Una storia straordinaria

Scritto da , il 2010-01-08, genere etero

Prologo

Il Jumbo 747 dell'Alitalia staccò le ruote dalla pista 34 Left di Fiumicino in perfetto orario. Irene dal suo strapuntino guardava affascinata il mondo esterno staccarsi da lei a velocità vertiginosa. Più esso si allontanava assumendo contorni indistinti e sbiaditi, più lei assaporava il gusto pieno della libertà.
Entrava allora in una dimensione molto particolare nella quale il suo ego diventava di gigantesche proporzioni e lei, sentendosi padrona del mondo, aveva voglia di rincorrere ogni sorta di esperienza.

La storia

Ripensando a quanto era accaduto quel giorno si sentiva euforica. Finalmente lo aveva fatto,, aveva dato un calcio a quel mondo che la opprimeva. Ora, guardandolo allontanarsi dal finestrino ancora non poteva crederci, ricordava la faccia della direttrice, quella faccia austera che tante volte era bastata ad incuterle timore e che invece avea assunto un'espressione buffa quando con un sorriso lei le aveva detto "Si cerchi qualcun'altra, io me ne vado e qui non rimetto più piede.." .
Se ne era andata, se ne era andata veramente, facendo risuonare con i suoi passi le alte stanze della biblioteca Pontificia dove regnava il più assoluto silenzio.

Quel posto l'aveva oppressa sin dal primo momento, come l'aveva oppressa quell'assurda divisa che tutti dovevano indossare.... Si guardò e rise, rendendosi conto che ancora la indossava. La luce che indicava di tenere allacciate le cinture di sicurezza suonò e si spense, rapida Irene si slacciò la cintura e si spostò recuperando la sua sacca da viaggio dall'armadietto, poi si diresse verso il bagno.

Non appena entrata, per prima cosa si tolse quei maledetti occhiali, e si mise le lenti a contatto che aveva comperato sognando quel giorno e che non aveva mai avuto il coraggio di usare. Poi si guardò allo specchio, sciogliendosi i capelli e cotonandoseli con le dita dando alla sua pettinatura, prima quasi monastica un che di selvaggio. Annuì soddisfatta, andava molto meglio, iniziò a spogliarsi, lasciando solo le mutandine, poi, frugò nella sacca e ne trasse un abitino rosso, corto ed aderentissimo. L'aveva comperato un anno prima, e da allora non l'aveva mai indossato, ancora una volta le era mancato il coraggio di trasgredire, di rompere gli schemi consueti, ma ora staccò il cartellino del prezzo e lo indossò.

Per un attimo mentre si guardava allo specchio, i timori che per tanto tempo l'avevano fermata l'assalirono. Fissava quasi con terrore quella splendida ragazza dai lunghi capelli neri, lo sguardo provocante, i seni pieni e sodi che premevano contro la stoffa rossa del vestito. Con una risata liberatrice ruppe l'incantesimo, prese il rossetto e disegnò la morbida curva delle labbra con un rosso acceso, accentuandone la linea, quindi si truccò gli occhi e soddisfatta si ammirò allo specchio un'ultima volta.

Prese la divisa e la gettò nel cestino dei rifiuti quindi uscì e tornò al suo posto, quando fece per sedersi, una signora seduta nella fila accanto, con la quale aveva scambiato alcune parole prima del decollo, intervenne "Signorina mi scusi ma quello non è il suo posto... ci sta una ragazza di Roma, una brava ragazza.." le ultime parole erano state pronunciate in modo acido mentre la donna squadrava Irene disapprovando con tutta evidenza il suo abbigliamento.

Irene si voltò con un sorriso smagliante "Mia cara signora, anch'io sono una brava ragazza sa !!!!" esclamò in tono angelico, ma subito dopo aggiunse con voce sensuale "Se non ci crede chieda pure a suo marito... lui si che mi ha guardata bene..." la donna si voltò di scatto, fulminando il pover'uomo con uno sguardo, Irene fece una breve risatina "Comunque se disturbo posso cambiare posto... l'aereo è grande..." e se ne andò lasciando dietro di se una scia di profumo e sculettando vistosamente, il che costò al marito della signora un'altra occhiata feroce dal momento che non aveva saputo non seguirla con lo sguardo.

Irene salì le scale che portavano al salottino bar dei Jumbo transoceanici, era soddisfatta ed euforica, la nuova Irene le piaceva e la trovava molto più divertente della vecchia. Si accomodò al bar, accavallando le gambe, vi era poca gente, ma la mossa attirò subito alcune occhiate interessate.

Il barman si avvicinò, ma lei non ordinò, non aveva molti soldi e doveva farseli bastare, si voltò a guardare lo spettacolo delle nubi all'orizzonte che si muovevano veloci, era così presa che non si accorse nemmeno dell'uomo che si era seduto al suo fianco sino a che questi non parlò "Posso offrirle qualche cosa da bere ??" domandò ed Irene si riscosse, voltandosi. Non rispose subito, prima lo scrutò apertamente.

Era un bell'uomo, vestito sportivo ma elegante, alto ed atletico non doveva avere più di quarant'anni, un volto non bellissimo ma enigmatico e pieno di fascino. Irene decise che poteva essere un modo interessante per continuare il gioco. "Dipende da che cosa vuole in cambio..." rispose in tono basso, chinandosi verso l'uomo in modo che volendo potesse sbirciare nella scollatura del vestito. Restò un poco sorpresa quando lui non ne approfittò, ma rimase a fissarla in volto sorridendo "Mi accontenterei di poterle porre un paio di domande ..." Irene annuì "Cosa prende allora ???" domandò l'uomo.

Di solito Irene non beveva, e tanto meno lo faceva la mattina, ma senza esitazione ordinò "Un Jack Daniels con una scorza di limone" "Sarebbe più indicato la sera, ma se lo vuole veramente " commentò l'uomo, Irene continuò nella sua recita "La sera di solito non bevo... preferisco fare altre cose" rispose maliziosa. L'uomo rise "Non ci siamo ancora presentati... io sono Gianni e tu?" "Fino a questa mattina Irene... oggi non so...forse Magda..o Luana..." disse distrattamente.

"Irene dunque era la ragazza dalle divisa scura, con i capelli castamente raccolti sulla nuca... come mai questa trasformazione ???" disse sorprendendola non poco. Un poco contrariata Irene rispose seccata "Lei non si fa mai gli affari suoi..." pentendosene subito dopo . L'uomo però non diede segno di essersi arrabbiato "Risposta degna d'Irene.. viene ancora a galla..."Irene prese nervosamente il bicchiere e sorseggiò il burbon che le scese in gola bruciando come lava fusa. Tossichiò maledicendosi anche perché Gianni ridacchiò nuovamente ma non disse nulla.

"Ha promesso di rispondere alle mie domande... mi parli di questa Irene...Chi era che cosa faceva..." Irene bevve un altro sorso ed iniziò a raccontare.....l'infanzia trascorsa con le suore, gli studi, l'impiego alle biblioteche vaticane...non sapeva nemmeno lei perché raccontasse tutto ciò, sulle prime aveva addirittura pensato d'inventarsi una storia fantastica, di quelle da fotoromanzi.

"Una vita noiosissima... non ne potevo più e questa mattina ho buttato a mare la vecchia Irene..." concluse bevendo l'ultimo sorso di burbon "Complimenti...trasformazione riuscitissima.." commentò Gianni "Ma tu mi hai riconosciuta..."ribattè lei "lo perché ti tenevo d'occhio e ti ho vista andare al bagno ed uscirne trasformata..." rispose lui. Pagò il conto "Questo è un posto speciale...tutti i passeggeri debbono avere la possibilità di venirci durante il volo, non possiamo trattenerci oltre. Vuoi venire a sederti vicino a me? C'è un posto libero e... mi piacerebbe continuare a parlare con te".

Irene annuì, scese dallo sgabello con una piccola esitazione, il burbon a digiuno incominciava a fare effetto, lui senza dir niente le prese il braccio e lei gliene fu grata. Si sedettero l'uno a fianco dell'altra. "Allora, mi hai raccontato la storia d'Irene... vuoi dirmi qualche cosa del futuro di Magda ???" le domandò Gianni. Irene lo guardò per un attimo senza capire. Il burbon aveva più effetto di quanto avesse creduto possibile e le ci volle qualche secondo prima di ricordarsi che quello era uno dei possibili nuovi nomi che aveva indicato poco prima. Le sfuggì una risatina un poco ubriaca. "La vita della bibliotecaria è proprio come nei film sai.. può essere molto noiosa, ed io ho voglia di recuperare il tempo perduto, di assaporare tutte le emozioni che può dare la vita...." Rispose in uno slancio di sincerità probabilmente ispirato dall'alcool.

