La Mia Ragazza Si Fa Scopare Da Un Immigrato

Scritto da , il 2021-10-25, genere tradimenti

Alice è la mia fidanzata. Ci siamo conosciuti a scuola che frequentavo l'ultimo anno delle superiori e da lì è stato subito amore.
Lei è sempre stata una ragazza abbastanza socievole e disponibile, davvero di buon cuore. Una di quelle persone sempre pronta a darti una mano in qualsiasi momento.
Insieme, negli anni, abbiamo costruito una discreta vita per noi. Io lavoro in una azienda che si occupa di sistemi informatici mentre lei lavora in un laboratorio di scienze. Con il nostro lavoro abbiamo comprato una casa carina per noi, con spazio in abbondanza, sebbene non abbiamo ancora dei figli nonostante 10 anni di convivenza. Al momento non ci sentiamo pronti a diventare genitori però siamo ugualmente felici così.
Io ho 28 anni mentre Alice ne ha 26, anche se ne dimostra molti di meno. Che dire, è davvero una bella ragazza. È alta 1 metro e sessanta o poco più, carnaggione molto chiara. Ha una seconda abbondante, delicata e giusta nelle proporzioni. Vita stretta e fianchi larghi, senza esagerare. Infine la parte migliore, un sedere generoso, chiaro come il burro, bello pieno e rotondo. La perfetta defizione di quel genere di ragazza che viene chiamato come "PAWG".

Conoscendo la sua indole magnanima da crocerossina, non fu una totale sorpresa per me quando, vedendo un documentario che parlava del problema dei profughi immigrati in Italia, disse che le sarebbe piaciuto poter dare una mano per aiutarli in qualche modo.

"Sembrano soffrire davvero tanto.." disse guardando verso il televisore, mentre spostava una ciocca di capelli rossi dal suo viso.
"Potremmo ospitarne uno..". aggiunse.

"In che senso? Vuoi che uno sconosciuto venga a vivere con noi?" Ero confuso.

"Solo per qualche mese" disse, prendendomi per mano.
"A quanto ho capito vengono ospitati per alcuni mesi e poi vengono trasferiti temporaneamente da qualche altra parte, di solito in qualche struttura. Ma ce ne sono così tanti che alla fine finiscono per cambiare nuovamente paese.."

"Insomma tesoro.. capisco che ti stia a cuore questa situazione, effettivamente non deve essere facile la vita per loro.. però non saprei ecco.. mi sembra una decisione importante.." Dissi io, ancora perplesso.

"Si, lo so e ti capisco, però non sarebbe bello aiutare qualcuno che non è stato fortunato come noi? E comunque sarebbe una cosa temporanea.. Due o tre mesi al massimo" rispose lei.

"Vediamo dai, devo pensarci ancora su" conclusi io.


Nei giorni successivi abbiamo affrontato diverse volte l'argomento. Per me era una decisione enorme, ma lei aveva deciso. Era qualcosa che sentiva di dover fare. Aiutare qualcuno che ne aveva un disperato bisogno e, dovevo ammetterlo, effettivamente l'idea di poter aiutare qualcuno in quel modo non sembrava così malvagia. Alla fine ho ceduto.
Ci siamo accordati per ospitare un immigrato in casa nostra e ci siamo messi in contatto con un'organizzazione che si occupa della loro accoglienza e del loro inserimento presso nuovi nuclei famigliari. Dopo aver effettuato le opportune verifiche (disponibilità casa, economica e di tempo) ha confermato la nostra idoneità. Sebbene avessimo pensato di fare questa cosa per un paio di mesi, il termine minimo d'accoglienza richiesto dall'organizzazione era di almeno 6 mesi. Io e Alice ormai eravamo d'accordo e abbiamo accettato comunque. Abbiamo poi saputo altri dettagli. Si trattava di un ragazzo, di nome Jermain (il suo vero nome era impronunciabile), originario della Nigeria.

