lei. Arriva tra le ultime, quasi a farsi aspettare. Costume banale come tema, ma per niente scontato da noi ragazzi: diavolessa con un cerchietto con le corna rosse e un tubino rosso talmente stretto che potevamo vedere ogni respiro che faceva. Tutti gli occhi erano su di lei, i ragazzi sbavando, le ragazze per criticare. Effettivamente mi si rizza ancora solo al pensiero. Autoreggenti sotto al vestito che però era troppo corto per coprirle, perciò anche senza che lei facesse nulla di particolare si vedevano chiaramente i ricami floreali in cima a quelle cosce che avrei soltanto voluto aprire per leccare quella fichetta che stava in mezzo. A coronare il tutto non potevano mancare le scarpe con i tacchi alti a spillo, ovviamente rosse.
La serata scorre tranquilla, risate, scherzi e schiamazzi, io occasionalmente mi dedico al mio passatempo preferito: cosa indosserà sotto stasera? Non dovrebbe essere difficile, fosse stata nuda si sarebbe visto meno, ma niente, non un segno, nulla. A un certo punto mentre sono seduto su un divano, si siede lei sulla sedia di fronte
"come ti sembra la festa?"
"ben riuscita direi, poi di certo ti sei fatta notare stasera!"
"per questo dici? beh le diavolette devono essere un po' peccaminose per esserlo davvero" mi disse con un sorriso malizioso. Era un pochino brilla, ma nemmeno troppo e accavallò le gambe. Immediatamente vidi quello che mai avrei sperato di vedere nell'arco di tutto il liceo. Un piccolo cespuglietto biondo, che coronava delle labbra abbastanza grosse, incorniciate da quelle cosce abituate a cavalcare coperte per modo di dire dalle autoreggenti. Fu questione di pochi secondi, ma lei se ne accorse.
"cosa guardi???"
io non dissi nulla, ero troppo turbato per fare o dire qualsiasi cosa. Lei si sedette accanto a me
"guarda che mi accorgo che sei sempre a spogliarmi con gli occhi, non solo stasera, ma anche quando siamo in classe"
ancora silenzio
"almeno ti piace?" continuò "direi di sì" disse sorridendo e indicando con un cenno del viso al mio pacco. Maledizione. Era già da un bel po' in tiro, ma speravo di averlo mascherato stando seduto cercando di incurvarmi per impedire che si vedesse troppo.
"Senti cambiando discorso, domani faccio un allenamento speciale per prepararmi alle gare del mese prossimo. Se ti va fai un salto al maneggio domani pomeriggio"
Mi sorrise, si alzò, la vista su quel paradiso biondo venne oscurata dal vestito. Per alzarsi la stronza appoggiò tutto il palmo della mano volutamente sul mio pacco, premendolo un sacco per alzarsi. Quella sera non dormii per niente e nemmeno la giornata dopo stetti molto attento alla lezione di letteratura greca. Lei non era in classe, probabilmente già ad allenamento pensai. La mia mente galoppava nel mentre, nel corso degli anni i suoi ex (quelli che in qualche maniera erano amici di amici dei miei compagni di classe) decantavano le sue doti orali e anche la sua capacità di fare seghe "alternative". io sinceramente nelle mie fantasie di ragazzino ancora poco esperto, mi fermavo molto volentieri a quel panorama tanto immaginato.
Finalmente il pomeriggio, è inutile che sprechi parole a dire come sono arrivato là perché intanto ho pochi ricordi, solo la fretta e quel voto allo stomaco misto tra ansia ed eccitazione.
Arrivo e lei non è nelle stalle, non ci sono molte persone in giro, anzi nessuna per quello che vedo cercandola. Poi la vedo arrivare: a cavallo, con la tenuta da cavallerizza con quei bei pantaloni bianchi. Non serve molto altro per aggiungere se possibile ancora un po' di tensione alle mie parti basse. Lei mi vede e si dirige verso di me.
"oh finalmente eccoti, pensavo che non venissi"
"beh no, non sarei mai potuto mancare, come stanno andando gli allenamenti?"
"bene bene questo è uno dei miei giorni preferiti, non c'è nessun'altro che si allena e posso lavorare su di me e il mio cavallo. Poi posso sempre rilassarmi"
Non capii bene il senso di quest'ultima frase, ma come sempre non ero molto eloquente, specie in questi casi dove il mio sangue affluiva altrove
"visto che a te piace tanto guardarmi, vorrei condividere con te il mio allenamento speciale, non noti nulla di strano?"
io mi sforzai di vedere qualcosa ma non notai nulla di particolare.
"dai forza, un po' di concentrazione"
all'improvviso notai che i pantaloni che stava usando sembravano come strappati, proprio sul cavallo, ma non uno strappo da rottura, uno di quelli che sembra fatto apposta, poco visibile.
