Il cappellano 3ª Parte

Scritto da , il 2012-03-06, genere gay

Un giorno mentre ero seduto a leggere su di una panchina, ai bordi del campo da calcio,vicino al muro di cinta dell’oratorio, vidi il don venire verso di me, mi raggiunse.
“ciao Alvin, cosa leggi di bello?”.
“storia romana, domani mi interrogano e voglio essere preparato”.
“bravo così mi piace”
Notai che rimase in piedi con le spalle girate verso il campo sportivo, in questo modo nessuno poteva vedere quello che stava facendo o meglio quello che aveva intenzione di fare,a tutti sarebbe sembrato che stesse solamente parlando con me, nessuno poteva vedere che aveva sbottonato la tonaca all’altezza del pube.
“Alvin infila dentro una mano, c’è una sorpresa per te”.
Lo feci, la sorpresa non era il suo cazzo duro, ma il fatto che, a parte le scarpe e i calzini,era completamente nudo sotto la tonaca.
“sei veramente uno sporcaccione andare in giro tutto nudo”
“masturbami amore, masturbami ne ho una voglia tremenda, ho le palle piene,ma non tirarlo fuori”.
Lo masturbai, poco prima che eiaculasse,me lo fece estrarre, in modo che lo sperma finisse per terra,lo rimisi dentro, si riabbottonò la tonaca.
“bravo Alvin, grazie, sei proprio un bravo ragazzo, continua pure a studiare”.
Si allontanò come se non fosse accaduto nulla.
Un giorno litigai con un compagno per motivi di gioco, niente di eccezionale, però la colpa era mia e la cosa giunse all’orecchio di don Giuseppe, bastò questo per farmi chiamare nel suo ufficio .
Dopo avermi fatto la predica ad uso e consumo del sorvegliante
“per punizione rimarrai inginocchiato per almeno mezza ora a guardare i tuoi compagni che giocano”.
Mi fece sistemare sotto la finestra, girato verso la porta..
Dopo averl congedato il sorvegiante.
.“ora andrà a dire a tutti che stai subendo una forte punizione”.
“perchè non è vero? a parte il fatto che mi sembra esagerato per quello che ho fatto”
“aspetta brontolone”.
Prese un cuscino e me lo mise sotto le ginocchia”
Infine mi si mise davanti con la schuena appoggiata al davanzale.
Sbottonò la solita parte strategica della tonaca e tirò fuori il cazzo.
“ti sembra una punizione questa?”
Non ci voleva molta fantasia per capire quello che voleva..
Si portò a distanza giusta, aprii la bocca, me lo infilò.
“questa è la giusta punizione per quello che hai fatto, mi farai un pompino senza usare le mani”.
Da quel momento lavorai solo di bocca.
In quella posizione se per caso una persona fosse etrata,era impossibile accadesse, avrebbe visto il don che stava punendo un ragazzo,non potendo vedere altro, soprattutto non avrebbe visto quello che stavo facendo e nello stesso tempo avrebbe permesso al don di arretrare un po’ e rimettere il pene dentro la tonaca,ingegnoso il prete..
Poco prima di eiaculare, me lo tolse mettendo un fazzoletto sulla cappella in modo da raccogliere tutto lo sperma.
“bravo Alvin, puoi andare e mi raccomando non combinare più guai”.
Qui mi vendicai un po’.
“ne è proprio sicuro padre?, non vuole più punirmi?”.
Fui svelto ad allontanarmi altrimenti mi sarebbe arrivato un bel calcio in culo.
Ma quello che più mi impressionò fu quando decise di portarmi nel confessionale.
“Alvin sei libero alle 5 del pomeriggio?”.
“si lo sono”..
“bene verrai con me in chiesa per le confessioni”.
“ma don non è ancora l’ora delle confessioni, se non sbaglio cominciano alle sei?”.
“si lo so, ma desidero andare un pò prima e vorrei mi accompagnassi”.
Non capivo cosa volesse fare,non era normale che mi volesse con se durate le confessioni,che ci stavo a fare?,ma era inutile me lo domandassi, dovevo farlo e basta,più tardi avrei scoperto il perché di quella richiesta.
Mezzora prima delle 5 ci avviammo verso la chiesa principale della cittadina..
Logicamente in chiesa non c’era nessuno, vuoi per l’ora, vuoi perché non era ancora l’ora delle confessioni.
Controllò che veramente non ci fosse nessuno e mi fece entrare velocemente nel confessionale.
