Mattina

di
genere
saffico

l'alba, preludio di vita, si fa spazio nel cielo scuro con tutte le sue sfumature di nero, come la tua frangia con i suoi riflessi lucenti, che sento solleticarmi il collo, nell'aria l'odore di te, di me, del nostro concederci, folle e sfrenato. Tenue chiarore nella stanza, rosato, come l'orlo dei due bicchieri abbandonati sul comò, asciutti, sdraiata sul cuscino la bottiglia vuota veglia il nostro respiro, sfinito.
come ti sei addormentata così sei rimasta, anche io non mi son mossa, per non svegliarti, tenendoti sotto il mio braccio; il viso tuo bello poggiato al mio seno guardo, ho voglia di baciarti e avvicino la bocca a sfiorare la fronte, ti muovi appena con un piccolo mugolio e la tua mano, ancora fra le mie gambe, stringe le mie labbra, soffoco un sospiro, d'istinto animale affondo le unghie nella morbida pelle della tua schiena, un bacio al mio seno e ti avvolgi a me; occhi chiusi, perle nere del Pacifico.
Mentre la luce cresce illumina il tuo corpo e le tue forme così magnetiche, con una mano percorro il tuo profilo nudo e sento la tua pelle destarsi sotto le dita;
il lieve movimento si fa più intenso e così il respiro, timide le palpebre si schiudono, fiori a salutar la luce, un sorriso incredulo si disegna sul tuo volto,
"che ora è?" mi chiedi assonnata,
"è presto, amore, riposa ancora" ti sussurro con un bacio,
scivolando sul mio ventre baciandomi la pelle sibili "si, ancora un pochino...";
mentre ti accarezzo i capelli, ripensando alla notte trascorsa, una goccia di piacere esce, scorrendo lambisce l'ano andando a coricarsi sul lenzuolo, piccolo fremito.
scritto il
2021-05-14
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