A questo punto la mia mente stava già galoppando troppo veloce per dire altro
"oh finalmente inizi a vedere qualcosa. ora vediamo se capisci il perché"
non mi lasciò il tempo per dire altro e si lancio al galoppo attorno a me. A ogni salto che faceva sulla sella, una parte nera, lucida solidale con la sella entrava e usciva dai suoi pantaloni mentre lei, estasiata, continuava a galoppare.
Credo di essermi lasciato con la bocca aperta, ebete, a vedere quello che stava succedendo attorno a me. Lei si fermò.
"pensa è tutta la mattina che monto così, per tenermi allenata e pronta" fece una pausa scendendo da cavallo. Rivedo ancora davanti ai miei occhi quel dildo di pelle montato insieme alla sella, scivolare fuori dai suoi pantaloni, fradicio di tutti i suoi umori e del suo piacere.
Di nuovo, qualche pelo biondo faceva la sua comparsa dai pantaloni, mandandomi fuori giri
"Spero ti sia piaciuto, vieni accompagnami nella stalla così facciamo qualcosa che piace anche a me". Penso che sarei potuto venire anche solo se mi avesse scontrato accidentalmente con la mano lì sotto. Mentre entravamo mi inizia a raccontare dell'equitazione e della sua passione. io non capisco molto dove voglia andare a parare, specie con quello che era appena successo.
"Non vorresti iniziare a fare un po' di equitazione?" mi chiese con aria quasi innocente
"beh non esattamente ecco, non è quello a cui sto pensando adesso"
"certo, certo, ma solo permettimi di spiegarti almeno i fondamentali"
mi spinse su un mucchio di paglia
"devi sapere che l'equitazione è uno sport dove deve esserci totale armonia tra cavallo e cavaliere"
mi tirò fuori il cazzo, a fatica perché tutto impuntato nei boxer
"devi passare molte ore a cavalcare per conoscere il tuo animale"
lo strofinò un pochino con le mani, ma vedendo che stava già iniziando a vibrare di piacere, smise, sorridendo soddisfatta
"prima di tutto bisogna imparare le andature"
si pose a cavallo su di me, facendo scivolare il mio cazzo dentro di sè. Avevo il cuore a mille, non potevo credere stesse succedendo. anche lei mugolò di piacere. era già calda e pronta ad accogliermi, merito del lavoro in sella fatto prima
"partiamo con quella più lenta........, il passo"
disse iniziando a muovere il bacino molto lentamente e appoggiandomi una mano sul petto
"poi c'è il trotto.."
il bacino inizia a muoversi più velocemente, lei è completamente impalata su di me, fino in fondo. Sento il suo pelo strofinarsi contro il mio mentre mugola, gode e sospira a ogni movimento
"il galoppo.."
inizia a dare colpi forti su di me, io non ce la faccio più a reggere e sto per venire. La supplico con il poco autocontrollo rimasto in corpo di levarsi. Lei mi mette subito una mano sulla bocca e strizzandosi i capezzoli con l'altra dice "shhh, devi essere più mansueto quando ti monto e non mi devi interrompere".
La inondo con uno schizzo, poi un altro e ancora uno, sempre più potenti, e ancora, ancora fino a perdere il conto mentre lei, imperterrita continua la sua galoppata.
"abbiamo già finito?" mi disse quasi delusa
"dobbiamo lavorare un po' qui, non puoi durare così poco quando si cavalca"
Mi sorrise e prendendo dalla borsa un perizoma nero e un paio di jeans si alzò
"capisco l'emozione della prima volta, ma la prossima dovrai essere più bravo"
con il mio seme che gocciolava copioso dal suo cespuglietto, indossò l'intimo e i jeans. Inutile dire che in meno di un paio di minuti si intravedeva già la macchia del mio seme colorare il jeans attorno al cavallo.