Luì mi segui e chiuse la porta.
Qui serve una spiegazione altrimenti non capirete nulla.
Non so se nelle vostre chiese esistono i vecchi confessionali, quelli massici, lavorati ,che sembrano delle piccole casette?,tanto che il loro interno è più grande del bagno di casa?.
Per entrare hanno una porta con tanto di maniglia e chiave.
Sopra di essa c’è una lampadina rossa, quando è accesa significa che dentro c’è qualcuno pronto a confessarti.
I cosiddetti peccatori entrano di lato e spariscono alla vista delle persone presenti.
Spero di avervi dato un’idea di cosa parlo..
Eravamo all’interno, di spazio c’è ne era a sufficienza.
Sul fondo la panca dove si sedeva il confessore, gli bastava appoggiarsi con la testa, a destra o sinistra,spostando un pò il corpo, aprire la porticina per ascoltare le confessioni.
Don Giuseppe non disse una parola.
Si tolse la tonaca, sotto era completamente nudo, non provai nessuna sorpresa, oramai ci ero abituato.
“ma tu vieni a confessare in questo stato?”
“no ma oggi è un giorno speciale”
Quanto speciale fosse lo capiii vedendo in quale stato di eccitazione aveva il cazzo,chissà quanto lo arrapava trovarsi in quella situazione, mi sarebbe piaciuto sapere da quanto tempo sognava di fare quello che aveva in mente di fare.
Fu lui a spogliarmi,lo fece con calma, accarezzandomi dolcemente il corpo,baciandolo in continuazione,specialmente in bocca, per poi soffermarsi particolarmente sui capezzoli, quanti brividi, sono molto sensibile in quella parte del corpo e lui lo aveva scoperto.
Quando fui completamente nudo, si sedette sulla panca, non prima di aver indossato la stola da confessore, un po’ di ipocrisia non guastava.
“vieni qui amore mio”.
Quanta dolcezza quel giorno.
Mi fece sedere sul suo ginocchio.
Mentre con la mano sinistra mi accarezzava la schiena,non l’altra mi prese il mento e girò la faccia verso di lui.
I suoi occhi fissi nei miei.
Piegò leggermente la testa di lato.
Appoggiò con decisione le labbra alle mie forzandole con la lingua.
Finalmente aveva deciso di baciarmi.
Non ci fu nessuna resistenza,entrò dentro la cavità orale, incontrò la sua inquilina.
Iniziò un’esplorazione accuratissima, duettò con la mia lingua, facendola arretrare per poi invitarla nella sua cavità, la leccava, succhiava, mordicchiava.
Tutto il corpo era percorso da incredibili brividi di piacere,non avevo mai provato una cosa così intensa, nemmeno baciando lo zio.
Il mio cazzo era diventato duro tanto da farmi male.
Lo impugnai per iniziare a masturbarmi, volevo alleviare la tensione che iniziava a farsi insostenibile.
La sua mano me lo impedì, tolse la mia, fu la sua ad impugnarlo,voleva essere lui a comporre l’opera della masturbazione.
Bastarono pochi colpi,l’orgasmo arrivò devastante, potente, appagante,liberatorio.
Non so per quale magia, ma nella sua mano era apparso un fazzoletto che servì per raccogliere le gocce di sperma che uscirono copiose.
Appagato, appoggiai la testa sul suo petto.
“ti voglio tanto bene Alvin”.
“anch’io don.. anch’io”.
“perché quando siamo soli non mi chiami Giuseppe oppure padre e mi dai del tu?”..
“se ti fa piacere lo faccio”.
“ti farebbe piacere se io fossi tuo padre?”.
“si e a te piacerebbe avere un figlio come me?”.
Non rispose, lo fece attraverso un’altro lungo bacio..
“ora amore mio, ti inginocchierai e lavorerai ben bene il cazzo del tuo nuovo papà, ho le palle piene di sperma, fallo con calma, non farmi venire prima della fine delle confessioni”.
“niente di più facile per me, ma tu c’è la farai a resistere?”.
“basta che tu quando vedi che sto per avere l’orgasmo prenda in mano i coglioni e dia una bella spremuta”.
Mi accovacciai fra le sue gambe mettendomi comodo, il cazzo a portata di mano e di bocca.
