I racconti di nonna Chica -Federica – Promettimi di farlo tu Cap. 16 - Silvano ... a casa di Fede-

Scritto da , il 2021-09-26, genere dominazione

Sulla via del ritorno, dopo aver vagato senza un motivo e una meta precisa, il bisogno forte di avere ancora quella donna, è tornato ad annebbiarmi la mente, tanto da costringermi a fermarmi appena possibile per capire cosa succedeva. Sentivo il cazzo ancora più duro di quando al bar l'avevo vista scopata da altri (spettacolo impagabile, imperdibile e che resterà stampato a vita nella memoria).
Desiderio bruciante di sentirmi ancora avvolto dalla morbidezza di quelle cosce splendide, accolto dal corpo polposo, da quella pelle, certo, non più stirata come a vent'anni, ma sicuramente ancora molto invitante, soffice e delicata nelle sue parti più intime; da quel corpo di donna matura, decisamente avanti con l'età, ma ancora tutta da possedere; femmina ancora succube dei piaceri intensi che un maschio capace di dominarla le procurava e a cui lei, una volta catturata, non riusciva più ad opporsi concedendovisi con tutta se stessa.
Un'inversione mi rimetteva con la macchina sulla corsia verso il paesello della dolce nonnina. La casa non stava nella via principale, ma comunque all'inizio del centro abitato se vi si accedeva da quella parte. Fortunatamente la via già scarsissimamente trafficata, seppur uscita del paese verso la campagna ma anche verso la strada principale, a quell'ora era deserta, ma, come Federica stessa aveva detto, dietro finestre e persiane semichiuse gli occhi indiscreti di chissà chi e di chissà quanti, potevano essere molto attivi e indisturbati. Cancello passa persona ancora aperto, situazione uguale a quando ero andato via, quindi...lei era in casa. D'altronde dove poteva andare distrutta, esausta com'era dopo aver soddisfatto quell'orda di maschi infoiati, tra i quali c'ero anch'io che se l'erano ripassata in quel bar e anche dopo?

Salendo per la rampa di scale esterna che dal giardinetto che dava sulla strada davanti casa, mi sono accorto di un uomo che bussando alla porta aspettava che gli venisse aperto.
Era Nano. L'ho riconosciuto subito, dopo averlo incontrato poco prima al bar per la prima volta.
Ovviamente il pensiero – se la vuole fare- ha subito, all'istante occupato la mente.
Stavo per raggiungerlo quando il portoncino di casa si è aperto. Federica, facendo un passo in avanti è comparsa su quel terrazzino ancora con l'accappatoio con cui l'avevo aiutata a mettersi a letto rimanendo con una spalla appoggiata alla parte della porta d'ingresso che rimaneva chiusa. Io ero quasi in cima alla rampa, mi mancavano quattro o cinque gradini. D'istinto mi sono abbassato, sperando che la pianta di rampicanti che era cresciuta sulla ringhiera di quella scala mi nascondesse.

Sentivo bene lui che chiedeva a Federica se in casa vi fosse il marito. Diceva di dovergli parlare.

Lei sconvolta, stanca assonnata gli ha risposto che il marito era partito e sarebbe stato fuori per una settimana.
Era caduta nella trappola.
Accortasi subito dell'errore che aveva commesso si è affrettata ad aggiungere:- comunque sta arrivando mio figlio. Mi ha appena chiamato al telefono che sta venendo con i miei nipoti.

Lui prendendo il lembo dell'accappatoio e sollevandolo, aveva davanti agli occhi lo spettacolo di quelle cosce femminili nude e della fica carnosa e gonfia della donna che subito con un manata si è ricoperta.

- Invece io penso che gli unici a venire, tra non molto saremo io e tu.- le ha detto mentre affondava una mano tra quelle coscione, iniziando immediatamente a palparle le la figa non dandole il tempo di potersi difendere

Lei, appoggiata al portoncino non poteva indietreggiare e quando le dita dell'uomo si sono fatte largo tra le sue carni, ha, quasi subito e senza volerlo, d'istinto iniziato a spingere il bacino in avanti permettendo all'uomo di affondare meglio in quella vagina ancora bollente, oltre che sempre tonica ed elastica

La terrazza coperta in cui era l'ingresso della casa assicurava un discreto riparo, ma non era così scontato che nessuno, soprattutto se affacciato alle finestre della casa di fronte o di passaggio, attraverso l'inferriata al di spora del muretto basso che dava sulla strada, potesse, se non vedere chiaramente, almeno intuire cosa i due stessero facendo.
Questo non ha impedito all'uomo di abbassarsi fino ad avere la fica a portata di bocca e appoggiandosi una coscia della donna sulla spalla, cominciare a baciarle le grandi labbra, affondare la lingua in fica e cercare il clitoride per succhiarlo e mordicchiarlo leggermente.