"mi raccomando, la prossima volta dobbiamo fare di meglio"
S. era nostra compagna già dalla fine delle medie, era una novità rispetto alle solite che ci tiravano dalle elementari. Bionda, alta capello riccio,ben poco seno e un sedere molto piatto e largo. Non una modella, ma ha costellato molto a lungo le mie fantasie, specie quando ha iniziato a vestire più da ragazza, con pantaloni attillati, leggins o mini gonne che permettevano di individuare centimetro per centimetro dove passasse il suo perizoma (si indossava anche cose molto spinte per i tempi). I momenti più belli in classe erano quando magari chinandosi quei fantastici pantaloni a vita bassa andavano giù come niente e lasciavano vedere molto di quel poco intimo che si infilava sensuale nelle sue chiappe. Ricordo ancora una volta in cui indossava un piccolo tanga rosa sotto ai jeans con una camicia a quadri sopra. Cercavo di non perdermi mai un momento di queste scene, era quasi diventata una fissazione, per incidermele nella testa e poterle poi riutilizzare per tutta la notte successiva. Di conseguenza risultavo ai più sbadato, poiché mi cadevano sempre gomme, matite, temperini, solo per potermi godere la prospettiva migliore di quel sedere e di quella schiena, pallidissimi, che avrei voluto tanto possedere. Lei sinceramente sembrava o non accorgersi o semplicemente accettare il tutto, spesso mi sono chiesto se lo facesse con un minimo di intenzione o fosse semplicemente sbadata. A tutto ciò sommate che faceva equitazione come sport a livello quasi agonistico. Una sera al liceo era stata organizzata una festa di halloween con quasi tutti quelli della classe, inclusa lei. Arriva tra le ultime, quasi a farsi aspettare. Costume banale come tema, ma per niente scontato da noi ragazzi: diavolessa con un cerchietto con le corna rosse e un tubino rosso talmente stretto che potevamo vedere ogni respiro che faceva. Tutti gli occhi erano su di lei, i ragazzi sbavando, le ragazze per criticare. Effettivamente mi si rizza ancora solo al pensiero. Autoreggenti sotto al vestito che però era troppo corto per coprirle, perciò anche senza che lei facesse nulla di particolare si vedevano chiaramente i ricami floreali in cima a quelle cosce che avrei soltanto voluto aprire per leccare quella fichetta che stava in mezzo. A coronare il tutto non potevano mancare le scarpe con i tacchi alti a spillo, ovviamente rosse.
La serata scorre tranquilla, risate, scherzi e schiamazzi, io occasionalmente mi dedico al mio passatempo preferito: cosa indosserà sotto stasera? Non dovrebbe essere difficile, fosse stata nuda si sarebbe visto meno, ma niente, non un segno, nulla. A un certo punto mentre sono seduto su un divano, si siede lei sulla sedia di fronte
"come ti sembra la festa?"
"ben riuscita direi, poi di certo ti sei fatta notare stasera!"
"per questo dici? beh le diavolette devono essere un po' peccaminose per esserlo davvero" mi disse con un sorriso malizioso. Era un pochino brilla, ma nemmeno troppo e accavallò le gambe. Immediatamente vidi quello che mai avrei sperato di vedere nell'arco di tutto il liceo. Un piccolo cespuglietto biondo, che coronava delle labbra abbastanza grosse, incorniciate da quelle cosce abituate a cavalcare coperte per modo di dire dalle autoreggenti. Fu questione di pochi secondi, ma lei se ne accorse.
"cosa guardi???"
io non dissi nulla, ero troppo turbato per fare o dire qualsiasi cosa. Lei si sedette accanto a me
"guarda che mi accorgo che sei sempre a spogliarmi con gli occhi, non solo stasera, ma anche quando siamo in classe"
ancora silenzio
"almeno ti piace?" continuò "direi di sì" disse sorridendo e indicando con un cenno del viso al mio pacco. Maledizione. Era già da un bel po' in tiro, ma speravo di averlo mascherato stando seduto cercando di incurvarmi per impedire che si vedesse troppo.
"Senti cambiando discorso, domani faccio un allenamento speciale per prepararmi alle gare del mese prossimo. Se ti va fai un salto al maneggio domani pomeriggio"
Mi sorrise, si alzò, la vista su quel paradiso biondo venne oscurata dal vestito. Per alzarsi la stronza appoggiò tutto il palmo della mano volutamente sul mio pacco, premendolo un sacco per alzarsi. Quella sera non dormii per niente e nemmeno la giornata dopo stetti molto attento alla lezione di letteratura greca. Lei non era in classe, probabilmente già ad allenamento pensai. La mia mente galoppava nel mentre, nel corso degli anni i suoi ex (quelli che in qualche maniera erano amici di amici dei miei compagni di classe) decantavano le sue doti orali e anche la sua capacità di fare seghe "alternative". io sinceramente nelle mie fantasie di ragazzino ancora poco esperto, mi fermavo molto volentieri a quel panorama tanto immaginato.
Finalmente il pomeriggio, è inutile che sprechi parole a dire come sono arrivato là perché intanto ho pochi ricordi, solo la fretta e quel voto allo stomaco misto tra ansia ed eccitazione.
Arrivo e lei non è nelle stalle, non ci sono molte persone in giro, anzi nessuna per quello che vedo cercandola. Poi la vedo arrivare: a cavallo, con la tenuta da cavallerizza con quei bei pantaloni bianchi. Non serve molto altro per aggiungere se possibile ancora un po' di tensione alle mie parti basse. Lei mi vede e si dirige verso di me.