Ad ogni modo arrivò finalmente il giorno del suo arrivo in casa casa nostra. Era un ragazzo giovane, alto e muscoloso, poco più alto di me, forse 1 metro e novanta. Dava l'impressione di uno che amava prendersi cura di se stesso. I suoi pettorali sembravano duri come la roccia ed erano visibili attraverso la sua maglietta attillata. Parlava un italiano straordinariamente discreto, con accento e cadenza tipica africana. Per le prime ore ci sedemmo intorno al tavolo con una tazza di tè, noi tre più il rappresentante che si occupava di lui.
Jermain era smisuratamente gentile ed educato. Ci ringraziava di continuo per averlo accolto. Apprendemmo che aveva 25 anni ed era rimasto orfano da bambino. Aveva lavorato in diverse campagne tra un trasferimento e l'altro, da qui il suo fisico così sviluppato. Poi gli mostrammo la sua nuova stanza e, una volta andato via il rappresentante, passammo una piacevole serata a conoscerci meglio.

Alice era tutta sorrisi la sera quando andammo a letto.

"Non è adorabile?" disse.

"Bello, anche. No..?" la stuzzicai, vedendo le sue guance diventare rosse. Mi spinse scherzosamente.

"Non intendevo quello.. Ha avuto una vita così tragica. Spero davvero che potremo fare la differenza".

Non abbiamo visto molto Jermain nelle due settimane successive. L'organizzazione che si prendeva cura di lui stava programmando tutti i tipi di corsi e viaggi da fare. La maggior parte delle volte, lo vedevamo brevemente solo a cena o a colazione. Lui e Alice però andavano molto d'accordo. C'erano un sacco di risate e sorrisi quando chiacchieravano, a volte andavano avanti anche per ore senza coinvolgermi davvero. Oserei dire che Alice fosse attratta da lui dal colore delle sue guance e dal modo in cui giocava con i suoi capelli mentre parlavano. Io la prendevo spesso in giro per questa cosa.

"Quando torna a casa il tuo fidanzatino?" le chiesi una sera scherzando, mentre preparava la cena.

"Ma che dici.." rispose lei, mescolando qualcosa.
"Sei per caso geloso? Hai paura che possa scegliere quel ragazzo, alto e bello, al tuo posto?" aggiunse lei in modo da provocarmi.

"Forse.." dissi con un sorriso.

"Beh, potrei.. se non la smetti di fare il cretino!"

Uno scambio così semplice, ma che accese qualcosa dentro di me. Il pensiero di loro due insieme.
Quella notte feci un sogno così vivido che mi sembrò vero, lo ricordo ancora bene fino ad oggi. La mia ragazza, sdraiata, con un'espressione di pura estasi. Jermain che si muoveva tra le sue gambe, scopandola con il suo enorme cazzo nero. Quella notte mi svegliai di soprassalto, con un'erezione durissima. Così eccitato da dover andare in bagno a masturbarmi per porvi rimedio. Il sogno si ripresentò anche per le notti successive, alimentato ulteriormente dal modo in cui Jermain e Alice sembravano avvicinarsi sempre di più.
Avevano iniziato a toccarsi di più, ora con abbracci, saluti o piccoli colpetti sul braccio. Iniziavo ad avvertire una sorta di tensione sessuale tra di loro e la cosa mi stava facendo impazzire. Non era gelosia ma eccitazione. Stavo diventando sempre più consapevole di quello che volevo. Ma come potevo tirare fuori quell'argomento con Alice? Stavamo insieme da anni e nessuno di noi due aveva nemmeno mai baciato qualcun altro, figuriamoci dirle che mi eccitava immaginarla intenta a fare sesso con Jermain. Qualche settimana dopo, vuoi anche al caso, le cose andarono proprio in quella direzione.

Una sera eravamo a casa tutti e tre. Nessuno di noi avrebbe dovuto lavorare il giorno dopo. Ne approfittammo quindi per prendere dell'alcol, ordinare da asporto e guardare un film insieme. Jermain e io demolimmo un pacco da 9 birre mentre Alice fece fuori più di mezza bottiglia di vodka. Eravamo parecchio alticci ed allegri e chiacchieravamo del più e del meno, ormai ignorando completamente il film. Jermain a quel punto chiese di noi, così gli raccontammo di come ci siamo conosciuti, dei vecchi appuntamenti e del nostro primo bacio.

"Io non ho mai avuto un bacio" disse Jermain con un sorriso triste "Non ho mai avuto una ragazza a dire il vero".

"Oh?" disse Alice, genuinamente sorpresa: "Com'è possibile?"

