Una notte diversa

Scritto da , il 2021-10-13, genere etero

Sono una infermiera dei reparto cardiologia di un ospedale di provincia. Durante il giorno ho sempre molto da fare tra iniezioni, misurazione dei parametri cardiaci dei pazienti, ecc. Durante la pausa pranzo, mentre cerco di mangiare un panino che mi sono preparato a casa, mi viene incontro un giovane medico cardiologo. Lui è alto, ha occhi castani, capelli scuri, carnagione chiara. "Ciao Eli. E' andata bene oggi ? Ci sono stati casi complicati ?" mi domanda fissando il suo sguardo sulla mia scollatura sotto il camice bianco. "Tutto bene, dottore" gli rispondo. "Vieni a cena a casa mia questa sera ?" mi chiede. "Mi dispiace. Ma dopo i lavoro devo tornare a casa per preparare da mangiare a mio marito" gli rispondo. Il giovane cardiologo, deluso dalla mia risposta,
prima di andarsene, mi dice che sono una donna bella ed intelligente e mio marito è fortunato ad avermi sposata. Sto per rispondergli ma il giovane medico è già andato via.
Terminato il mio panino, ritorno al lavoro. Dopo una intensa giornata lavorativa, la sera torno a casa con la speranza di trovare mio marito che abbia già preparato qualcosa da mangiare. Di solito faccio tutto io in casa, quando lui lavora. Tuttavia attualmente è disoccupato mentre io ho ottenuto un lavoro come infermiera in un ospedale, per cui adesso lui dovrebbe preparare la cena. Per arrivare prima a casa, decido di fare una scorciatoia e guido la mia piccola auto su una strada provinciale.. Ad un certo momento, sento un forte botto provenire dal retro della mia auto. La macchina, improvvisamente, sbanda e i freni non funzionano più. Cerco di sterzare il volante in modo da fermarmi, senza capovolgermi, ma la manovra non mi riesce bene e vado a finire dentro un campo coltivato, non recintato, che si trova ad un lato della carreggiata. Percorsi pochi metri dentro al campo, fortunatamente l'auto si ferma. Rimango un po' intontita dentro la macchina per alcuni minuti. Poi guardo l' ora sul mio cellulare. Dannazione, è già molto tardi. Marc, mio marito, sarà sicuramente preoccupato del mio ritardo. Meglio chiamarlo subito. Compongo il numero ma il cellulare non ha segnale. Ormai, si è fatto buio. Mentre penso a quello che dovrei fare per uscire da questa difficile situazione, sento che un auto si è fermata sul lato della careggiata dove sono uscita di strada. Dall' auto esce un uomo. "Sta bene? Ha avuto un incidente?" mi chiede. Non rispondo subito. Lo osservo bene. Voglio prima capire se è un malintenzionato. E' alto, capelli castani, occhi castani e porta gli occhiali. Indossa un giubbotto blu con mantellina gialla, pantaloni scuri e scarponcini. Dal tono della voce non sembra pericoloso. "Mi scusi signora, ma sta bene? Vuole che chiami un ambulanza?" mi domanda. Io gli sorrido e gli rispondo che sto bene. L'unico ha esserne uscito danneggiato è il mio orgoglio. Avrei dovuto seguire il consiglio di mio marito, quello di portare la macchina dal meccanico ai primi rumori provenienti dal posteriore dell' auto. Mentre penso a queste cose, l' uomo si è avvicinato ed ha aperto la portiera della mia auto. "Stia tranquilla, non voglio farle del male, voglio solo sincerarmi che riuscisse a uscire da sola dall' auto" mi dice. Io gli sorrido e muovendo lentamente una gamba e poi l' altra esco dall' auto e mi raddrizzo la schiena mettendomi le mani sui fianchi. Lui mi squadra dal basso verso l' alto. Sembra compiaciuto di quello che vede. Ho indosso un maglioncino aderente, senza reggiseno sotto, una gonna corta che termina sopra al ginocchio e scarpe con tacco alto. Sono di media statura, ho occhi azzurri, capelli corti, color biondo scuro e seni turgidi. "Cosa c'è da guardare?" gli domando, sorridendo. Lui sembra imbarazzato ma poi mi dice che sono la donna più bella che ha visto da queste parti negli ultimi anni. Io sorrido per il complimento e, senza guardarlo, mi avvio verso la carreggiata della strada. Lui inizialmente mi segue e poi all' improvviso mi afferra una mano. Sto per gridargli qualcosa contro ma lui mi mette un dito sulle labbra e all' orecchio mi sussurra queste parole "Mi scuso per le mie maniere un po' brusche ma qui quando diventa buio non è una bella zona per fermarsi a parlare. Se viene sulla mia auto la lascio al prima stazione della polizia in