Lei con le mani cercava di staccarsi quella bocca dalla figa e di togliere quella testa che le si era piazzata tra le cosce, ma già dopo pochissimi minuti, quei tentativi di difesa si trasformavano in carezze sul cuoio capelluto del suo assaltatore.
Una delle mani della donna pressava sulla nuca dell'uomo per chiedergli senza parlare di affondare sempre più dentro con la lingua, di baciarle sempre meglio le labbra della figa e di mantenere sempre di più la testa tra le sue cosce. Con l'altra mano si tappava la bocca o si mordeva un dito per non urlare

È venuta! Ha versato il suo miele di fica sulla lingua del maschio. Gliel'ha fatto assaporare. Tutto il corpo che tremava e i potenti scatti del bacino hanno dimostrato che la durata dell'orgasmo che ha avvolto Federica, è andata ben oltre il tempo in cui il maschio si era già rimesso in piedi.
Prima che la donna esausta potesse finire seduta per terra con le spalle che le scivolavano sul portoncino, lui l'ha presa in braccio, entrando in casa ha dato un calcio alla porta d'ingresso che fortunatamente non si è chiusa (botta di culo) permettendomi così di seguirli senza ancora scoprirmi, e dopo aver individuato la stanza in cui lei dormiva e si concedeva al marito l'ha scaraventata sul letto.

Mi ha visto.
-E tu? Che cazzo ci fai ancora qui?-
Io: - voglio scoparmela anche io. Stavo andando via e per strada mi è tornata la voglia. Mi è tornato duro da farmi male. A questa è difficile starle lontano.-

Lui: - te ne sei innamorato?-
Io: - non dire coglionate! Me la voglio scopare.-

Te la sei fatta dopo che l'hai portata via dal bar, vi ho seguito. Hai preso la stradina bianca subito dopo l'ultima casa e dopo un centinaio di metri te la sei scopata in macchina. Hai rischiato! Lì vicino c'è un'ultima casa. Se si fossero affacciati avrebbero visto tutto e poi, un'altra macchina dopo di voi ha proseguito e si è fermata poco dopo per aprire il cancello di un terreno di proprietà di un tizio di paese.-

Io: -Non era la prima scopata con lei, me l'ero già ripassata altre volte. La conosco bene, so come scopa. Al bar ce l'ho portata io. Lei non voleva entrare dopo la storia con Giorgio un po' di mesi fa. L'ho costretta.... e prima di portarvela, le ho imposto io cosa indossare.-

Lui: - NOOOOOOOO non ci credoooo... Giorgio lo racconta ma non avevo capito fosse lei.... ecco perché l'ha accolta così quando l'ha vista!
So di altre donne dei vari gruppi parrocchiali del suo paese, di qui e di altri agglomerati del circondario; lo so perché qualcuna di loro, giovani ma anche alcune anziane, possono dire di conoscermi parecchio bene intimamente, me le sono fatte alla grande, ma non ho mai creduto alle voci di donne completamente insospettabili come questa coinvolte nel giro. Altrimenti.. sai da quando me la sarei spupazzata? Mi è sempre piaciuta molto. Altro che inarrivabile, integerrima, incorruttibile..... il mio cazzo lo avrebbe assaggiato da un pezzo.
Comunque.... adesso sconta tutto!
Voi ve la siete goduta... adesso tocca a me. Vedrai che scoprirai ancora qualcosa su come si soddisfa una donna.-

Io: - ti do un particolare che forse non conosci, sai chi l'ha iniziata e l'ha fatta entrare in questo giro? In queste avventure? Un cliente del marito che venendo a comprare il vino se l'è fatta proprio su questo letto. Qui, dove scopa con il marito, dove il suo adorato maritino probabilmente le ha messo in pancia i marmocchi che poi lei ha sfornato.. e si può parlare di forno visto il calore che lei praticamente sempre ha tra le cosce. Come finisce di scopare... dopo poco è già nuovamente eccitata. Basta toccarla bene, come hanno fatto al bar e come hai fatto tu lì, sulla porta di casa …. e lei riparte subito.-