Se fosse stata sobria probabilmente si sarebbe accorta del sorriso soddisfatto di Gianni, ma non se ne accorse. "E' troppo facile..." pensò tra di se Gianni, era partito in preda alla disperazione, senza sapere come fare ad uscirne e poi era apparsa quella ragazza, prima vestita come un'educanda e poi come una puttana, forse vi era una possibilità, una sola ma una almeno...la speranza tornava ad affacciarsi nella sua mente anche si ostinava a non crederci "Comunque io non ho fretta, vedremo se è tutto oro quello che luccica... comunque vada ci sarà da divertirsi..."pensò provando un'irragionevole brivido d'eccitazione.

"Los Angeles è la città ideale per questo.... Io la conosco bene sai. Cosa pensi di fare quando ci arrivi ???" le domandò.
"Veramente non ci avevo pensato... ho solo preso il primo aereo.... Penso che mi troverò un lavoro per racimolare qualche soldino e magari ripartire per qualche altra meta..."E che genere di lavoro... oltre alla bibliotecaria che cosa sai fare ??" le domandò Gianni. Lei ci pensò un po, poi rispose "Non molto per la verità...forse un poco ballare... pensi che questo possa essere un problema" ed assunse un'aria estremamente provocante che evidenziava le sue splendide forme.

Gianni ridacchiò scuotendo la testa "Conosco molti locali che non se ne preoccuperebbero affatto... se vuoi posso aiutarti presentandoti a qualcuno.... E poi per combinazione la mia gelosissima consorte non ha voluto che portassi con me la mia segretaria... potresti sostituirla tu per il periodo in cui mi fermerò a Los Angeles." le propose.

Questa volta fu Irene a ridacchiare "Ma ti ho appena detto che non so fare quasi nulla al di fuori della bibliotecaria..." rispose "Se è per questo neanche la mia segretaria... ma è molto carina. Quasi come tè... per questo mia moglie è gelosa" replicò pronto Gianni.
Irene era affascinata da quell'uomo, le girava intorno ormai da un paio d'ore, come un gatto fa con il topo, dando sempre l'impressione di volersela magiare in un boccone, senza mai decidersi.

"Tua moglie quindi non ha tutti i torti ad essere gelosa..." ridacchiò Irene, lui scosse la testa sconsolato "Tutte uguali voi donne... vi ostinate a non credere che tra un uomo ed una bella donna non possa esistere l'amicizia o un corretto rapporto di lavoro..." Irene ridacchiò nuovamente.

Poi assunse un'aria complice "A me lo puoi confessare, non conosco ne conoscerò mai tua moglie, quindi.... Dimmi siete amanti ???" gli domandò, ma lui non si fece corrompere "Non posso rispondere, primo perché sono un gentiluomo e non parlo di certe cose.... Secondo perché ti ho appena proposto di sostituirla per qualche giorno. Non vorrei influenzare la tua scelta..." scherzò Gianni. "Ti paio una che si spaventi di fronte a qualche piccolo lavoretto straordinario ??? Sono una gran lavoratrice sai...Piuttosto dimmi, quale pensi che dovrebbe essere il mio...stipendio ???" rispose Irene, ma pronunciava la domanda nella sua mente passò fugace l'immagine di lui seduto alla scrivania mentre lei gli stava a fianco porgendogli delle carte da firmare. Gianni leggeva e firmava, ma l'altra mano risaliva dolcemente lungo le sue cosce....

Irene ebbe un brivido e si scosse e l'immagine sparì. Si augurò che lui non si fosse accorto di niente. Ma Gianni che la osservava con attenzione, sempre pronto a cogliere i piccoli segnali che involontariamente lei gli mandava decise di potersi spingere oltre. "Non ti interessa prima sapere in che cosa consisterebbe il lavoro ??" le domandò con tono pieno di sott'intesi. Irene scosse negativamente la testa, "Va bene rispose lui assumendo un'espressione da sconfitto "Cento dollari al giorno più vitto ed alloggio possono bastare ???" non si fidava ancora della sua voce, era ancora turbata dall'immagine che la sua mente aveva proiettato poco prima. Decise di limitarsi nuovamente ad annuire.

"Non potrò pretendere molto...Anna la mia segretaria ha anni d'esperienza... siamo molto affiatati" esordì accentuando ancora i sottintesi "Tu potrai limitarti a rispondere a qualche telefonata o farne altre, poi potresti accompagnarmi a qualche pranzo o cena d'affari... la presenza di una donna bella e simpatica rende l'ambiente più rilassato...l'ideale per gli affari...". Ancora una volta Irene si vide elegantissima e Sexy seduta con Gianni ed un cliente al tavolo di un ristorante, ridevano e scherzavano mentre pranzavano. Ancora una volta la sua fantasia calcò la mano l'immagine scomparve, sostituita dalla mano del cliente che sotto al tavolo l'accarezzava apertamente tra le cosce.

Non poteva tacere ancora una volta, cercò di controllare le proprie emozioni "Straordinari esclusi..." disse ma la sua voce risultò forzata ed innaturalmente alta di tono. Questa volta fu Gianni ad annuire.
A disagio si mosse sulla poltroncina, e si accorse di essersi bagnata, dopo l'iniziale sorpresa decise che la sensazione le piaceva., anziché spaventata e tremante si sentì forte e spavalda. "La tua segretaria...Anna, ti accompagna a questi pranzi di lavoro ?" domandò lui annuì "Lei fa molto di più....ma come ti ho detto con te mi accontenterò di molto meno..." rispose lui fissandola intensamente. "Nient'altro ??" l'incalzò Irene, lui scosse la testa "Magari uscire con me a cena la sera... ma io non credo possa essere considerato lavoro..." le disse sorridendo.

Irene sorrise complice, poi allungò la mano porgendogliela per siglare l'accordo, lui la strinse dolcemente, poi se la portò alla bocca e la sfiorò con le labbra.

Il viaggio fu, come previsto lunghissimo, ma ad Irene parve passare in fretta, stare insieme a Gianni era estremamente piacevole. Giunsero a Los Angeles a notte inoltrata, quasi l'alba. Lui le mostrò dal finestrino lo spettacolo della sterminata città illuminata. Malgrado la stanchezza Irene si sentì elettrizzata. L'aereo si abbassò sempre più ed infine atterrò.

Dopo le pratiche doganali, lui chiamò un Taxi e la condusse al suo albergo, mentre entravano nel favoloso atrio splendente di luci, Irene si domandò un poco preoccupata se lui avrebbe preso un'unica stanza o due. Una parte di lei protendeva per la prima soluzione, anzi un poco ci sperava malgrado la stanchezza. L'altra si augurava che lui avesse il buon senso di scegliere la seconda ipotesi.

Ammirata lo sentì parlare alla reception in un americano fluente e trasse un sospiro quando lo sentì richiedere una seconda stanza per lei, malgrado l'euforia di quella giornata, non si sentiva ancora pronta per una simile eventualità.

Lui l'accompagnò sino alla camera e le diede la buona notte. Irene distrutta, si gettò sul letto e non ebbe neanche il tempo di spogliarsi prima di addormentarsi profondamente. Trascorse un giorno intero prima che si riprendessero dalla stanchezza del viaggio e dal cambio di fuso orario. Fu Gianni che la spinse ad uscire dall'albergo, lei sarebbe rimasta dal momento che si sentiva ancora a pezzi.

Bastò poco perché si riprendesse, dopo pochi passi per le splendide vie che traboccavano di negozi, Irene aveva già ritrovato l'entusiasmo anche se si limitava a guardare non volendo intaccare la sua misera riserva fondi. Gianni si divertì un po' a tenerla sulle spine, poi le fece alcuni regali. Irene cercò di non approfittarne, scegliendo solo roba semplice e poco costosa, ma lui insistette. "Non voglio che i clienti dicano che sono tirchio e pago poco la mia segretaria.." disse scherzoso e la aiutò a scegliere alcuni vestiti decisamente sexy.

La portò a pranzo, poi nel pomeriggio le fece fare alcune telefonate per appuntamenti di lavoro. "per essere una bibliotecaria parli molto bene l'americano..." si complimentò. La sera ebbero la prima cena di lavoro, e Irene, si sentiva un poco nervosa, non sapendo che cosa attendersi. Il flash che aveva avuto sull'aereo, con il cliente che l'accarezzava apertamente, si ripetè più volte, ma alla fine l'incontro si rivelò molto normale. Irene fece più che altro la comparsa contribuendo a rasserenare l'ambiente. Proprio come aveva detto Gianni.