modo che possa avvisare i suoi familiari, ma nel frattempo i suoi capelli biondo rame e i suoi occhi verdi mi fanno impazzire, per cui mi scuso se..." poi si blocca. Un istante dopo, sento la sua mano accarezzarmi i capelli, mentre le sue labbre si avvicinano alle mie. Sono sia eccitata che arrabbiata per tutta la situazione e non so come comportarmi. Lui, invece, sa quello che vuole e preme subito le sue labbra sulle mie. Anche se tengo le mie labbra chiuse, lui continua a premere e a strofinare le sue labbra sulle mie. Sono così confusa ed eccitata. Finora, avevo permesso solo a mio marito di baciarmi sulle labbra. Più quell'uomo mangia le mie labbra più mi sento avvampare nelle parti intime. Forse, questo godimento che ottengo da un estraneo è dovuto al fatto che mio marito mi trascura. Infatti, quando lavorava non aveva mai il tempo di far l' amore con me. E quando stava a casa, perchè era disoccupato, piuttosto che fare sesso con sua moglie, tirava sempre fuori la scusa che doveva giocare a calcetto con gli amici e non aveva tempo da dedicarmi. Ormai è da quasi quattro mesi che io e mio marito non facciamo più l'amore. Finalmente, nella disgrazia, sono comunque riuscita a trovare un uomo attraente, che mi desidera e vuole darmi quell' amore che mio marito mi nega. Allora, perchè dovrei resistergli? Mentre sto ancora pensando a queste cose, lui prova ad infilare la sua lingua nella mia bocca. Io inizialmente lo respingo ma poi sorridendo lo abbraccio e apro le mie labbra permettendo alla sua lingua di entrare dentro la mia bocca. Le nostre lingue si uniscono e si intrecciano molte volte. Mentre continuo a baciarlo sulle labbra, con una mano afferro il rigonfiamento dei suoi pantaloni, mentre con l'altra gli stringo forte il petto. "Voglio fare sesso con te. Prendimi, questa notte voglio essere solo tua" gli dico ad un orecchio. Lui non se lo fa ripetere due volte. Mi prende in braccio e mi porta velocemente dentro alla sua auto. Abbassa i sedili per avere più spazio, mi sdraia dolcemente sul sedile posteriore e si toglie i pantaloni e le mutande. Io mi tolgo la gonna, il perizoma e il maglioncino. Subito dopo lui si mette sopra di me e mi penetra subito. Essendo già bagnata, il suo pene affonda facilmente dentro la mia vagina. I suoi affondi sono imperiosi, le sue spinte, dentro di me, sono continue e vigorose. Io tremo tutta per i brividi di eccitazione ma anche lui geme e ansima. Il suo pene affonda sempre più dentro la mia vagina e nel momento in cui il suo glande tocca il mio utero, io ho un orgasmo talmente forte da farmi urlare per alcuni minuti. Neanche con mio marito avevo goduto così tanto durante un rapporto sessuale. Io, sfinita, prima lo bacio con passione sulla bocca e poi mi sdraio sul sedile per riprendere un po' le forze. Lui invece continua a spingere dentro di me, sembra che non sia mai sazio. Dopo alcuni minuti, con un urlo strozzato viene anche lui e riversa dentro la mia vagina una grande quantità del suo sperma. Lo ribacio sulla bocca e lo abbraccio. "Mi dispiace che ti sono venuto dentro ma eri tanto bella tanto desiderabile che non ho resistito..." mi dice. Lo rassicuro dicendogli che prendo la pillola regolarmente ogni giorno. Poi lo bacio per l' ultima volta sulle labbra e mi addormento tra le sue braccia. All' alba lui mi sveglia con un bacio e un sorriso e mi indica la stazione di polizia a 50 metri dalla sua auto. "Ti ringrazio per la notte di passione che abbiamo vissuto insieme. Non la dimenticherò mai. Ora devo andare, c'è mio marito che mi aspetta e sarà sicuramente molto preoccupato. Andrò alla stazione di polizia che tu mi ha indicato per informare mio marito che sto bene e ritornerò presto a casa da lui. Questo è un bacio di arrivederci". Subito dopo aver detto queste parole, gli accarezzo la nuca e premo le mie labbra sulle sue. Faccio scorrere la mia lingua sul suo labbro superiore e poi mordo il suo labbro inferiore. Un istante dopo mi rivesto completamente, scendo dalla sua auto e mi avvio verso la stazione di polizia. "Aspetta ancora un attimo, come ti chiami?" mi chiede. Per un attimo, mi volto indietro e rispondo "Eli". Lui subito dopo pronuncia il suo nome "Gian". Io gli sorrido e mi avvio verso la stazione di polizia, senza più guardare indietro...

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