Si mise comodo al centro della panca, accese la luce rossa, quasi immediatamente un rumore segnalò che i peccatori erano pronti a confessarsi,mi venne da ridere pensando a che faccia avrebbero fatto se avessero potuto vedere cosa succedeva all’interno del confessionale.
Iniziai il mio lavoro, alternavo i movimenti della mano,con imboccature della cappella, leccate alla stesa per poi scendere fino alle palle,un pochino schiacciate sulla panca, risalita fino alla cappella, guardavo le cavità sanguinee ingrossarsi, la rigidità farsi più intensa, allora impugnavo le palle e stringevo un po’ sadicamente fermando sul nascere ogni voglia.
Fui molto bravo, lo portai alla fine delle confessioni, poi non c’è la fece più, esplose in un lunghissimo orgasmo, madre mia quanto sperma usci da quel buco, sembrava non finisse mai,riempi il fazzoletto che era stato usato per il mio orgasmo.
Aveva spento la luce rossa,non ci sarebbero più state confessioni.
Mi aiuto ad alzarmi.
Pensai di dovermi rivestire, invece mi prese da sotto le ascelle e sollevandomi fece in modo che mi trovassi in piedi sulla panca, in quella posizione Il mio inguine si trovava all’altezza del suo viso,trovai delle protuberanze che usai per aggrapparmi.
Imboccò il mio cazzo, lo fece diventare duro, inizio un meraviglioso pompino,una mano a palparmi i coglioni, l’altra a palparmi il culo, infilando il medio dentro, nello stesso tempo mi aiutava a mantenere quella posizione eretta.
Il nuovo orgasmo arrivò con la stessa impetuosità del primo, dovetti aggrapparmi agli improvvisati appigli per non cadere, il don stesso mi aiutò con la mano che aveva appoggiato sul culo, non vedevo, ma dai rumori capii che aveva inghiottito tutto il miele uscito dal meato, quando mi ebbe ripulito ben bene, lentamente mi fece scendere, fino ad adagiarmi fra le sue braccia.
“bravo bambino mio, hai fatto felice il tuo papà”.
Avrei voluto baciarlo, ma non c’è la facevo, anche se lo sperma che gli sporcava la bocca era il mio, non fece nulla per costringermi a baciarlo sulla bocca,aveva capito il mio mbarazzo.
Mi limitai a stampare un bel bacione sulla guancia,restammo abbracciati per un po’.
“posso farti una domanda e ti prego rispondimi sinceramente”.
“falla e ti risponderò con la massima sincerità”
“il giorno che ci siamo conosciuti e mi hai chiesto un colloquio,te lo ricordi?”
“come potrei dimenticarlo”.
“durante il colloquio hai detto cose su di me che era impossibile sapessi”
“perchè hai questi sospetti?”
“quando ti ho confessato dello zio,tu non ti sei assolutamente sorpreso,come già sapessi tutto”
“cosa te lo fa credere?”
“è come se già sapessi che avrei fatto le stesse cose con te,ne eri sicuro,di la verità”
“sono un bravo psicologo,ti avevo inquadrato”
“dai non raccontare balle,dimmi la verità,altrimenti non usciamo da quì”
“la verità te la dico,ma non per la minaccia”
“scusami non lo voleva essere,se vuoi usciamo e me la dirai fuori”
“lo so..lo so..lo so”
Mi abbracciò ancor più strettamente.
“amore quando mi hai confessato quello che avevi fatto con lo zio,sapevo già tutto per filo e per segno”
Alzai di scatto la testa veramente preoccupato,da chi lo poteva aver saputo.
Al posto mio parlarono li occhi.
Mi accarezzò a lungo,coccolandomi,probabilmente sentiva che stavo tremando dalla paura.
“non aver paura il vostro e il nostro segreto è al sicuro,prima che tuo zio partisse abbiamo parlato e mi ha detto di aver cura del suo amato nipotino”
“come facevi a conoscere lo zio?”
“prima di entrare in seminario ho fatto il liceo e ho conosciuto Franco che frequentava il corso parrucchieri in un’ala dello stesso istituto”
“non dirmi che voi due?”.
“si ci siamo amati e donati l’uno all’altro,poi ognuno ha preso la sua strada,ma ci siamo sempre tenuti in contato, quando ha saputo che ero stato assegnato a questa parrocchia è venuto a trovarmi ed abbiamo parlato a lungo.”