L'indomani ebbero un incontro a mezzogiorno, e qualche altro nel pomeriggio. Tornarono all'Hotel presto e lui le sussurrò mentre salivano in camera. "Questa sera sei libera... ma se vuoi t'invito a cena", "Volentieri... " rispose Irene con un leggero batticuore. Tutto era andato sin troppo bene sino a quel momento, aveva la certezza che quella sera lui avrebbe preteso di più...si domandò se l'idea l'attirasse o la spaventasse... ma non trovò una spiegazione convincente. In verità era sia spaventata che attirata da quella strana situazione.

Gianni la portò a cena, "Se ti va dopo posso farti fare un giro dei locali della città.... In molti di essi volendo potrai trovare lavoro dopo che io me ne sarò tornato in Italia...." Le disse ed Irene accettò. Il primo era un accogliente ed intimo piano bar, musica soft, luci soffuse...un posto ideale per amanti. Irene si aspettava che lui le facesse la corte, ma ancora una volta non accadde e non andarono oltre gli scherzi come in aereo.

Il secondo locale era decisamente più movimentato, vi erano un sacco di ballerine che ballavano sui cubi, decisamente poco vestite, come del resto le cameriere, la cui minuscola divisa assomigliava più ad un grosso francobollo. "Qui se vieni a domandare lavoro, non ti chiedono che cosa sai fare... ti danno un'occhiata e ti dicono subito si o no..." le disse lui "A direbbero certamente di si..." aggiunse subito dopo.
"Ne conosci tanti di locali così ?" domandò Irene che si sforzava di mostrarsi tranquilla e rilassata mentre il realtà era a disagio di fronte a quelle ragazze che ballavano spudoratamente con movenze sensuali di fronte agli uomini. Di tanto in tanto qualcuno allungava le mani ed infilava una banconota nelle mutandine di una ballerina... che allora gli concedeva di più indugiando e strofinandosi sulla mano del generoso spettatore.

"Ne conosco un po... non mi dispiacciono, se t'interessano te ne posso mostrare anche di più forti" le rispose fissandola con un leggero lampo di sfida negli occhi. Irene non abbassò il suo "Volentieri....così potrò scegliere meglio quello in cui mi piacerebbe lavorare...." Rispose.

Mentre in Taxi si spostavano nelle affollate strade della città, Gianni continuò a parlare "A Los Angeles puoi trovare tutto quello che desideri.... abbigliamento Italiano, locali con la cucina di ogni angolo della terra, i più rinomati teatri ed i locali d'infimo ordine...il meglio ed il peggio del mondo..." "Ed i locali nei quali mi stai portando cosa sono ??? Il meglio o il peggio ???" scherzò Irene. Lui diede un'alzata di spalle "Giudicherai tu... alcuni dicono siano il paradiso...altri l'inferno. Inizierò gradualmente la discesa... dimmi tu quando vorrai smettere...". Le disse con un sorriso di sfida Irene rispose al sorriso e si ripropose di vincere quella sfida.

Uscendo dal terzo locale, la fermezza di Irene incominciava a vacillare. Aveva fatto una fatica tremenda a non mostrare il proprio imbarazzo e le sensazioni che l'avevano tormentata. All'inizio le era sembrato simile al precedente, ma poi si era accorta che le ragazze sui cubi si spogliavano completamente offrendosi oscenamente agli sguardi degli spettatori.

Portavano tutte una sottile catenina alla vita, nella quale i presenti infilavano generosamente banconote. Quando il taglio era sufficientemente grande, le ragazze ringraziavano calorosamente, Irene era quasi arrossita vedendo uno spettatore affondare il volto tra le cosce di una ballerina e la testa sussultare impazzita mentre l'uomo le leccava il sesso.

Si erano poi accomodati ad un tavolo ed avevano ordinato un drink. Irene aveva cercato di non guardare i cubi, ma la situazione non era molto migliorata. Le cameriere erano tutte in Topless ed indossavano un minuscolo tanga. Anche in questo caso, le mance venivano ricompensate anche se in maniera meno calorosa, concedendo fugaci quanto audaci carezze.

Quando uscendo lui le chiese che cosa ne pensasse, controllando a fatica la voce Irene rispose con un laconico "Interessante..." "Proseguiamo la nostra Odissea ??? O vuoi ritornare in albergo ???" domandò lui mostrando di avere notato i suoi problemi. Caparbia lei rispose con uno sfottò "Avresti già finito le tue conoscenze ???" assumendo un'espressione delusa.

"Questo localino è un po' forte..." le preannunciò lui e lei, una volta entrata credette che avesse scherzato. L'ambiente era elegante, vi era poca gente e le luci erano soffuse. Irene si rilassò dopo pochi minuti, e rimase rilassata anche quando sul piccolo palco comparve una ballerina elegantemente vestita, che iniziò a danzare con leggiadria al ritmo della musica.
Sembrava un balletto classico, la musica era bella e rilassante, la ragazza, a suo parere molto brava, ma Irene non era un'esperta.

Alla ragazza si unì ben presto un ballerino ed i due volteggiarono sul palco come due innamorati. Le scenografie, cambiavano dietro di loro come se stessero passeggiando per la città, il sole tramontava ed i due lo fissavano scomparire lasciando il posto alle prime tenebre.
La musica si fece romantica e languida mentre i due passeggiavano abbracciati e la notte avanzava.

Ora erano in una strada deserta, la luce era ulteriormente diminuita ed i due si fermavano a baciarsi sotto ad un lampione. Altre figure comparvero sulla scena, scure e minacciose mentre la musica cambiava tono. In breve i due furono circondati e si accorsero di quanto stava accadendo. Il ballerino cercò di proteggere la ragazza con il proprio corpo. Il balletto mimò la lotta impari tra lui e la banda che ben presto lo vide soccombere.

La ragazza terrorizzata cercò di sfuggire, ma la strada era sempre sbarrata da un membro della banda. La musica era diventata frenetica. Mani avide incominciarono ad afferrare ed a strappare gli abiti della giovane. Le carni immacolate divennero sempre più visibili sino a che non rimase nuda.

Irene ebbe un sussulto mentre uno dei ballerini afferrava la giovane e la gettava a terra, poi trattenendola per i capelli la costringeva ad inginocchiarsi davanti a lui. Altri la trattennero, mentre l'uomo incominciava a slacciarsi i pantaloni sorridendole e sghignazzando oscenamente. Incredula vide l'uomo estrarre dai pantaloni il membro grosso ed eccitato e fare un passo avanti porgendolo alla bocca della giovane.

Costretta, nella finzione scenica, la giovane iniziò a succhiare il mostruoso membro che le affondava profondamente in gola. Da quel momento sotto gli occhi di Irene la scena iniziò a degenerare, altri giovani si aggiunsero al primo e la ragazza fu costretta a dividere le proprie le proprie attenzioni tra tutti i membri della gang.

Irene non aveva mai ne visto ne immaginato una scena simile, il cuore le batteva all'impazzata. Fissò con occhi stravolti la giovane che veniva rovesciata sul palco e subito dopo penetrata. Fissò i giovani che si alternavano tra le sue gambe e nell'attesa si masturbavano e si facevano baciare e succhiare. Ma le sorprese per lei non erano finite. La ragazza venne costretta a mettersi carponi.

Irene sulle prime non riuscì a capire che cosa stesse accadendo, vedeva che il giovane alle spalle della ragazza assumeva una strana posa, troppo alta per quanto lei pensava stesse facendo, lo vide spingere con furia, vide la ragazza gemere ed il membro scomparire in lei proprio la dove mai avrebbe dovuto scomparire. Solo allora si rese conto di quanto stava accadendo davanti ai suoi occhi, capì che stava assistendo alla sodomizzazione della giovane.

E dopo il primo anche gli altri approfittarono in quel modo della ragazza. Che alla fine rotolò stremata sul palco. Ad uno ad uno, i maschi le salirono a cavallo masturbandosi e depositarono sul suo viso e sul suo giovane petto il loro tutto il loro piacere. La musica indiavolata cessò improvvisamente un attimo dopo che l'ultimo ragazzo ebbe goduto. Il gruppo si sciolse e le luci si accesero mentre un applauso scrosciante si alzava dalla platea e la giovane, oscenamente imbrattata di sperma si chinava a ringraziare insieme a tutti i ballerini per poi scomparire dalla scena.

Irene sconvolta rimase a fissare il palco ormai deserto. Gianni la fece sussultare prendendola per un braccio si voltò e vide che lui le sorrideva "Vieni torniamo in albergo... per questa sera può bastare..." lo seguì docilmente, tenendo lo sguardo basso senza avere il coraggio di guardare gli altri spettatori.

Solo molti minuti dopo in Taxi riuscì a parlare nuovamente "Non credevo potessero esistere posti del genere..." e Gianni le accarezzò dolcemente i capelli e le rispose "Siamo a Los Angeles piccola... qui tutto può esistere, qui non esiste limite per nulla, ne per il desiderio di denaro ne per quello di sesso...".

