Il Preside 2ª Parte

Scritto da , il 2012-03-19, genere gay

Riprendo il racconto, ricordate? dovevo convincere il Preside a non dire nulla mio Padre.

Lui si aspettava mi inginocchiassi,invece mi sedetti per terra con la schiena girata verso la scrivania,in modo da avere il suo pene sopra la testa, mi bastava rovesciarla all’indietro e avrei avuto tutto l’apparato genitale a mia disposizione,cazzo,coglioni,perineo,culo.
“ma cosa fai?”.
“mi lasci fare,vedrà che ne sarà contento”.
Cominciai leccandogli ben bene in perineo, non ne trascurai un cm.con una mano gli palpavo i coglioni, continuai per un po’ quell’operazione, dai mugolii, ebbi conferma che la cosa era gradita.
Tolsi la lingua dal perineo e la sostituii con le dita, passai allo scroto,lo leccai,mordicchiandolo dolcemente, infine cercai le palline e ne imboccai una come fosse una caramella, la lascia e presi in bocca l’altra, continuai con questa operazione mentre le dita accarezzano il perineo dolcemente sfiorandolo appena.
Sentii le gambe irrigidirsi e un attimo dopo il pene cominciò ad eruttare, fortunatamente fu svelto a mettere un fazzoletto e raccogliere il tutto, altrimenti oltre che imbrattarmi la divisa avrebbe sporcato il tappeto.
Ma non avevo ancora finito, glielo feci capire, rimanendo al mio posto e continuando col lavoro,quell’orgasmo era solo un antipasto.
Lasciai lo scroto e le palline, mi dedicai alla base del cazzo cominciando a leccarlo dove il tendine tiene unito il cazzo allo scroto, mordicchiavo, leccavo, baciavo, col palmo della mano palpavo i coglioni ancora umidi dalla saliva che vi avevo lasciato, con la punta delle dita continuai a tormentare il perineo, andai avanti con quel gioco per un po’, inumidii il medio della mano che fino a quel momento era rimasta inoperosa, cercai il buco, lentamente infilai l’umido dito, fece resistenza, ma l’opera di persuasione che stava facendo la lingua lo fece rilassare, vi entrai completamente, lo feci andare avanti indietro, leccavo la base, accarezzano i coglioni e tormentavo il perineo, sembravo un’orchestra che stava suonando una meravigliosa sinfonia sessuale, altro irrigidimento, atri spasmi, altra eruzione, altro raccolto con lo stesso fazzoletto.
Ma non volevo ancora lasiarlo in pace,questa volta desideravo.
“si sieda sulla poltrona”.
Fece quasi meccanicamente quello che gli avevo chiesto, si abbandonò sulla poltrona,due orgasmi non erano uno scherzo,nemmeno con un’uomo in forma come lui, chiuse gli occhi, era mio,lo avrei distrutto.
Gli aprii le ginocchia,allargandole il più possibile, mi inginocchiai fra di loro.
Presi in mano il cazzo, lo infilai in bocca e presi a leccarlo in tutta la sua lunghezza.
Ora volevo fargli il classico pompino,dargli il colpo di grazia.
Recuperai tutto quello che mi avevano insegnato, mi dedicai con tutto me sesso a quel trofeo di carne,mi dovetti impeganre al massimo i due orgasmi gli avevano lasciato ben poca energia,ma volevo raccogliere anche quell’ultima stilla di vita.
La testa andava in su e in giù,non mi risparmiai,volevo la vittoria ad ogni costo,volevo legarlo a me per sempre,renderlo complice,alleato,amico.
L’eccitazione era al culmine,i cabali seminali si stavano gonfiando, mi mise una mano sulla testa,voleva impormi il ritmo,gli feci capire che non volevo,tlse la mano e si abbandonò alle mie amorevoli cure.
Mi accorsi che era vicino all’orgasmo,lo tolsi dalla bocca e continuai con la mano, accelerando sempre più, una grossa bolla di sperma uscì dal meato, poco dopo un fiume di lava, questa volta niente fazzoletti, lasciai che tutto andasse a depositarsi sulla pancia, sulle gambe, sulla poltrona.