"Non è mai successo. In Africa era difficile incontrare nuove persone".

"Alice te ne darà uno" dissi scherzando, con il cuore che mi balzò comunque in gola.

Alice fece una mezza risatina interessa. Era come se ci stesse pensando seriamente.

"Sono sicuro che sarebbe fantastico ma-" Smise di parlare quando Alice si voltò improvvisamente verso di me. Ci guardammo negli occhi, in silenzio, per una frazione di secondo che sembrò durare un'eternità. Voleva baciarlo davvero, anche solo per divertimento.
Potrebbe farlo? Mi andava bene? In qualche modo non so come, i miei occhi risposero di sì.
Prima che potessi elaborare qualunque cosa, Alice si alzò da dove era seduta per mettersi accanto a lui, sull'altro divano. Jermain provò ancora a dire qualcosa, ma le sue labbra lo fermarono. Si baciarono profondamente, con passione. Jermain mise le sue braccia scure e muscolose intorno al candido corpo della mia ragazza. Fu la cosa più eccitante che avessi mai visto in vita mia. Interruppero il bacio dopo pochi, angosciosi secondi ed entrambi ridacchiarono.

"Wow, umh..." balbettò Jermain.

"Sì" rispose Alice con una piccola risata.

Continuammo a chiacchierare di altro come se nulla fosse, per un'ora o giù di lì, tempo che passai con il mio uccello completamente duro. Alice rimase seduta accanto a Jermain per il resto della serata, con i loro corpi che si cercavano e sfioravano dolcemente. Infine, augurammo la buonanotte a Jermain e andammo nella nostra stanza.


"Che cazzo è successo? Che cosa ho fatto?" chiese Alice non appena la porta si chiuse, coprendosi il viso con la mano.

"Hai baciato il bel ragazzo di colore" dissi, cercando di minimizzare quanto successo ma soprattutto per mascherare tutta la mia eccitazione.

"Mi dispiace così tanto amore, non so cosa mi sia preso" mi prese la mano, scusandosi in modo sincero.

"Dai tesoro, stai tranquilla, non è successo nulla. È stato solo un piccolo bacio" Provai a rassicurarla.
"Ti senti attratta da lui?" dissi, con la mia voce sorprendentemente calma.

"Mh.. Sì.. oddio.." rispose lentamente lei. Il mio cuore galoppava a mille.
"Sono davvero, davvero mortificata.. Possiamo chiamare l'agenzia e farlo trasferire. Oppure-"
La baciai con forza e passione per interromperla.

"Quel bacio prima, con Jermain.. è stato.. così.. così eccitante!" dissi, con la mia voce che finalmente tradiva la mia eccitazione.

"Cosa..? Veramente? Non sei.. arrabbiato?" disse Alice confusa e sorpresa. Portò la sua mano sul mio ventre, verso il basso, scoprendo la mia erezione ed esclamò "oddio..".

"Dovresti farlo di nuovo" dissi prima che potessi fermarmi.

"Sei serio o stai scherzando?" disse alzando il tono di voce.

"No, dico sul serio.. L'ho trovato così eccitante.. Mi piacerebbe se lo facessi di nuovo."

"Non lo so.. È tutto così improvviso e strano.."

"Voglio dire, non devi per forza se non ti senti.." dissi, un po' deluso.

"Mi sento confusa. Non voglio tradirti.. o farti pensare che non ti amo o altro.." Stava chiaramente lottando dentro di se per elaborare quello che era successo e che le stavo dicendo. Una parte della cosa le era piaciuta sebbene la facesse sentire strana, sbagliata.

"Non mi sono nemmeno sentito davvero geloso, mi sono solo divertito. Fai quello che ti fa sentire a tuo agio.. Però lo vedo.. che siete entrambi chiaramente attratti l'uno dall'altro.. e a me va bene così..." Alzai le spalle, per assumere un tono rassicurante.

"Dici..?" disse lentamente, elaborando le mie parole. Le sue mani ancora sul mio cazzo ancora teso.
"Mh.. Nel frattempo perché non mi fai vedere quanto ti ha fatto arrapare questa cosa?"

Quella notte fu una delle più eccitanti notti di sesso dai primi anni della nostra relazione.