Lui l'accompagnò in camera e la lasciò andando nella sua. Irene finalmente sola, cercò di rilassarsi, ma la sua mente era piena di quanto aveva visto quella sera e le immagini continuavano a tormentarla.
Suonò il telefono e meccanicamente rispose "Si...." "Va meglio ???" domandò la voce di Gianni..."Ti ho vista un poco provata e non vorrei averti sconvolta troppo..." continuò premuroso. "No... non ti preoccupare... devi solo pensare che sino a pochi giorni fa ero solo una bibliotecaria educata dalle suore... normale che sia rimasta un poco turbata...." Cercò di sminuire.

Poi una domanda le sfuggì dalle labbra senza che riuscisse a frenarla "Quando ci vai con Anna, la tua segretaria, poi la riaccompagni in camera e le dai il bacino della buonanotte e te ne vai ???" lo sentì ridacchiare "Non proprio " rispose "Ma Anna è diversa a lei piacciono quegli spettacoli... le scaldano il sangue...".

Lo spirito ribelle di Irene si risvegliò immediatamente e lei prontamente rispose "Anche a me è piaciuto sai... essendo la prima volta mi ha un poco turbata... ma mi è piaciuto...", non si preoccupò tanto per aver detto quella frase, ma piuttosto perché improvvisamente si accorse che era vera.

La reazione di Gianni fu immediata, sentì la sua voce arrochirsi mentre le diceva "Davvero... fin dove potresti spingerti tu ?? Balleresti sul cubo... o ti faresti anche leccare dagli spettatori... non dirmi che saresti disposta ad inscenare uno spettacolino anche Hard come l'ultimo che abbiamo visto...." Le vibrazioni della voce di Gianni si trasmisero anche al corpo di Irene. I capezzoli le s'inturgidirono con violenza inaspettata.

"Non so...quando ho visto le ragazze farsela leccare... era come se sentissi la loro lingua su di me..." la frase le morì in un gemito, mentre la sua mano scivolava tra le belle cosce sfiorando il delicato vello pubico. La roca voce di lui le fece eco "E quando hai visto quei cinque violentare la ragazza sul palcoscenico cosa hai provato ???" "Dio non ci potevo credere.. con tutti quegli uomini...davanti a tutti... in quel modo inumano, bestiale e contro natura...." Gemette Irene. Ormai la sua mano vagava senza più ritegno, solleticando il clitoride gonfio di piacere.

Dai rumori che udiva dall'altro capo della cornetta capì che anche Gianni stava masturbandosi mentre le parlava al telefono. " , "Per tutto il tempo ho sognato che al suo posto ci fossi tu... ma cinque uomini non sarebbero bastati per te...tu ne avresti soddisfatti di più ...dieci o venti.....è come se li vedessi i loro cazzi violare la tua bocca, la tua fichetta ed il tuo delizioso culetto...." gemette Gianni .

"Siiii!!! Gli rispose Irene , avrei dato loto tutto quello che volevano....dio ma li hai visti venire sulla faccia di quella poveretta...ah!!!!" gemette Irene mentre il suo corpo pareva esplodere scosso dalle formidabili scariche dell'orgasmo che si scatenava in lei, "L'ultimo sarei stato io...telo avrei messo in culo e poi mi sarei masturbato davanti alla tua bocca sino a riempirtela ahhhhh!!!".
Con gli occhi della mente Irene vide distintamente il glande di Gianni contrarsi furiosamente ed il bianco liquido esplodere riempendole la bocca e venne mentre dall'altro capo del telefono a Gianni succedeva la stessa cosa.
L'esplosione di piacere pose anche fine alla telefonate dopo qualche imbarazzato saluto
Quella notte Irene dormì come mai in vita sua provata dalle mille emozioni di quel giorno...Gianni invece riattaccando, aveva uno strano sorriso sulla bocca.

La mattina successiva s'incontrarono per colazione, erano entrambi imbarazzati, anche se per motivi diversi "E' stato bellissimo ieri sera..." le disse lui e lei annuì arrossendo timidamente. Vi fu una lunga pausa nella quale nessuno dei due parlò, Irene incapace di ritrovare quella sicurezza che aveva provato in aereo all'inizio del viaggio, Gianni consapevole di giocarsi l'intera vita. Alla fine fu Gianni a parlare.

"Mi vergogno anche solo a proportelo, ma mi hai fatto impazzire....oggi dobbiamo incontrare Karlayle... lo conosco è un vero porco..." a quelle parole Irene sobbalzò, "Ti presenterò come mia moglie....lui non resisterà alla tentazione e .ci proverà e io gli darò corda...ho sognato tutta la notte di possederti mentre succhi il suo cazzo " come al solito le parole di Gianni si materializzarono nella mente di Irene... sentì il cazzo gonfio che le affondava in gola e l'altro che le scorreva nel ventre e trattenne a stento un gemito di lussuria mentre il suo ventre pareva liquefarsi "Ti prego... dimmi che lo farai..." gemette Gianni.

"Tutto quello che vuoi... farò tutto quello che vuoi..." bisbigliò in modo quasi impercettibile... il cuore di Gianni sembrò scoppiare di gioia. "non sai quanto mi rendi felice..." farfugliò a sua volta.
"Mi raccomando... cera di comportarti come una brava moglie.....timida e sottomessa..." le sussurrò lui mentre li accompagnavano da Karlayle.

Un ometto decisamente piccolo e tarchiato, decisamente sgradevole e che probabilmente aveva superato i sessant'anni li attendeva al bordo della piscina. Una notevole pancia, gonfiava il costume e nel vederlo Irene provò disgusto, ma la sua mente allo stesso tempo immaginò il piccolo cazzo grassottello che si appoggiava prepotentemente alle sue labbra e le mani grasse dell'uomo che sondavano le sue parti più intime...

A fianco dell'uomo, che se ne stava all'ombra di un variopinto ombrellone, comodamente sdraiata su di un lettino stava una appariscente bionda... poco più che ventenne, i seni grandi e perfetti dai grandi e rosei capezzoli spudoratamente offerti al sole ed agli sguardi di tutti ed un minuscolo perizoma a coprire il sesso ma tanto aderente da lasciar immaginare anche i minimi dettagli.

"Caro Gianni... ben venuto, ma chi è la splendida creatura che l'accompagna..." disse Karlayle "Mia moglie... non era mai stata a Los Angeles ed ha tanto insistito per accompagnarmi..." rispose Gianni mascherando il nervosismo che attanagliava ogni muscolo del suo corpo.

Karlayle si alzò ed andò a stringere e baciare la mano di Irene "Suo marito le dice mai che è splendida signora ???" le disse. Le mani del vecchio erano viscide sudate... Irene provò ribrezzo, ma la cosa la eccitò anche. "Grazie Mr. Karlayle... fa sempre così caldo qui a Los Angeles ?" rispose Irene "300 giorni all'anno e gli altri 60 è anche peggio.. per questo in ogni casa ha una piscina anche se non così grande..." rispose l'uomo non perdendo l'occasione di sottolineare l'eccezionalità della grande piscina. "Vuole approfittarne per fare un bagno ???" aggiunse subito l'ometto.

Irene rispose con naturalezza, senza nemmeno riflettere, le fresche acque blu della piscina l'attiravano irresistibilmente. Mi piacerebbe... ma non ho il costume...", l'uomo ridacchiò "Se non si formalizza e suo marito è d'accordo, puo fare il bagno anche senza, a Los Angeles non siamo così formali... non vede Titty..." rispose l'uomo additando volgarmente la bella bionda.

D'istinto, Irene si voltò a guardare Gianni che annuì.... Il porco la trattava come una puttana... Irene ribollì di rabbia quel tanto che bastava per acquietare la sua coscienza mentre allo stesso tempo sentiva la propria eccitazione accrescersi al solo pensiero. Con rapide mosse si liberò dei vestiti, poi si sfilò le mutandine, unico indumento rimastole e le gettò a Gianni, quindi si tuffò in piscina con grazia che destò un gridolino di stupore in Karlayle.

L'uomo si avvicinò a Gianni "E così è riuscito a convincerla ci tiene proprio tanto a quest'affare ????" gli domandò. "Non sono sicuro di averla convinta... ha solo accettato di venire..." rispose Gianni, i suoi occhi come quelli di Karlayle seguivano Iene che nuotava nella piscina. "E' molto più bella dal vivo che in fotografia..."Disse l'uomo senza dar segno di averlo udito e Gianni rabbrividì cercando sul volto di Karlayle il benchè minimo sospetto. Non ne trovò e si tranquillizzò un poco.