Avrei voluto chiedergli se avevano nuovamente...preferii lasciar perdere,provavo un pò di gelosia
“ora capisco le parole dello zio prima di partire,mi disse di non aver paura che ci sarà una persona che mi vorrà molto bene,sinceramente pensavo si riferisse a papà e non a te”
Lo abbraccia ancor più forte e versai qualche lacrima,zio mi mancava molto.
“Alvin dobbiamo rivestirci,poi io uscirò, tu aspettami qui,verrò io a chiamarti quando sarò sicuro che non ci sia nessuno in chiesa.
Lo guardai infilarsi la tonaca,uscire e rinchiudere la porta del confessionale.
Con calma mi rivestii e rimasi in attesa.
Passò un bel po’ di tempo, poi la porta si riaprì.
“vieni Alvin,via libera non c’è nessuno”.
Uscimmo dalla chiesa.
“domani pomeriggio ti aspetto nella nostra stanza, ho voglia di mettertelo nel culo, la dentro ne avevo una voglia tremenda, ma era troppo pericoloso, domani saremo tranquilli e lo faremo con calma, ci verrai vero?”.
“certo che ci verrò, perché pensi che non dovrei venire?”.
“perché siamo d’accordo che nessuno deve obbligarti a fare qualcosa che non vuoi fare”..
“ma io lo desidero e lo sai bene”
“va bene, vai a casa altrimenti tuo padre si preoccupa, ci vediamo domani pomeriggio”.
“a che ora?”.
“io sarò lì alle 2”.
“ci sarò pure io”.
Venne il pomeriggio, vennero le due,entrai in quella stanza precisamente all’ora tabilità, convinto di essere arrivato per primo,invece lui era lì, in mezzo alla stanzetta, completamente nudo, mi stava aspettando,inutile dirvi la situazione del pene, un trionfo di eccitazione.
“spogliati Alvin, spogliati figlio mio”.
Era già entrato nella parte, ero suo figlio,come mi aveva chiesto ieri, io sinceramente non me lo ricordavo.
“si papà lo faccio subito”.
“bravo bambino mio, bravo”.
Confesso che la cosa mi turbò un po’,facevo fatica a chiamare papà una persona che non lo era, ma continuai nel gioco.
Quando fui completamente nudo, mi abbracciò, incollando la bocca alla mia, ancora quella lingua che oramai conoscevo bene a rovistarmi in bocca,questa volta partecipai anch’io al gioco, restituendo ogni cosa che mi faceva.
Lo apprezzo molto, il cazzo che premeva sul mio inguine si fece ancor più duro.
Ci staccammo.
Mi chiese di girarmi.
Mi fece sdraiare sul letto,di pancia, con le gambe a penzoloni.
“lo sai cosa ti farò?”.
Visto che dovevo fare l’ingenuo.
“no padre non lo so”.
“te lo metterò nel culo bambino mio”.
Non dissi nulla anche perché non sapevo cosa dire,mi limitai ad immaginare quello che stava ammirando.
Il mio sodo e giovane culo,più bianco rispetto alla pelle abbronzata delle gambe e della schiena.
Il don si abbassò cominciando a leccare il buco con la lingua, lo inumidì,lo lavorò.
“cazzo il buco è proprio stretto!!, dovrò lavorarti con calma”.
Dentro di me sorrisi, era entrato nella convinzione di essere il primo.
“non preoccuparti non ti farò male, dimmi tu se devo continuare o fermarmi”
Continuò ad inumidire l’entrata,mentre io ansimavo e contorcevo dal piacere.
Ci fu un attimo di pausa
Il don si era fermato, compresi che si stava preparando ad incularmi.
Sentii il cazzo strofinarsi sul buco del culo con movimenti precisi e lenti, inumidì il medio della mano destra portandomelo alla bocca, lo succhiai cercando di insalivarlo il più possibile.
Lo introdusse lentamente nel culo, feci un piccolo sussulto e non fu finzione, lo sentii veramente.
Mi lavorò ben bene, cercando di allargare il buco il più possibile.
Infine a poco a poco iniziò a penetrarmi, dapprima la punta un po’ per volta per poi ritirarla,Il giochino durò un po’, quando il Don capì che lo sfintere era rilassato, cominciò a penetrarmi.
“amore, inspira quando te lo dico io, inspira lentamente, bravo così”.
Incredibile, credevo di essere oramai abituato all’introduzione, invece stavo impazzendo, la testa mi scoppiava, avrei voluto gridare, ma non riuscivo a decidermi se era dolore,o piacere, fu il corpo a decidere,il piacere cresceva,il prete con un unico colpo di reni entrò, il cazzo completamente nel culo,non potei fare a meno di emettere un gemito di piacere, misto ad un po’ di dolore.