Aspettai che avesse finito, lasciai cadere il pene, oramai comletamente spompato,sui coglioni.
Mi rialzai,avvicina la bocca alla sua,incollai le labbra, desiderando fargli sentire il sapore del suo sesso.
“le è piaciuto quello che abbiamo fatto oggi?”
“sei veramente bravo, non ho mai goduto così a lungo e così tanto “
“ho avuto dei bravi maestri”..
“sono stati veramente bravi, a parte che non pensavo fossi omosessuale”..
“per quello che ha visto nel boschetto? quello è un gioco che faccio con il mio amico e facevo con i miei mentori,ma mi piacciono le ragazze,in poche parole sono bisex”
Riusciva a mormorare il tutto con un filo di voce, poi trovando dei residui di fiato..
“non importa se sei omo o no,mi piaci da morire ragazzo”
“manterrà il segreto su quello che ha visto al laghetto?”.
“un patto è un patto”.
“tornai a baciarlo nuovamente e questa volta con maggior trasporto”
Feci per andarmene,mi prese per una mano.
“aspetta Alvin,vorrei rivederti ancora,che ne dici di venire ogni mercoledì dopo le lezioni”..
Il mercoledì nel pomeriggio non avevamo lezione.
“un momento se dico no,lei non manterrà il patto?”
“non scherzare nemmeno,sono un’uomo d’onore,verrai se ti farà piacere giocare con me,laprossima volta non voglio essere passivo”
Non dissi nulla e cominciai ad allontanarmi da lui,fino a raggiungere la porta,girai la chiave e misi la mano sulla maniglia.
“verrò,ma come farà con l’impiegata è una tale pettegola”
“non è un problema.il mercoledì ha il pomeriggio libero”
“va bene,però chiami papà e gli dica che mi ha chiesto di fermarmi in mercoledì pomeriggio per aiutarla a sistemare la biblioteca”
“lo chiamo appena mi ritorneranno le forze”
Uscii lasciandolo lì, nudo e molto soddisfatto.
Ritornai a casa e papà mi disse che aveva chiamato il preside.
“mi ha chiesto se ti do il permesso di fermarti il mercoledì pomeriggio,gli ho detto che se va bene per te io non ho nulla in contrario”
“grazie papà ci tengo a questo incarico”
Arrivo il mercoledì successivo, andai come pattuito nell’ufficio del preside,ma questa volta non sotto ricatto.ma per mia volontà, come aveva detto la segretaria non c’era e questa volta la porta era aperta.
Entrai, lui era seduto alla scrivania.
“ciao Alvin, chiudi la porta a chiave e vieni qui vicino a me”.
Chiusi la porta,provai la maniglia,non si sa mai.
“spogliati, desidero vedere il tuo corpo completamente nudo da vicino”.
Feci quello che mi aveva chiesto, eccomi davanti a lui in abbigliamento adamitico.
“vieni, siediti sulla scrivania”.
Mi fece posto allontanandosi con la poltroncina,solo allora mi accorsi che l’aveva cambiata con quella che stava davanti al computer..
Mi issai sopra, lasciando le gambe a penzoloni.
Si riavvicinò.
“alza le gambe ed appoggiale sulle mie spalle”.
Si sistemo ben bene, con una mano abbrancò una coscia,. lo stesso fece con l’altra.
Mi aveva a sua completa disposizione.
“oggi sarò io a farti un bel pompino”.
Ci sapeva fare, lo ingoiò tutto, una mano scese sui coglioni, l’altra comincio ad accarezzare il buco, mi ero sollevato su di un gomito per guardarlo all’opera.
“stai sdraiato”.
Mi portò più di una volta sull’orlo dell’orgasmo, per poi negarmelo, lo fece diverse volte, oramai ero come una corda di violino,da un momento all’altro, mi sarei spezzato.
Era quello che voleva, non c’è la facevo più, la testa mi scoppiava.
“basta per favore, basta, mi faccia godere”.
Come non mi avesse sentito, continuo imperterrito, ero allo spasimo, stavo per urlare.