Irene nuotava nell'acqua insolitamente fredda... il sole bruciava e lei si era aspetta di trovare l'acqua deliziosamente tiepida. Dopo pochi minuti il freddo le provocò un irrefrenabile stimolo ad andare in bagno.
Uscì dall'acqua e con mosse imbarazzate prese un asciugamano. Gli aperti sguardi del vecchio non smisero un istante di accarezzare la sua pelle. Irene rabbrividì e non solo per l'acqua gelida.

"Mi scusi dov'è un bagno???" fu costretta a chiedere Irene, Karlayle glielo indicò, Irene corse via cercando di coprirsi alla meglio con il telo. Da poco era seduta sull'asse liberandosi dell'insopportabile peso che l'opprimeva quando la porta si spalancò e sulla soglia comparve Karlayle nudo ed eccitato. Gli occhi di Irene si posarono sul membro che aveva immaginato piccolo e grassottello e che invece era grosso e lungo. "Che fa se ne vada..." disse cercando di distogliere lo sguardo. Incurante l'uomo avanzò.

Si fermò a pochi centimetri da lei "Non essere sciocca, la colpa è tua se sono in questo stato... devi rimediare o tuo marito può scordarsi il contratto che stavamo per firmare..." disse "...una brava moglie deve sempre aiutare il marito..." aggiunse, poi si chinò leggermente e presale la mano se la portò al membro.

Irene sussultò al contatto con il calore e la forza di quel membro "La prego... potrebbe arrivare mio marito...." Disse sommessamente Irene, ma non tolse la mano dal membro del vecchio. "Tuo marito non rischierebbe di perdere l'affare per così poco... e se tu sarai gentile gli darai una mano a convincermi a firmare l'accordo..." le rispose lui mentre le guidava iniziando a muovere avanti ed indietro la mano.

Irene tacque a lungo poi sospirò "Cosa vuole che faccia...." Disse con un filo di voce, il recitare la parte, la eccitava terribilmente, si stava bagnando come mai le era capitato in vita sua.... "Lo sapevo..." sghignazzò Karkayle "Tutti hanno un prezzo... se è abbastanza alto anche le brave mogli possono trasformarsi in puttane..... incomincia a succhiarmelo troia...." L'apostrofò lui facendola fremere per quella che poteva sembrare paura ma non lo era.

Timidamente Irene avvicinò le labbra carnose al glande di Karlayle, estrasse la tumida lingua ed iniziò a sfiorarlo "Sto per fare un pompino ad un vecchio bavoso mentre me ne sto seduta sulla tazza di un cesso... ma che cosa mi sta succedendo debbo essere impazzita..." si domandò Irene. Ma la risposta non fu quella che si attendeva, anzi dischiuse le labbra e lo accolse in bocca. Il vecchio trasse un gemito "Brava così.... Accarezzami le palle mentre succhi..." le ordinò e Irene prontamente obbedì.

Ad un tratto si arrestò... sulla porta era comparsa la bionda della piscina, li fissava e non sorrideva affatto. "Devo pensare che hai intenzione di scaricarmi Franck... se lo fai per questa troia mi deludi... pensavo avessi gusti migliori..."sbottò con rabbia.

Irene era paralizzata dalla sorpresa, incapace di muoversi, con il cazzo di Karlayle ancora affondato in bocca "Non dire cazzate Titty.... Questa è la moglie di Gianni.. ho solo intenzione di sbattermela un po'... non fare la gelosa.... Vieni qui e leccami il culo mentre lei me lo succhia..." sghignazzò l'uomo. Senza più parlare Titty li raggiunse ed inginocchiatasi dietro al vecchio, con le mani divaricò le bianche natiche ed iniziò a leccarlo. "Non startene li ferma come una scema... succhia..."

Irene si scosse mentre nella sua mente si ripeteva "Non è possibile... non può essere vero..." ancora un attimo e riprese a succhiare mentre le mani di Karlayle iniziavano a palparle i seni, stuzzicando ferocemente i grossi e scuri capezzoli.

Chino su di lei le sussurrò "Brava... mettici un po' più d'impegno... tuo marito tutto soletto s'insospettirà e verrà a cercarci... scommettiamo che ci troverà prima che tu riesca a farmi venire....". La perversione di quel vecchio la sconvolgeva...Irene iniziò a succhiare con foga, le sue labbra scorrevano veloci lungo l'asta che le affondava in gola, la lingua si muoveva frenetica e la piccola mano si muoveva anch'essa all'impazzata masturbando il vecchio.

Non sapeva cosa attendersi quando Gianni fosse comparso sulla porta, ma l'idea l'attraeva irresistibilmente. Le parole di Gianni la sera prima le risuonavano ancora nella mente " ho sognato tutta la notte di possederti mentre succhi il suo cazzo...." senza nemmeno accorgersene iniziò ad accarezzarsi il clitoride "Ti tocchi persino... allora ti piace veramente succhiare i cazzi..." l'apostrofò oscenamente il vecchio. Irene non potè fare a meno di arrossire il che diede un tocco di veridicità alla sua recita che mandò in visibilio il vecchio, che l'afferrò per la nuca iniziando letteralmente a chiavarla in bocca.

Il glande le sbatteva violentemente contro il palato, si spingeva nella sua gola sin quasi a soffocarla, ma Irene provò un'incredibile eccitazione nel vedere quale genere d'eccitazione bestiale fosse capace di generare in un uomo. Proprio in quel momento Gianni comparve sulla porta.

Irene quando se ne accorse, s'irrigidì, opponendosi a Karlayle e lottando per liberarsi, quando vi riuscì, con voce rotta dall'affanno gridò "Gianni... posso spiegarti tutto..." mentre Karlayle guardava divertito la scena "Stai zitta puttana... non c'è niente da spiegare, sei solo una troia ma faremo i conti a casa....." l'eccitazione per la scena che aveva appena visto, gli faceva tremare la voce come d'indignazione.

Le si avvicinò "Comunque non voglio rovinarvi il divertimento... anche a me piacciono le puttane e te lo dimostrerò....." le disse e quando i loro occhi s'incontrarono un lampo di complicità scattò tra di loro. La spinse nuovamente verso Karlayle. Guardando Gianni intimorita, Irene accolse nuovamente il cazzo del vecchio tra le labbra.
Poi Gianni, la fece alzare e poi inginocchiare sulla tavoletta del water. Irene ora non lo poteva più vedere, ma sentì distintamente il rumore della zip che si abbassava, il fruscio della stoffa mentre con mosse frenetiche Gianni estraeva il membro eccitato dai pantaloni.

Sentì il glande rovente strusciarle sulle grandi labbra "Cosa volevi spiegarmi prima ??? Forse che ti piaceva tanto succhiargli il cazzo che ti eri bagnata come una cagna ???" le disse lui, poi con un unico potente affondo Gianni scomparve nel suo ventre. Irene mugolò soffocata dal membro di Karlayle che aveva ripreso a scorrere nella sua gola.

Irene, trafitta dai due uomini, si ritrovò scossa dai loro potenti affondo, si abbandonò al piacere che diventava ogni secondo più forte. La sua mente incominciò a vagare... non era più a Los Angeles, era tornata a Roma, nella grande biblioteca pontificia, li sugli immensi ed antichi tavoli i due uomini la scopavano sotto gli occhi esterrefatti della direttrice e delle suore che l'avevano allevata... l'orgasmo esplose incontenibile offuscandole la mente, lasciandola tremante e gemente.

"Non essere egoista Gianni... lasciami scopare la tua dolce mogliettina... tu se vuoi puoi fare il culo a Titty " disse Karlayle e Gianni guardò la bionda che fece una smorfia ma non replicò ed anzi si predispose carponi sul pavimento sculettando. Gianni finse di essere indeciso... poi si staccò lasciando Irene e raggiungendo Titty.

Il membro ben lubrificato dagli abbondanti umori di Irene che lo imperlavano sino ai peli del pube, scivolò senza fatica nell'ano elastico e cedevole della ragazza. Gianni iniziò a sbattere violentemente il pube contro le natiche sode ed elastiche della bionda, scuotendola con foga che faceva sobbalzare nell'aria i grossi seni di Titty.

Irene guardava la scena mentre alle sue spalle Karlayle la penetrava con tutta la foga di cui era capace. Gianni si voltò a guardarla, il suo sguardo aveva terribili lampi d'eccitazione che colpirono Irene come freccie scatenando in lei nuova eccitazione. Quando Karlayle gemendo venne nel suo ventre Irene chiuse gli occhi e la sua bocca si spalancò nel prolungato gemito del nuovo orgasmo che la colse mentre fissava Gianni che a sua volta cospargeva di sperma la bella schiena di Kitty

Due giorni dopo, Gianni firmava con Karlayle un ricco contratto, un contratto che avrebbe cambiato la sua vita.... Quella sera portò Irene a cena nel più lussuoso locale di Los Angeles. Le aveva regalato un vestito nuovo e lei era stupenda. Dopo quel giorno a casa di Karlayle sembrava che i due avessero avuto bisogno di una pausa per ritemprarsi delle troppe emozioni subite. Era vero per Irene ma non per Gianni.