"oh finalmente eccoti, pensavo che non venissi"
"beh no, non sarei mai potuto mancare, come stanno andando gli allenamenti?"
"bene bene questo è uno dei miei giorni preferiti, non c'è nessun'altro che si allena e posso lavorare su di me e il mio cavallo. Poi posso sempre rilassarmi"
Non capii bene il senso di quest'ultima frase, ma come sempre non ero molto eloquente, specie in questi casi dove il mio sangue affluiva altrove
"visto che a te piace tanto guardarmi, vorrei condividere con te il mio allenamento speciale, non noti nulla di strano?"
io mi sforzai di vedere qualcosa ma non notai nulla di particolare.
"dai forza, un po' di concentrazione"
all'improvviso notai che i pantaloni che stava usando sembravano come strappati, proprio sul cavallo, ma non uno strappo da rottura, uno di quelli che sembra fatto apposta, poco visibile.
A questo punto la mia mente stava già galoppando troppo veloce per dire altro
"oh finalmente inizi a vedere qualcosa. ora vediamo se capisci il perché"
non mi lasciò il tempo per dire altro e si lancio al galoppo attorno a me. A ogni salto che faceva sulla sella, una parte nera, lucida solidale con la sella entrava e usciva dai suoi pantaloni mentre lei, estasiata, continuava a galoppare.
Credo di essermi lasciato con la bocca aperta, ebete, a vedere quello che stava succedendo attorno a me. Lei si fermò.
"pensa è tutta la mattina che monto così, per tenermi allenata e pronta" fece una pausa scendendo da cavallo. Rivedo ancora davanti ai miei occhi quel dildo di pelle montato insieme alla sella, scivolare fuori dai suoi pantaloni, fradicio di tutti i suoi umori e del suo piacere.
Di nuovo, qualche pelo biondo faceva la sua comparsa dai pantaloni, mandandomi fuori giri
"Spero ti sia piaciuto, vieni accompagnami nella stalla così facciamo qualcosa che piace anche a me". Penso che sarei potuto venire anche solo se mi avesse scontrato accidentalmente con la mano lì sotto. Mentre entravamo mi inizia a raccontare dell'equitazione e della sua passione. io non capisco molto dove voglia andare a parare, specie con quello che era appena successo.
"Non vorresti iniziare a fare un po' di equitazione?" mi chiese con aria quasi innocente
"beh non esattamente ecco, non è quello a cui sto pensando adesso"
"certo, certo, ma solo permettimi di spiegarti almeno i fondamentali"
mi spinse su un mucchio di paglia
"devi sapere che l'equitazione è uno sport dove deve esserci totale armonia tra cavallo e cavaliere"
mi tirò fuori il cazzo, a fatica perché tutto impuntato nei boxer
"devi passare molte ore a cavalcare per conoscere il tuo animale"
lo strofinò un pochino con le mani, ma vedendo che stava già iniziando a vibrare di piacere, smise, sorridendo soddisfatta
"prima di tutto bisogna imparare le andature"
si pose a cavallo su di me, facendo scivolare il mio cazzo dentro di sè. Avevo il cuore a mille, non potevo credere stesse succedendo. anche lei mugolò di piacere. era già calda e pronta ad accogliermi, merito del lavoro in sella fatto prima
"partiamo con quella più lenta........, il passo"
disse iniziando a muovere il bacino molto lentamente e appoggiandomi una mano sul petto
"poi c'è il trotto.."
il bacino inizia a muoversi più velocemente, lei è completamente impalata su di me, fino in fondo. Sento il suo pelo strofinarsi contro il mio mentre mugola, gode e sospira a ogni movimento
"il galoppo.."
inizia a dare colpi forti su di me, io non ce la faccio più a reggere e sto per venire. La supplico con il poco autocontrollo rimasto in corpo di levarsi. Lei mi mette subito una mano sulla bocca e strizzandosi i capezzoli con l'altra dice "shhh, devi essere più mansueto quando ti monto e non mi devi interrompere".
La inondo con uno schizzo, poi un altro e ancora uno, sempre più potenti, e ancora, ancora fino a perdere il conto mentre lei, imperterrita continua la sua galoppata.
"abbiamo già finito?" mi disse quasi delusa
"dobbiamo lavorare un po' qui, non puoi durare così poco quando si cavalca"
Mi sorrise e prendendo dalla borsa un perizoma nero e un paio di jeans si alzò
"capisco l'emozione della prima volta, ma la prossima dovrai essere più bravo"
con il mio seme che gocciolava copioso dal suo cespuglietto, indossò l'intimo e i jeans. Inutile dire che in meno di un paio di minuti si intravedeva già la macchia del mio seme colorare il jeans attorno al cavallo.
"mi raccomando, la prossima volta dobbiamo fare di meglio"
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