"Quindi non ti ha dato fastidio?" Mi chiese lei.
"No, assolutamente" Risposi.
"E ti sei eccitato mentre lo baciavo?"
"Sì! A te è piaciuto?"
"Sì, parecchio, devo ammetterlo" Rispose, diventando rossa in viso.
"E senti.. ti piacerebbe anche vedermi mentre faccio sesso con lui?"
"Oddio.. sì.. Stai pensando a lui adesso?"
"Sì."

Non riuscii a trattenermi oltre ed esplosi tutto il mio piacere dentro di lei, senza troppi pensieri, giacché prendeva la pillola da anni.
--

Il giorno dopo sembrò tutto più freddo. Nessuno parlò di quello che era successo la notte prima e Alice non sembrò mostrare alcun segno nel voler continuare e fare qualcosa con Jermain. Rimasi un po' deluso. Dopo l'eccitazione della sera prima, scesi con i piedi per terra ed iniziai ad avere dei ripensamenti ma, allo stesso tempo, desideravo che accadesse ancora.
Tutto cambiò nuovamente il giorno dopo. Facemmo colazione tutti insieme come sempre, poi Jermain disse che oggi sarebbe andato a lezione. Si alzò ed arrivò alla porta quando Alice gli disse di aspettare. Mi guardò negli occhi prima di precipitarsi su di lui per dargli bacio. Jermain, all'inizio sorpreso, ricambiò con la stessa passione. Si staccarono dopo qualche secondo e Alice gli augurò di passare una bella giornata. Anche io mi fiondai sulla mia ragazza per baciarla. Volevo strapparle i vestiti ma era tardi ed entrambi dovevamo andare al lavoro. Fu il giorno più lungo della mia vita, con un'erezione permanente.

Diventò ormai una normale routine giornaliera tra di loro, allo stesso tempo surreale. Alice che davanti a me baciava con passione l'immigrato che stavamo ospitando ogni volta che usciva e poi quando rientrava. La nostra vita sessuale continuò ad essere piena di momenti eccitanti, con Jermain che veniva menzionato costantemente in camera da letto. Lei ci scherzava su e si eccitava nel farlo.

"Per non aver avuto esperienze bacia davvero bene sai?"
"Ah sì?"
"Ahah sì.. e poi sento sempre il suo pisellone duro sul mio ventre quando lo bacio.. L'altro giorno me lo ha fatto sentire pure da dietro, mentre lavavo i piatti."
"E te lo ha fatto vedere per caso?"
"No. Non ancora. Però sono curiosa.. e.."
"E cosa?"
"Niente, eravamo sul divano l'altra sera, mentre tu eri in doccia, e ho visto il suo rigonfiamento.. allora ho fatto finta di allungarmi per prendere il telecomando e ho appoggiato la mano sul suo pisello "per sbaglio".. sembra davvero grosso.. Mi eccita il pensiero di prenderlo.. l'idea di averlo dentro di me.."
"Amore quello come minimo ti sfonda.."
"Magari.. scommetto che ti piacerebbe.."
"Cosa?"
"Guardarmi mentre mi sfonda la patatina con il suo enorme pisellone nero, vero..?"
"Oddio.. Sì..."
"Quindi per te va bene se le cose vanno oltre? Te lo chiedo perché voglio essere sicura."
"Si, per me va bene."

Mi stupisce ancora quanta poca gelosia provassi, solo pura eccitazione.
Pochi giorni dopo, le cose cambiarono di nuovo.

Jermain ed io eravamo seduti a tavola mentre Alice preparava la colazione. Avvertivo una certa tensione nell'aria quella mattina. Quel giorno tra l'altro ero in ritardo, dovevo lavorare, mentre Alice e Jermain non avevano impegni. Alice mise il piatto con delle uova strapazzate davanti a Jermain. Finito il mio toast, mi alzai per andare, li salutai e mi girari per dirigermi verso l'uscita.

"Alice..? Che fai?" disse Jermain con tono sorpreso.