Aumento il ritmo della testa, forse aveva intuito che sarei esploso in ogni caso, lo feci, eruttai,credo di aver perso i sensi da quanto godetti.
Mi ripresi, cercai di sollevarmi, niente da fare, ero completamente esausto.
Lui era in piedi, mi guardava sorridendo, da vincitore, vidi una piccola goccia bianca uscire dalla bocca.
Un lungo brivido mi percorse, solo in quel momento mi resi cono che aveva bevuto tutto lo sperma,non pensavo l’avrebbe fatto,solo zio e Don Francesco,mi avevano deliziato con l’ingoio, poi, nessuno aveva fatto una cosa del genere.
“grazie,purtroppo io non potrò ricambiare,non ci riesco”
“non te l’ho chiesto è una cosa che cva fatta spontaneamente,non si può costringere una persona a farlo”
Mi fece scendere in modo mi potessi sedere sulle sue gambe, mi abbracciò..
“abbracciami anche tu, fammi sentire ch mi vuoi bene,vorrei avere un figlio come te”.
“vuole la chiami papà?”
“lo faresti?”
“si,però devo darti del tu”
“fallo pure quando siamo quì in ufficio,figlio mio”
Restai così per un bel po’,mi piaceva quella situazione,mi sciolgo come neve al sole,basta farmi le coccole è il mio punto debole,se qualcuno lo scopriva,mia veva in suo potere.
“ti stai riprendendo?”.
“si”.
“non abbiamo ancora finito”.
“cosa vuole fare ancora?”.
“Voglio vederti il sedere, scendi ed appoggiati alla scrivania”.
Mi piegai a novanta gradi appoggiando il busto sopra la scrivania.
Si bagnò il dito medio,prese a strusciarlo, poi lentamente iniziò ad andare su e giù nel solco, cercando ogni tanto di far pressione sul buchetto.
“non ti sei mai masturbato nel sedere”.
“no”
“Hai un bel culetto,giovane,sodo, un buchetto invitante, lasciami fare e vedrai che goduria”.
Avvicinò il viso al culo, iniziò a leccarmi la rosellina, cercando di inumidirla il meglio possibile, ogni tanto con la lingua penetrava per quanto possibile all’interno, da parte mia ansimavo, facendogli capire che la cosa non mi dispiaceva.
“ti piace eh!! “.
“si mi piace è molto bello”.
Alternava la leccata del buchetto posteriore, a quella sul perineo,mentre con una mano mi palpava i coglioni, il medio dell’altra lo aveva infilato dentro, era troppo.
All’improvviso con un fremito che mi fece tremare tutto il corpo,raggiunsi l’orgasmo .
Continuò per qualche altro minuto finché non mi svuotai completamente.
Ci misi un po’ a riprendermi.
“puoi rivestirti ci vediamo mercoledì prossimo”.
Mercoledì successivo, solito cerimoniale, anche questa volta dopo avermi fatto chiudere la porta.
“spogliati bambino mio”.
Mentre lo facevo vidi che pure lui si spogliava, chissà cosa aveva in programma di fare.
Si sedette sul divano..
“vieni qui vicino tesoro”..
Mi avvicinai a lui..
“inginocchiati amore”..
Si prese in mano il cazzo, me lo avvicino alle labbra, lo feci sparire in bocca.
Dopo un po’ che lo succhiavo, scese con la mano fino a strusciarmi la rosellina del culo
Per un attimo smisi di succhiare.
“che vuoi fare papà?”..
“non lo hai capito, te lo voglio mettere nel culo”.
“no,ti prego papà,mi farai male”.
“ma che stai dicendo,guarda che ti ho visto quando il tuo amico te lo metteva dentro”..
“si ma quello del mio amico è la metà del tuo”.
Non volevo certo dirli di zio Franco e Don Francesco,quello che aveva visto era già sufficente.
“lascia fare a me, vedrai che ti piacerà, guarda me lo hai fatto diventare nuovamente di marmo”...
Mi girò facendomi mettere prono sul divano, prese due cuscini e me li mise sotto la pancia.
Infilo il dito medio, seguito da un altro.