In realtà lui era terribilmente combattuto tra la gioia per la vita ritrovata grazie al contratto ottenuto da Karlayle e un opprimente senso di colpa per aver usato Irene. Non era stata una cosa premeditata, tutto era capitato per caso. Dall'incontro sull'aereo alla straordinaria somiglianza di Irene con sua moglie Roberta, al ricatto che Karlayle gli aveva fatto più di un mese prima "Se vuoi che firmi il contratto devi darmi un buon motivo..." gli aveva detto e quando lui gli aveva chiesto di essere più chiaro, lui aveva risposto con un sorriso maligno "Ho visto le foto di tua moglie nel tuo ufficio. Io sono un uomo che può comparare tutto quello che vuole ed ora voglio lei... se vuoi il contratto me la devi far scopare...." Ed aveva chiuso con una risata che lo aveva umiliato.

Aveva preso l'aereo per tornare a Los Angeles disperato ma deciso a non cedere al ricatto, a dire al vecchio cosa poteva farci dei suoi soldi. Una decisione non facile, aveva bisogno del contratto senza di quello sarebbe stato il fallimento quasi certo...poi aveva visto Irene sull'aereo e tutto nella sua mente era nato spontaneamente, oppresso dal bisogno di salvare la propria esistenza e quella della sua famiglia, Gianni non aveva pensato ad Irene, ma ora era diverso, tutto diverso.

Irene notò che Gianni era strano, parlava poco, era triste anche se cercava di nasconderlo. Lei era perplessa, non le pareva che fosse accaduto nulla di particolare che potesse giustificare quel cambiamento. Alla villa tutto era andato benissimo, per lei era stato fantastico e, ne era certa, lo era stato anche per lui....

Si decise a rompere quell'assurdo silenzio "Si può sapere che cosa ti è successo Gianni ??? Non ti riconosco più te ne stai li muto a guardarmi con quegli strani occhi e non parli..." lui annuì "Volevo dirti una cosa... ma non trovo il coraggio di farlo..." "Se vuoi chiedermi di sposarti scordatelo... ho appena riconquistato la mia libertà ed intendo tenermela..." cercò di scherzare, ma lui non sorrise neppure.

"Dai non posso sopportare di vederti così... di qualunque cosa si tratta spara e non ci pensare più..." gli disse incominciando ad essere veramente preoccupata. Gianni tacque ancora a lungo, poi abbassò lo sguardo ed iniziò a parlare. "Non sono stato sincero con te Irene.... Me ne dispiaccio tantissimo ma ormai è fatta, tutto quello che posso fare e dirti la verità...." Lentamente, con mille pause, senza avere il coraggio di guardarla, Gianni le raccontò tutto, le spiegò come l'aveva circuita ed usata per ottenere il contratto da Karlayle, presentandola come la moglie alla quale assomigliava moltissimo e lasciando che lui se la scopasse.

Prima d'iniziare a dirle che avrebbe fatto di tutto per rimediare, che l'avrebbe aiutata in ogni modo possibile ad iniziare la sua nuova vita, Gianni alzò gli occhi per guardarla, per capire come avesse reagito. Resto a lungo a fissare il posto vuoto di Irene... se ne era andata senza dire una parola.

Tornò in Italia, e nei mesi successivi, tutto sembrò andare a gonfie vele. Solo Gianni pareva non accorgersene. Sua moglie Roberta era sempre più preoccupata ed una sera si decise ad affrontarlo "Insomma Gianni, ora tutto ci sta andando bene, il contratto che hai ottenuto ci ha salvato eppure tu pari sempre più assente preoccupato...." Lui la guardò con triste tenerezza, accarezzandole i capelli ma non parlò "Quando mi hai detto del contratto mi sono accorta subito che qualche cosa non andava avresti dovuto essere felice ed invece..." Gianni annuì "Mi nascondi qualche cosa, corriamo ancora dei rischi ??lo incalzò Roberta.

"No cara, stai tranquilla solo che ottenere quel contratto mi è costato caro... troppo caro... ma non ti preoccupare passerà..." le rispose "Parlamene ti aiuterà...." Lo implorò lei, ma Gianni non poteva. Sapeva che parlarne con lei l'avrebbe aiutato, ma non poteva certo raccontare alla sua ignara moglie di come si era salvato sfruttando una povera ragazza, indifesa e fiduciosa, colpevole solo di avergli creduto e di assomigliare a lei, sua moglie.

Guardando Roberta per un attimo rivide il volto di Irene, anche lei quella sera a Los Angeles, quell'ultima maledetta sera l'aveva guardato in quel modo, con la stessa amorosa preoccupazione per lui... sentì l'angoscia assalirlo nuovamente.

Gli ci volle molto tempo ancora per riprendersi anche se non completamente. Dopo aver rimandato mille volte, si decise ad un nuovo viaggio a Los Angeles. Inevitabilmente quando si trovò la, nei ritagli di tempo si mise a cercare Irene.
Frequentò i locali che conosceva, quelli nei quali era stato con lei ed anche quelli in cui non era stato, chiese in giro mostrando una foto della moglie, dal momento che non aveva nessuna foto di lei. Del resto si assomigliavano tanto.

Mancavano solo due giorni al suo rientro in Italia, ormai Gianni si era convinto che Irene avesse già lasciato la città, inseguendo il suo antico sogno, forse lo aveva fatto il giorno stesso in cui l'aveva lasciato.
Rientrò in albergo e chiese la chiave alla reception "Messaggi per me ???" l'uomo al banco, scosse la testa "Solo della pubblicità che lasciano per tutti i clienti dell'Hotel, la vuole ?", Gianni scrollò le spalle ed annuì. Distrattamente prese i foglietti di carta e se li mise in tasca. Salì in camera e si spoglio poi si fece una doccia e si gettò sul letto. Era quasi l'ora di cena, ma non aveva fame, e non aveva nemmeno voglia di vestirsi ed uscire, pensò di ordinare un panino al bar dell'Hotel.

Prese i vestiti che aveva gettato sul letto e li ripose, poi si sdraiò nuovamente e si allungò per raggiungere il telefono. Notò il pacchettino di bigliettini pubblicitari che doveva essere caduto dalle tasche mentre riponeva i vestiti. Si allungò un poco di più e li raggiunse. Se li mise accanto, mentre consultava il menù del Bar. Compose il numero ed attese che rispondessero. Distrattamente si mise a sfogliare la pubblicità.

"Qui è il bar ... Desidera..." la voce riscosse Gianni... "Niente.. ho sbagliato. Mi scusi",, rispose frettolosamente e riattaccò. Non riusciva a staccare gli occhi dalla locandina di quel locale. Qualcuno gliene aveva parlato , ma lui non ci aveva fatto caso. Ora fissava l'immagine con la grande scritta "Le più belle donne del mondo materializzeranno i tuoi sogni", e la splendida ragazza che sorrideva sotto alla scritta.

I capelli cortissimi, il look aggressivo, quasi dark...nulla poteva ricordargli alcun che tranne quegli occhi. Non ne era certo, non poteva esserne certo, ma il suo cuore pulsava all'impazzata. Si riscosse e si alzò, prese i vestiti e li indossò quasi con furia. Mentre si faceva il nodo alla cravatta, telefonò alla reception e si fece chiamare un Taxi.

Lungo il tragitto ebbe un attimo di smarrimento. Se la ragazza della foto era veramente Irene, cosa le avrebbe detto ?? Cosa avrebbe fatto. Lei non aveva certo cambiato idea su di lui da quella sera in cui l'aveva lasciato senza nemmeno una parola. Fu sul punto di dire all'autista di riportarlo in Hotel, ma il desiderio di sapere se era veramente lei ebbe il sopravvento.

Entro nel locale un poco rinfrancato, era un posto elegante, se veramente lavorava li Irene non doveva certo passarsela male. Non era il tipo di locale che sfrutta le ragazze per una miseria.
Diede una generosa mancia ad un cameriere per avere un posto ad un tavolino vicino al palco. Era presto e il locale non era ancora stracolmo, non fu difficile riuscirci.

Si fece portare un Jack Daniel e solo dopo si ricordò che anche Irene la prima volta aveva preso quel liquore. Il ricordo lo colpì dolorosamente e accentuò la sua ansia. Sul palco iniziarono i primi spettacoli ma lui non ci fece caso.
Una deliziosa biondina eseguì uno strip integrale, si agitò nuda proprio davanti a lui esponendo le sue notevoli grazie, ma per Gianni fu come se non ci fosse.