Il Don rimase dentro per un po’.
“posso continuare bambino mio?”.
“certo continua, devi continuare e non fermarti, portami in paradiso”.
Cominciò con un gioco di bacino lento e calibrato, tirava fuori il cazzo dal culo fino alla cappella, poi di nuovo lentamente lo reintroduceva fino in fondo.
Avanti e indietro il mio respiro seguiva il ritmo del Prete, poi cominciò ad andare più velocemente.
Non capii più nulla, ero inondato di piacere,immerso in un mondo di voluttà,credevo di sognare, ma avevo provato una emozione così forte,ebbi paura di star sognando.
Staccando la mano destra dal muro diedi una toccata al cazzo del Don, era tutto vero, sentivo il cazzo entrare ed uscire dal mio corpo misurandone la lunghezza e lo spessore,lo sentivo fino allo stomaco e la cosa mi arrecava un enorme piacere, stavo per avere un orgasmo, impugnai il cazzo e cominciai a masturbarmi.
il Don continuava instancabile, alternando dolci parole sussurrate all’orecchio, a piccoli morsetti all’orecchio.
Poi il ritmo divenne più veloce, non ci volle molto a capire che stava per venire, aumentai il ritmo della masturbazione ora lo facevo con vero vigore.
“Alvin vuoi che venga dentro di te?”.
“guai a te se lo togli”.
Diede una spinta ancor più forte, voleva farmelo sentire ben bene.
Lo sentii mugolare, ansimare, rantolare, ancora una, due, tre, energiche stantuffate ed ecco un fiume di sborra calda inondò l’interno del culo, avevo goduto in maniera smisurata, non credevo fosse possibile raggiungere un livello così sublime.
Ma il gioco non era terminato, non ero riuscito a continuare la masturbazione, vinto dal piacere dell’introduzione anale.
Ripresi a farlo, il cazzo mi faceva male, dovevo soddisfarlo, il don mi bloccò,lo ingoiò,persi quasi i sensi per quella sensazione che mi stava prosciugando ogni energia,era bravo, succhiava, leccava, risucchiava, finché non sborrai sperma caldo denso nella confortevole bocca del padre.
Si buttò sul letto, lo imitai, ci trovammo l’uno fianco all’altro, mi baciò .
"Dai, fottimi tu adesso".
"Io, veramente..."
"Lo so bambino mio,che non hai mai inculato nessuno,.ma non è così difficile"
Poi senza aspettare risposta si girò e si mise a pecorina
Mi misi in ginocchio dietro di lui, il pene durissimo già sfiorava le natiche.
Avvicinai la cappella al buco.
"Bagnami un po',prima" .
Misi in bocca il medio e l’anulare e li insalivai ben bene.
Infilai prima il medio facendolo andare avanti d indietro,aggiunsi l’anulare.
Le dita entravano e uscivano dal buco dilatato,mentre il Don emetteva mugolii di piacere.
“Siii,dai ancora si si siiiiii”.
Questo suo piacere mi eccitò ancor di più, lo penetrai.
Prima lentamente in modo da adattare il buco al cazzo, spingendolo fino in fondo.
Quando fui dentro, il caldo del suo corpo mi pervase, insieme cominciammo a muoverci, ritmicamente.
“Alvin fermati un momento”.
Cominciò a muoversi solo lui, io rimanevo immobile, guardavo il cazzo entrare ed uscire.
“riprendi tu ora”.
Non so per quanto andammo avanti così, io che lo fottevo e lui che chiedeva di fermarmi per poi riprendere.
Ad un certo punto.
“Alvin accelera, accelera..fammi godere e vienimi dentro”.
Mai ordine fu gradito,lo feci con immenso godimento, trattenedo un urlo che se fosse uscito, probabilmente si sarebbe sentito fino in chiesa..
Tirai fuori il cazzo e mi stesi..lui si mise al mio fianco.
Mi baciò toccandomelo,il quale cominciava a tornare di dimensioni normali.
Poi si distese e restammo così uno di fianco all'altro,tra baci e carezze.
Fu un bellissimo periodo, poi Don Francesco fu trasferito.
E alla fine di agosto arrivò a papà la tanto sospirata promozione a Generale e con essa il trasferimento ad una base molto importante..

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