Lui: - ci hai visto?
Io: - si.-
Lui: - Bastardo! Però sei un amico; ce l'hai portata. Meriti di scopartela quando vuoi. Ma adesso per favore, lasciamela.-
Ha aggiunto: - il marito di questa? Facile sborrare dentro una figa così e metterla incinta. Completamente un'altra cosa è resistere quando la sua vagina ti avvolge il cazzo e te lo stringe, ti munge. Resistere al suo calore per farla godere come veramente merita + impresa da maschi sessualmente davvero potenti. È chiaro che Il marito non ci sa proprio fare altrimenti non si sarebbe conservata così bene.

Io: - Divertiti. A dopo. … e non rovinarla troppo.-

Facendo per andare via sono arrivato al cancello passa persone e riflettendo ho pensato che se stavo buono buono in cucina non avrei disturbato nessuno; in più sarei stato già pronto per ogni possibile eventualità e per quando quel porco di Nano finiva di godersi quella donna. Quel giorno il laboratorio di lavorazione delle uve e di altri prodotti agricoli di loro produzione, che occupava parte del seminterrato non era in attività, non c'era nessuno tra addetti e operai e il cancello grande rimaneva chiuso. Chiudendo anche il cancello piccolo, se qualcuno arrivava, suonando al campanello o facendo rumore con le chiavi (figli, nipoti o vari) mi avrebbe dato il tempo di non farmi vedere.

Rientrando in casa mi sono avvicinato alla porta della camera rimasta aperta: lei distesa sul letto, completamente nuda, il maschio che aveva ripreso a leccarle la passera, i gemiti della donna, i suoi fremiti, come si contorceva tenendo pressata la testa dell'uomo serrandogli le cosce attorno alla faccia facevano capire che tutto questo non le dava certo fastidio, anzi......

Tempo un quarto d'ora e un urlo della donna smorzato dalla mano dell'uomo sulla bocca di lei, mi ha fatto sobbalzare. Se la stava scopando alla missionaria, probabilmente dopo averglielo infilato con un colpo di reni secco, duro che le ha procurato dolore. Adesso lei sembrava inerme, ma con i talloni puntati sulle natiche di lui e le unghie delle mani che affondavano sulle spalle di lui lasciandogli dei graffi dai quali usciva addirittura del sangue. Lei subiva i colpi di cazzo in vagina. In certi momenti sembrava perdere i sensi, poi rinveniva riprendendo a partecipare alla scopata, muovendo cosce culo e fianchi, in quei momenti i rantoli, i grugniti dell'uomo erano più intensi, più forti.
Quando Federica si è messa sopra a cavalcarlo lui non si muoveva. Era lei che muoveva i fianchi come un'indemoniata. Era lei che se lo stava scopando, fottendoselo. Lo ha pregato di evitare il culo. Sarebbe morta, l'avrebbe lacerata facendola finire in ospedale, allora ha ripreso a fottersela alla missionaria. Facendole male, ma facendola godere in una serie infinita di orgasmi per poi scaricarle la sborra in fondo alla vagina, con le frustare degli schizzi di sperma che le colpivano l'utero facendola venire ancora, spruzzando il liquido vaginale sui peli pubici dell'uomo, cosa non così facile e comune per un'anziana che scopa. Questo a significare quanto potenti erano gli orgasmi di Federica sentendosi la figa spaccata da un cazzo di quello spessore. Uscendo da quel fodero piacevolissimamente stretto e caldo, il cazzo era macchiato di sangue. Le aveva letteralmente spaccato la fica. Da adulta, da anziana.

Dieci minuti sono serviti a lui per riprendersi. lei, stava inerme sul letto.
Ne avevo una voglia pazza ma in quelle condizioni non potevo infierire su di lei scopandola ancora in fica. Allora... pompino, la muovevo io. L'unica differenza tra lei in quelle condizioni e una bambola per il sesso, era la bocca della donna un po' più reattiva, bocca in cui mi sono scaricato facendole ingoiare tutto

Questo racconto di è stato letto 1 5 8 0 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.