Decisi di fare il verginello o almeno mezzo.
“no,puoi farmi tutto,ma quello no, ho paura”.
“però l’altra volta ti piaceva”.
“si,.ma con due dita mi fa male”..
“devo pur allargarti il buco è un pò troppo stretto, hai proprio ragione c’è l’ha piccolo quel tuo amico”.
Mi si posizionò dietro.
Lavorava il buco con le dita, affondandole ed allargandole allo stesso tempo,dovevo fare la commedia,fargli intendere che era un supplizio.
“così mi fia male basta”
“allarga bene questo culo bambino mio,ho troppa voglia di incularti,oggi lo prendi comunque”.
Mi allargò per bene le natiche e ci si tuffò con il viso prendendo a leccare e insalivare il buchetto grinzoso.
Al contatto della lingua, un brivido mi percorse lungo tutta la schiena,emisi un sospiro di godimento.
La lingua penetrava sempre più in profondità.
Continuò ancora per un po,insalivò per bene il culo, si alzò prese il cazzo in mano ed iniziò a strusciarlo in mezzo alle natiche..
“lo senti come è duro è pronto per entrare e nel culetto figlio mio”
“ti prego papà non farmi male”..
“lascia fare a me,vedrai come ti farò godere”..
Puntò la cappella sul tenero buco e iniziò a fare una leggera pressione.
Sentii che la corolla veniva spinta verso l’interno.
Stavo per essere inculato e questa volta non era un gioco fra amici, quello dietro non era Lorenzo e nemmeno zio o il Don,era un bel cazzo..
“lo senti, sta per entrare, quanto sei stretto”.
Nulla da dire come commediante potevo ottenere l’Oscar.
“fai piano, aspetta un po’”..
“non c’è la faccio più bambino mio, fai un bel respiro che te lo infilo”.
Non mi diede nemmeno il tempo di pensare, con un colpo secco fu completamente dentro.
Cavolo era veramente più grosso di quello che avevo immaginato,si vede che lo avevo infoiato ben bene.
Mi mise una mano sulla bocca.ma non serviva.mugulai solamente.
“non urlare amore,potrebbero sentirti”.
Strozzai l’urlo di piacere che stava salendo, anche perché il male non era così forte,anzi, i giochi fatti con Lorenzo erano serviti ad allargarlo un po’, anche se era diverso tempo che non lo prendevo da un adulto.
“lo senti ragazzo mio c’e l’hai tutto dentro in questo splendido culo,come sei stretto, mi piace da morire”.
Le leggere sensazioni di dolore stavano lasciavamo il posto a quelle del piacere.
Lentamente, afferrandomi saldamente per i fianchi, iniziò a muoversi, dentro e fuori,il cazzo era completamente fasciato dai muscoli del sedere.
Mentre mi inculava prese a masturbarmi .. mi sembrava di impazzire.. stavo godendo come un matto.. gemevo..
Raggiunsi l’orgasmo con un urlo strozzato.
Allo stesso tempo il Preside,dette ancora qualche spinta, infine schiacciandomi con il suo peso,si svuotò dentro di me.
“grazie papà.mi hai fatto felice”
“la prossima volta sarai tu a metterlo nel culo a papà”
Penserete che le cose siano andate avanti per tutto l’anno scolastico, invece ai primi di dicembre il Preside fu trasferito in una sede molto lontano e tutto tornò alla normalità, almeno così pensavo.
Alla fine dell’anno scolastico mi aspettava il collegio.
Tranquilli papà non è venuto a sapere nulla,solo che l’anno inviato nel Medio Oriente e dovrà restarci per almeno un’anno.
Inevitabile la mia entrata in un collegio,la scelta caddè su quello Salesiano del capoluogo.
Quello che accadde la dentro,beh! sarà molto difficile raccontarvelo,in poche parole non sono state ne rose ne fiori.
Un giorno scriverò quell’esperienza,per il momento leggete le altre che pubblicherò.
Un bacione a tutti coloro che mi leggono.
A proposito se avete qualcosa da dirmi,scrivetemi,questa è la mia email : alvin6983@yahoo.it

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