Gli spettacoli si fecero sempre più forti mentre la notte avanzava. Gianni lanciava solo un'occhiata distratta quando la voce del presentatore annunciava il nome della nuova ragazza che compariva in scena. Subito dopo deluso tornava ad immergersi nei suoi pensieri.

"E' giunta l'ora della stella del nostro spettacolo, l'incomparabile Magda, la regina dei nostri sogni..." annunciò la voce al microfono. Senza che nemmeno se ne rendesse conto, la sua mente incominciò a lavorare... quel nome ...cosa gli ricordava quel nome ???. Si sforzava di ricordare senza riuscirci, ma la sensazione di disagio cresceva. Sentì l'applauso e distrattamente rivolse lo sguardo al palco per guardare la nuova venuta senza troppe speranze.

Rimase a fissarla mentre il suo cuore pareva fermarsi. Il look era completamente diverso, le sue movenze si erano fatte più maliziose ed esperte, ma Gianni non aveva più dubbi. Ora ricordava perfettamente anche quel nome Magda, uno dei nomi che Irene stessa aveva indicato come nome della nuova donna che stava per nascere dalle ceneri della timida Irene, la bibliotecaria.

Non apprezzava i capelli tagliati cortissimi alla militare, ma doveva riconoscere che le conferivano un'aria da pantera molto eccitante. Danzava indossando un vestito nero di lamè dalla profonda scollatura e dalla gonna cortissima dalla quale spesso spuntavano le giarrettiere rosso fuoco.
La musica prima lenta e sensuale cambiò improvvisamente e lei con una sola mossa si strappò il vestitino gettandolo tra il pubblico e mostrando il completo intimo rosso, dal vertiginoso tanga che offriva una completa visione delle sue perfette e sodissime natiche.

Gianni provò una fitta dolorosa causata dalla violenza dell'erezione che lo attanagliò in pochi secondi. Girando sul palco spesso Irene, o Magda come si faceva chiamare in quel locale, si fermava di fronte agli spettatori per offrire deliziose visioni di dettaglio di alcuni suoi particolari anatomici. Quando giunse vicino a lui Gianni tremò domandandosi cosa avrebbe fatto lei quando l'avesse riconosciuto.

Magda si accovacciò proprio davanti a lui, la luce del riflettore che la seguiva si concentrò proprio in mezzo alle sue coscie mentre lei abbassava il bordo delle mutandine ed iniziava a masturbarsi. Gianni distolse lo sguardo e la fissò in viso. Magda lo guardava ma non dava segno di averlo riconosciuto, mimava accentuando il godimento che provava nel toccarsi e gemeva. Dopo quella che a Gianni parve un'eternità ma che in realtà coprì solo poche decine di secondi Magda si spostò di qualche metro proseguendo il suo show.

Gianni rimase molto stupito. Lei lo aveva visto, ma pareva non averlo riconosciuto, come se non si fossero mai incontrati prima... uno spettatore tra tanti. Incominciò a dubitare... forse era tutto frutto della sua immaginazione, del suo ormai inestinguibile desiderio di avere notizie di lei, di sapere che se l'era cavata e che viveva bene...
Continuò a seguirla con lo sguardo, ma l'eccitazione che aveva provato poco prima era svanita, non servì ad eccitarlo nemmeno la seconda parte del numero della ragazza, che prese a giocare con gigantesco ed osceno vibratore. Si sentiva troppo stanco, per alzarsi ed andarsene altrimenti lo avrebbe fatto.

Magda eseguiva meccanicamente il suo numero, la sua mano scorreva veloce spingendo avanti ed indietro il gigantesco vibratore, si girava e spostava assumendo le posizioni studiate per concedere al pubblico la miglior visuale. Quelle posizioni che solitamente le davano quel brivido perverso che aveva imparato ad amare, ma quella sera rei non ci pensava nemmeno.

La sua mente non faceva che ricordare il viso di Gianni, quell'attimo in cui il sorriso speranzoso aveva lasciato spazio alla maschera della delusione mentre lei era riuscita a controllarsi ed a non mostrare d'averlo riconosciuto.
Quante volte nei mesi precedenti si era detta che era tutto finito, che la delusione provata l'ultima sera con lui era sparita senza lasciare tracce ??.

Ogni volta aveva mentito, si ripetè mentalmente quello che si era detta mille volte "L'ha fatto perché era disperato...si è pentito subito dopo e ti ha confessato tutto...." Ogni volta l'aveva ripetuto inutilmente, senza crederci. "Un bugiardo non cambia mai" si diceva "Se mente una volta può mentire sempre anche mentre ti chiede scusa... " I suoi pensieri s'interruppero un'attimo mentre sobbalzava impercettibilmente per l'entrata del secondo ben più piccolo vibratore nell'ano. Ora entrambe le mani facevano scorrere i vibratori dentro di lei che se ne stava sdraiata ed oscenamente rivolta alla platea.

Nuovamente il viso di Gianni si materializzò davanti a lei, rivide il sorriso pieno di speranza lasciare spazio alla delusione, questa volta anziché rabbia provò commozione. "Forse era vero... forse non mentiva. Quella era l'unica spiegazione possibile per la delusione dipinta sul suo viso" cercò di scacciare il pensiero ma non vi riuscì.

La musica cambiò e Magda si preparò alla terza ed ultima parte del suo spettacolo, si voltò e vide Jerome fare il suo ingresso sul palco. Il gigantesco negro aveva un corpo che pareva scolpito nel mogano. I suoi formidabili muscoli variegavano all'infinito la pelle resa lucida dall'olio per massaggi. Solo un ridottissimo e gonfio slip copriva l'ultimo e più formidabile muscolo.

Magda gli fece cenno di avvicinarsi e lui obbedì, le dita della ragazza raggiunsero il bordo dello slip abbassandolo, il gigantesco membro si mosse pigramente prima di sobbalzare semi eretto nell'aria a pochi centimetri dal viso di lei.
Magda fissò per lunghi secondi quel favoloso cazzo che l'aveva fatta tante volte urlare di autentico piacere su quello stesso palcoscenico, contribuendo al suo successo. Quella sera non riusciva ad interessarsene. Allungò una mano per sfiorarlo ma si fermò.

Magda si alzò e premendo con entrambe le mani sul petto del negro, lo allontanò. Jerom barcollò inciampando per la sorpresa, tra il pubblico vi fu un brusio dal momento che era evidente a tutti che quello che stava accadendo non faceva parte del numero.

Magda fece un eloquente gesto rivolto a Jerome, poi si voltò verso il pubblico. Qualcuno cambiò musica e lei riprese a ballare, spostandosi sul palco, poi discese tra il pubblico e mille mani cercarono più o meno vanamente di raggiungerla e sfiorarla mentre lei vagava tra i tavoli facendo a tutti piccole carezze o sberleffi. Percorse un'ampio giro a dare l'idea di un numero preparato prima di giungere davanti a Gianni. Lui era l'unico che non l'aveva nemmeno guardata, aveva una posa stanca, afflitta, lo prese per la cravatta strattonandola per richiamarne l'attenzione. Sfoderò uno smaliante sorriso. Lui la guardò stupefatto senza capire.

Magda si chinò su di lui e gli sussurrò "Coraggio Gianni... la vita continua ed è bellissima..." poi gli sorrise felice. Lui continuava ad apparire sorpreso ed incapace di reagire. Lei non mollò la cravatta e continuò a tirare, Gianni fu costretto prima ad alzarsi e poi a seguirla sul palco tra le grida invidiose ed entusiaste degli altri presenti.

Gianni la fissò incredulo mentre s'inginocchiava davanti a lui, iniziava a slacciargli i pantaloni. Si domandò perché lo facesse "Vuole vendicarsi... mi vuole far fare la figura del pirla..." si disse lei s'impossessò del suo membro flaccido e senza vita e si sentirono le prime risate tra il pubblico, Gianni ebbe la certezza delle intenzioni di Irene.

La bocca di Irene lo avvolse, la sua lingua prese a muoversi esperta e magica, Gianni chiuse gli occhi e pensò che Irene doveva aver speso molti dei mesi che erano trascorsi ad esercitarsi in quell'arte. I tocchi erano delicati, amorevoli, incredulo Gianni sentì che il cazzo si gonfiava tra quella magiche labbra. Riaprì gli occhi e la fissò, lei sorrideva, i suoi occhi sorridevano, non vi era traccia di astio o di desiderio di vendetta.