Confuso, mi girai per guardare verso di loro. Vidi Alice fare un respiro profondo.
Poi si abbassò, mettendosì in ginocchio. Strisciò sotto il tavolo e iniziò a tirare giù lentamente il pigiama di Jermain.
Guardai attonito, con gli occhi sbarrati, ancora in piedi pronto ad uscire. Da lì potevo vedere la mia ragazza tirare fuori il grosso cazzo nero di Jermain. Era già barzotto, evidentemente eccitato dall'attesa e da quello stato di tensione che avevo percepito anche io prima.
A quel punto Alice iniziò a succhiarlo fino a farlo diventare completamento duro nella sua bocca. Era veramente grosso e lungo, molto più del mio, leggermente curvo e con una grossa vena al centro.
Continuò così, sforzandosi di prenderlo il più possibile dentro la sua piccola bocca, giù fino in gola. Fu impossibile ad ogni modo, viste le dimensoni spropositate. Le mani impegnate, scorrevano avanti e indietro, lungo le cosce di Jermain mentre slinguazzava famelica e gorgogliava, facendo colare grossi rivoli di saliva ovunque.
Era tutto così irreale e allo stesso tempo eccitante ciò a cui stavo assistendo. Jermain, che faceva colazione come se niente fosse, e la mia bella ragazza sotto il tavolo, intenta a fargli un pompino con vigorosa passione. Dopo un minuto lunghissimo Alice lo sfilò di bocca, mi guardò e mi disse se stavo bene. Tutto quello che riuscii a fare fu annuire e sorridere. Lei sorrise e tornò nuovamente ad avventarsi con gusto sul quel cazzo.
Io ero davvero in ritardo. Me ne andai lentamente, senza dire nulla.

In ufficio fu una tortura. Tutto quello che potevo vedere ed immaginare era la mia ragazza in ginocchio a succhiare il cazzo di Jermain. La mia erezione mi accompgnò per tutto il giorno. Poi mi arrivò una notifica da parte di Alice.
"Tutto bene?" Risposi di sì.
"Bene, perché lo sto ancora succhiando..".
"Cosa? Non ci credo".
Mi mandò una foto. Era in ginocchio davanti al divano, il grosso cazzo nero di Jermain infilato in bocca. La bava che le gocciolava dal mento, giù per le palle grosse e scure.
Un'ora dopo arrivò un'altra foto; lei in ginocchio, il suo viso ricoperto di sperma. Stava guardando soddisfatta e sorridente verso la telecamera, le mani sulle ginocchia. Sicuramente fu Jermain a scattare la foto. Poi un messaggio, con scritto: "Ti amo!".

Nessuno disse niente quando tornai a casa. Come se non fosse successo nulla quella mattina.

Ne parlai con Alice una volta in camera da letto.

"Tutto a posto?" mi chiese.

"Cazzo sì, è stato fantastico! La cosa più eccitante del mondo!" dissi baciandola.

Il sesso quella notte fu ancora più incredibile.


Da quel momento in poi, diventò la loro nuova routine mattutina. Tutti al piano di sotto, per me la colazione, per Jermain un delizioso pompino. Quando avevano la mattina libera da impegni, mi mandava sempre delle foto mentre ero in ufficio.
Un giorno, però, le cose andarono diversamente.
Erano le quattro del pomeriggio e non avevo ancora ricevuto alcuna foto. Strano, pensai.. Quel giorno rientrai a casa alle cinque, presumendo che li avrei visti finire consumare il loro consueto rapporto orale. Non fu così.
Capii subito che stava succedendo qualcosa, non appena aprii la porta. Non trovai nessuno ma sentivo dei rumori provenienti dal piano di sopra. Un suono metallico, ritmico e martellante, come una testata del letto che colpisce un muro. Capii subito a cosa avrei assistito da lì a poco. Salii le scale lentamente, in trance. I rumori provenivano dalla stanza di Jermain. La porta era chiusa, ma i gemiti di Alice e il rumore del telaio del letto erano più forti che mai. Afferrai la maniglia e feci un respiro profondo, preparandomi per quello che c'era dall'altra parte.