Il membro si era eretto completamente, Irene se lo sfilò dalla bocca, gli diede un'ultima leccatina e poi lo accolse tra i suoi seni, stringendoli intorno all'asta ed iniziando ad agitarli. "mi sei mancato sai..." lesse sulle labbra di lei, per la prima volta da quando lei lo aveva prelevato dal tavolo e portato sul palco Gianni si mosse autonomamente, l'afferrò e la fece alzare baciandola con foga, la sentì abbracciarlo con forza e poi spiccare un piccolo saltello avvolgendo le sode cosce intorno ai suoi fianchi. La piccola mano cinse il membro sussultante e lo guidò a strusciare tra le grandi labbra e poi a penetrare in lei.

Irene lo accolse con un gemito mentre le mani di lui afferravano le sue marmoree natiche per sorreggerla. La ragazza prese a muoversi tra le sue braccia dettando il ritmo all'amplesso mentre i suoi seni strusciavano sulla camicia ed i turgidi capezzoli quasi trafiggevano la sottile stoffa della camicia giungendo alla sua pelle.

"Allora non ce l'hai più con me ???" domandò lui , lei scosse il capo, mentre un velo di piacere le oscurava già la vista. "Non pensare al passato... scopami... è così bello farlo davanti a tutta questa gente...." Gemette Irene.

Il pube di Gianni prese a muoversi con maggior vigore ed il membro ad affondare completamente in lei strappandole gemi soffocati "Veramente mi hai perdonato..." piagnucolò Gianni ancora incredulo. Lei gli prese il viso tra le mani e lo fissò "Ne vuoi una prova ???" domandò, lui annuì.

Magda con un agile balzello si staccò da lui e si ritrovò a terra, lo spogliò completamente con poche mosse poi lo prese per mano, lui la segui e le raggiunse Jerome che aveva assistito a tutta la scena senza lasciare il palco "Scusami per prima... poi ti spiego.." sussurrò all'altissimo negro.

Poco dopo era intenta a succhiare il membro a Jerome mentre Gianni la scopava da dietrò. Non ci volle molto perché il negro acquistasse il pieno vigore, Gainni guardò impressionato quell'enorme e nerissimo palo. Magda ancora una volta condusse il gioco ed il gruppo si sciolse. Magda fece accomodare Jerome su di una seggiola, con agili mosse gli salì in braccio e fece scomparire il membro nel ventre. I seni sommersero il viso di Jerome che prese ad accarezzarli e baciarli. Magda si voltò a guardare Gianni che si masturbava guardandola a sua volta. Lentamente s'infilò due dita in bocca e le leccò voluttuosamente, poi spinse nel solco delle natiche che il negro teneva oscenamente divaricate, imperlando di saliva il tenero forellino anale "Per dimostrartelo di darò l'unica verginità che mi è rimasta... " disse a Gianni "Vieni ed infilamelo nel culo..." lo invitò oscenamente.

Gianni avanzò verso quelle stupende natiche, si chinò a baciarle, la sua lingua sfiorò l'ano di lei che si contrasse involontariamente. Magda non mentiva, era strettissima e pulsante, la penetrazione fu lunga e difficile anche per l'ingombrande presenza di Jerome già affondato in lei. Ma Magda non si lamentò mai, i suoi gemiti non erano di dolore ma di eccitazione. Era talmente eccitata da non sentire null'altro che il piacere. Continuò ad incitare Gianni fino a che lui non fu scomparso completamente in lei. Allora si abbandonò su Jerome gustando la devastante potenza di quei due maschi che la riempivano come mai le era capitato in vita sua.

Jerome vibrava in lei come mai era successo, eccitato da quell'insolita variante al loro numero, Gianni ad occhi chiusi, assaporava il forte abbraccio dei sodi muscoli di Magda intorno alla sua asta, l'incontrollato pulsare degli spasmi successivi alla penetrazione. Incapace di resistere si chinò su di lei e cercò la sua bocca facendole voltare la testa, ed accentuò il ritmo percuotendo le sode natiche di Magda. Lei capì che stava per godere e lo spinse via, poi si staccò da Jerome e s'inginocchiò davanti a lui "Vienimi in bocca..." gli disse.

Jerome li raggiunse masturbandosi freneticamente e dirigendo il cazzo verso il viso di Magda, Gianni seguì il suo esempio. In rapida successione i due iniziarono a gemere mentre copiosi schizzi di sperma piovevano sul bel viso di Magda, nella sua bocca e sui suoi seni. Lei bevve e leccò avidamente mentre si masturbava freneticamente venendo a sua volta, poi li leccò e ripulì amorevolmente mentre le luci su palco andavano spegnendosi e gli applausi in sala scrosciavano.

Quella sera Magda lo portò nel suo appartamento dove ritornò Irene. Trascorsero li i due giorni che separavano Gianni dal ritorno in Italia. Lei gli raccontò di tutto quello che aveva fatto da quando l'aveva lasciato e molto spesso il racconto lo eccitava e facevano all'amore.

"Ora che sei lanciata nel mondo dello spettacolo cosa intendi fare... diventare un'attrice ??? Una famosa pornostar internazionale ??" le domandò Gianni , lei scosse la testa "Potrei farlo... e guadagnerei un sacco di soldi sai..." ridacchiò "Se m'interessassero i soldi potrei farlo..." si ripetè "Ed invece che cosa t'interessa ???" domandò ancora lui lei fece una smorfia stupita. "Non dirmi che non lo sai ???", lui annuì "Libertà ed avventura...." "Ed un poco di sano scatenato sesso...." Aggiunse lei ed insieme scoppiarono a ridere.
"Ti confido qualche cosa che ancora nessuno sa. Con la fine del mese lascio il locale e lascio Los Angeles..." "Destinazione ???" domandò lui "Il mondo.... Nessun posto fisso. Volerò viaggerò e scoperò sino a che non avrò consumato sino all'ultimo soldo che ho messo da parte in questi mesi... e sono tanti quindi..."

Lui assunse un'aria dispiaciuta "Non ci rivedremo più ???" domandò "Meglio così... io e te stiamo diventando troppo intimi e tu hai una moglie... in fondo le vuoi bene e qualche scopata extra ogni tanto non può fare alcun male... ma niente cose serie quindi..." Gianni non parve molto consolato. "Conosci la leggenda degli angeli e della campane ?" gli domandò lei . Lui scosse la testa "Decvi sapere che secondo una credenza popolare ogni volta che suona una campana significa che un angelo ha messo le ali..." sempre più perplesso "Carina ..." disse solo per cortesia "Aspetta, io ne ho inventata una nuova... ma questa non sarà una leggenda. Ci siamo conosciuti in aereo non è vero ???" gli domandò "Lo sai che è così..." rispose lui un poco spazientito "Bene, ogni volta che udrai un aereo che poco dopo il decollo sale nel cielo con i motori che rombano all'impazzata... vorrà dire che io in qualche parte del mondo mi sto facendo una scopata da favola...." Lui scosse la testa "Ma dai... io abito vicino ad un aeroporto... ne sentirò centinaia al giorno "Proprio queste sono le mie intenzioni..." disse Irene tutta seria.

Si fissarono e poco dopo scoppiarono a ridere, poi lei lo zittì all'improvviso... "Lo senti ????" domandò. "Cosa dovrei sentire ??" le fece eco lui "L'aereo in lontananza..." rispose lei. Tacquero qualche istante ascoltando poi lui annuì "Vedi che la leggenda è vera ???" disse Irene convinta "Ma dai non stiamo mica scopando..." rispose lui "Questo lo credi tu mio caro..." sogghignò Irene e poi si gettò su di lui iniziando a baciarlo ed ad accarezzarlo ovunque.

Molti anni più tardi......

Suo figlio aveva tanto insistito, "Dal punto più alto del duomo si vede uno spettacolo incredibile papà.. mi porti..." ed alla fine lui aveva ceduto. Più saggia Roberta si era limitata ad accompagnarli sino sul sagrato. A Gianni era sembrato un incubo salire l'interminabile serie di scale inseguendo quel folletto impazzito di dodici anni che divorava i gradini come fossero di altezza risibile mentre a lui sembravano montagne invalicabili.

Al ritorno a Roberta era bastato dare un'occhiata al marito ed al figlio che gli saltellava attorno entusiasta per capire che Gianni aveva bisogno di un attimo per riprendere il fiato. Lui grato le aveva dado i soldi e li aveva guardati allontanarsi verso il chiosco dei gelati.
Nell'estrarre la banconota aveva però visto qualche cosa che non ricordava nemmeno più di avere e che gli riportò alla mente mille ricordi ed una strana credenza popolare....

Seduto sugli scalini di fronte al Duomo di Milano, Gianni estrasse dal suo portafoglio una foto di Irene. La guardò e scosse il capo, come incredulo. Poi, nel vedere un aereo volare lontano nel cielo, scoppiò in una risata a crepapelle.

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