Mi trovai davanti alla scena vista nel mio sogno.
La mia fidanzata completamente nuda, con le gambe oscenamente aperte, che si stava facendo scopare da Jermain, l'immigrato di colore che avevamo deciso di ospitare in casa nostra. Il suo grosso cazzo nero, privo di qualsiasi protezione, piantato dentro di lei, come un ombrellone nella sabbia.
La differenza fisica tra i loro corpi era incredibile. Alice era lì, quasi completamente sparita, sopraffatta dal corpo nero e muscoloso di Jermain. Il contrasto della sua pelle scura su quella bianco latte della mia ragazza mi eccitò oltremisura.
Sembrava che lei fosse già venuta diverse volte, vedevo infatti il cazzo pulsante di Jermain ricoperto da uno strato di crema biancastro. Rimasi sulla soglia, più eccitato che mai. Alice, in preda al godimento, mi vide subito. Mi sorrideva tra un gemito e l'altro. Sembrava in un totale stato confusionario.

"Cia-ah-tesoro.. Com'è andataa.. oggi?"
Non riposi. Mi misi seduto in un angolo della stanza e tirai fuori il mio cazzo.
Quello di Jermain era veramente grosso, ma a farmi più impressione era come Alice lo stesse prendendo bene senza alcuna difficoltà. Adesso aveva rallentato. Erano affondi lenti ma decisi. Lo tirava fuori, quasi fino alla punta e poi lo spingeva di nuovo tutto dentro in profondità, fino a timbrarle l'utero. Ad ogni affondo le sue palle nere e gonfie schiaffeggiavano il suo morbido sedere, riproducendo il classico suono "Ciaf Ciaf". Mi fermai a guardare meglio.
Quell'immenso pezzo di carne nera si stava facendo largo con forza e prepotenza dentro dentro la mia ragazza che ormai, inerme e indifesa, si faceva scopare senza opporre la minima resistenza. La sua passerina infatti ormai arrossata, stremata da quelle dimensioni spropositate, sebbene fosse piena di umori. Lo stringeva dolcemente, accogliendolo per intero. I suoi gemiti erano così eccitanti e ad un certo punto disse a Jermain che sarebbe venuta di nuovo. Allora lui riprese nuovamente il ritmo, con più foga, facendo contorcere Alice ormai in preda a spasmi violenti. Scossa dagli affondi prepotenti di Jermain, con le mani cercava di aggrapparsi al suo corpo ormai sudato e lucido, lasciando i segni con le unghie che affondavano in cerca di un appiglio.

"Cazzooo... ohh sì.. oddio.. oddio.." grugnì lei, mentre Jermain allentava il ritmo.

"Diamo al tuo ragazzo una visione migliore" le disse Jermain. La fece mettere di fronte a me. Alice mi sorrise felice.

"Cazzo, cazzo, cazzo.." mormorò. Poi i suoi occhi si chiusero.

Jermain iniziò a scoparlada dietro. Potevo vedere le sue grandi tette ballonzolare incontrollate mentre la sbatteva e il suo grosso culo pallido che ondeggiava vistosamente andando a infragersi sui suoi stessi fianchi. "Oddio.. Amore.. Mi sta scopando così bene" mi disse, guardandomi negli occhi.
"Era questo che volevi? Il nostro immigrato, bello e muscoloso, che si scopa la tua ragazza?"

"Sì" risposi immediatamente.
"Questo è quello che volevo disperatamente. Stai godendo?"

"Da matti..," replicò lei, spingendosi di nuovo su di lui. "Sto per venire di nuovo.."

"Agh, cazzo" fu tutto ciò che riuscii dire.

"Anche io sto per venire.." disse Jermain

"Vienimi dentro" Rispose Alice.

Jermain non se lo fece ripetere due volte. Tirò Alice verso di se per i suoi lunghi capelli rossi e riprese a scoparla con più ritmo.
Alice mi guardava dritto negli occhi, con uno sguardo mai visto prima, da troia in calore.

"Continu-ahh" fu tutto ciò riuscì a mormorare lei.
I gemiti di Jermain iniziarno a diventare più forti. Stava per venire anche lui.

Jermain la fece girare con forza costringendola a sdraiarsi di pancia, schiacciandola con le proprie mani e con il proprio peso verso il letto.
Spinse ancora un paio di volte più forte che poteva, emise un forte gemito e riversò nella piccola figa bianca della mia ragazza una quantità di sperma indescrivibile...



*DRIIIIIIIIIIIIIIN* Era la sveglia..


Ero a letto, in uno stato comatoso, accanto ad Alice che dormiva beata. Sentivo la mia erezione, piena e vigorosa..
Sarà stato uno dei miei sogni ricorrenti..??

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